venerdì 9 giugno 2017

La Boutella mezza piena



Nonostante le canoniche vessazioni fisiche, la cosa più imbalsamata de La Mummia è il povero Tom Cruise, sempre perfettamente a proprio agio negli stunt, sempre tragicamente a disagio con i copioni fantasy fin dai tempi di Legend. Per il resto, un po' spiace che questo nuovo rifacimento riveduto e corretto del classico del 1932 con Boris Karloff sembri destinato a schiantarsi contro il botteghino. Se non altro, per il carisma del titular character, una Sofia Boutella che ruba la scena a tutti sia nei panni del mostro che in quelli in stile fumetto nero Anni '70 della diabolica principessa Ahmanet. A scanso di equivoci, il film di Alex Kurtzman sfrutta le stesse leve citazioniste del precedente remake datato 1999 di Stephen Sommers. Ma se in quel caso il modello (irraggiungibile) era l'Indiana Jones di Lucas e Spielberg, in questo caso il regista e i suoi sodali hanno attinto a tutto il cinema horror degli Eighties. Quindi, ecco la spalla comica post mortem da Un lupo mannaro americano a Londra, gli zombie subacquei dello Zombi 2 di Fulci, e poi gli scheletri guerrieri de L'armata delle tenebre, i french kiss con risucchio di Space Vampires e così via... Più che una mummia, insomma, un Frankenstein. In cui però la creatura procede piuttosto spedita sulle ali dell'azione e di una confezione da 126 milioni di dollari. Meno riuscito, semmai, il tentativo di innesto con altre mitologie gotiche di Casa, in vista di quel Dark Universe con cui la major dei mostri classici vorrebbe dare l'assalto a un cielo affollato di super-eroi: in quella terra incognita, la sospensione dell'incredulità già messa a dura prova dal giocattolone evapora totalmente, e fra suggestioni steampunk e guest star fuori contesto si sfiora il cretinismo di Van Helsing e La leggenda degli uomini straordinari. Per il resto, molto action, poco horror, e un détournement in cui tutto si tiene: in fatto di popcorn movie si è visto di meglio, ma anche molto di peggio, dai.