domenica 21 novembre 2010

Vince Vincenzo!


A proposito dell'importante progetto indipendente di cui avevamo parlato un tot di tempo fa: selezione conclusa. Al nastro di partenza si erano presentati un centinaio di candidati. Poi, dal gruppone è spuntato Vincenzo Sirianni, classe 1978, calabrese di Soverato, croce e delizia di ferro alla scuola internazionale di comics di Firenze. Vincenzo ha tutto quello che ci vuole per un importante progetto indipendente: Gambe possenti da rinoceronte dell'Aspromonte, amore sperticato per il fumetto pop e un tratto realistico ma non troppo che a me personalmente ha ricordato vecchi miti come il Sandro Angiolini di Vartàn.
Perfetto, dunque, per un western crepuscolaro.
Stesse a Milano, andrei subito a berci una birra per festeggiare.
Così, invece, dobbiamo accontentarmi di un dirigibile di 'Nduja.
Manda pure, Vincenzo!

4 commenti:

Pino ha detto...

bello, mi piace molto il tratto e lo stile di quel disegno!

CREPASCOLO ha detto...

Vartan era il mio robottone giappo preferito. La trama - come quasi tutto quello che si leva dal paese del Sol Levante - aveva qualcosa del western crepuscolaro. Last man standing, la risposta dentro di lui , ma è sbagliata. Eastwood incontra Guzzanti. La trama per chi non fosse mai incappato in quegli anime dai colori piatti come il fiume quando Coppola cercava di fare surf al posto di Charlie ( ecco perchè la lavorazione del film è stata tanto lunga ndr ). Sto divagando, sorry.
Sirio è un angelo caduto sulla Terra, inseguito da demoni rinoceronti che vogliono strappargli la Ricetta Finale ( qualcosa tra l'Equazione dell'antivita ed il wasabi ). Quando l'avversario è vicino, Sirio si cala nel suo eso-scheletro da combattimento, Vartàn, capace di stecchire un diavolo con la sua voce stereofonica da coro vaticano. Daitarn III come potrebbe immaginarselo un editor del Giornalino, oggi. Non male, ma Telenova ( nei seventies proprietà delle Edizioni Paoline, non so ora ) censuravano le sequenze in cui Sirio, al crepuscolo, guardava verso le stelle e si chiedeva se tutto avesse un senso.

Belli i model sheets. Il primo Sime, ma le gambe sono alla Cossu. Mi piace la ghigna che lo fa sembrare il mentore di Gen13 ed il cappello sugli occhi che lo apparenta ad una caratterizzazione di Franco Franchi. Darei il mio poster di Vartàn che canta con il coro dell'Antognano, matite di un riconoscibile Cimpellin, per leggere una storia con un simile ceffo. Aspetterò.

Skull ha detto...

Mica male, mica malaccio.
Neanche tanto crepuscolare... anzi, forse crepAscolare. ^^

CREPASCOLO ha detto...

Un western crepascolare ? mm.
Dalla parte degli indiani allora. Crepascola, quando viveva a Corsico, è stata cresciuta e ha cresciuto pastori tedeschi. Ancora oggi gli impiegati dell'IKEA la chiamano Balla coi Lupi.
Il solito futuro prossimo post apocalittico. Un decennio di Faccialibro ( copyright Cajelli ) ha reso l'umanità incapace di comunicare a quattr'occhi. O meglio otto. Ottanta anni di tv hanno trasformato l'umanità in una massa di talponi, anche quelli che non sono amici di Fiorello. La cementificazione selvaggia ha stecchito anche gli ultimi fiori. L'euro è sceso ai minimi storici e la moneta di scambio è la bijotteria sbrilluccicante , i cui riflessi sono un codice gradito a chi non vede oltre il proprio nasone. Dai diamanti, anche patacche, non nasce nulla, come diceva il Tale. Dei fiori ho già detto.
Il nostro eroe si chiama Tale - anche lui - perchè da piccolo chiedeva sempre un'altra fiaba alla mamma, prima di addormentarsi ( another tale nell'originale ndr ). Per qualche strana ragione, Tale non si saziava con i 500 canali tv e non trovava conforto nei 500 milioni di amici di Faccialibro. E ci vedeva abbastanza da brancolare fino alla Frontiera dove, secondo la legenda, viveva la tribù dei Sirianni, aspri montanari fanatici del racconto orale.
Mi pare di vedere il Tale galoppare nel crepuscolo e raggiungere il suo pubblico. Lo vedo alzare il pugno e chiedere la parola. Ed essere frainteso perchè in quella terra di selvaggi polite si alza la manina anche per ritirarsi nella ritirata. Un rito importante perchè da quella roba lì nascono i fiori, come disse il Tale. L'altro.