venerdì 28 settembre 2012

Drey fu

Addio a Herbert Lom, indimenticabile commissario Dreyfus dei La Pantera Rosa veri, quelli con Peter Sellers.

giovedì 27 settembre 2012

Niente pensione al ciccione!

Viene da tirar su il pranzo di Natale dell'anno scorso, a leggere che fra nove anni Er Batman (ma somiglia più a Pietro Gambadilegno...) rischia di ritirarsi a vita privata con un vitalizio di 4.000 euri.
Ecco perché il nostro è così sornione: bene o male, si è inguattato un pacco di soldi. Magari non il milione di cui si vocifera, ma abbastanza da poter restituire 400.000 euro senza colpo ferire. E nel 2021, quando sulla sporca vicenda della Regione Lazio si sarà posata la polvere, Fiorito potrà godersi la quiete del suo buen ritiro fottendoci un altro bel tot di soldini.
a meno che non riusciamo a rompergli le uova nel paniere.
Certo, una petizione non serve granché. Ma se le firme fossero una montagna, chi lo sa: magari, il rumore dei nemici potrebbe costringere chi di dovere a fare qualcosa. Quindi, proviamo. Per firmare, basta un attimo: la petizione è qui.

Videoburrito criminale

I Los Tucanes de Tijuana dimostrano che l'arte del corrido è adatta a tutte le stagioni. E che Danny Trejo non è l'unico messicano in circolazione con dos huevos asì. Oliver Stone, mangiati lo stetson!

mercoledì 26 settembre 2012

martedì 25 settembre 2012

Giù nella giungla giunglosa

Primo volume del Tarzan realizzato a suo tempo da Joe Kubert per la DC, raccolto in tre tomi dalla Dark Horse e meritevolmente pubblicato nell'italico idioma da Magic Press. Nella prima, abbondante razione da oltre 200 pagine, tradotte con il giusto piglio retorico da Marco Farinelli: le origini del Re delle scimmie, le prime avventure chiappe al vento, l'incontro con Jane e altre amenità prese di pacca dai romanzi di E. R. Burroughs (Op. cit.). Più una curiosa avventura a quattro mani firmata da Kubert a partire dalle splendide accigliatissime Syndicated Strip di Burne Hogart. Più una bella manciata di schizzetti, dietro le quinte e pinzillacchere varie rubacchiate dal tavolo da disegno del grande Joe. L'amore platonicamente omo dell'autore per il personaggio balza letteralmente fuori da ogni vignetta, e la lettura provoca languori al basso ventre insieme a una gran voglia di smutandarsi e precipitarsi balzellon balzelloni al Parco Sempione o a Villabborghese o verso qualunque strapuntino di verde, e perdervisi. Ooohhhsssì. Venti euro da cacciare assolutamente, e al più presto.

sabato 22 settembre 2012

Mi ricordo il Canterbury Sound

Per dire, quello di The Rotter's Club, il secondo e ultimo disco della madonna degli Hatfield and the North. Sul tubo c'è il full album. Godi, poppolo.

venerdì 21 settembre 2012

Un ranger sotto le stelle

È fra gli eventi clou del Milano Film Festival il bel documentario dedicato dal regista Giancarlo Soldi al nostro Tizzone d'inferno favorito e al suo fratello maggiore, Sergio Bonelli. Testimonianze di cineasti come Bertolucci, attori come Tognazzi figlio, artisti come Milo Manara, per quello che Luca Boschi definisce Qualcosa di più di un semplice ritratto, un appassionato racconto di Sergio Bonelli: un amico impossibile da dimenticare sul piano personale e, per tutti, un editore illuminato, la storia di una casa editrice amata da tre generazioni, una saga familiare conflittuale, una serie di testimonianze che raccontano una passione, un'empatia, un afflato totale. Stasera al Parco Sempione verde e marrone alle 21, e il 26 alla Sala Umberto di Roma.

mercoledì 19 settembre 2012

Cimitero animato

It Bites, nuovo singolo ridondante di campanelli e schitarrate. L'ambiente sonoro è quello di sempre: un pop-rock-prog con qualche ruga, ma non privo di una ruspante efficacia. Qui il sito ufficiale. Enjoy.

martedì 18 settembre 2012

Un po' del Voglino e un po' Del Pennino

Flashback. Dalle parti di marzo scorso, mi contatta Max Veltri di Mantis Studios per chiedermi se mi interessa sceneggiare il secondo tomo di una storia a fumetti in tre parti di prossima uscita. Si tratterebbe di lavorare su un soggetto altrui. Un horror sui generis di ambientazione terronica, con un robusto sottotesto religioso. Faccio appello a ogni stilla del mio sangue sardo e al mestiere, e accetto: dopotutto, ogni occasione è buona per far pratica come sceneggiatore. Lavoro sodo, con umiltà ma senza rinunciare a qualche provocazione creativa, e in una ventina di giorni le mie trenta paginette passano al penciller Mario Del Pennino, classe 1985, giovane ma già Mytico.
Passiamo a cinque mesi dopo, e alle prime tavole di Mario, prossimamente inchiostrato da Daniele Folegatti:



Direi che il lavoro sta procedendo bene.

lunedì 17 settembre 2012

Se nello spazio nessuno può sentirti urlare, prova in ternano

Prometheus comincia come un puntello rimediato su Meetic con Charlize Theron (o Michael Fassbender). Cena abbondante in una trattoria a conduzione familiare. Magnando e bevendo piatti e vini collaudati, robusti, realizzati al meglio. In porzioni da camionisti. Niente di nuovo, ma te la godi, anche perché nell'occhio di Charlize (o Michael) intravedi una scintilla che ti fa sperare di chiudere bene la serata. Al momento dell'ammazzacaffè, guardi languidamente Charlize (o Michael). E a questo punto, Charlize (o Michael) comincia a berciare in ternano, e rovina tutto. Perché conciliare Charlize (o Michael) col ternano, con tutto il rispetto per i ternani, va al di là di ogni logica. Come accettare l'impossibile convivenza del talento visivo di Ridley Scott con la sceneggiatura ignorante messa insieme da Damon Lindelof & Jon Spaiths.
È brutto, Prometheus?
No. Si lascia vedere. Perché nonostante tutto, vanta un incipit visivamente folgorante, un paio di scelte di cast davvero brillanti (no, non Charlize o Michael, o meglio non solo loro) e un finale (di tre) all'altezza claustrofobica del prototipo. Ma fa rabbia, davvero, dover conciliare la maestà delle immagini sullo schermo con l'imbecillità à la Darwin Awards di una sceneggiatura tanto sciatta e abborracciata da risultare offensiva, un tale papocchio di incongruenze, banalità e maccosa da confinare in un angolo del cervello ogni character azzeccato, ogni tecnologia fantasmagorica, ogni panorama scenografico intravisto nel film. Rozzamente efficace, come Black Hawk Down o il Gladiatore. Ma se parliamo di cinema, è un'occasione persa. Irrimediabilmente persa nello spazio.

domenica 16 settembre 2012

Magari, con una sirena in testa...

Ladies and gentlemen, per gentile concessione di comingsoon.net, il nuovo, bruttissimo Robocop sul set del film omonimo. E sì, si può avere anche nero.

venerdì 14 settembre 2012

Talk Talk of the Town

A metà Anni 80, i Talk Talk di Mark Hollis erano lì nella terra di mezzo della British Invasion. Molto lontani da Duran Duran Spacca Ballet e Menti Semplici, questo sì: però in grado di dare la biada a molta altra gente. La stoffa, soprattutto nei primi Cd, era settanta per cento sintetico più un venti per cento di elastan: però certe armonie di vago sapore progressivo e la voce nasale di Mark Hollis tradivano aspirazioni da classico tweed inglese. Neanche il tempo di infilare un paio di buoni piazzamenti in passerella, e i Blabblà chiudono con il casual e si buttano sull'haute couture, inventando il post-rock. Due album della Madonna, The Color of Spring e Spirit of Eden, ridefiniscono i confini della forma canzone, fra influenze world music, digressioni free jazz e melanconie à la Thom Yorke. Il suono, scarnificato ed essenziale, bada al sodo, senza la minima concessione commerciale. La voce di Hollis si fa sempre più sommessa. È roba fina, insomma. Cosa vuoi che ne capisca il poppolobbue. E infatti, come da inveterata tradizione: vendite a picco, una bella pedata nel culo dalle major, e tutti a casa. A diffondere il verbo saranno i pochi che avevano colto il messaggio: dai Radiohead, ai Sigur Ros, ai primissimi Coldplay. Ma nel frattempo, niente più Talk Talk.
Qui finisce il preambolo e comincia Spirit of Talk Talk, che è contemporaneamente libro e Cd celebrativo dedicato a Mr. Hollis & soci. Tante belle immagini del cover artist James Marsh, interviste esclusive a fan insospettabili come Robert Plant e Richard Wright dei Pink Floyd, e un sacco di belle cover a firma Joan as a Police Woman, Zero 7, Arcade Fire etc.
Tanta roba.
Pronti a cogliere la seconda seconda chance?

giovedì 13 settembre 2012

Pierferdinando

Sembra un nome, invece è un gerundio. Che descrive un momento pieno di Casini. Una semina incessante di idee, energie, sbattimenti, impegni, che si mangia via gran parte del tempo e dell'ossigeno a disposizione, e si porta via l'abituale logorrea.
Ma sotto le ceneri dell'estate sfrigolano le braci di un autunno che sa di pepperone habanero carico di capsicina. Progetti scritti e disegnati da portare a spasso sulle gambette ancora malferme e però vivacette come quadri di U. Boccioni, la creatura da andare a prendere in terza elementare al di là dell'oceano, una casa da arredare con gusto post-crisis a suon di muscoli, colore e pathos... e l'urgenza di far qualcosa in più, e la tentazione fortissima di far qualcosa in meno. Alla fine, ad andarci di mezzo è la modalità cazzeggio confidential. Che si fa più rado, pardon più barboso, forse più incline allo sbadiglio, sperabilmente non troppo per chi sta dall'altra parte dello schermo. Perdono, perdono, perdono, come cantava C. Caselli. Che se dai Caselli ai Casini il passo è breve, i Casini prima o poi finiscono. E per fortuna la vita vera con tutte le sue parole usate abusate o nuove di trinca torna a bussare, e così la voglia di raccontare e raccontarsi. Sigh.

sabato 8 settembre 2012

Postalanfordismi

Nonostante l'apnea creativa in cui versa non da oggi, Alan Ford resta un ottimo metro di lettura della realtà italiana. lo humour nerissimo di Magnus e Bunker, apparentemente superato dagli anni del denaro facile e del consumo sfrenato, sta tornando di gran moda con tutto il suo armamentario di caricature à la Grosz, darwinismo sociale e pochade in stile Bagaglino. Ci sarebbe da farsi due risate, specie pensando alla probabile ristampa a colori della serie. Poi la realtà mette la freccia a destra e supera la fantasia a centottanta all'ora:
Ecco, cose così son belle veramente. O al limite anche no.

Mi ricordo Sergio Baracco

giovedì 6 settembre 2012

Gialli a Milano

Allora, Longwei è pinyin. Cioè il cinese mandarino fonetico per chi non sgranocchia gli ideogrammi.
In italiano vuol dire "Il duro", però anche "Drago Maestoso". E Longwei, come personaggio dei fumetti, duro e maestoso lo è davvero: tipo Bruce Lee in L'urlo di Chen terrorizza anche l'occidente, ma no alla romana, alla milanese.
Cioè, per capirci: universo narrativo attiguo a quello di Milano Criminale, medesime ambientazioni metropolitane, identiche brutte facce di malavitosi. Più un sacco di cinesi che si incontrano, si piacciono, non si piacciono, si danno delle gran cartelle sulle gengive. Cioè, per ricapirci: tipo Shangchimaestrodelkungfu, ma più italiano.
Alle tastiere c'è Diego Cajelli, praticamente una garanzia: ottanta chili di tamarria Made in Baggio e un sacco di begli enzimi creativi che frizzano sotto la pelata. Alla batteria, un bel gruppetto di facinorosi senza troppe pretese di realismo, e con un sacco di personalità: Luca Genovese, Luca Bertelè, Gianluca Maconi...
È una miniserie. Dopodiché si vede come va.
Si comincia a fine ottobre a Lucca, come nella migliore tradizione. Per ora, c'è in giro questo adesivo qui sopra.
Festeggiamo? Festeggiamo. Offre Sergio Basso.

martedì 4 settembre 2012

La salma è la virtù dei forti

Adieu, Michael Clarke Duncan.
Sei stato l'unica cosa decente di Daredevil e Sin City, il che di suo è quite an achievement. Piangiamo per te, ma soprattutto per i necrofori: con i tuoi due metri per centocinquanta chili di fisicata più il feretro, per loro la vedo pessima.

lunedì 3 settembre 2012

Mi ricordo George & Mildred

Lui era praticamente un Andy Capp più felpato e meno Ken Loach. Lei, una aspirante Agent Provocateur con doppiosenso incorporato. Insieme, stavano al Viagra come l'aglio ai vampiri. Fu divertente, finché durò. Non ricordavo, invece, la sigla raffaellacarrosa di Bruno d'Andrea e Cristina Paltrinieri A.K.A. Gin & Tonic: roba fina al profumo di boccoli e spallone dal sabor vagamente sanremese. Olè.

2001 remix

Sooo many things to do, so little time. Per fortuna ci sono i giochini tipo questo recut che aggiorna il trailer di 2001 all'estetica blockbuster di Total Recall (quello brutto) o Prometheus. E che fra parentesi fa venire una gran voglia di rivedersi il film.