mercoledì 28 luglio 2010

Stracco, stacco


Quest'anno ho buttato sangue su un sito web, una cinquantina di numeri di un noto magazine tv, una decina di numeri di un altro noto magazine tv, una manciata di pagine pubblicitarie per un noto quotidiano, un par di progettini editoriali sparsi e qualche sceneggiatura sempre per la tv. Poi, per non farmi mancare nulla, ci ho fatto stare anche una roba che sto scrivendo, lo speciale a 50 euri del manifesto, Alias e la Sinistra Enigmistica. E pure il work in progress di cui parleremo dopo le vacanze.
E sì, perché da oggi sono in vacanza.
Torno il 23 agosto, possibilmente un po' più in carne, un po' più in forma, un po' più abbronzato. Ma soprattutto, un po' più sereno: condizioni indispensabili per un autunno che si annuncia torrido sotto tanti punti di vista. Passo e chiudo la valigia. Slurrrppp.

Emmegipicconate


Una Maria Grazia Perini quasi crepascolare commenta le recenti intemerate di Mix Bomber contro il resto del mondo.
E coglie l'occasione per raddrizzare un po' i libri di storia.
Piovono pietre!

martedì 27 luglio 2010

Ai confini del mezzo


Tre Eisner Awards non sono uno scherzo. David Mazzucchelli se li è guadagnati in souplesse con un'opera che sembra fatta apposta per far discutere. Asterios Polyp rinnova il topos molto americano della "second chance" con un lavoro di cesello che frulla insieme archetipi junghiani, musica, letteratura greca, architettura e molto altro ancora. L'artista un tempo noto come quello di Batman: Year One guida questa macchina con una lucidità, una finezza e una meticolosità di fronte alla quale non si può che rimanere ammirati.
Ma per dirla alla Mario Brega, che è fumetto questo?
La domanda ci sta. Insieme con la sensazione che buona parte del fumetto adulto attualmente disponibile sia altro da sé. Che nasca più come balsamo per l'ego che per la volontà di raccontare. Albi a fumetti come prototipi da collaudo, come opere concettuali, come capi da sfilata: irraggiungibili per il lettore medio, condannato a smarrirsi in un mondo che dei fumetti ha mutuato solo le nuvolette e la griglia, rinunciando a ogni pretesa di intrattenimento, evasione, consolazione. Splendidi oggetti nati per quelle élite che possono permettersi di capirli, apprezzarli, esporli come conversation piece o per le pagine culturali dei quotidiani a grande tiratura.
Nel frattempo, il gap con il fumetto popolare si allarga. E chi fino a qualche decennio fa poteva contare su un mondo che riusciva a far convivere senza troppi sforzi ansie autoriali e sano intrattenimento, oggi si ritrova schiacciato sul confine opposto del fumetto art-house: quello di Tex, Diabolik o Cornelio. Con pochissime eccezioni, in gran parte mutuate dal mercato francese.
Il giardino in cui Pratt, Magnus, Battaglia & C. coltivavano delizie, oggi, è un deserto sterminato. Gran peccato, perché la terra potrebbe dare ancora buoni frutti. Se solo qualcuno ci lavorasse un po'. In primis, gli editori.

lunedì 26 luglio 2010

Sto già là


Grazie, Dio, per avermi convinto a scegliere la PS3 invece della XBox 360.
(E per avermi negato il senso della misura).

giovedì 22 luglio 2010

Cappellate


Un nuovo gentile omaggio di santo Stefano Disegni. Special thanks.

mercoledì 21 luglio 2010

Superlavoro


Dal 29 in poi, vacanza.
Da oggi al 29, la mia vita è così. Ovviamente sono quello che sta sotto.

"Io sono quello che lavora bene, tu devi essere quell'altro, invece"


Figura di merda global della BP: come ci segnala Americablog, i Benzinai Perfidi non investono granché né sulla sicurezza degli impianti, né sui materiali da divulgare alla stampa.
A pensare che è questa gente a gestire uno dei più gravi disastri ambientali della storia c'è veramente da farsela sotto.

martedì 20 luglio 2010

Fuori Magnus, dentro Piffarerio


Numero fondamentale per Alan Ford Story, con il canto del cigno di Magnus e l'entrata in scena di Paolo Piffarerio.
Un po' di malinconia ci sta, soprattutto pensando che non sarebbe stato male chiudere la reggenza di Magnus con quell'Alan Ford 200 che in edizione da siuri forse non leggeremo mai, visto che la collana dovrebbe reggere fino al numero 100. Un traguardo non da poco. Ma anche così, c'è da stare allegri: rileggere il passaggio di consegne fra il grande Raviola e il bravo disegnatore di "Maschera Nera" e "Fouchè" è un esercizio zen che permette di tornare a mente sgombra di partigianerie da curva nord (nerd?) su chicche alanfordissime che con il tempo tornano sempre più attuali. Si comincia con "Mi ricordo che...": un bel carpiato nel passato al quadrato: quello prossimo della testata e quello remoto ma non troppo della storia.

lunedì 19 luglio 2010

Batiquette


È da aprile che aspetto che i due volumi qui sopra/sotto arrivino sugli scaffali.
Finora, zero.
Ho chiesto al mio pusher cosa stia succedendo, e dall'altro della sua esperienza mi ha confermato quello che già temevo: che non avrò mai il piacere, perché mamma Planeta ha chiuso la collana causa fatturato.
Ora, in fatto di scelte editoriali non ho niente da rimproverare a mamma Planeta: dopotutto, se sono riuscito a rileggermi Kamandi, la Lanterna Verde silver age e molte altre chicche vintage è merito di mamma Planeta. Sono pronto ad abbuonarle pure il pessimo rapporto qualità prezzo e la cura redazionale ballerina, a mamma Planeta.
Ma se c'è qualcosa che mi fa girare i cosiddetti è quando mamma Planeta molla lì una testata senza avvertire. E non perché mi perderò le storie di Englehart, Rogers e compagnia bella, che peraltro ho già in saccoccia nel pratico formato Cenisio. Ma perché lasciare il lettore a bocca asciutta senza neanche uno straccio di annuncio sul mensile o sul sito è come mollare una conversazione a metà e andarsene a casa lasciando lì l'interlocutore come niente fosse. Tipo chat, insomma: ci si trova on line, ci si fiuta, ma senza impegno, pronti a staccare la spina senza troppi rimpianti, se capita.
Sarò stagionatello, ma mi sembra un gran brutto modo di trattare il lettore.

domenica 18 luglio 2010

Liberatevi della scimmia!


Pochi cazzi: Toy Story 3 è un gran bel giocattolo. Sul piano tecnico, è innovativo quanto l'originale. E per rendersene conto basta un'occhiata alle capacità espressive dei protagonisti del film. Sia quelli in Pvc che quelli umani. Sul piano puramente filmico, è all'altezza del primo, e senz'altro meglio del secondo -che però, non bisogna dimenticarlo, era nato per l'Home Video, ed è stato dirottato in sala solo poco prima della release.
John Lasseter e soci hanno tenuto fede al motto originario della Pixar, quel story first che ha dato vita a film fantastici, belli, al massimo bellini, ma mai completamente ciccati. TS3 è contemporaneamente un cartoon sulla paura dell'abbandono, un prison movie e una dark comedy non priva di venature orrorifiche, con un cicciobello che nessun fanciullino vorrebbe nei paraggi. Qualche sbavatura di troppo sul piano del comic relief c'è: penso alle telefonatissime scivolate omofobiche su Ken, o al Buzz spagnoleggiante del sottofinale. Ma di sequel così, avercene.
Da vedere assolutamente, anche per il "corto" che precede il film, ennesima chicca di una storia che ormai fa un po' invidia.
Bambini piccoli accompagnati: dai tre anni in giù, dopo, potrebbero dormire preoccupati.

venerdì 16 luglio 2010

Casini su Alias


Nel senso che sul numero di domani, in vendita con il manifesto a tre euro, c'è una bella abbuffata sulla bella tetralogia vagamente magnusiana realizzata da Stefano Casini sulla revoluciòn.
Parere personalissimo: solo la copertina acquerellata/ecolinata/quel cavolo che è vale abbondantemente il prezzo del biglietto.
Prego accomodarsi.
Senza dimenticare che La sinistra enigmistica, con i fumetti di Enoch, Cajelli/Acquaviva/Di Nicuolo, è ancora in edicola per garantire un'estate di caldo sollazzo a tutti gli aventi diritto.

mercoledì 14 luglio 2010

Polli Pocket


Come aggirare le norme sulla tutela paesaggistica in un Paese che delle norme sulla tutela paesaggistica se ne fotte?
Il proprietario di questa villa sulla Appia antica ha trovato una soluzione geniale, come racconta La repubblica di oggi.
Travestire la piscina da cisterna accatastandola appunto come cisterna per l'acqua piovana.
E poi mascherandola con un giardinetto pensile trompe l'oeil che all'occorrenza, op-là, appare e scompare.
Più passa il tempo, più l'Italia diventa un posto che sembra strappato di peso dai fumetti pocket dei tempi gloriosi: una roba a metà fra Diabolik, Alan Ford e Corna vissute.
Se non ci fosse da piangere, ci sarebbe da ridere.

Arazzo interplanetario


Non è sempre eccezionale Tesori Disney, la collana antologica per siuri della Casa del topo: Nonostante l'ottimo rapporto qualità prezzo e la maniacale cura redazionale di luminari del ramo come Luca Boschi, Lidia Cannatella e Alberto Becattini, finora con la compianta I Maestri Disney non c'è stata partita. Ma occhio alle edicole: in occasione dell'estate, la testata si ripresenta al pubblico con una sottotrama seminale in ambito Paperi, quella di Donald Duck contro Rebo, il villain di Saturno contro la Terra by Zavattini & Pedrtocchi. "Scippato" alla Space opera originaria (1936) dal duo Chendi/Bottaro, il marziano con gli occhi a palla e la moicana ha dato filo da torcere al marinaretto dai piedi palmati dagli Anni 40 agli anni 90 con esiti gargantueschi.
Psichedelia, humour, fantascie(me)nza à la Scòzzari e una spruzzata di sana crudeltà tutta ligure: ingredienti unici, per un beverone stupefaction da degustare sotto l'ombrellone o al limite anche altrove. Per chi si fosse perso qualche capitolo della saga, l'acquisto è imprescindibile. Volare, oh oh.

lunedì 12 luglio 2010

Retrogaming for dummies


Collegehumour dimostra cosa sarebbe successo se i programmatori dei vecchi coin-op avessero previsto per le loro creazioni la modalità di gioco super-facile.
Già mi vedo le sale giochi affollate di nerd con la bava alla bocca.

A ognuno la sua croce



Un gentile omaggio ecumenico di Stefano Disegni. Grande Stefano!

domenica 11 luglio 2010

Meerdammer


Game Over.
Per fortuna, e anche un po' per merito, ha vinto l'Europa latina.
Nella telefoto Reuters, un assaggino del rinomato formaggio olandese coi buchi.

Mi ricordo le barbe del granturco


E soprattutto, mi ricordo quanto faceva schifo fumarsele nella pipa da ragazzini.
Senza aspirare, s'intende. D'altro canto, durante i week-end a Villa d'Adda, si provava un po' di tutto: forse era solo un presagio di quello che sarebbe successo qualche anno dopo.
Resta il fatto che spippettarsi le barbe del granturco non è una delle cose migliori che uno possa fare nella vita. Garantisco.

Non uscirà mai abbastanza in fretta



Ma quando uscirà, io sarò lì.

mercoledì 7 luglio 2010

Che diavolo dici, Willis?


Si poteva far peggio di Poliziotti fuori?
Si poteva.

Bruce Willis Lancia il suo Eau De Toilette.

"Smart guys live forever" - Esattamente come Bruce Willis.
Un soffio di immortalità: pepe speziato e vetiver.
Il tutto attenuato da legno di cedro e pompelmo:
Tenace, maschile ed inconvenzionale.

Fragranza: ligneo-acerbo-elegante


Il primo profumo di Bruce Willis. Una leggenda. Solo da LR !


Legno di cedro? Vetiver? Inconvenzionale?
Ma vaffanculo, Bruce.

Nomen omen


E oggi, Tintenfisch mit kartoffeln per tutti.

martedì 6 luglio 2010

Mi ricordo alcuni giri di basso


Mi ricordo anche che ai tempi Demetrio Stratos e gli Area mi facevano due palle così. Ma del resto, ero sbarbato: quindi, potevo permettermi il lusso di non capirne tempi e controtempi.
Apprezzavo, invece, la deriva poppettara della PFM, di cui ero in grado di riprodurre maldestramente i più rinomati giri di basso sul mio Eko mod. Rickenbacker. Oggi però, sinceramente, la PFM la collocherei un pelo sotto Demetrio Stratos e gli Area. Come si nota in questo post.

Spremuti d'orange


Grrr.

lunedì 5 luglio 2010

Devo! Devo! Devo!


Ci hanno messo vent'anni per tornare sulla Terra dal pianeta dei copricapi a torta nuziale.
Ma alle fine, rieccoli qui.
Il nuovo album sembra uscito dritto dritto dagli anni della New Wave: drum machines martellanti, tadtiere squaquere, schitarrate post-punk e l'inconfondibile timbro schizobaritonale di tutti i gruppi New Wave più tonici, dai Talking Heads ai King Crimson ai B52. Something for Everybody è punk-pop risciaquato in un lago di pioggia acida, la colonna sonora cretinetta di un mondo in saldo, una confezione di cioccolatini gusto Puffo che si sciolgono nello stomaco e si appiccicano alle meningi come convulsioni epilettiche.
Il disco giusto al momento giusto, pochi cazzi.
Comprare e diffondere è praticamente un obbligo morale.

domenica 4 luglio 2010

Videoburrito carcerario


Il defunto Sergio Vega, per amici e narcotrafficanti semplicemente El Chaka, mostra al gentile pubblico le sue camicie favorite e le ristrettezze del regime carcerario messicano.

venerdì 2 luglio 2010

Kakà

Signore e signori, il nuovo Spider-Man


Il suo nome è Garfield. Andrew Garfield. Meno interessante è tormentato di Tobey, ma più belloccio casual, un po' tipo Robert Pattinson di Twilight ma senza feromoni, per capirci. Il che spiega anche la nuova direzione della saga ragnesca, e l'abbandono di Raimi e compagnia cantante.
Vediamo come va.