martedì 30 novembre 2010

Omo de panza, omo de sostanza


Nuovo programma cult su NatGeo Adventure, canale 404 di Sky.
Man Versus Food.
Cioè: Adam "Stomaco di ferro" Richman contro alcune delle più abominevoli specialità alimentari mai fabbricate dall'uomo.
Nel menu della prima puntata, Iron Gut ha sfidato due pesi massimi di Las Vegas: il B3 -Big Badass Burrito- del Nascar Cafe e il Fried Chicken Benedict dell'Hash House A Go Go.
Praticamente La prova del cuoco più Saw l'enigmista.
Ogni martedì alle 21.30. Bon appetit.

Del perché il detto "A tavola non si invecchia" è decisamente sopravvalutato


Domanica mattina, la parete della cucina di casa dei miei ha ceduto di botto. Un effetto collaterale di un'infiltrazione dovuta all'allagamento di un'attico al piano di sopra. Quello in cui Guido Crepax creò Valentina, per intenderci.
I pensili sono venuti giù tutti insieme, spiattellando al suolo tutto quello che c'era a tiro.
Compresa la mia mammetta.
Che ora è al Policlinico, con un trauma cranico, un braccio rotto malamente e vari altri acciacchetti di contorno.
Poteva andare peggio, molto peggio: se gli stipetti non avessero avvertito, cominciando a scricchiolare sinistramente, probabilmente la mia mammetta sarebbe finita a bere il caffè con Bonolis e Laurenti.
Invece -fortunona- può continuare a degustare bevande più terra terra. Tipo il semolino dell'ospedale.
Questo per dire che se in questi giorni sono un po' laconico ci ho i miei guai.
E comunque, per capirci, non era a questo che mi faceva pensare il ben noto adagio secondo cui a tavola non si invecchia.

domenica 28 novembre 2010

Supergulp! colpisce ancora


Nuova edizione, riveduta e corretta con l'aggiunta di Aquila della Notte e qualcosina d'altro.
Numero zero imperdibile: Oltre a "Tex", due Fumetti in Tv nuovi di zecca con lo jacovittiano Occhio di pollo e Lupo Alberto, più una ricca intervista di Giancarlo Governi a Sergio Bonelli.
Tex termina sulla terza uscita, che nella nuova numerazione è rimasta due perché non si poteva mica rifare il doppiaggio. Poi si torna all'antico, con la roba della prima edizione però nel nuovo vestitino silver che fa veramente chic.
Ci siamo ri-divertiti molto. Speriamo anche il preg.mo pubblico.
In edicola ogni lunedì a partire da oggi a 10,99 euri.

giovedì 25 novembre 2010

Final Farewell Tour


Scommetto che a Enzo l'idea di un funerale in differita sarebbe piaciuta.
Pensa un po': morire oggi, e riparlarne fra sei anni. Lasciando un conto aperto con l'aldilà. Rimandando fino a data da destinarsi il brutto di ogni funerale. Cassa, telegrammi, fiori, burocrazia e quant'altro.
Probabilmente, si sarebbe fatto una risata - una di quelle risate che ogni tanto tracimavano dal suo corpaccione - e avrebbe rilanciato: bello spunto. Inventati qualcosa. Scrivici su.
Nessuno poteva immaginare che sarebbe toccato a lui. Ucciso nel 2004 a tremila chilometri da qui, per tornare a casa Enzo ci ha messo sei anni. Domani, finalmente, chi vuole potrà salutarlo.
La cerimonia si terrà alle 14 a Preci, fra le colline umbre che il nostro amava tanto. Scrivono la moglie Giusi e i figli Gabriella e Guido:

Molti di voi ricorderanno che in Aprile i resti erano arrivati a Roma dall'Iraq. Tra immotivate lungaggini di alcuni e colpevoli superficialità di altri, solo da pochi giorni abbiamo avuto conferma, attraverso degli esami indipendenti da noi commissionati, che si tratta di Enzo.
Non sorprendetevi se si svolgerà in chiesa. Certo, Enzo non era credente, come noi d’altra parte, ma aveva un profondo amore e rispetto per il suo babbo che farebbe molta fatica a pensare ad un altro tipo di cerimonia. Siamo anche noi profondamente convinti che sia la cosa giusta. E anche Enzo metterebbe il suo babbo al primo posto.
Non sarà il funerale che Enzo aveva descritto. Non ci sentiamo in animo di fare una festa in questa occasione. Sarà una cerimonia semplice: una cerimonia aperta a tutti quelli che avranno voglia di salutare Enzo insieme a noi.


Chi sta da quelle parti, può passare a salutare. Chi preferisce i gesti concreti, invece, può fare un bonifico a Hope Onlus - IBAN IT69O0344001600000003300000 mettendo come causale "Enzo per Hope”. Hope è un'associazione che coltiva un'idea di pace in sintonia con quella di Enzo, fatta di tolleranza e di curiosità per l'altro. In questo periodo è alla disperata ricerca di fondi per evitare la chiusura di un orfanatrofio a Seforis, vicino a Nazareth, che accoglie bambini dei diversi gruppi etnici presenti nella zona.

Poi ci sono sempre i blog di Enzo: parole, idee, suggestioni e, sì, anche cazzate che non moriranno mai. Ci si arriva cliccando sulla tag "Enzo" qui a lato, da google o dal blog di Pino Scaccia.

mercoledì 24 novembre 2010

Zio Uditore


Nella foto, P.G. Bersani tenta di stare al passo coi gggiovani concedendosi un seminario lampo sul gameplay di Assassins' Creed.

"Venghi, venghi, segretario, che ora le insegniamo il salto della fede"!

Quattro salme in padella


Se n'è andata l'insopportabile vecchiaccia toscana dei quattro salti in padella: Laura Pestellini.
Lo annuncia festoso dall'olimpo degli imortali Leonardo Da Vinci, pronto a coinvolgerla nel collaudo dei tanti accessori creati negli ultimi anni per la gilda degli assassini di Ezio Auditore.
- "Bellino, Leonardo, che cosa hai inventato, lo zampirone?"
- "No, nonna. È la nuova mannaia celata che ho progettato in esclusiva per Assassins' Creed 12. Ora te la faccio assaggiare".

lunedì 22 novembre 2010

Non ci incontrammo


C’è qualcosa di terribilmente fastidioso in Il giorno in cui non ci incontrammo (Eliot Edizioni, 96 pagine, 14 euro). È una sensazione che avvicina la lettura di questo fumetto a una di quelle serate radical-chic a base di vino novello, pachistano nero e pippe mentali su un letto melancholy rock Anni 80 a scelta. Massimo rispetto per Niklas Asker, giovane autore completo di Malmoe, Svezia, paracadutato dai muschii natii allo stuzzicante catalogo della Top Shelf. Saper disegnare, sa disegnare, con un bianco e nero robusto e vischioso che ricorda il David Mazzucchelli di Batman: anno uno o il David Lapham di Stray Bullets. Ma come è noto, fra un provetto illustratore e un provetto storyteller ce ne corre. E se il gusto per dettagli e inquadrature e i suggestivi notturni urbani di Il giorno in cui non ci incontrammo appagano l’occhio, non si può certo dire lo stesso di una sceneggiatura che vorrebbe riuscire a zigzagare sul percorso a frattali di film tipo Sliding Doors, e finisce inesorabilmente per accartocciarsi contro la parete di un editing forse troppo indulgente. Second Thoughts, questo il titolo originale del volume, racconta le storie sentimentali parallele che nascono dall’incontro fortuito di un lui e una lei in quel dell’aeroporto di Stansted, London. Si comincia lì e si finisce con un prodottino furbo, unisex, fatto per quei venti-trentenni belli & intelligenti pronti a fare morti e feriti in nome della propria educazione sentimentale. Un cadeau che la Eliot farebbe bene a recapitare al più presto alle redazioni di Vanity Io Donna Donnaddì e compagnia cantante. Perché lì la recensione positiva scatta di default. Qui ci limitiamo a stigmatizzare i difetti di montaggio e sceneggiatura che appesantiscono la storia, il finale consolatorio e didascalico da shojo intimista ma non troppo, le schematizzazioni fra buoni buonissimi e cattivi cattivissimi, insomma i piccoli eccessi di presunzione tipici di ogni opera prima. Con Asker, ci si rivede alla prossima occasione: magari, per allora, imparerà ad abbinare al suo bagaglio tecnico e compositivo una maggiore padronanza narrativa. Allora, potrebbe anche valerne la pena. Oggi, come suggerisce il titolo italiano, non ci si incontra granché.

domenica 21 novembre 2010

Vince Vincenzo!


A proposito dell'importante progetto indipendente di cui avevamo parlato un tot di tempo fa: selezione conclusa. Al nastro di partenza si erano presentati un centinaio di candidati. Poi, dal gruppone è spuntato Vincenzo Sirianni, classe 1978, calabrese di Soverato, croce e delizia di ferro alla scuola internazionale di comics di Firenze. Vincenzo ha tutto quello che ci vuole per un importante progetto indipendente: Gambe possenti da rinoceronte dell'Aspromonte, amore sperticato per il fumetto pop e un tratto realistico ma non troppo che a me personalmente ha ricordato vecchi miti come il Sandro Angiolini di Vartàn.
Perfetto, dunque, per un western crepuscolaro.
Stesse a Milano, andrei subito a berci una birra per festeggiare.
Così, invece, dobbiamo accontentarmi di un dirigibile di 'Nduja.
Manda pure, Vincenzo!

venerdì 19 novembre 2010

Gore de Roma


Per chi fosse rimasto accidentalmente chiuso dentro il bunker antiatomico di famiglia: è cominciata la seconda serie di Romanzo Criminale.
La prima, al netto dei peana d'ufficio, era discreta - un bel tentativo non sempre convincente di staccarsi dai classici sceneggiati all'italiana per tentare linguaggi suggestioni e sapori più marcatamente internescional.
A pensarci, bastava poco: un buon cast, un buon direttore della fotografia, e un regista competente.
La seconda serie gira assai meglio della prima: finito il rodaggio, la macchinetta da spettacolo guidata da Stefano Sollima si destreggia agile nel traffico della Storia recente, sfruttando al meglio sceneggiatura, interpreti e location. Difetti irrilevanti -qualche licenza poetica nella ricostruzione degli eventi, e un filo di giustificabile retorica- ma anche sostanza filmica da vendere. E un cast di facce da galera alle quali è impossibile resistere. Non solo per l'affiatamento, ma per una roba che sugli schermi di casa nostra si vede molto, molto di rado: sissignori, il carisma®.
Da vedere. Magari, con la curiosità di confrontare il Gore de Roma con quello meneghino di Vallanzasca, prossimamente in uscita.

Il mio amico Arnold


Che bello immaginarsi Schwarzy che gira il seguito di Commando con Berlusca Gasparri e Cicchitto al posto di Dan Hedaya, David Patrick Kelly e Bill Duke.

"Ti ricordi quando ti ho detto che ti avrei ammazzato per ultimo?
Ti ho mentito".


Aaahhh.

giovedì 18 novembre 2010

Mi ricordo "Guerre fra Galassie"


Se non erro, per questo all'epoca la Lucasfilm aveva fatto causa alla TOEI.
Chissà perché.

mercoledì 17 novembre 2010

Si facessero un piattino di cazzi loro...

...che poi lo sappiamo come vanno a finire certe cose:







And so on. Che poi, a parte i fumetti, 'sta antimateria non mi dà l'impressione di un must imperdibile. sbaglio?

I fichinghi


Sei mesi di astinenza, se un fumetto ti diverte davvero, sono un botto.
Purtroppo, ultimamente, capita. Non solo con The Walking Dead (Dottor Ciccarelli, non mi vuoi cchiù bene?).
Ma anche con Lilith.
Lilith, per i quattro che non lo sapessero, è la nuova miniserie Bonelli di Luca Enoch.
Sembra un fumetto di puro intrattenimento. E infatti lo è: lo dimostra il tasso di tette, azione sfrenata e balzi spaziotemporali che la testata garantisce al lettore in ogni uscita. Ma al contrario di altri fumetti a base di tette, azione sfrenata e balzi spaziotemporali, questa mini cambia ambientazione a ogni numero, offrendo al lettore autentici baedeker sul nostro passato.
Dall'antica Grecia, al West, alla Grande Guerra, Lilith affronta la sua battaglia contro cattivi che sembrano usciti dai vecchi film di Corman, scompigliando la parrucca -mai le idee- alla storia con la S maiuscola.
Ne esce una lettura agile, divertente e soprattutto stimolante: un piccolo grande miracolo, per un fumetto che non rinnega mai la sua anima genuinamente popolare, ma ne sfrutta le potenzialità al meglio.
In edicola adesso: a questo giro si parla di vichinghi.

lunedì 15 novembre 2010

Nuoce gravemente alla salute


Nuova emozionante puntata della disfida fra Marvel e DC Comics.
A guardare i teaser che stanno spuntando qua e là in Rete, si preannunciano altre finte morti eccellenti.
I prossimi candidati all'obitorio: Spider-Man, come da annuncio sull'ultimo Previews.
E poi, Superman. Già morto e resuscitato a suo tempo, ma ormai bello frollato dalla lunga e abbastanza scadente deriva neokryptoniana delle ultime run. Quindi, maturo per l'ennesima scazzottata fine di mondo con Doomsday, già Oscar® alla carriera come cattivo più scemo del multiverso DC. A parte Grant Morrison, s'intende, che con Batman, Inc. sta ponendo le basi per nuovi dissesti dell'universo Bat. Roba da eleggerlo segretario ad honorem del PD.
Tanto la pelata à la Bersani già ce l'ha.
Ecco, di fronte a certe puttanate mi chiedo perché ostinarsi a leggere fumetti in calzamaglia.
Sarà questione di abitudine, come con le sigarette.

domenica 14 novembre 2010

Sexy Monday


Continua la scalata al cielo dell'ineffabile Ale Giorgini: non contento delle sue scorribande fra XL di La Repubblica e la Rete, ora il nostro è arrivato anche in Tv. Da stasera sul tardino, disegnerà tette, culi e molto altro su Love Line, il programma che fu dell'insopportabile Camila Raznovich, e in questa nuova edizione si avvale del talento di Angela Rafanelli (Le Iene) e Immanuel Casto, meglio noto come il principe del Porn Groove.
Stasera alle 23 su Mtv.
Chi preferisce il sex talk ai morti viventi può accomodarsi.

Quarantacinque


Quest'anno per il mio compleanno mi regalo un sentimento nuovo.
Cinquanta per cento euforia, cinquanta per cento rabbia.
La gioia feroce di guardarmi indietro e rendermi conto di essere arrivato fin quassù. Di esserci. di aver realizzato qualcosa.
La rabbia di non aver potuto fare meglio di così. Di guardare oltre le mie mancanze, e vedere che il mondo intorno a me trabocca di furbetti, leccaculi, pavidi, infingardi, mezzeseghe, politichini, venduti, svenduti, yes-men. In una parola: di italiani. Nel senso peggiore del termine. Gente che ha costretto me e chi condivide la mia visione delle cose a vivere in un clima di antisemitismo esistenziale.
Da adesso in poi, ho deciso, devo essere un'arma. Un cannone.
Lucido, preciso, sempre pronto a difendere me, i miei amori, i miei amici, i miei fratelli.
Buon compleanno a me, quindi.
E attenti a voi. No, non voi voi. quelli nascosti là in mezzo, in fondo alla sala.

venerdì 12 novembre 2010

giovedì 11 novembre 2010

Omini coi baffi


Moustaches Make a Difference: ecco il bel motto che campeggia su una bella campagna TBWA dedicata -nientemeno!- a una raccolta fondi contro i tumori alla prostata.
E in effetti, senza baffi, baffetti, mustacchi, favoriti, riccioli, basette e altre pelose appendici molte icone dei nostri tempi non sarebbero nulla.
Ecco perché anch'io coltivo la mia peluria: l'Ego innanzitutto.
E poi, ovviamente, la prostata.

Il cabaret feroce


A questo punto manca solo la star della serata.
Personalmente, comincio a sperare che si sbrighi a entrare in scena.

De profundiis


Inferno o Paradiso?
Visti Dune e Flash Gordon e Hannibal, direi perlomeno purgatorio.

mercoledì 10 novembre 2010

Se mi piacesse Thor


Se Thor detto il Mitico mi piacesse, saetterei in edicola ad acquistare l'agile sandwich prodotto da Panini per celebrare l'uscita del primo Marvel Masterworks dedicato al Dio del tuono. Come con Cap, si procede a run storiche di 4 volumi. Come con Cap, ci si strafoga di rinomata energia a pallini kirbyana per soli sei euro. Come con Cap, si può scegliere fra la modalità "ricordo d'infanzia" o la modalità "Voglio proprio vedere cosa leggeva quel babbazzo di mio padre/zio/nonno/etc.".
Il problema è che Thor detto il mitico, fuori dai confini asgardiani, l'ho sempre guardato con sospetto. Sarà il costume da buttafuori di gay club, che trovavo eccessivo anche a dieci anni. Sarà che gli preferivo la titanica sintesi di Eterni o Nuovi Dei, altrettanto derivativi, ma sicuramente più vicini al nostro tempo. Sarà che la professione medica non mi ha mai attizzato granché, o che in fatto di super-problemi e menate varie Don Blake mi sembrava messo assai peggio di Peter Parker Matt Murdock o Tony Stark. Ma insomma, il Mitico Thor non lo gradisco.
Però vale la pena, garantisco.

martedì 9 novembre 2010

Polverina


Renata Polverini su Franco Califano: È una persona che ha dato molto al nostro Paese, le sue canzoni hanno fatto storia, quindi credo sia giusto che un'istituzione sia vicina a tutti coloro che chiedono attenzione.
Ok. Non si possono dimenticare capolavori come Avventura col travestito, Io me 'mbriaco o Ma che piagni a ffa'.
Però adesso voglio le facce di De André, Tenco, Ciampi e Ivan Graziani scolpite sull'appennino tipo Monte Rushmore.

Mi ricordo Mortadello e Filemone


Pochissima fortuna, in Italia, per le super-spie spagnole di Francisco Ibanez: qualche apparizione nei fumettisticamente rutilanti Seventies y nada màs, mi pare. Peccato: ma a pensarci, anche eroi blasonati come Lucky Luke o Flash hanno attraversato lo Stivale come meteore. E quindi.

lunedì 8 novembre 2010

dietrolequintamente


Dal 1996, Ain't It Cool News è uno dei miei siti di cinema preferiti. Nel corso dei secoli il fondatore Harry Knowles ne ha fatto un punto di riferimento per tutti i nerd, creando un precedente per la gran parte dei siti di cinema de suore e de menà in giro per il web.
Fra le cose più divertenti di AICN ci sono le recensioni di Massawyrm, Quint e Capone, le gif animate sulle avventure nerd di Harry, e i commenti dei lettori: è qui che ho letto per la prima volta stroncature a base di aggettivi come craptacular - in italiano: merdacolare. Che, detto di un blockbuster hollywoodiano da centinaia di milioni di dollaroni, ne sintetizza efficacemente le qualità immanenti.
Da qualche mese a questa parte, AICN ha aggiunto al suo ricco carnet una nuova rubrichina: foto di scena du jour.
Alcune sanno un po' di dejà vu, ma in senso buono.
Tante, come quella qui sopra da Inception, sono davvero sorprendenti.
Da consultare senza ritegno.

Diamo un nuovo significato alla parola "cacca"



Grazie, ma poco, ad Afnews per la segnalazione.
Era difficile, ma le fransé sono riusciti a fare peggio dell'orrendo Little Nemo animato di qualche anno fa.
Saint Ex, perdona loro perché non sanno quello che fanno.

domenica 7 novembre 2010

Videoburrito invecchiato



De Ti Exclusivo della Arrolladora Banda El Limon dimostra che i grandi latin lover invecchiano come il buon vino. Cioè diventano come Romano Prodi, solo coi baffi.

venerdì 5 novembre 2010

La leggenda fa storia?


Notiziola interessante, almeno sulla carta: Bob Schreck, ex Editor in Chief di DC Comics, Dark Horse e IDW Publishing, ha assunto la direzione editoriale della neonata Legendary Comics, divisione fumettara della Casa di Produzione di 300, Il Cavaliere Oscuro e altri recenti successi Warner Bros.
I dettagli qui.

giovedì 4 novembre 2010

Free Fess


Si chiama Nuova Idea il nuovo magazine gratuito in distribuzione in questi giorni alle fermate della metro di Milano.
Chi se lo fosse perso può scaricarsi il .pdf qui. Comicità involontaria allo stato brado, siore e siori: fra lay-out illeggibili, foto orrende, refusi catastrofici e altri orrori di stampa si procede ghignando dalla prima all'ultima pagina.
Un "must" assoluto per capire come non si fa un giornale.
Scaricarlo è un imperativo categorico.

Chi gli piace la diga, metta sotto una riga


L'alba dei morti viventi a parte, Zack Snyder lo considero meno di zero.
Però devo ammettere che far girare When The Levee Breaks su 'sto trailer è veramente un colpo basso.

mercoledì 3 novembre 2010

Uno, Doe, tre


A pagina sessantuno del primo numero della quarta stagione di John Doe ti dici: no, daaai, non possono arrivare a tanto.
A pagina sessantadue ti dici: invece sì che possono.
D'altronde l'approccio al fumetto del Rrobe è esagerato. Come l'aranciata Sanpellegrino. Chi si fosse sintonizzato in questo momento contando su una onesta bonelle vague, può cambiare canale. Chi invece è venuto su a colpi di citazioni a cavallo di format e generi, tongue in cheek e maledettismo di maniera non può mancare. Soprattutto perché il Rrobe ha il gran merito di abbinare a una messe di reference da Bret Easton Ellis a Douglas Adams a Jack Kirby, da Gerald Potterton ad Alan Moore, da Go Nagai a Luciano Lamas una prosa che nel tempo si fa sempre più asciutta, più rarefatta e convincente.
Fin qui, il buono. Il punto debole di questo inizio di stagione sta nei disegni. Non ce ne voglia il volenteroso ma non troppo versatile Riccardo Torti, che paga pegno ai requisiti minimi di sistema della saga più surreale del fumetto italiano ma anche a un lettering brividosello anzichenò: la sufficienza c'è. Ma con John Doe, la tecnica pura conta meno della personalità. E in questa ripartenza la mancanza di visionari come Rosenzweig, Dell'Edera o al limite pure lo stesso Recchioni si sente eccome. E grava come una zavorra su un numero che convince fino in fondo solo quando riesce a prendere il volo. Nel senso più letterale del termine.

Yeah yeah yeah. O magari anche no.


I Beatles sono un po' il porcello del rock'n'roll. Non si butta via niente.
Così nella musica, fra scoperte, remix stereo, citazioni e omaggi.
Così anche nello showbiz. Penso al Cirque Du Soleil o a bei brutti film come Across The Universe.
Ora, per gentile intercessione della SKIRA Edizioni, tocca anche al fumetto.
Al prezzo di un catalogo d'arte - 39 euro - si porta a casa un tomo di 240 pagine con tutti i comics dedicati ai Fab Four dall'inizio degli Anni 70 al nuovo millennio.
Ne vale la pena? mah.
La foga compilatoria di Enzo Gentile e Fabio Schiavo è indubbiamente rimarchevole, così come l'apparato filologico musicale del volume. A lasciare interdetti è la logica complessiva dell'operazione: copertine e tavole si susseguono ad minchiam, senza altro criterio che quello meramente cronologico. Si citano le testate, ma non gli autori delle singole opere. E di storie complete, manco a parlarne.
Il risultato è un libro "for fans only" che può piacere agli amanti degli scarafaggi, ma non agli amanti della nona arte. Non un libro, ma un piccolo monumento di carta, che nulla toglie e nulla aggiunge alla leggenda dei Quattro di Liverpool, o alla collezione di un autentico appassionato di fumetti. E che sembra fatto apposta per finire in bella vista sul tavolino del salotto.
Un po' poco, in quanto a rapporto qualità/prezzo.

Tea Party

martedì 2 novembre 2010

Transgender


"Meglio puttaniere che gay", disse l'ometto con il fard e i tacchi alti.

lunedì 1 novembre 2010

Morte, grazie


Quello che va:
- l'atmosfera generale, mooolto più Matheson-oriented che in tutti gli zombie movie precedenti
- la fotografia di David Tattersall
- il make-up di Greg Nicotero
- Andrew Lincoln, molto più in parte di quello che sembrava da foto e trailer
- La regia abbastanza asciutta di Darabont

Quello che non va:
- La durata, vaccabboia: non posso tirare le undici con puttanate stile Ultimatum alla Terra per soli 45' di apocalisse zombie
- Qualcosina nella sceneggiatura. Possibile che i pochi umani ancora in vita siano tutti più sconvolti/stressati/angosciati di Rick? Va be' che è vicesceriffo quindi ommo de panza, però.

Tirando le somme: non vedo l'ora che sia domenica prossima. E che il Cicca ci porti un po' di carne marcia fresca.

Tante scuse ai non iniziati per lo spoilerone quassopra (e no, non parlo del crossover Invincible/TWD).