domenica 30 novembre 2008

Tribale, ma mai banale


Si chiama Bruce Parry, è alto e dinoccolato, e con i suoi modi affabili non dimostra affatto i 5 anni passati nei Royal Marines come istruttore. Ora, comunque, Bruce ha cambiato mestiere: è il protagonista di “Tribe”, uno dei programmi Tv più indovinati del pacchetto di Nat Geo Adventure, il canale 404 di SKY. La ricetta del programma è semplicissima: si prende un globetrotter con i controcazzi, lo si sistema in seno a qualcuna delle ultime vere tribù esistenti al mondo, e lo si lascia lì per un tot insieme a un operatore. Il risultato è una trasmissione che usa un linguaggio analogo a quello dei reality show per raccontare mondi, culture e tradizioni al di là della nostra sonnacchiosa immaginazione. Il tutto, con una sincerità e una sensibilità di tocco che colpiscono al cuore.
Da vedere con partecipazione, e magari un pizzico di invidia: quello di Bruce Parry è un lavoro che sarebbe davvero bello fare, da grandi.

Problemi di comunicazione



Un po' stirata, ma indubbiamente divertente, la parodia dell'interrogatorio di "Il Cavaliere Oscuro" che furoreggia sul Tubo.

giovedì 27 novembre 2008

Quando Tex fa Sex


Novantasettesimo numero della Collezione Storica a Colori di Tex.
Willer e pards contro la Maschera di ferro.
Scambi di battute fulminanti, un sacco di cattivi che volano attraverso porte e finestre, una spruzzata di vudù, negri politicamente scorretti, birra fresca, uppercut terrificanti, sigarette, ricchi premi e cotillons.
E tutto questo per 6,90 miserabili euri.
Ottimo modo per festeggiare i 60 anni.
Comprare, comprare.

Love & Rockets


Ebbene sì, lo ammetto. Una volta, anch'io ero un fan dei Cosmodiavoli.
Avevo anche una cassetta. Se ben ricordo, si chiamava "Plasteroid". Incredibile ma vero, sono ancora in attività, e vanno ancora in giro vestiti da fratelli scemi di Silver Surfer. Fantastici.

martedì 25 novembre 2008

Uomini e sorci (volanti)


Prima che alla cosca di idioti che attualmente regge le sorti della DC Comics venisse la brillante idea di far fuori Batman, a uccidere il Cavaliere Oscuro ci aveva già pensato Bryan Talbot. In "Maschere" (Le leggende di Batman 5, 1996) questo raffinato e meticoloso autore inglese si era divertito a immaginare che l'Uomo Pipistrello fosse il parto della mente malata di un Bruce Wayne alcolizzato in pieno rehab. Ovviamente, si trattava di un escamotage narrativo destinato a risolversi nel giro di poche pagine: ma la (ri)scoperta di un Batman improvvisamente sbagliato, fallibile, spogliato del suo ruolo di icona si era rivelata fulminante. Tanto che - durante una Lucca di una decina di anni or sono - ci avevo tenuto a far due chiacchiere con Talbot, e avevo avuto modo di apprezzare la sua creatività e la sua gentilezza.
Ora l'autore inglese torna sugli scaffali con "La storia del topo cattivo" (144 pagine, € 16), un romanzo grafico perennemente in bilico fra fantasia e realtà, frla l'orrore di un'infanzia violata e i mondi fiabeschi della storica illustratrice inglese Beatrix Potter. La nuova ristampa di questo fumetto porta la firma di Comma 22: la piccola casa editrice di Daniele Brolli, Giuseppe Palumbo & C. si conferma come una delle più vivaci del momento, e merita tutta l'attenzione possibile.

lunedì 24 novembre 2008

Ritenzioni


E finalmente, dopo un tour di due anni negli Stati Uniti, Il David di Michelangelo è tornato a casuccia sua.
Un grazie agli sponsor: McDonald's, Burger King, KFC e Starbucks Coffee.
E uno bello cicciotto a Ornella per la dritta.

Quando la Marvel non c'era


Da "Amazing Adult Fantasy - La rivista che rispetta la tua intelligenza", a "Ziggy Pig Silly Seal Comics" e oltre: "Atlas Tales" è il sito Made in Usa che racconta la publishing house che ha dato i natali a Uomo Ragno, Fantastici Quattro eccetera. prima che diventasse la Casa delle Idee. Cronologie, notizie e curiosità, più tonnellate di cover una più bella dell'altra: da inserire fra i bookmarks irrinunciabili. Subito.

sabato 22 novembre 2008

Mah.


Prime immagini dei chiacchieratissimi alieni di "Avatar", nuovo kolossal firmato da James Cameron.
Ovvio che prima di fare un commento sarebbe meglio aspettare il film.
Però non è che questo character design fra Ziggy Stardust e Patty Pravo mi impressioni più di tanto.
Anzi.

giovedì 20 novembre 2008

Senza macchia


Strano tipo, Carlo Ambrosini: pur essendo un disegnatore di razza e uno sceneggiatore con il gusto della provocazione, non ha mai raccolto quanto avrebbe meritato. Tutta colpa del vizio di pascolare nella terra di nessuno fra fumetto d'autore e fumetto popolare: una scelta che in Francia paga, ma qui da noi un po' meno. Ora l'autore bresciano torna protagonista di due iniziative che meritano un'occhiata occhiuta: il bonelliano "Jan Dix", e la nuova edizione di "Nico Macchia", un bel feuilleton storico datato 1984 che i buongustai della Comma 22 hanno deciso di ripubblicare in pompa magna. Venticinque svanziche non son poche, ma il cartonatone cinquecentesco sui cavalieri di ventura le vale tutte. Provare per credere, come diceva la pubblicità.

mercoledì 19 novembre 2008

martedì 18 novembre 2008

Bau bau bebi


Dopo un anno di seratine piacevoli ma infruttuose, finalmente mi sono deciso a verificare come mai l'erede non volesse saperne di farsi vivo, e sono andato a farmi esaminare l'ambaradàn.
La buona notizia è che da ora in poi io ed Ele non dobbiamo più preoccuparci delle gravidanze indesiderate. A quanto dice il referto medico, abbiamo più possibilità di concepire naturalmente un pupo che di vincere al Superenalotto®.
Unica, magra consolazione: non siamo soli. Pare che per noi maschietti la teratospermia sia la malattia del secolo.
Cure, zero. Quello che ti passano i medici sono per lo più vitamine e ricostituenti che nella stragrande maggioranza dei casi non servono a nulla.
A questo punto, l'unica chance è la PMA.
Altrimenti, se vogliamo compagnia, possiamo pure valutare l'ipotesi di adottare un cane.
Bau.

lunedì 17 novembre 2008

Giù la maschera


La notizia è che "Volto nascosto" è arrivata alla fine.
Con tutti i suoi limiti, la miniserie firmata da Gianfranco Manfredi, Massimo Rotundo & C. si è dimostrata un esercizio di stile interessante, un curioso ibrido fra comic book feuilleton e polpettone storico in grado di tener desta l'attenzione del lettore nonostante i paletti tipici del fumetto popolare. Certo, forse alcuni personaggi avrebbero meritato un minimo di profondità in più, come pure alcune soluzioni narrative: ma se non altro, "Volto nascosto" ha dimostrato che anche il nostro cortile di casa può essere il posto ideale in cui cercare l'Avventura con la A maiuscola.
La speranza è che il ricorso a storie e tematiche interamente Made in Italy non resti un episodio isolato.
E che il gioco, come sembra, valga la candela.

domenica 16 novembre 2008

World War Z: il film


Variety dice che è in preproduzione.
Dirige Marc Forster, il che non è un bene.
Però la sceneggiatura è di Michael Straczynski, il che non dovrebbe essere male.
Staremo a vedere.

giovedì 13 novembre 2008

Re per un giorno


Che piova tiri vento l'amore manchi la crisi incomba o il caffè venga male, il 14 novembre è sempre stato il mio giorno speciale, quello in cui tutto mi gira intorno manco fossi la reclàme dei telefonini. Da piccolo, era un misto adrenlaina, senso di onnipotenza, super-eroi Mego, bigné e panini al latte. Poi, con gli anni, la mia personale scala Pantone si è fatta più ricca e complessa. Ho avuto compleanni nero 100 col cuore sbranato da virago che ora vagano negli angoli più bui delle mie sinapsi e impossibili compleanni verdi smeraldo sotto le frasche della foresta equatoriale. Sono sopravvissuto a ciucche memorabili e serate pallosissime. Ho messo via pochi preziosissimi biglietti d'auguri e tanti regali futili. Sono cresciuto, o almeno credo.
Con tutto questo, la cosa più bella di questi quarantatre anni non è in quello che è stato, ma in quello che potrebbe essere. Sogno di veder nascere questo figlio che per ora non vuol saperne, di tornare a calpestare i marciapiedi sconnessi del Centroamerica, di mettere la firma su qualcosa di veramente mio, di restare pulito e un po' fesso come mi sento, di continuare ad amare mia moglie, le persone e le cose che amo e di imparare ad amarne tante altre.
Tanti auguri a me.

mercoledì 12 novembre 2008

La spam che viene dal freddo


Uno spettro si aggira per la Rete: quello di Valentin, un rompiballe russo deciso ad arricchirsi a spese del villaggio globale con una e-mail lacrimogena a base di nonne malate, freddo fame e blablabla.
Non contento di essere stato sputtanato urbi et orbi da super-eroi come Paolo Attivissimo, ora l'ineffabile Valentin sta tentando di farsi passare per una poveraccia con figlia menomata a carico: quella della foto qui sopra.
Effettivamente arredamento, costumi e hair styling fanno abbastanza pietà.
Però il peluche deforme Made in Chernobil merita davvero.

Videoburrito bacco, tabasco e venere


Il baffo di El Chapo de Sinaloa somiglia pericolosamente a Daniel Day-Lewis in "Il petroliere".
I caminetti accesi sono un di più.
Bere responsabilmente is the new cool.
Ho detto.

lunedì 10 novembre 2008

Why so serial?


Devo ammetterlo: "Romanzo criminale" è meglio di quanto pensassi.
Molto aderente al romanzo di De Cataldo, di cui racconta le parti "saltate" nel film.
Bella la fotografia, e molto accurata la ricostruzione storica (tranne che per i motorelli: nel '77 il "Sì" Piaggio gh'era minga).
Paraculissimi, scafati e ben assortiti i protagonisti, su cui svettano Vinicio Marchioni (il Freddo), Alessandro Roja (il Dandi) e Marco Bocci (Il commissario Scialoja). Er Libbano, cioè Francesco Montanari, sta sempre incazzato e stop. Da rivedere alla distanza.
Qualche riserva sulla sceneggiatura, e soprattutto sulle parentesi in politichese, didascaliche e buttate lì: con un po' di ironia in più, si poteva puntare dritti al poliziottesco vintage stile Maurizio Merli. Lo spettacolo ne avrebbe sicuramente guadagnato.
Inzomma: se po' vede'. E anche qualcosina in più, via.

Vide 'o Paz quant'è bello


Dal 14 novembre al 13 gennaio prossimi, grande mostra di Andrea Pazienza in quel di Napoli. Marina Comandini Pazienza, moglie del creatore di Zanardi, Pompeo e tante altre icone del fumetto Made in Italy Anni 80, ha raccolto nella splendida location di Castel Sant'Elmo oltre 200 tavole originali, schizzi, bozzetti, illustrazioni e altre gustose pinzillacchere firmate dal leggendario artista pugliese. Tutte le informazioni del caso qui. Invidia, invidia, invidia.

sabato 8 novembre 2008

David Murphy 911: test drive


Allora. Di base, “David Murphy 911” è un riassunto di tutti gli action movie fra metà Anni 80 e metà Anni 90. A fumetti.
Il Rrobe, da buon cultore della materia, ci ha infilato dentro tanti leit-motiv dell’epoca: personaggi ipercaratterizzati più grandi della vita, sequenze da blockbuster hollywoodiano, cliffhanger da cardiopalma. Tanto per dire, la mini comincia in medias res col protagonista che tenta di far atterrare un 767 nel deserto dopo aver steso i dirottatori a cazzottoni.
L’idea di base è elementare ma fulminante: David Murphy è il tris-tris-tris-trisnipote di uno che ai tempi del vecchio West ha fatto girare le scatole a un cinese. Il quale, come da canonica maledizione orientale, ha augurato a lui e tutti i suoi discendenti di vivere “in tempi interessanti”. In parole povere, sotto l’effetto di una sfiga senza limiti di budget. Per fare di una giornata normale una giornata storta a una persona normale possono bastare una ramanzina del capufficio o una gomma a terra: con David Murphy, come minimo, ci vogliono piaghe bibliche, catastrofi, pandemie. Dalle quali il nostro emerge ovviamente senza un graffio.
Fumetto popolare al cento per cento, quindi. Il classico format bonelliano da degustare in tram, sotto le pezze o sul water, senza troppe ambizioni e troppe pippe mentali. E soprattutto, un’ottima base per una collana seriale.
Tutto bene, tutto bello, insomma. Ma solo fino a un certo punto.
Perché “911” è una miniserie in 4 capitoli. E prima di tirare le somme è meglio arrivare a fondo corsa. Anche e soprattutto a livello vendite. Per qualche strizzata d’occhio fuori bersaglio - va bene “Die Hard”, va bene “Twister”, ma cazzo, “Lilo & Stitch” proprio no. Perché Matteo Cremona ha fatto una corsa folle per stare nelle scadenze, e in alcune tavole si vede. Perché “David Murphy” ha dentro ancora troppi zuccheri, troppi grassi e troppe salse per un classico della dieta mediterranea.
Se la storia continua, però, dopo il rodaggio potremmo avere a che fare con un character fatto per durare.
Certo non un nuovo Tex. Ma nel peggiore dei casi, un nuovo Mister No o un nuovo Martin Mystère.
Sarebbe già un bel risultato, no?

venerdì 7 novembre 2008

Lo voglio. Subito.


33 euri.
880 pagine.
Riuscire a leggerlo senza un personal trainer dev'essere un'impresa.
Riuscire ad aprirlo senza distruggerlo, pure.
Però è tutto tutto tutto Kamandi.
Praticamente un'indigestione del miglior Jack Kirby Anni 70.
Lo voglio. Subito.

giovedì 6 novembre 2008

Cosplaying Live


Stasera sono a Milano. Domani, invece, nella capitale. Strano caso, quello dei "The Musical Box": la prima, forse l'unica tribute band capace di guadagnarsi l'endorsement dell'originale. Ma anche l'unica tribute band in grado di riprodurre nei minimi dettagli i vecchi concerti dei Genesis, costumi, slideshow e intermezzi parlati compresi. Sembra un azzardo, ma funziona: lo dimostrano i tanti "tutto esaurito" che i cinque canadesi capitanati da Denis Gagné registrano durante i loro tour mondiali. Stasera tocca al primo disco dell'era post-Gabriel, "A Trick of the Tail". Buon pro.

Desaparecidos: The Fabulous Furry Freak Brothers


Parlando di fumetti Made in Usa, super-eroi a parte, c’è in giro un sacco di bella robina. E questo è un fatto.
Il guaio è che non. Se. La. Fila. Nes. Su. No. E anche questo è un fatto.
Inutile tirare in ballo tutti i piccoli e soprattutto i grandi editori che si riempiono la bocca con le paroline magiche “graphic” e “novel”: oggidì, inserire in catalogo qualche libro a fumetti fa molto cool, indipendentemente dalla qualità intrinseca del prodotto. Così, accanto a ottime storie come “Verso la tempesta” o “Maus” o “Re in incognito”, passano esercizi di stile come “Palestina” o “Persepolis”– opere che dal fumetto hanno mutuato l’apparenza ma non i linguaggi e tantomeno il sense of wonder. Lungi da me parlare male di Joe Sacco o della Satrapi, anche se leggendoli mi son fatto due palle così: ma quando mi viene voglia di fumetto indie, l’occhio mi casca su altre cose.
Il che mi porta a dedicare un po’ di spazio ai fumetti di cui al titolo di questo post.
Comincio dai Freak Brothers di Gilbert Shelton. È dai tempi della Play che rompo urbi et orbi perché qualcuno si prenda la briga di pubblicare decentemente capolavori come “Mexican Odissey” o “Grass Roots”. E invece, a parte qualche tavola sparsa su XL o altre riviste un sacco alterna, zero spaccato. “Sono troppo fumati”. “Sono troppo vecchi”. “Sono troppo scritti”. E ciccia per l’incredibile mano di Shelton, capace di disegnarsi mattone per bullone i castelli scozzesi e le vecchie Oldsmobile. Ciccia per le infinite citazioni barksiane delle sue storie, indubbiamente tossiche, ma ricche di invenzioni irresistibili. Ciccia per la bellezza di un fumetto che applica alle strip gli stessi principi che Frank Zappa applicava alla musica.
La volta che ci siamo andati più vicino è stato qualche mese fa con Saldapress, che è arrivata a tanto così da “The Idiots Abroad”, arrendendosi solo di fronte all’improba fatica di dover letterare tutto a mano causa irriproducibilità tecnica del lettering originale. Ma nonostante tutto, io non demordo.
In attesa che qualcuno decida di metterci una pezza, chi non conoscesse i Freak Brothers può farsi una cultura qui, qui o qui. Chi si fida della Rip-Off Press può anche comprare i fumetti di cui sopra o lo splendido Omnibus con tutte le strip dei Freak per corrispondenza. Ne vale la pena, garantisco.

martedì 4 novembre 2008

Obamatopia!


See you in 2015, guys!

Buone notizie


A quante pare, il nuovo presidente Usa ha tutte le carte in regola per cancellare dalle nostre retine li l'orribile immagine di George W. Che sia una svolta? Chissà: noi intanto ci teniamo Silvio III, perché va bene il titolo di questo post, ma tutto dalla vita non si può avere.

Da qualche notte non faccio altro che sognare che il Rrobe mi inviti a cena a casa sua. Visti i 600 km che ci separano, non capita. Ma se dovesse capitare, porto da bere. Tutto, purché non salti fuori l'accappatoio rosso fuoco che sfoggiava nel mio sogno della scorsa notte - un capo francamente imbarazzante.

Dice che domani il tempo dovrebbe cominciare a migliorare. Speriamo.

Fabio Graziano, il mio pusher ufficiale di fumetti, serpenti di gomma e altre sciocchezzuole giovanili, mi informa che finalmente sono usciti i primi 2 numeri di "La rosa di Versailles", il manga di Lady Oscar in edizione definitiva. A sentire i soliti ben informati, dovrebbe valerne la pena. Io compro.

Dopo un paio di mesi di mumble mumble, ho finalmente trovato l'idea giusta per la rubrichina con la quale dovrei esordire su Glamazonia. Ne riparliamo presto. Nel frattempo, a sorpresa, pare che De:Code sia vivo e lotti insieme a noi, con un ricco reportage su Lucca prossimamente in arrivo. Era ora, come direbbero i supporter di Barack Obama.

lunedì 3 novembre 2008

Privilegi


Abbonamento Internet: € 20/mese con MasterCard.

Canone Tv: € 106/anno con MasterCard.

Quotidiano: € 1 con MasterCard.

Non sentire più parlare di questa intollerabile testa di cazzo e della sua posse di banditi: non ha prezzo.

(Peccato doverselo tenere altri 75 giorni: sembra incredibile, ma può ancora far danni).

Portofinezze


Fra Zoagli, Lavagna e dintorni si ride a fumetti. L’idea è dell’inossidabile Ferruccio Giromini, espertone di comics, arti visive & affini, che ha sparso fra ridenti localià liguri 6 mostre grafiche dedicate a grandi nomi del comicdom internazionale e un ilare spettacolo teatrale. Si comincia il 6 novembre. Questa è la locandina: per saperne di più, basta cliccare qui. Buon pro (nella speranza che il meteo migliori).

sabato 1 novembre 2008

Super Super Supergulp

All’epoca della prima messa in onda, nel 1972, si chiamava “Gulp!”. Poi, nel 1974, diventò “Supergulp”.
Era il programma dei fumetti in Tv. Un’invenzione tutta italiana, tanto folle da far convivere Stan Lee, Jack Kirby e Pino Zac, i Fantastici Quattro e Corto Maltese, le classiche animazioni a ventiquattro fotogrammi al secondo e i balloons delle strip. Guido De Maria, che aveva dato vita al progetto insieme con il dirigente Rai Giancarlo Governi, ne era talmente fiero che nel 1981, in piena invasione manga, decise di chiudere baracca e burattini, perché “Non potevamo subire l’onta di essere cacciati da Ufo Robot”.
Da allora sono passati ventisette anni. E all’inizio del 2009, “Supergulp” tornerà sul piccolo schermo in una collezione di Dvd allegati alla “Gazzetta” con dentro il meglio della mitica trasmissione Tv e un succinto ma succoso apparato redazionale curato da un sacco di maniaci del fumetto tipo Fabio Licari Luca Boschi Claudio Varetto e muà mèm. Se tutto va bene, si parte da gennaio. Incrociare le dita e preparare i dindi, please.