giovedì 28 maggio 2009

Aaah, ma mi sentiranno, nello spazio



A Bloody Disgusting corre voce che alla Fox stiano pensando di fare la seconda peggior cazzata della storia del cinema dopo "AvP".

Indovinato: un bel reboot di "Alien".

mercoledì 27 maggio 2009

Man UTD - Barça: sintesi


La differenza è che al Barcellona hanno Guardiola.
Al Manchester, al massimo, una portineria.

(Un grazie a Ricky il sopraffino per la foto.)

McDonalds per la mente


Fra tutti i canali del pacchetto "mondi e culture" di SKY, "Discovery Channel" è sicuramente il meno "Discovery" che ci sia.
Qui, scienza, avventura, geografia, archeologia eccetera sono solo pretesti per programmi tamarrissimi e totalmente privi di risvolti intelligggenti.
Tipo "Jurassic Fight Club", coi dinosauri in CGI che se menano.
O "Dirty Jobs", il programma che sembra scritto dal ministro Brunetta.
O ancora "Destroyed in Seconds", una specie di "Real Tv" a base di catastrofi piaghe bibliche e incidenti mortali.
L'unico sussulto di intelligenza si chiama "One Way Out", in onda dal 3 giugno sul canale 401.
Vi si narrano le avventure di Jonathan Goodwin, giovine emulo del grande Houdini gonfio di testosterone e masoardimento.
Valore culturale zero, ma almeno è divertente.
Tutti i dettagli a questo link.

Frequentabili


La plumbea cover firmata da Tony Lithgoe distilla al meglio l’essenza del nuovo album degli IQ. Un’oretta di prog rock ricco, dark e spumoso quanto una pinta di Beamish.
Il paesaggio sonoro ricorda i Genesis di “Wind & Wuthering”, con la chitarra strascicata e inquieta del solista a far la parte del leone. Ma i paragoni con il passato si fermano qui.
In trent’anni di avventure musicali, la band di Peter Nicholls è riuscita a distaccarsi dal modello originale per costruirsi un linguaggio proprio. Certo, si tratta di un linguaggio di maniera, un amalgama che fin dal primo ascolto denuncia modelli sfruttati fino all’osso. Ma in “Frequency”, maniera vuol dire anche stile, talento, professionalità impeccabile – tutte doti troppo elevate per dei semplici wannabees.
Dopo “The Wake”, “Ever” e “Subterranea”, e nonostante i cambi di formazione subiti nel corso della loro lunga avventura, gli IQ hanno scritto un’altra discreta paginetta di artigianato musicale.
Vale la pena di sintonizzarci le parabole.

martedì 26 maggio 2009

Con gli occhiali marròn


Presente quelle giornate in cui niente - ma proprio niente - va come dovrebbe?
Ecco.
Questa è una di quelle merdosissime giornate.
E per oggi basta e avanza.

domenica 24 maggio 2009

Anni settanta dibbrutto!


Sembra uscito da una capsula del tempo, il nuovo albo Eura dedicato all'Uomo Mascherato: formato cicciotto stile Lanciostory, griglia imbullonata sulle otto vignette a pagina, testi e disegni anonimi in puro stile syndication, redazionali ridotti all'osso e una paginetta smilza di oldies a firma Lee Falk.
A occhiometro, sembra un ritorno all'epoca in cui i fumetti erano l'usa e getta della subletteratura, il complemento d'arredo ideale per treni locali, barberie e cessi: una scelta radicale, spiazzante, riservata a un pubblico maturo (probabilmente, anche per la pensione).
Salutare bagno di umiltà o disastro annunciato? Solo il tempo potrà dirlo.
Io, comunque, ci sto dentro.
Avanti pop.

Regolamento di conti



L'On. Pres. Silv. Berl. esterna al cdm del Milan A.C. la sua insoddisfaz. per le deludenti performances della squadra nel corso della stag. 2008/2009.

sabato 23 maggio 2009

Dentro il serraglio


Dunque, in Italia le cose vanno più o meno così.
Ci si incontra al baretto sotto casa a bere qualcosa e chiacchierare del più e del meno.
In genere, la chiacchiera di cui sopra è una roba tipo tifo calcistico. Toni di grigio, neanche a parlarne. A farla da padroni sono solo il bianco o il nero. Che si parli di politica, costume, motori, calcio o fissione nucleare, tutto lo scibile umano viene splittato in coppie di estremi opposti: bellissimo/orrendo, spassoso/palloso, spettacolare/coattissimo, esagerato/scarso, figata/depression. Impossibile sfuggire a questo ping pong. Basta un’incertezza, una sfumatura, un “però...”, e normalmente l’interlocutore gira sui tacchi e si dilegua all’orizzonte in una nuvola di mavà, mavààà, maddai.
Tertium non datur, insomma.
Ovviamente, questo succede anche nel mondo del fumetto. Anzi: soprattutto nel mondo del fumetto. Perché il mondo del fumetto, qui in Italia, è piccino picciò. E di fronte al banco aperitivi ci sta tutto.
Ci ho pensato spesso, a questo fatto, vedendo affiorare in rete le prime impressioni su “ANIMAls”. La nuova rivista di Coniglio Editore era attesissima. E i motivi non mancavano. Era la prima rivista dichiaratamente autoriale a tentare la strada delle edicole dalla chiusura di “Comic Art” (1998). Strillava in copertina firme illustri come Gipi, Toffolo o Bacilieri. Puntava a riportare fra salotti e camerette un modo di intendere il fumetto di cui sembravano essersi perse le tracce alla fine degli anni Novanta.
Poi, la rivista esce. E nel grande bar sport celeste, fioccano le critiche. Che provo a riassumere e chiosare di seguito con parole mie.

L’editore di ANIMAls è un furbetto che ha realizzato la rivista a costi minimi campando di amicizie affermate, marchette e opere prime altrimenti impubblicabili.

Vincenzo Sparagna ha fatto la stessa cosa per anni, ma questo non gli ha impedito di sfornare una testata che tutta Europa ci invidiava. Nel merdaviglioso mondo dell’editoria a fumetti, la furbettizia è un morbo piuttosto diffuso: chi è senza peccato scagli la prima pietra.
O si affretti a far di meglio, che qui c’è gente che aspetta. Vedi sotto.

ANIMAls non ha una linea editoriale. C’è scritto anche nell’editoriale: “se la rivista ha un’anima, si svelerà da sé”.

Non è vero che “ANIMAls” non ha una linea editoriale.
La linea editoriale è: niente fumetti di genere. Come da fil rouge fornito da Filippo Scòzzari, vero nume tutelare del magazine, qui si raccontano la vita, la quotidianità, il mondo. Un impegno concreto, come direbbe qualcuno: più fumetti per tutti. Soprattutto per quelli che normalmente non li leggono.

ANIMAls è una rivista fredda e senz’anima, mica come “Eureka”, “Corto Maltese” o “L’Eternauta”, quelle sì riviste calienti e appassionate.

Già. È vero. Come dimenticare l'eros travolgente delle strip di Crepax. O l’adrenalina pura del maestro di Malamocco. O ancora, il ritmo incalzante di Gaiman e McKean. O il dinamismo di Madaudo e Chies. O...
Alt. Per favore. non esageriamo con le cazzate.
Guardare al passato con nostalgia è umano, mistificare la realtà un po’ meno.
Anche le “antologiche” dei tempi d’oro avevano i loro difetti. Prova ne sia che si sono estinte.
E poi: Dove sono finiti tutti quelli che alla chiusura di “Corto” stappavano lo champagne?
Io, bazzicando il bar del fumetto da quel dì, ricordo ancora frizzi, lazzi e sorrisetti a profusione.
Manco fosse crollata la monarchia.
Si stava meglio quando si stava peggio, signora mia. O magari anche no.

I fumetti di ANIMAls sono mediocri.

De gustibus. Per me, Toffolo, la Mattioli e Bastien Vivés, da soli, valgono il prezzo del biglietto.

ANIMAls è una rivista troppo elitaria per piacere al grande pubblico. Non durerà.

Vero, è elitaria. Ma il grande pubblico non la leggerebbe comunque, perché campa a fumetti di genere. Resta da vedere quanti thirthysomething colti e di sinistra cederanno al fascino discreto della rivista. Con le previsioni di sventura, però, ci andrei piano: “Scuola di fumetto”, non esattamente un best-seller annunciato, è in edicola da 8 anni, e “Blue”, al giro di boa del duecentesimo numero, sta per risorgere dalle sue ceneri. Non male.

Se la rivista l’avessi fatta io, l’avrei fatta meglio.

Bene. È il momento di darci dentro, allora. Perché il mercato ha bisogno di riviste di fumetti con i controcazzi. Ne vogliamo parlare? Parliamone. Sono pronto a spendermi e investire in prima persona per dare il mio contributo alla causa. Nel frattempo, adelante con ANIMAls. Perché chi si contenta gode. Come dice un vecchio adagio da bar.

venerdì 22 maggio 2009

Il ritorno del tenente Straker


Secondo "Variety": il produttore Robert Evans e la ITV starebbero lavorando in gran segreto con la Paramount a una trasposizione cinematografica di "UFO", uno dei serial fantascientifici più amati dei favolosi seventies.
(E il "prequel" apocrifo di "Spazio:1999").
Grande notizia. Sempre che anche il reboot della serie preveda caschetti viola, magliette traforate e tanti bei missiloni turgidi.

giovedì 21 maggio 2009

C'era una sola volta


"L'Uomo Mascherato avverte una sola volta!": nel 1936, a far gelare il sangue ai criminali di ogni risma bastava questo presagio di sventura. Logico: "The Phantom", il personaggio creato da quel vulcano di idee di Lee Falk insieme con il disegnatore Ray Moore, era il primo autentico vigilante mascherato del fumetto. Un tipo tosto, per di più: perlomeno, tosto abbastanza da imprimere a cazzottoni il suo sigillo a forma di teschio sulle mascelle dei malvagi, o a sforacchiarli senza troppi complimenti con le calibro .45 che portava appese al cinturone.
Baciato dal successo negli Usa e nel resto del mondo, in Italia "Phantom" ha vissuto fortune molto tribolate. Seguitissimo fino al dopoguerra, dagli anni Sessanta in poi ha cominciato a cedere strada a eroi in calzamaglia più freschi, appariscenti e sfaccettati, fino a finire nel limbo degli eroi immortali che sì, massimo rispetto, però non se li fila nessuno.
A tirarlo fuori dal dimenticatoio ci ha pensato l'Eura Editoriale, che dal prossimo 25 maggio riporterà nelle edicole l'alter Ego di Kit Walker con il suo mix di avventura, esotismo e archetipi junghiani.
È una scommessa difficile, cui però vale la pena di dar credito. Anche solo per il format e il prezzo "per tutti".
Sperando che la popolarità della nuova coraggiosa rivistina dedicata a Phantom non si fermi a dettagli di questo genere.

Fammelo doppio, barman


A forza di sentire cazzate sempre più macroscopiche, comincio a pensare che l'ebbrezza del potere non sia l'unica dipendenza che affligge il Cavalier Banana.
Il problema è che riesce sempre a darla a bere a tutti.

mercoledì 20 maggio 2009

Giù botte


Sabato 23, su Alias, riviste a fumetti come se piovessero.
E una cover di Tanino Liberatore che da sola vale l'acquisto.
A noi gli occhi, please.

martedì 19 maggio 2009

Una notte al museo 2: recensione


Va be', dopotutto me l'aspettavo.

La mandrakata


Nuovo cinema supereroico. È arrivato il turno dell'ipnotista in marsina.
Nei panni del suddetto, pare, Hayden Christensen.
Nei panni di Lothar, pare, Djimon Hounsou.
Regia, pare, di Mimi Leder.
Magia: gli spettatori scompariranno non appena il film uscirà in sala.

lunedì 18 maggio 2009

De:Code 2


Si intitola "Zombie Holocaust", il secondo numero di De:Code, la nuovissima corposa incarnazione della webzine firmata da Antonio Solinas, Simone Satta e Nicola Peruzzi. Ovviamente, si parla di morti viventi.
Fra le chicche, anche un mio pezzullo sullo zombie Disney, il ben noto Gongoro di Carl Barks. Consiglierei l'acquisto, ma è tutto gratis.
Per il download, basta cliccare qui.

Juventus troppobbuona


Ranieri esonerato.
Il Cda bianconero ha affidato la squadra a Ferrara.
Un'esclusiva AVSL: la conferenza stampa in cui il nuovo allenatore illustra al gentile pubblico le strategie per la conquista dell'unica coppa che noi poveri gobbetti abbiamo la probabilità di aggiudicarci di qui al prossimo futuro.

giovedì 14 maggio 2009

Terrore in Padania



Secondo me Maroni se la vive un po' così.

È bello avere degli amici


Ho proposto a David Lloyd di unirsi al folto manipolo di autori di fumetti che in questi mesi stanno tramando nell'ombra per sostenere "il manifesto" con un'opera originale da pubblicare e mettere all'asta.
Mi ha risposto che gli dispiaceva molto, ma proprio non aveva tempo di inventarsi qualcosa "Ad hoc" come tutti gli altri artisti che hanno accettato di partecipare all'iniziativa: Nick Abadzis, Tito Faraci, Rrobe, Cajelli & Ferrario, Walter Venturi, Stefano Disegni e molti, molti altri.
"Però, se ti accontenti, ti mando qualcosina".
"Ci mancherebbe", ci ho detto.
Come è noto, chi si accontanta gode: La tavola di Nightraven-House of Cards che è planata qualche minuto fa sulla mia scrivania lo dimostra.
Visto che è uscita a suo tempo su "Corto Maltese", quasi quasi la posto.
Tanto l'effetto sorpresa è relativo.
Sbavare con misura, please.
Se resisto alla tentazione di inguattarmela, qualche fortunello là fuori potrebbe ritrovarsela nel tinello in tempi ragionevolmente brevi.

mercoledì 13 maggio 2009

Ombre sulla Rete


Il terrore corre sul filo. Meglio: sulla fibra ottica. Corre voce che il "governo del fare" vagheggi di ricalcare para para la nuova legge sul download illegale appena approvata in Francia.
Uno scacco in tre mosse.
La prima volta che ti beccano, ti mandano una e-mail con l'invito a non farlo più.
La seconda, ripetono l'invito per raccomandata.
Alla terza, fine degli avvisi: ti staccano la connessione e ti esiliano dalla Rete.
Ai primi sintomi di raffreddore e influenza, è stata subito bagarre. Giusto o sbagliato bacchettare il download illegale?
Negli ultmi anni, scisso fra fra l'istintiva simpatia per i disubbidienti di ogni ordine e grado e la doverosa solidarietà nei confronti degli autori, me lo sono chiesto spesso e volentieri.
Personalmente, se qualcuno mi legge a sbafo non mi faccio problemi. Se così fosse, non terrei nemmeno un blog.
Però, però, però.
Magari, la mia generosità serve a compensare la mia vanità, il mio senso di inadeguatezza o chissà cosa.
Magari, per un pezzo non mi incazzo ma per un libro lo farei più che volentieri.
Magari non mi incazzo perché produrre idee buone o cattive costa meno che produrre riviste, dischi o film.
Stringi stringi, il problema sta proprio qui: ogni centesimo speso dal giornalaio, in un negozio di dischi o al cinema serve per mantenere famiglie allargate che comprendono sì padri padroni assetati di grana, ma anche legioni di figli maltrattati.
Hai voglia a ripeterti che scaricando l'ultimo successo del tale o del talaltro lo metti in quel posto al grande capitale, quando poi le major e le minor sbattono fuori producer, marketing manager e segretarie da mille euri al mese, o smettono di investire sugli emergenti per concentrare i loro investimenti sui pochissimi cavalli sicuri.
Dice: ma dischi, Dvd e altre facezie costano troppo.
Vero. Difficile però dar torto a messieur Olivennes, quando dice che gli iPod o i cellulari che van via come il pane mica li regalano.
Come sempre, i dubbi sono molti più delle certezze. E forse, la virtù sta nel mezzo: scaricare sì, ma con juicio. E sempre tenendo presente che nella stragrande maggioranza dei casi si spende molto meno, ma per avere molto meno: in senso letterale, ma anche in senso lato.

Oggi, settant'anni fa


E non aggiungo altro.

Tentazione # 9674450


Va all'asta a Melbourne la tutina di Chris Reeve.
Peccato che il biglietto per l'Australia costa caro, altrimenti ci provavo.

martedì 12 maggio 2009

Can Can


Una vita senza cani è una vita molto vuota.
Me lo sono ripetuto un sacco di volte, in questi giorni, vedendo i due quattrozampe di famiglia trotterellare fuori quadro a pochi giorni di distanza l’uno dall’altro.
È andata proprio come con quelle coppie di vecchietti che vedi ogni tanto: morto uno, l’altro crolla. Fine della storia.

A vincere, adesso, sono gli acciacchi per la rottura di un cordone ombelicale fatto di sguardi, gesti, pacche, carezze e birignao ripetuti come un mantra per cinque, dieci, mille anni: e il primo istinto, va da sé, è quello di raccattar su il prima possibile altri compagni di strada.
Con tutti i bastardini sparpagliati nei canili, le possibilità sarebbero infinite. E se proprio non gliela fai a toglierti dalla testa il tuo amico speciale, puoi sceglierne uno che gli somigli. Magari non sarà proprio la stessa cosa, perché ogni cane fa storia a sé. Però, l’aria di famiglia quella è: scegliendo un retriever, avrai ottime probabilità di ritrovarti fra i piedi un bidone aspiratutto ottuso quanto quello nello sgabuzzino. Solo molto, molto più divertente e sensibile. Se invece scegli un terrier, ti aspetta una bestiola ostinata, prepotente, pronta a mettere in discussione tutte le tue decisioni. Un cane di grossa taglia ti lascerà prima, e probabilmente peggio di una pulce a quattro zampe, perché i cani grossi con l’età tendono ad avere guai all’apparato circolatorio o alle articolazioni. Però, mai confondere peso e altezza con semplicità di gestione: un terranova di 60 kg, dove lo metti sta.
Un beagle di 12 ti manda a puttane la casa in un quarto d’ora.
Tenerlo presente, nel caso, è fondamentale.

Noi, per ora, ci fermiamo qui.
Mentre scrivo, mi accorgo che insieme con Vito e Alice sono volati via diciassette anni di vita familiare. Il tempo, le responsabilità, gli imprevisti, le scelte, le consapevolezze maturate dentro fuori e intorno le mura di casa hanno cambiato il nostro mondo.
Vista da questa distanza, l’idea di un altro cagnolino che razzola in giro dà un vago senso di vertigini.
Perché oggi siamo tutti un po' più adulti. Un po' più duri. Un po' più razionali. Un po' più distanti. Un po' più stanchi. Un po' più nuovo cinema americano. Non come in Happiness, Magnolia o onora il padre e la madre, questo no. Ma insomma, dalle parti di Rachel sta per sposarsi più o meno ci arriviamo.

(Chissà: potrebbe essere un ottimo spunto per una storia ancora da scrivere).

Nel mio giardinetto interiore pascolano quadrupedi di ogni forma e dimensione. Fra i cani che abbiamo avuto in casa da quand’ero ragazzino, i trovatelli che abbiamo piazzato fra amici e conoscenti e i mezzosangue che ho visto pisolare scorrazzare ringhiare trotterellare in giro nel corso del tempo, i pensieri confortanti non mancano.

In compenso, niente cacche rigorosamente metaforiche da pestare.
Un vantaggio non da poco, bisogna ammetterlo.

Nota a margine a uso dei cinofili: La bellissima foto qui sopra è di Elliott Erwitt, uno che di cani ne capisce. Ed è tratta dal libro “Vita da cani” (Phaidon, 12,95 euro), in vendita in tutte le librerie.

lunedì 11 maggio 2009

V For Violetta


È uscito il primo romanzo di Violetta Bellocchio, Sono io che me ne vado.
Mentre la nostra blogger/giornalaia/grafomane/psicotica preferita prosegue la sua propria scalata al cielo con un savoir faire che avercelo, ecco una buona occasione per carpirle un brandello d'eccezionalità.

Io lo compro, poi quando la trovo mi faccio anche fare una dedica. Con tanta tanta simpatia.

domenica 10 maggio 2009

Il Trek c'è


Bel giocattolone.
J.J. Abrams sapeva di avere in mano un franchise spuntato, così ha fatto quello che avrebbe fatto qualunque persona con un minimo di buonsenso: clic su "Nuova partita" e via.
Il cast l'ha scelto bene. Zachary Quinto e Chris Pine funzionano molto meglio che nelle foto promozionali. Idem dicasi per Karl Urban, Zoe Saldana e Simon Pegg.
Citazionismo spinto nella sceneggiatura e nei visual. Cito a caso: "Star Trek 2 - L''Ira di Khan", "Starship Troopers", le trilogie di "Star Wars", "Cloverfield". E ovviamente, la serie Tv, omaggiata con rispetto parlando ma senza inutili leccate di culo. Incredibile ma vero: neanche la minima zaffata di stantio.
Green Screen ed effetti digitali a strafottere, ed era ovvio, ma tutti funzionali alla storia, il che era molto meno ovvio. E un cliffhanger che resta in testa ben oltre i titoli di coda.
A volergli proprio trovare un difetto, mi butterei sulla musica: Michael Giacchino si conferma un compositore ordinato ma senza guizzi. I compiti li ha fatti, ma non sarà mai non dico John Williams o Jerry Goldsmith, ma neanche Hans Zimmer.
Per il resto: lunga vita e prosperità.

"State of Play" in poche parole


"Tutti gli uomini del presidente" era un'altra roba.
Russell Crowe somiglia al miglior Jerry Calà.
Il cattivo è un incrocio fra Terminator, Javier Bardem in "Non è un Paese per vecchi" e Carmelo Bene.
I personaggi sono molto, molto, molto ma molto stereotipati. E ce n'è un paio di troppo.
Per il resto, si può vedere. Pensando a quello che ne avrebbero tirato fuori in meglio e in peggio Paul Greengrass o Tony Scott.

venerdì 8 maggio 2009

Avviso al branco


Inutile far la posta agli edicolanti, ieri: nonostante gli annunci urbi et orbi delle scorse settimane, ANIMAls non ha rispettato la data d'uscita prevista.
La direttora dice che se ne riparla fra lunedì 11 e martedi 12.
Buona caccia.

Domanda numero 911


Mega Shark Vs. Giant Octopus.

Dove cazzo è David Murphy quando serve?

giovedì 7 maggio 2009

Nell'alto dei cieli


Ero lì lì per scrivere qualche cupa considerazione tipo o tempora a mores a proposito della sparata leghista di ieri sui mezzi pubblici riservati ai milanesi, quando sullo schermo del mio computer è apparsa la notizia.
Finalmente, Dio ha chiamato a sé Don Gianni Baget Bozzo.
Quello che "Forza Italia è nata per intercessione dello Spirito
Santo".
Quello che "Berlusconi è un regalo di Dio".
Quello che "La televisione ha innalzato la qualità della democrazia avvicinandola al suo modello, la democrazia ateniese".
Ora lo immagino nell'alto dei cieli, mentre la grande "D" gli spiega che ha sbagliato piano.
E gli annuncia il suo destino: quello di interpretare alternativamente i ruoli di Marcellus Wallace e Zed in una trasposizione teatrale iperrealista di "Pulp Fiction" a uso e consumo del grande oratorio celeste.

mercoledì 6 maggio 2009

Ricevo e volentieri pubblico


Sabato 9 giugno, a Pinarella di Cervia (Ravenna), concerto de "Los Trios Marillos". Cioè: i Marillion acustici.
H, Steve Rothery e Pete Trewavas attendono il gentile pubblico al Barrumba per una cavalcata trionfale attraverso vent'anni di canzoni riarrangiate in versione rigorosamente unplugged.
La cosa bella è che si recita a soggetto, senza una setlist vera e propria, a seconda di come gira la serata.
Per chi sta da quelle parti, è un ottimo modo per trascorrerla, la serata.

Devo averle. DEVO!


Si chiamano Fivefingers. Le ha inventate Vibram.
Somigliano un po' a dei gambali da surf, ma si indossano anche fuori dall'acqua.
Servono per camminare comodi e costano intorno ai settanta euri.
Se vedete un pazzo che si aggira per i negozi del centro alla loro ricerca, probabilmente sono io.

martedì 5 maggio 2009

Habemus Jordan?


Il rumor è nato su Superheroype.com: secondo i soliti ben informati, nel nuovo film su Lanterna Verde, potrebbe esserci il giovine e aitante figaccione qui a latere.
Nome e cognome: Bradley Cooper.
Curriculum: "Nip & Tuck","2 single a nozze" e stop.

Che dire?

Anche i ricchi piangono


Cavaliere, ci consenta.

lunedì 4 maggio 2009

domenica 3 maggio 2009

Assolo


Il week-end lungo del primo maggio avrebbe potuto rappresentare un'ottima occasione per menare le tolle e cambiare un po' aria. E invece, un po' per pigrizia, un po' perché Elena era al mare, un po' per masochismo e un po' perché son giorni strani, me ne sono rimasto rintanato in casa a lavorare rimuginare sdrumare cazzeggiare in un attacco di autismo che levati.
Appunti sparsi.

- Ho ripassato i Racconti Porni XXXX! di Filippo Scòzzari. Ribadisco quanto detto a suo tempo: lettura utile, istruttiva, direi fondamentale. Mi sa che uno di questi giorni ne posto un assaggio così chiarisco il punto.

- Già che c'ero ho letto anche "Watching the Watchmen". Facile: bastava guardare le figure.

-Ho finito di tradurre la mia metà del terzo volume di "Twisted Toyfare Theatre". È la mia prima traduzione a quattro mani dai tempi di "La spada di Azrael" (1994? Boh). Le altre due mani sono quelle di Andrea Toscani, cosa di cui vado abbastanza orgoglione.

-Ho passato in rassegna i lavori che alcuni fra i migliori cartoonist sulla piazza stanno regalando al "manifesto" per un evento di cui penso tutto il bene possibile, ma di cui non posso dire ancora nulla per scaramanzia. Ovviamente, sono spettacolosi.

-Ho visto e recensito "X Men le origini: Wolverine". La sintesi: classico comic-book movie senza infamia e senza lode. Buoni i protagonisti, non eccezionali gli effetti speciali, tamarrissimo il finale.

- Ho dato un po' di attenzioni alle piante. Il rosmarino ha attecchito. L'aloe va come un treno. Il basilico profuma di basilico.

- Ho anche fatto la spesa e pulito casa da cima a fondo ma bene bene bene, Quando ho finito ho pensato di sdraiarmi sul letto e tagliarmi le vene lasciando colare il sangue in un catino di plastica bianca immacolata per non rovinare tutto quel bel lavoro, ma per fortuna la cosa è durata solo un attimo.

- Ho rimbalzato tutti quelli che hanno tentato di trascinarmi fuori dalla mia tana, al sole.

- Ho preso atto del fatto che mi ci vuole una libreria nuova. Non so più dove ficcare libri e fumetti e libri a fumetti. Per ora mi accontenterò di riciclare l'ultimo piano della mia Ivar, però mi occorrono dei fermalibri. Da comprare.

- Ho rivoltato i cassetti alla ricerca di foto del mio povero cagnolo. Ne ho trovato un paio veramente belle.

- Ho annegato i miei brutti pensieri nel Talisker.

- Ho ricaricato Baldur's Gate 2: Shadows of Amn.

Passato il week-end, posso rivelare al mondo di aver trovato la ricetta per un'esistenza piacevole, gratificante e libera da pensieri e preoccupazioni di vario genere.

Devo farmi un'armatura migliore.

venerdì 1 maggio 2009

Controcorrente


Anche se oggi sarebbe il primo maggio, io sono rimasto a casa a farmi il mazzo sulle traduzioni del terzo volume di "Twisted Toyfare Theatre". In queste ore febbrili, solitarie, intessute di sbalzi d'umore, il lavoro è un buon modo di tenere i piedi per terra.
Speriamo di non esagerare.