martedì 31 agosto 2010

L'importanza di chiamarsi Ron Currie, Jr.


Si chiama entusiasmo.
È quella cosa che ti viene quando qualcosa ti rivolta piacevolmente come un calzino, cambiando il tuo modo di guardare alla lettura. Se sei uno a cui piace leggere e hai più di venticinque anni, diventa un'emozione abbastanza rara.
Il che ci porta a Ron Currie, Jr. e alla sua opera prima, Ogni cosa è importante! (Mondadori, € 17,50). Gli strilli in cover lo paragonano a Vonnegut, ma con Vonnegut, Currie ha in comune solo un registro narrativo perennemente in bilico fra fantascienza, satira e dramma. La sinossi sui risvolti tira in ballo Donnie Darko: un paragone forzato, furbesco, fatto per convincere qualche fanciullo/a in fiore a sganciare i soldini per un libro che ha un titolo talmente understatement da passare tranquillamente inosservato. E invece, questo malloppo ha dentro tutto quello che serve per restituire il gusto della lettura anche a chi pensa di aver provato di tutto. Una trama solida, irrobustita da un gusto descrittivo maniacale ma mai fine a se stesso; personaggi lineari, ma allo stesso tempo più grandi della vita, cesellati fino all'ultimo tic; e uno stile di scrittura che abbina alla lucidità ossessiva del miglior Palahniuk la tenerezza del miglior Watterson. 345 pagine pesantissime, soprattutto considerando che è un romanzo d'esordio: forse, per chi ama la letteratura Made in Usa, c'è ancora speranza.

lunedì 30 agosto 2010

Mi ricordo Sir Cliff Richards



Mi ricordo We don't talk anymore.
Non ricordavo, però, questo video stile profugo dal set di Battaglia nella Galassia.
E nemmeno che avesse il naso rifatto. Perché un naso così non esiste, in natura.

domenica 29 agosto 2010

Splice Girl


Sostanzialmente: un onesto b-movie.
Con tot spunti originali, una spruzzata di citazionismo didascalico e qualche imperdonabile sbavatura. Soprattutto negli ultimi dieci minuti.
Le cose migliori: Sarah Polley, bravissima come al solito. La fotografia metallica di Tetsuo Nagata. La direzione degli attori. il retrogusto vagamente Zulawski di una trama che riesce a mettere insieme fantastico ed erotismo. Lo zampino steampunk di Guillermo Del Toro. E un mostro che fino alla catarsi finale non si dimentica.
Le cose peggiori: le pettinature emo, i nodi irrisolti di una sceneggiatura con un gran bisogno di editing e troppa, troppissima carne al fuoco, il climax trucido e la misoginia di fondo.
Per capirci, è una specie di Uomo senza ombra più economico, cerebrale e interessante.
Si può vedere. Ma senza aspettarsi troppo.

Serie Hard

Dove eravamo rimasti?









Ah, già.

giovedì 26 agosto 2010

Con Bruce si cucca


Dopo Magnus, Bruce Timm è il mio disegnatore di donne nude preferito.
Perché disegnare persone è ben diverso che disegnare tette e culi.
Le Pin-Up di Bruce Timm hanno qualcosa che alle donne nude di tanti altri artisti manca: la personalità.
Personality goes a long way, come diceva Julius in Pulp Fiction. E visto che l'ottimo Bruce le sue donnine le butta giù a getto continuo, c'è anche la possibilità di combinarci qualcosa: basta organizzarsi il bisnesss con quel furbone di Albert Moy. Sotto a chi tocca.

Star del muto

mercoledì 25 agosto 2010

Pillola rossa o pillola blu?


Sei anni fa oggi moriva Enzo Baldoni.
Sei anni e cinque mesi fa moriva Pat Tillman.
Enzo Baldoni e Pat Tillman avevano diverse cose in comune. Per dirla con Enzo, che aveva masticato e digerito una splendida formula di Walt Whitman: Erano contraddittori, vasti, gonfi di moltitudini. Tutti e due partiti in guerra per una scommessa con se stessi, Tutti e due ammazzati per benino. Tutti e due tritati post-mortem dentro il pastone dell'informazione neo-con.
La storia di Enzo è tutta scritta fra le righe di blog come bloghdad. La storia di Pat Tillman è tutta scritta in un libro di Jon Krakauer, l'autore di Nelle terre estreme. Leggere le loro storie è come buttar giù una medicina: nonostante quel retrogusto misto fiele e monetine ciucciate, tocca bere alla goccia, perché poi ci si sente molto più in forma. Mai dimenticarlo.

Salvate il soldato Jimmy



Ne ha già parlato Diegozilla, ma vale la pena di insistere, perché questo giro c'è poco da sorridere. Forza, Jimmy.

martedì 24 agosto 2010

Fate l'onda


I Surfisti di Merda sono quelli che ci provano comunque, anche se surfare non è proprio il loro mestiere.
Quelli che si schiaffano in acqua per puro masochismo, pronti a grattugiarsi sugli scogli a pelo d'acqua o a mangiare quintali di sabbia pur di arrampicarsi su un'onda.
Quelli che magari lo stile è quello che è, perché mica tutti i surfisti hanno il mare a due passi da casa, ma quando maestrale e libeccio cominciano a pompare caricano le tavole in auto e via.
Quelli che magari si bevono tre cavalloni su quattro, e il quarto quasi lo pigliavano, però la sera li trovi nei pub con la birrazza in mano a colorare i loro rari colpi fortunati di accenti epici e salmastri.
Si sarà capito: in tutti quelli che amano il mare c'è un potenziale Surfista di Merda.
Logico che qualcuno abbia pensato di tirarci fuori un tormentone. E una idea di strip un po' manga e un po' no. E una linea di abbigliamento dedicata, con tante magliettine uomo donna che sghignazzano sui vezzi i tic le manie le fanfaronate dei Surfisti di Merda con tenera ferocia.
Il sito ufficiale, un po' incasinato ma godibile, è qui. Cliccare, prego. E non fedeis cazzadas!

lunedì 23 agosto 2010

Frutti estivi


Le cose migliori della vita sono salatine. Mare compreso.

Se capita di incontrare un randagio che ha l’aria di passarsela bene, non è il caso di portarselo a casa. Per quanto sembri incredibile, il randagismo può anche essere un karma.

Le meduse spiaggiate non pungono.

Mai uscire di casa senza filo interdentale, acetilsalicilico e nimesulide. Pensare che non servano o che «tanto se ho bisogno li compro là» può essere un grosso errore di valutazione.

Durante l’estate, l’ansia va a svagarsi negli angoli più esotici del cervello. Però torna a trovarti ogni notte, mentre dormi, per farti sapere come va.

Quando ti senti bene davvero, l’autoradio è un di più: you come with your own soundtrack.

Maneggiare un decespugliatore è molto più difficile che maneggiare un rastrello. Maneggiare un rastrello è molto più difficile che maneggiare un Pc.

Letture da spiaggia 1: Eva tremila non è più come una volta. Novella, invece, è sempre una garanzia: qualità costante nel tempo. Vanity Fair è sopravvalutato, ma fa più fino, e ha foto migliori.

Letture da spiaggia 2: gli unici fumetti che rimedi nelle edicole balneari sonoTex, Diabolik e Topolino. Incredibilmente, qualcuno ha anche Kerry Kross. In caso di crisi, meglio metter mano alla propria collezione privata.

quest’estate, in Spagna, è andato fortissimo il balconing, cioè l’arte deficiente di scaraventarsi giù dai poggioli degli alberghi.

In spiaggia, i topless più deprimenti sono quelli dei maschi in soprappeso.

Durata media della partita media a beach tennis: 20’. Quantità media di tic-toc per battuta: 13.

Coincidenza estiva: scegliere a caso tre libri da leggere, scoprire che tutti e tre parlano di atleti che hanno rinunciato a una promettente carriera per un bene più grande, e chiedersi se per caso non ci sia sotto il messaggio.

Coincidenza mistica: seguire Gesù. Sui Giovi. Sotto forma di un portacontainer siglato appunto GESU 3879658 che ti precede.

Le vacanze sono fatte per cogliere il finocchietto selvatico da far seccare, abbronzarsi di brutto e scoprire cosa sia un Melvin, o cosa voglia dire Blue on Blue.

Sono tornato.