lunedì 28 dicembre 2009

Fuochi d'artificio


Prima buona notizia dell'anno che verrà: la DC ha annunciato la ristampa di Superman contro Muhammad Alì.
A questo punto tutto il resto passa in secondo piano.
Al Qaeda ricomincia a darsi da fare? E che mi frega: io penso a Superman contro Muhammad Alì.
Il moltocentropocosinistra rimedia una scoppola alle regionali? E che mi frega: io ci ho Superman contro Muhammad Alì.
La miseria ci addenta i polpacci? E che mi frega: io mi degusto l'Uomo d'Acciaio contro Cassius Clay.
In definitiva, vedi che anche nel 2010 senza fumetti non si tira avanti.
Nel frattempo: buon anno a tutti.
Ci vediamo quando rientro dalla Sardegna.

domenica 27 dicembre 2009

Elementare, Watson


Mettiamola così: il Sherlock Holmes di Guy Ritchie sta ai classici di Conan Doyle come La mummia di Stephen Sommers sta ai classici della Universal.
Tolti Robert Downey, Jr. e Jude Law, non c'è praticamente niente da vedere.
Sceneggiatura competente ma totalmente priva di svolazzi, autentica suspense o rispetto per il personaggio originale, soluzioni visive viste e riviste fino alla noia, regia piatta da blockbuster senz'anima. Un film che si dimentica appena fuori dal cinema, buono al massimo come guilty pleasure.
E tanto basta.

mercoledì 23 dicembre 2009

La letterina


Caro Babbo Natale,
Visto che quest'anno sono stato buonissimo, mi sa che merito un sacco di regali.
So che non dovrei, vista la crisi e tutto il resto. Ma da bravo bambino, so bene che i soldi non fanno la felicità. E se avrai la bontà di leggere la mia lunga lettera, scoprirai di poterne uscirne senza scucire neanche un cent.

Per prima cosa, vorrei un Paese migliore.
Un Paese dove i cittadini non siano prigionieri di banche, aziende, corporazioni, lobby, gilde, bande o associazioni a delinquere di vario genere, e possano concretamente rivalersi contro chi tenta di fotterli.
Mica pretendo che vada come negli Stati Uniti, dove i reprobi vanno in galera sul serio e le corporation che sgarrano pagano multe miliardarie: mi accontento che se il treno arriva in ritardo o non arriva proprio, chi ha pagato il biglietto venga prontamente risarcito.
E che il presidente delle ferrovie paghi per le stronzate che combina.
O per quelle che dice. Fai tu.

Poi, Babbo caro, ti chiedo un po' di meritocrazia.
Chi sa il fatto suo e si fa il mazzo, faccia pure la sua strada. Chi invece sta dove sta per questioni dinastiche, ordini superiori, radicamento sul territorio o abilità linguistica vada pure a fare in culo -pardon: a quel Paese. Spero che le parolacce non costituiscano una nota di demerito.

Come terzo regalo, babbino mio, ti chiedo una classe politica autentica, sincera, responsabile.
Basta con inciucisti, cialtroni illetterati, masanielli prezzolati e socialdemocratici vista mare. Portaci qualcuno che sia in grado di frullare insieme progetti, ideali, prassi e alleanze per il bene comune. E disintegra in una nube di fumo azzurrognolo quelli che di fronte a leggi di comodo, aggressioni al lavoro e ai diritti civili, genuflessioni vaticane e altre cosucce molto realpolitik fanno finta di niente e si girano dall'altra parte.

E per finire, Babbino bello, ti chiedo un po' più di civiltà.
Imprenditori che non scarichino il rischio d'impresa sui collaboratori, dirigenti d'azienda che si intendano di bilanci, responsabili comunicazione che sfoggino qualche congiuntivo, responsabili marketing che non vogliano fare i creativi, sacerdoti che non si inchiappettino i bambini, uomini e donne che non vedano la prostituzione come una scorciatoia, gente che legge, si informa, si tiene ben desta. E per favore, portaci qualche valore, nel senso dei princìpi, che siamo un po' a corto.

Il tuo affezionatissimo

Andrea

P.S.: in mancanza di quanto sopra, potrei accontentarmi della cittadinanza in un posto un po' più civile di quello in cui vivo. Tieni presente che prediligo i climi caldi, l'abbigliamento beach e la buona cucina.

martedì 22 dicembre 2009

Videoburrito natalizio


Il Natale dei Los Baron De Apodaca: bastoncini di zucchero, fisarmoniche, tricchetracche, acconciature incredibbbili, maglioni jacquard e il diavolo, probabilmente.

Mucho Macho


Da ieri, nel cattolicissimo Messico, il matrimonio omosessuale è legge.
Più passano gli anni, più mi sento innamorato di questo Paese così fiero, appassionato e dignitoso.
Così lontano dalla nostra realtà piccina e asfittica.
Tanto lo so che prima o poi ci torno.

lunedì 21 dicembre 2009

Omnia Vincit Amor



L'amore vince sempre sull'invidia e sull'odio.
Anche a casa Disegni.

sabato 19 dicembre 2009

Da oggi con più testosterone



Primo trailer di Iron Man 2.
A occhio, stessa formula del primo. Però: più armature. Più fica. Più heavy metal. Più botti. Più paraculate.
E in termini di relazioni pericolose, la frase "You complete me" stava molto meglio in bocca a Mr. Ledger.

O' Bannon nun ce sta 'cchiù


Dan O'Bannon, uno dei papà di Alien, è tornato fra le stelle.
Visto il vago sapore napulitane del suo cognome tipicam. irlandese, lo salutiamo a ritmo di tarantella.
(Una tarantella di Jerry Goldsmith).

Senza Rete


In questi giorni è un po' come se fossi su un altro pianeta, infrattato nella giungla o spalmato su una spiaggia dei Caraibi. Nella realtà, sono sempre a Milano, ma sto traslocando con tutto l'ufficio:
quindi: fatica, disorientamento, freddo, polvere e soprattutto niente computer e niente fibra ottica. Aggiungiamoci pure le scadenze editoriali, e facciamo due più due. Se in questi giorni sono tanto evanescente, un motivo c'è.
Proposito fondamentale per l'anno nuovo: basta fare il facchino. Va bene mantenersi in forma, ma per quello ci sono altri metodi. Sicuramente più divertenti.

giovedì 17 dicembre 2009

Tu chiamali, se vuoi, emo


Andrea Ciccarelli mi segnala questi sfiziosi super-eroi in versione emo da J Salvador Design.
Ricevo e volentieri pubblico: che i super-eroi decadenti di Donald Soffritti abbiano fatto scuola?

lunedì 14 dicembre 2009

Why So Similar?


Atmosfera orrido-fetente da "torture-porn", ritagli di giornale strappati via come viene viene e sporcati con l'evidenziatore, e un virale che punta ad arrazzare il popolo della Rete: i geniacci che hanno studiato la promozione di Iron Man 2 andrebbero denunciati per plagio.
O iscritti d'ufficio nel libro nero del Joker.

Corpo contundente


Gran gol di Vauro su devastante penetrazione di Massimo Tartaglia.

domenica 13 dicembre 2009

giovedì 10 dicembre 2009

Natale con i tuoi


Per fare un figlio ci vogliono nove mesi.
Per partorire questo ce ne sono voluti undici.
E un sacco di papà molto in gamba: quelli elencati su questa copertina che a cliccarci sopra diventa bella grande.
(Per inciso, chi non li vorrebbe dei papà così).
Mamma stampa indipendente sta benino, tutto considerato.
Il pupo esce a giocare il 17 dicembre prossimo con il manifesto.
E come prima cosa, vuole un bel regalo di Natale. Cinquanta euri tondi tondi.
Dai, fate i bravi, che poi vi divertite.

mercoledì 9 dicembre 2009

(Continua)


Da un paio d'anni a questa parte, Grant Morrison sembra essersi votato a un'unica missione: demolire la leggenda di Batman.
Quello che decine di altri autori avevano costruito in 70 anni di storie belle, brutte, passabili o andanti, lui lo sta sfasciando con uno zelo degno di miglior causa.
L'ho già scritto in diversi post: trovo sleale, orrido, riprovevole, inaccettabile, disonesto insomma sbagliatissimo mettersi a cazzeggiare con il Dna degli eroi di carta. Soprattutto quando si supplisce alla carenza di ossigeno affastellando colpi di scena a gratis. Il Superman di John Byrne, il Flash di Mark Waid o il Batman del primo Morrison, quello di Gothic, sfuggivano a questa logica a suon di idee, soluzioni e linguaggi innovativi. Il run di Morrison la abbraccia a piene mani, riducendo l'Evento ad artificio retorico e la scrittura a mestiere.
L'ultimo tassello è -sorpresa, sorpresa!- l'ormai prossima resurrezione del fu Bruce Wayne. una svolta tanto telefonata da suscitare solo sbadigli, ma funzionale a un modo di intendere il fumetto popolare che non riesce a guardare al di là del proprio naso.
Meglio: del proprio portafoglio.

martedì 8 dicembre 2009

Killer Application


Un milione e seicentomila copie vendute in pochi giorni di release non si discutono.
Ma 'sto Assassin's Creed II varrà tutto 'sto hype?
Vale, vale. Senza isterismi, ma vale.
Il sistema di gioco ricalca, migliorandoli, gli stilemi di GTA, dando al personaggio una libertà di movimento sorprendente. Presente Devil Batman o l'Uomo Ragno? Ecco, roba così. Rapidi, intuitivi, belli agili e tranquilli.
Salti e saltelli anche nel plot, tutto sospeso fra presente e passato. Ma il rodaggio è rapido, e una volta accettate le premesse, il grande derby fra Assassini e Templari fila via che è un piacere.
Graficamente, lo spettacolo è garantito, soprattutto in alta definizione. Insomma, ci si diverte un bel po'.
Due sole probblemattiche.
Il doppiaggio bischero.
E il character design del protagonista, Ezio Auditore: va bene che nella vita a correttezza filologica non è tutto.
Ma un tamarrone rinascimentale con la collanina e il bavero alzato stile disco proprio non si regge.
Meno male che dopo il tutorial ci toccano mantello e cappuccio, altrimenti sarebbero guai.

Corsi e rimorsi


Ranieri


Ranioggi

giovedì 3 dicembre 2009

Rrobe e la Ver-Cola


Nonostante segua le sue avventure da quel dì, non ho mai capito esattamente di cosa soffra Roberto Recchioni.
A occhio, sembra un roba tipo morbo di crohn, ma potrebbe essere pure diverticolite - niente sorrisetti ebeti, please, non è affatto divertente - o qualunque altra rottura di palle intestinale.
Roba pesante, comunque.
Sta di fatto che ogni tanto Rrobe scompare dai radar e va a farsi riassestare l'ambaradan.
Tipo in questi giorni.
Ovviamente, l'augurio è che l'energumeno filiforme si ripigli al più presto, e torni ASAP alla maschia mischia.
Ci vogliamo bene, al Recchioni.
E non per i fumetti, che spesso a forza di gigioneggiare sbraga.
Ma perché sa essere più forte delle sue busecche matte. Tanto da riuscire a magnarsi la vita a morsi, e a vomitartela in faccia calda e fragrante come appena sfornata. Molto meglio di qualunque fumetto.
Morale: Forza Rrobe.
E la prossima volta, caro, niente supplenti sul blog: Se uno ha sete di Coca-Cola, rifilargli la Ver-Cola fa brutto veramente.

mercoledì 2 dicembre 2009

Temo cratico


Ieri, alla camera, mozione Pdl per dare carta bianca ai nostri baldi militi di stanza in Afghanistan.
Il Pd ha fatto finta di votare contro in commissione difesa, per poi far passare il tutto al Senato.
Il Pd non partecipa in modo ufficiale al No B Day, perché "Il problema è il lavoro" e perché "servono riforme condivise". Anche sulla giustizia, si capisce.
Il Pd ha appena eletto una squadra che un caro amico molto informato dei fatti ha rubricato alla voce: "Brutta gente".
Il Pd e io di queste e altre cosette riparleremo alle prossime elezioni.
O magari anche no.

Via agra


Chi sperava in una sorta di Boogie Nights de noantri si rassegni: con Moana non si va più in là di una mediocre fiction Tv delle più democriste, nel senso peggiore del termine. Sesso, poco. E fin qui ci siamo: l'idea era di raccontarci la vera Moana, non il personaggio che la Pozzi ha incarnato nei pornazzi. Il problema è che qui non c'è manco quello. A meno che non ci si accontenti di passare dallo stereotipo dell'oca giuliva a quello di gnocca stellare all this and brains, too.
Per il resto, poca ciccia da mordere: recitazione scadente, sempre e comunque sopra le righe; regia irritante e infarcità di ralenty e close-up stile Girls on Film dei Duran; colonna sonora Anni 80 invadente e didascalica - This Is Not a Love Song dei PIL uguale shooting a luci rosse, è matematico. Zero profondità, zero emozione, zero humour. Un po' pochino, dopo tutto il can can degli ultimi mesi.
Stasera la seconda puntata.
Molto perdibile.

martedì 1 dicembre 2009

WGSH: il ritorno


Il comunicato ufficiale era in giro dall'ultimo Comicon di San Diego, ma io me l'ero perso.
Ovviamente la grande notizia mi ha causato uno di quei soprassalti di nerdismo che non vi sto a dire.
Pronti?
Tornano i World's Greatest Superheroes della Mego.
Li rifà nientemeno che la Mattel, fresca di accordi con la EMCE Toys, che ha rilevato la baracca e l'expertise Mego dalla vecchia gestione e ha già in produzione delle action figate sul tipo di.
Mi sa tanto che ho una casa troppo piccola per tutto 'sto ben di Dio.

lunedì 30 novembre 2009

Il dilemma


Meglio i minareti o i minorati?

(Parentesi tonta)


Lunedì.
Clima quaresimale.
Tanto da fare.
Niente da dire. Niente, almeno, che valga la pena.
Meno male che c'è l'archivio cazzate.

giovedì 26 novembre 2009

Fratelli!


Nel novembre 2008, avevo scritto un post sui Freak Brothers di Gilbert Shelton, lamentando lo scarso interesse degli editori italiani per uno dei migliori fumetti americani mai arrivati sugli scaffali.
Alla Magic Press mi hanno dato retta.
Domani, in edicola, c'è questo.
Se ve lo fate scappare, vi meritate una vita di fumetti sui caramba, strip mosce e manga finti.
Poi non venite a dirmi che non vi ho avvertito, eh.

Molleindustrians Do It Better


Uno spettro si aggira per la Rete: quello di Mass-We Pray, il gioco bigotto che non si sa bene se è vero o finto che tutti vedendo il sito dicono che è vero ma invece io penso che no perché per dirne una nonostante il lancio per la primavera del 2010 sul sito ESRB e altrove si dice altrimenti e tutto questo mi puzza ma vabbe'.
Comunque: provocazione salutare, in questi tempi cupi.
Il che mi porta a Molle Industria. Nel tempo. questo sito di Flash game satirici di cui avevo già scritto un tot di tempo fa ha arricchito la sua arcade con una serie di scherzacci da prete da fare impallidire Don Zauker.
Non solo il celeberrimo Papa Parolibero, che ormai, essendo powered by Wojtila, suona un po' datato. Ci sono pure Faith Fighter, una specie di Tekken interreligioso, e Operazione Pretofilia, un divertissement a base di sabbiature e scandali sessuali. E poi c'è tutto il resto della gallery: una miniera di videogames con cui ci si diverte da Dio. Patria e famiglia compresi.

mercoledì 25 novembre 2009

R U Experienced?


ROMA - La commissione Sanità di Palazzo Madama ha approvato, a maggioranza, con il voto favorevole di Pdl e Lega e quello contrario del Pd, il documento finale dell'indagine conoscitiva sulla pillola abortiva RU486 presentato dal presidente e relatore Antonio Tomassini, nel quale si chiede di fermare la procedura di immissione in commercio della pillola abortiva in attesa di un parere tecnico del ministero della Salute circa la compatibilità tra la legge 194 e la RU486. (Ansa)

martedì 24 novembre 2009

Sentirsi fortunati


Ricevo e volentieri pubblico il link a Autocomplete Me. Il sito che racconta quello che succede quando Google azzarda conclusioni a capocchia sulle chiavi di ricerca inserite dagli utenti. Semplice, folle e assolutamente addictive: il classico viral da sfruttare nelle lunghe giornate di pioggia. Un grazie contagioso a Riccardo per la dritta.

lunedì 23 novembre 2009

Per qualche copia in più


Come tutte le riviste autenticamente di tendenza, Rolling Stronz ha eletto Silvio Banana a rockstar dell'anno. Niente dietrologie, per carità: Silvio ha ottenuto l'onore e l'onere della copertina "per la sua strabordante vitalità", e guai a pensar male.
Trattasi di una provocazione estetica. Come quando Sid Vicious se ne andava in giro con la canotta nazi, ecco.
A essere maliziosi, verrebbe da pensare che gli atteggiamenti di Silvio B. fanno tutto meno che rockstar. Penso al suo amore per la canzone napoletana. Alla sua ossessione per l'aspetto fisico. Alle tecniche di seduzione da cumenda. Al disprezzo per l'anticonformismo.
Ma dopotutto, Rolling Stronz è una rivista che non parla di nulla.
Quindi, a certe cose, non ci fa caso.

Lo fanno! Lo fanno! Lo fanno!



Lo dice Variety, quindi c'è da crederci: UFO sta per diventare un film.
Pazzo di gioia, e sperando in un'overdose di trottoloni, magliette traforate e parrucche viola, mi riguardo la sigla.
Gerry Anderson spacca!

domenica 22 novembre 2009

Patisserie


Manco finito di gridare al mondo la mia antipatia per Topolino, che mi ritrovo in pugno il quinto numero di Disney Anni d'Oro e quasi mi rimangio il panettone.
Nell'impasto, molta roba Anni 80, ma uvette e canditi non mancano. Il must è un inedito di Romano Scarpa amorevolmente recuperato riveduto e corretto dal gran pasticciere Luca Boschi. Poi, in ordine sparso, De Vita, Scala, Bottaro, Cavazzano, Pezzin, Carpi e una gattata d'antan di Al Hubbard.
Sei euri e novanta ben spesi, inzomma.
approfittare.

venerdì 20 novembre 2009

E passa 'sto cult



Sembra una delle migliori storie brevi dei Freak Brothers, The Truth About The Killer Weed Marijuana. Invece, è Evil Weed, il mio nuovo film preferito di sempre a prescindere.
Peccato che in Italia non uscirà mai: Noi, al massimo, ci tocca stupefarci coi film su Valentino.

giovedì 19 novembre 2009

L'isola di Lilith


Domani, su "Alias", Luca Enoch racconta il "making of" del terzo numero di Lilith, più un tot di altre cosette su se stesso, i fumetti e tutto il resto.
In più c'è tutto il resto: musica, arti ozio e molto altro.
A soli due e cinquanta euri con "il manifesto".

mercoledì 18 novembre 2009

La musica è finita


Ok, adesso estradatemi anche i Negramaro, gli Zero Assoluto e la Pausini e poi siamo a posto.

Mostri in mostra



Tim Burton al MoMa di New York: ecco una mostra che mi spiace perdermi.
Mi toccherà rifarmi col catalogo, "The Art of Tim Burton": un mattone da oltre 400 pagine e 1.000 illustraz. molto fricchettàun.
Qualche esempio qui.

martedì 17 novembre 2009

La lunga marcia di Daniele


Daniele Amanti ha un problema: una forma di distrofia muscolare che si mangerà le sue fibre muscolari di qui a qualche lustro, prima costringendolo su una sedia a rotelle, e poi uccidendolo lentamente.
La sua storia è qui.
Personalmente, mi unisco all'appello della famiglia Amanti, invitando quanti possano a contribuire alla causa.
In casi come questi, anche un piccolo investimento può fare una grande differenza.

Goccia a goccia


Certi giorni, vergognarsi di essere italiani è più facile: basta leggere notizie come questa, questa o quest'altra.

lunedì 16 novembre 2009

domenica 15 novembre 2009

Il topo che amo odiare


Nell'ambiente lo sanno tutti: tolto quello autenticamente pulp dei fumetti di Gottfredson, Topolino è uno dei pochi personaggi disneyani a starmi veramente sui coglioni.
Odio tutto di lui: il fatto che non si faccia mai i cazzi propri. la sua weltanschauung da delatore maccartista. I suoi modi borghesucci ucci ucci. Il suo amore per lo status quo. La sua fidanzatina così ciellina. La sua auto. Perfino il suo cane.
Se c'è una cosa che odio più del Topo, però, è l'idea che la Disney abbia deciso di renderlo più smart, più sgamato, più astuto, più "in sintonia con i gusti della nuova generazione", come negli ultimi giorni stanno scrivendo un po' tutti.
La prova generale nell'imminente videogame Epic Mickey.
Ma trasformare Topolino in Bugs Bunny, Daffy o Speedy Gonzales proprio non si può. Il ragazzo, come si dice, non ha la stoffa.
Al massimo, rendendolo più stronzo, puoi tirarci fuori un Titti, ecco.
Non mi sembra poi 'sto gran miglioramento.

venerdì 13 novembre 2009

giovedì 12 novembre 2009

Lo zen e l'arte della manutenzione degli orologi


Luca Enoch è decisamente un autore interessante.
Non solo per il suo linguaggio narrativo facile e disimpegnato solo in apparenza, ma anche per quello che riesce a infilare dentro le sue opere: inquietudine, finezza, tonnellate di documentazione e di duro lavoro.
Cose un po' d'altri tempi, insomma.
E proprio il tempo è lo spunto di Liilith, la sua ultima creatura fumettistica. Una "crononauta" assatanata che aggiorna il mito di grandi cattive del fumetto italiano come Satanik, Zakimort e C. ai nostri tempi molto cupi e molto transgender.
Nel terzo numero, in uscita a giorni, la nostra strega si ritrova a Caporetto, e attraversa una delle più grandi vergogne della storia d'Italia a modo suo. Vale la pena di stare sul pezzo. Magari, dopo aver letto l'intervista che Enoch ha rilasciato ad "Alias" per il numero in uscita sabato 21 novembre. Ma il gioco continua anche sul sito ufficiale di Sergio Bonelli editore. Enoch, infatti, ci ha aperto uno spazio tutto suo dove approfondire gli spunti narrativi accennati sugli albi della collana.
Per esempio, riscrivendo l'Iliade.
Non è da tutti, bisogna ammetterlo.

mercoledì 11 novembre 2009

Lust for Lustig


Fra i tanti primati della Torre Eiffel, ce n'è uno abbastanza gustoso: quello legato all'attività di Victor Lustig - il gran fidiputt che a metà degli Anni 20 tentò di voltarsela a prezzo di realizzo.
La storia della Torre la sapevo. Sulla vita di Lustig, invece, non sapevo nulla.
Per fortuna, Wikipedia mi ha permesso di colmare questa indecente lacuna. Regalandomi una bio da romanzo.

martedì 10 novembre 2009

Luis Leterron



Primo trailer di "Scontro di Titani" versione 2.0.
Yuk yuk yuk.

lunedì 9 novembre 2009

Come Grangola conobbe la meravigliosa intelligenza di Gargantua dalla invenzione di un nettaculo


Sulla fine del quinto anno d'età, Grangola, tornando d'aver disfatto i Canarrii, andò a vedere suo figlio Gargantua. E ne fu tutto allietato, come poteva essere un tal padre vedendo un tal figlio; e, baciandolo e abbracciandolo, lo faceva parlare con domandine adatte all'età, su una cosa e sull'altra. E bevve anche un gotto con lui e con le sue governanti, alle quali domandava con gran cura, tra l'altro, se l'avevano tenuto ben netto e pulito. Al che fece risposta Gargantua che ci aveva provveduto lui in tal modo che in tutto il paese non si trovava un ragazzino più netto e pulito di lui.

- Ah, sì, e come mai? - disse Grangola.

- Ho inventato, - rispose Gargantua, - con lunghe e diligenti esperienze, un mezzo per pulirmi il culo, il più nobiliare, il più eccellente, il più attinente che mai si vedesse.

- E quale? - disse Grangola.

- Questo, che vi racconterò subito, - rispose Gargantua.

Provai a pulirmi una volta con la mascherina di velluto di una damigella, e trovai che andava bene, perchè la soavità della seta mi procurava davvero un gran piacere al fondamento;
un'altra volta, con un cappuccio della medesima, e col medesimo risultato;
un'altra volta, con una sciarpa da collo;
un'altra volta, con una cuffietta di raso cremisi; ma la doratura di tutte quelle sferette di merda che c'erano su mi scorticarono tutto il di dietro: che il fuoco di Sant'Antonio arda il budello culare dell'orefice che le ha fatte e della damigella che le portò!

Guarii quel male pulendomi con il berretto di un paggio, con su un bel piumetto alla Svizzera.

Quindi, cacando dietro una siepe, e trovandoci un gatto marzolino, provai a pulirmi con lui, ma le sue grinfie mi ulcerarono tutto il perineo.

Della qualcosa guarii l'indomani, nettandomi coi guanti di mia mamma, ben profumati di belgioino. Poi mi pulii con la salvia, il finocchio, l'aneto, la maggiorana, le rose, le foglie di zucca, di bietola, di cavolo, di vite, di malva, di verbena (che é come il rossetto del culo), di lattuga, e con foglie di spinaci - tutte cose che mi fecero un gran bene ai calli! - e poi con l'erba marcorella, la persichella, le ortiche e la consolida; ma me ne venne il cacasangue dei Lombardi, da cui fui guarito nettandomi con la braghetta.

Quindi mi pulii con le lenzuola, con la coperta del letto, con le tendine, con un cuscino, con uno scendiletto, con un tappeto da tavola, una tovalgia, una salvietta, un moccichino, un accappatoio.

E sempre vi trovai maggior piacere che non un rognoso quando gli grattan la schiena".

- Bene, - disse Grangola; - ma qual'è il nettaculo che ti sembrò migliore?

- Stavo per arrivarci, - rispose Gargantua, - e presto ne saprete il tu autem. Mi pulii col fieno, con la paglia, la stoppa, la borra, la lana, e la carta. Ma


"sempre lascia ai coglion qualche cosa
chi con la carta il seder si cosa."


- Come! - disse Grangola, - coglioncino mio, hai già imparato a baciar la bottiglia, che sei fare le rime baciate?

- E come no? mio re, - rispose Gargantua. - Rimo così e anche meglio; e adopero le rime come le rame. Sentite questa prosopopea del cesso ai cacatori:


Cacone,

Puzzone,

Pettone,

Merdoso,

La pappa,

Che ti scappa,

Si spappa,

Su di me,

Cacone,

Stronzone,

Merdone,

Che ti venga una brutta malattia,

Se i tuoi

Sporchi

Buchi

Non ti pulisci prima di andar via!

- Ne volete ancora?

- Sì, perbacco! - rispose Grangola.

- Allora, - disse Gargantua:

RONDO'

Cacando l'altro giorno ebbi a sentire

Quella gabella che al mio cul dovevo;

Ma l'odore non fu quel che credevo,

Ché dal puzzo credetti di morire.

Oh! se qualcun m'avesse in tal martire

Portata quella che sempre attendevo

Cacando!

Io certo avrei saputo a lei coprire

Il suo buco davanti, come devo.

E lei col suo ditino, in gran sollievo,

Il mio buco di dietro garantire,

Cacando.

E adesso andate a dire che non so nulla! Per la Merdonna!

Ma non li ho fatti mica io: li ho sentiti recitare qui dalla signora direttrice, e li ho conservati nel sacconcino della memora.

- Sì, - disse Grangola, - ma ora torniamo alla faccenda.

- Quale? - disse Gargantua, - cacare?

- No, - disse Grangola, - pulirsi il culo.

- Bene, - rispose Gargantua, - ma paghereste una mezza brenta di vin di Brettagna, se io vi mettessi con le spalle al muro sull'argomento?

- Sì, e volentieri, - rispose Grangola.

- Non ci sarà mai bisogno, - rispose Gargantua, - di nettarsi il culo, a meno che quello sia sporco; e sporco non può essere se uno non ha cacato: ergo se ne deduce, che sempre bisognerà cacare prima di nettarsi il sedere.

- Oh! - esclamò Grangola, - come sei fino, ragazzo mio! Uno di questi giorni ti farò laureare in Sorbona, per Dio, perchè hai proprio più cervello che anni. Ma continua un po' questo discorso nettaspeculativo, ti prego, per la mia barba; e invece di mezzabrenta te ne darò sessanta barili dico di quel buon vin di Brettagna, che poi non si fa per nulla in Brettagna ma qui nel nostro paese di Verron.

- Provai a nettarmi in seguito, - rispose Gargantua, - con un copricapo, con un passamontagna, con una pantofola, con un carniere, con un paniere, ma quello era proprio un gran brutto nettaculo! Poi con un cappello di panno; e notate che di questi cappelli certi son di panno rasato, altri di feltro, altri uso velluto, altri uso seta, ed altri satinati; ma il migliore fra tutti è sempre quello di feltro perchè fa un'ottima abstersione della materia fecale.

Poi mi nettai con una gallina, un gallo, un pollastro; con la pelle di un vitello, d'una lepre, d'un piccione, d'un cormorano; con la servietta di un avvocato, con una barbuta, con una cuffia, con un cappuccio da falchi.

Ma, in conclusione, affermo e sostengo, che non v'è miglior nettaculo di Giovanardi. E potete credermi sulla parola. Perchè sentirete al buco del culo una mirifica voluttà: sia per la soavità di quel suo ciuffetto sgualdrino, che per il temperato calor naturale del Giovanardi, il quale facilmente si comunica al budello culare, e quindi agli altri intestini, risalendo così fino alla regione del cuore e del cervello. E vorrei credeste che la beatitudine degli eroi e semidei, che stanno nei Campi Elisi non è già nel loro asfodelo, o nell'ambrosia o nel néttare, come raccontano queste vecchiette; ma bensì, secondo il parer mio, nel fatto che si nettano sempre il culo con Giovanardi, e tale è altresì l'opinione del nostro maestro Gian Scoto.

Francois Rabelais - Gargantua e Pantagruele - (1542)
Libro primo, cap. 13

domenica 8 novembre 2009

Un sacco di Oaxaca


Peter Kuper lo conoscevo per Spy Vs. Spy - la strip di "Mad" dove la spia bianca e quella nera passano la vita a darsele di santa ragione come nei cartoni di Bugs Bunny e Yosemite Sam.
Quello che non sapevo che nel 2006 il nostro ha raccattato su baracca e burattini trasferendosi ad Oaxaca, capolouogo dell'omonimo Stato messicano, con moglie e figlio.
È l'abitudine tipicamente americana del sabbatico.
Un'ideina che non sarebbe male importare anche da noi, visto tutte le puttanate inutili che ci portiamo a casa purché Made in Usa.
Comunque sia: dati gli incoraggianti precedenti stabiliti da Oliver Sachs, Kuper si aspettava di traslocare in un paradiso tropicale tutto bouganvilles, decor lisergici mixtechi, onde da paura e mole poblano.
Invece, non aveva nemmeno finito di disfare le valigie che a Oaxaca è scoppiato un puttanaio terrificante: scioperi, dimostrazioni di piazza, morti ammazzati e Viva La Revolución compadres. Che i messicani, quando si incazzano, si incazzano sul serio.
A quel punto, già che c'era, l'ottimo Kuper ha tirato fuori carta e matita e ci ha fatto un carnet de voyage.
Che ora è diventato un gran bel libro.

giovedì 5 novembre 2009

Coscarelli!


Peccato davvero non avere il dono della bilocazione.
A Sulmona comincia "Sulmonacinema".
E a "Sulmona cinema" c'è Don Coscarelli.
Il regista di "Fantasmi" e "Bubba Ho-Tep".
Che presenta, appunto, "Fantasmi" e "Bubba Ho-Tep".
Cioè: un film di zombi all'incontrario dove i vivi vanno all'inferno a spalare cacca.
E uno dove Elvis Presley e un negro che si crede JFK se la vedono con una mummia che succhia l'anima ai vivi dal busdelgnao.
Vale la pena, credete a me.

mercoledì 4 novembre 2009

Echi dal Bunker


Quando portavo i giornaletti corti, Max Bunker era in cima alla lista delle cose che avrei voluto fare da grande. Praticamente la mia personale rockstar del fumetto.
Poi ne ha scritte e fatte tante da farmi crollare il mito.
L'idea che ne ho oggi è quella di una persona drammaticamente piena di sé, molto indurita e un tantinello gretta. Una versione più realistica e canagliesca del suo Numero Uno. E questo approccio pesa anche su Alan Ford. Una testata che nonostante i quarant'anni di vita editoriale e gli innumerevoli coup de théâtre messi in atto dal suo deus ex machina ormai sembra una pallida imitazione dell'originale, come ho già scritto qui.
Provare, per credere, Alan Ford Story, nuova ristampa delle prime mitiche avventure del gruppo T.N.T.
Una collana fatta a immagine e somiglianza del Diabolik in vendita opzionale con la Gazzetta. Oltre che un'ennesima prova dell'eccezionalità di un Alan Ford scritto da un Bunker ironico ma non ancora inacidito dal mestiere e dal business. E disegnato -pardon: creato graficamente- dal Magnus che Bunker è riuscito a rimuovere dalla copertina, ma non dall'immaginario dei lettori.

martedì 3 novembre 2009

Sempre a proposito di fumetti digitali

Negli ultimi giorni Rrobe sta postando sul suo blog una ricca e interessante inchiesta sul fumetto prossimo venturo. Quello digitale.
Personalmente, alla allegra faccenda ci credo sì e no.
E non per luddismo snobismo o altre pulsioni vetero che pure covo da quel dì. Piuttosto, perché temo che linguaggio del fumetto e linguaggio binario - salvo casi rari tipo Coreingrapho - facciano un po' a cazzotti.
Per chiarire il punto, ricorro a un caso in cui invece il mix funziona piuttosto bene: quello della tipografia cinetica. Esercizio di stile agile, godibile, stimolante, purché in dosi da chupito, e senza pretese di "pari dignità" con i media originali - un'ambizione, questa, che i fautori del fumetto digitale non nascondono, e che in my humble opinion trovo uno zinzino eccessiva.

Un jeans bello vissuto


Claude Levi-Strauss avrebbe meritato un monumento anche solo per un titolo come "Tristi Tropici".
Figuriamoci tutto il malloppone di studi etnografici che il nostro ha prodotto dal 1930 in poi fra Amazzonia, Mato Grosso e altre ridenti località amerinde.
Passati i 100 anni, l'uomo chiamato come un jeans se n'è andato a infrattarsi nelle foreste dell'Eden.
Gran viaggione!

Jake, ti credevo una persona meglio



Primo trailer di La Mummia-incontra-Pirati dei Caraibi. Il film precedentemente noto come Prince of Persia-The Sands of Time.

lunedì 2 novembre 2009

Squilli di tromba d'aria


Otto anni dopo "Bridge Across Forever", e 7 anni dopo la conversione a "U" di Neal Morse, che ha mollato gli Spock's Beard per darsi al christian rock, ecco che si rifanno vivi i Transatlantic. Ovvero, Morse himself, Mike Portnoy dei Dream Theater, Roine Stolt dei Flower Kings e Pete Trewavas dei Marillion.
E sì, il disco è proprio quello che state pensando: 78 minuti di virtuosismi, controtempi, tastieroni, schitarrate, coretti e mellotroni vari. Una autentica saint honorè per le recchie di tutti gli amanti del pomp rock.
Se poi uno preferisce crostate, ciambelle o biscotti secchi, meglio passare.

domenica 1 novembre 2009

Rebootante Pinocchio


Volevo scrivere una bella recensione del nuovo Pinocchio di Alberto Sironi.
Poi ho visto la prima puntata. E dopo lunga e meditata riflessione, ho deciso di sintetizzare il mio pensiero con una battuta. Meglio: una domanda.
Ma che merda ci ha rifilato mamma Rai?
Stasera la seconda razione. Da evitare come la peste bubbonica.
O l'influenza H1N1. Fate vobis.

Alda classe


Colui che pesa
le sue parole
cade in miseria.

giovedì 29 ottobre 2009

Reality Patton


Martedì 10 novembre alle 21 su History Channel, gran varietà bellico sul generale Patton.
Io Patton me lo figuravo come George C. Scott nel famoso film.
Uno tosto ma anche umano, severo ma giusto, tipo sergente Hartman di Full Metal Jacket.
Quando ho scoperto che aveva simpatie Hitleriane e bacchettava il suo bull terrier perché era troppo buono, mi era crollato un po' il mito. Però pensavo: vabbe', in fondo ha liberato l'italia dai nazi.
Ora, scrivendo una cosina su di lui, scopro che ha ordinato e coperto un paio di stragi delle quali non parla mai nessuno.
Se ne parla brevemente qui.
A pensarci, sarebbe un ottimo spunto per una storia ancora da scrivere. Al di là di ogni retorica.

Un kilo di Kirby


Ne aveva già parlato il diego nazionale qui, ma in certi casi repetita juvant: ci sono ancora poche ore per fiondarsi in edicola a comprare "Gli Eterni" di Kirby. Oltre trecentosessanta pagine di lisergìa a pallini a un prezzo assolutamente impareggiabboli.
Una chilata di buon fumetto Marvel come si faceva una volta a soli 9,99 euri.
Darsi una mossa è praticamente un dovere morale.

mercoledì 28 ottobre 2009

martedì 27 ottobre 2009

Lesson Number One


In economia lo chiamano "errore di composizione".
Funziona così: se uno fa una roba da solo, il sistema nel suo insieme non ne soffre.
Se invece la fanno in tanti, il sistema ne soffre eccome.
Esempi tipici: le auto. gli hamburger. le cartacce per terra.
O i kryptoniani.
Su Superman 29/33, Geoff Johns, Gary Frank e un tot di altri professoroni ci illustrano questo pilastro della macroeconomia a modo loro, con interessanti rimandi alla sociologia, alla politica e alla filosofia con la s, la p e la f maiuscole.
A un certo punto arriva Doomsday e tira una scarpa a George Bush.
Motivo in più per far la fila all'edicola.

lunedì 26 ottobre 2009

Il profumo del mostro selvatico


Fosse un disco, Nel paese delle creature selvagge, sarebbe "Nevermind" dei Nirvana.
Una produzione leccatissima ma scarna, senza il minimo orpello spettacolare, molto poco americana.
Solo basso, chitarra e batteria. Solo quiete e poi tempesta e poi quiete e poi tempesta e ancora quiete.
Con un sacco di cose gridate e un sacco di cose inespresse, e un'anima piccina picciò sporca di terra di moccio neve e foglie secche e lacrime che vaga di qua e di là.
Lo spettacolo, qui, non è sullo schermo, dove si gioca a chiudere ogni inquadratura su un primo piano strettissimo o a diluirla in ampie campiture gialle verdine marroncine blu o nere. Non nel flusso anticlimatico di un racconto che in originale sfiora le mille battute, e nella rilettura molto Carl Gustav Jung di Jonze ed Eggers spartisce fra i mostri selvaggi nomi funzioni e personalità. Né nel piccolo protagonista del film, che di fatto non recita, ma si fa benissimo i cazzi propri.
Lo spettacolo sta in quello che ti resta dentro dopo i titoli di coda. Una strana voglia di abbracci cioccolata calda e coperte rimboccate che continua a frullare a lungo nello stomaco, come un'eco lontana, come un rimpianto.
Chissà se ai piccoli piacerà.
A mamma e papà probabilmente sì.