martedì 30 ottobre 2012

Valigie

No, non è un poltergeist. Non è il passaggio di un fenomeno atmosferico estremo. Non è la stanza da letto di un teenager in piena fase ormonale e nemmeno un'installazione di Thomas Hirschorn. Non è la tana della nostra cucciolata di macachi rhesus, perché non alleviamo macachi rhesus. Non è il teatro di un attentato dinamitardo. Non è una bancarella "tutto a un euro" al mercato di V.le Papiniano. Non è un attacco di horror vacui.


È la Ele che prepara le valigie.

sabato 27 ottobre 2012

Perdersi

Perdersi la terza stagione di The Walking Dead.
E la seconda di Ufo.
Con la ragionevole speranza di recuperarli, prima o poi.
Perdersi Lucca e il lancio della strip prodotta per Saldapress insieme al Giorgini, Zetacomezombie. Gran peccato, perché si ubriacheranno alla faccia mia.
Perdersi le primarie del Piddì, ma anche quelle del Pidielle. A pensarci, non esattamente una gran perdita.
Perdersi l'unica serata mondana cui non hai mai rinunciato, la festa del tuo compleanno.
Perché il quattordici undici quest'anno si celebra in famiglia.
Io, la Ele e nostra figlia.
Perdersi in uno dei pochi angoli di Messico dove non hai ancora ficcato il naso. Una piccola città con una storia più grande di lei. Una storia che sa di rivoluzione.
Perdersi buona parte dell'autunno, perché da quelle parti il sole non tramonta mai, nemmeno a dicembre. E se tutto va come pensiamo, a quell'epoca saremo ancora lì.
Perdersi fra le valigie, i saluti, gli imprevisti, le scadenze di un viaggio che comincia fra pochi giorni per non finire mai.
Perdersi la pasta integrale per strafogarsi di birria e frijoles refritos. Perdersi le castagne per assaggiare le calaberitas. Perdersi Sant'Ambroeus per el dia de los muertos. Perdersi Fastweb per andare più lenti. In tutti i sensi.
Perdersi dietro alle domande che non hai voglia di farti e a quelle per cui dovrai trovare per forza una risposta. Perdersi le radici per volar via, come un soffione portato dal vento e dalla strizza, e andare a crescere altrove. Perdersi un pezzetto di libertà per conquistarne molte altre.
Perdersi qualche brandello di intimità, per innamorarsi di quello che si è costruito. Perdersi fra i ricordi accumulati nei novecentosettanta e passa giorni trascorsi fin qui, guardando a quelli ancora da vivere. Perdersi per ritrovarsi, prima o poi. E nel caso non si fosse capito: martedì si comincia. Si parte. Si va. Hasta pronto, cabroncitos.

venerdì 26 ottobre 2012

Vorrei che fosse Nolan, invece era Sam Mendes

Per diciamo metà della proiezione, Skyfall-007 se la gioca con i migliori film di mister licenza di uccidere. Daniel Craig e Sam Mendes ballano sull'orlo di stilizzatissimi precipizi psichedelici che sembrano usciti da un amplesso fra il Jim Steranko di Nick Fury, agente dello Shield e lo Stanley Kubrick di tutti i film di Stanley Kubrick, con una stupefacente sequenza in notturna che resta lì a titillare il nervo ottico ben oltre i titoli di coda. Poi, purtroppo capisci che gli sceneggiatori del film si sono messi a scrivere la loro risposta alla saga del Dark Knight di Nolan, e da lì in poi il film dilapida un discreto capitale di sorprendenza a colpi di già visto. A parte questo omaggio alla voga del momento, e un Bardem davvero troppo sopra le righe per shakerarsi (non mescolarsi) nel gran varietà messo in piedi da Sam Mendes, si vola parecchie spanne a nord di Quantum of Solace, e anche di Un bel tot di Bond precedenti. Bicchiere mezzo pieno, dunque: e se al posto del Martini cocktail ci sia la birrazza olandese, pace: è il product placement, bellezza.

mercoledì 24 ottobre 2012

Abbey Roading (hai voglia a camminare)

Ascoltando Abbey Road, comprato stamattina all'edicola in versione Cd rimasterizzatissima pluriaccessoriata up to date dopo aver consumato una musicassetta di papà mio risalente all'ormai lontano millenovecentosettantadue, mi son ripetuto per tipo la millesima volta: ammazza, che bella cover 'sti Beatles.
E poi ci ho aggiunto: figurati se qualcuno non ci ha imbastito su un foto blog raccattando su le foto dei turisti che passano di lì. E infatti, qui, Abbey Roading a mazzi. Buon pro.

lunedì 22 ottobre 2012

Mi ricordo Black Beauty

Beauty, com'era noto fra gli iniziati nel pieno degli Anni di piombo, era la risposta inglese e vagamente Jane Austen a Furiacabbballodelwest. Stessa livrea catodica scura, stessi frizzi, stessi lazzi, stesso look tutto muscoli e sudore. Ma con un valore aggiunto in più: Judy Bowker. Una persona infinitamente meglio dell'insopportabile pinzillacchero con la camicia a quadri che rimbalzava intorno a Furiaccabballodelwest chiamando Furia di qua, Furia di là, mai che la gente si faccia i cazzi suoi.
Oooh, Judy, come era verde la tua valle, com'eri stupentemente suplime e quanto, quanto ti sognai con il mio cuoricione coi capelli a caschetto che faceva cloppiti clop: ora che ci penso, a parte i vestitini da Holly Hobbie, my wife un po' ti somiglia pure. Tie'.

sabato 20 ottobre 2012

Giorgini va di Mooda

Il mio nuovo fidanzato ufficiale, Ale Giorgini, in mostra: capita da domani al Laboratorio Creativo Mooda di Altavilla Vicentina, in viale Verona 64. Da Ted Bundy, ai Minimalist Portraits, fino ai recentissimi Movie Posters prossimamente on display alla Bottleneck Gallery di New York, il Giorgini che vi manca potete trovarlo colà sotto forma di schizzo, dipinto, stampata digitale, scultura eccecc. Ci saranno anche Zack & Zero? Chissà. Ma chi sono Zack & Zero? Misteriosissimo mistero, che presto verrà svelato su una collana prossimamente in uscita in tutte le edicole del regno...

venerdì 19 ottobre 2012

Sylvia Tristel

E se ne va anche la prima, indimenticabile Emmanuelle del cinema zozzo anni settanta. Intimo, intimissimo dispiacere.

mercoledì 17 ottobre 2012

Mi ricordo Richard Kiel

L'artista precedentemente noto come Il killer Squalo di 007-la spia che mi amava e Moonraker - Operazione spazio. Uno così sopra la media - due metri e diciassette di altezza, mica cotiche - da rifiutare il ruolo di Darth Vader in Star Wars perché la maschera avrebbe limitato le sue capacità espressive. Uno così tosto da reggere la dentiera d'acciaio disegnata da Vivian Kubrick (sì, quella Vivian Kubrick) per più di due minuti senza mettersi a vomitare per tutto il set. Uno così in gamba da trasformare un villain usa e getta à la Rondo Hatton nel superclassificattivo votato "personaggio più amato della saga di Bond" in un recente sondaggio di HMV. Uno, insomma, che se li è magnati tutti. Aaahhhmmm.

martedì 16 ottobre 2012

venerdì 12 ottobre 2012

Komikazen!

Fumetti di realtà: magari non son sempre roba da applausi, ma servono a tenersi svegli. Come il caffè. Ed è un caffè lungo, ricco e corposo quello che servono a Komikazen, il festival ravennate delle strip che raccontano la cronaca. In programma, fra le altre cose, un tot di belle mostre con protagonisti autori del calibro di Paolo Bacilieri, Tuono Pettinato, Peppe Palumbo e Gianluca Costantini, più tante altre iniziative da scoprire cliccando sul link qua sopra. Prego accomodarsi.

giovedì 11 ottobre 2012

Elvis The Appelvis

Alla fine di ogni puntata Flavio Imbriacone, altrimenti detto il Boss, caccia via il trombato du jour indicandogli la porta col ditino, all'uso dell'Elvis dei tempi migliori ma anche dei padroni delle ferriere di inizio novecento.
E seguendo con lo sguardo quel ditino cotechino biricchino si arriva dritti alla ratio del programma: quello che il Woody dei tempi d'oro avrebbe definito Lo zenit del ragionamento mongoloide.
Fra rampantismo d'accatto, tailleurs, fighetterie, tacchi venti, leccate di culo, sorrisi falsi a trantadue denti, brutte cravatte, linguaggio marchetting-oriented, ansia da prestazione, cinque alti, sprezzo della consecutio temporum, skyline milanotte, banalità, rossetto, brillantina e altre leccate di culo, la serata fila via in un be'.
E mentre guardi un mucchio di replicanti strafatti di IULM scannarsi per un contratto a progetto alla corte di Elvis The Appelvis Briatore, ripensi a quando ai ragazzi di bottega capitava di raccogliere briciole di pensiero laterale da gente che aveva alle spalle qualcosa in più che un pacco di soldi e protetture politiche. E capisci che sì, ad avere vent'anni saresse proprio meglio emigrare, come direbbero i giovani virgulti di The Apprentice. Puro guilty pleasure a quaranta pollici.
Però le controindicazioni sono le stesse di Report: si va a letto incazzati e depressi. Ogni martedì su Cielo alle ventuno. L'ora dei vampiri.

mercoledì 10 ottobre 2012

Mi ricordo "Doot Doot"

Freur.
Hanno ballato una sola estate. Quella del 1983.
Però accidenti se ballavano bene.

martedì 9 ottobre 2012

Sola d'attesa

La brutta notizia è che non ci sono notizie.
Noi siamo pronti, con la nostra casetta bella linda e accogliente, le valigie fatte, la testa a seimila chilometri da qui e lo sguardo fisso sul telefono.
E lui, il bastardo, non suona.
Ieri la Mariluz ha compiuto 10 anni e noi non c'eravamo. Solo questo conta. Questo, e l'incazzatura omerica nei confronti dell'Ente. Che dopo averci fatto correre come pazzi perché "si parte verso metà settembre, massimo fine settembre", non ci fa partire, non ci dà supporto, non ci dà informazioni, non ci dà tempistiche, non ci dà proposte, non ci dà rassicurazioni, non ci dà risposte. Come si sta nel limbo? Abbastanza male, grazie. Il mondo intorno continua a girare, ma tu sei congelato nel tuo nulla. Il day by day va via abbastanza liscio, anche se ormai cominci a sentirti un po' ridicolo a dire a tutti parto parto e restare sempre lì. Ma di programmi, anche a breve, neanche a parlarne. E lasciamo perdere i massimi sistemi: qui, anche la spesa settimanale diventa un dilemma. Perché mangiare tocca mangiare, ma varrà la pena di riempire il frigidèr se poi magari ci chiamano?
E loro, i bastardi, non chiamano. Non so quando partiamo, non so con che compagnia, non so dove alloggeremo, non so quanto ci restaremo, non so quanti e quali documenti ci toccherà fare prime di partire e in che tempi, non so cosa ci stiamo a fare ancora qui, non so, non so, non so.
So solo che ieri era il compleanno di mia figlia, e io non c'ero. Ufffffffaaaaaaaaaaaaaahhh.

lunedì 8 ottobre 2012

Qualcosa di interessante

La prima volta che ho letto "Il Corvo" ero ad Amsterdam fra musei e spinellotti. Parecchi spinellotti.
Pioveva spesso, nonostante fosse inizio agosto. O forse proprio perché era inizio agosto. E faceva freddo. Così, la sera mi chiudevo in albergo a leggere. E chi ti incontro? Il Corvo, appunto.
Che mi ha tenuto allegro, pardon, depressino, tipo dalle nove di sera alle quattro del mattino.
Alle dieci ero già al telefono con la Play Press. "Ho trovato questo fumetto veramente figo, dobbiamo assolutamente prendere i diritti". Solo che i diritti li aveva appena presi la Magic. Il resto, come si dice, è storia: il brutto film di Alex Proyas, gli inutili sequel, lo sfruttamento scriteriato di un personaggio che aveva senso solo in un'ottica autoriale, e che nella serialità ha perso ogni raison d'être.
Ora leggo che James O' Barr ha deciso di risuscitare il personaggio in una miniserie che torna alle origini cupissime del personaggio, Skinning the Wolves. Con il Corvo in un campo di concentramento nazi. Qualcosa di interessante, anche al netto degli spinellotti. Che ormai stanno passando di moda anche in Olanda.

sabato 6 ottobre 2012

Boia chi sfonda

Copertina a quaderno, però un po' come quei vecchi quaderni Pigna di una volta, con il cartoncino innervato da una sottile trama zigrinata.
Carta di pregio, niente di troppo lussuoso o appariscente, ma una grana liscia ben più vellutata della classica uso mano Bonelli, per di più impreziosita da una vaga tonalità champagne.
E sotto la copertina di Aldo Di Gennaro, centodieci pagine di fumetto transgender fra biopic storico, horror gotico e romance, scritto quasi eccezionalmente da Paola Barbato, che compensa un finale forse un tantino compresso con un autentico labour of love di documentazione, studio dei caratteri e montaggio, e disegnato da Giampiero Casertano con una libido meticolosa che rievoca le figatine tutte tratteggi di mangaka come Ryoichi Ikegami e maestri del grottesco come Magnus.
E sì, parte davvero col botto Le Storie, la nuova collana di one-shot di via Buonarroti con un occhio al pubblico odierno tutto pane e romanzi grafici e l'altro a chi rimpiange i fasti vintage di Un uomo un'avventura. Si poteva far di meglio? Forse, a livello di formato: visto il livello qualitativo sopra la media di testi e disegni, non sarebbe stato male esaltarli con una diagonale un po' più generosa. Magari, una roba alla francese. Sarebbe stata una scelta rivoluzionaria, per una collana che rivoluzionaria lo è davvero, nel suo piccolo.

mercoledì 3 ottobre 2012

Proprietà privata

Le leggi di proprietà dei bambini, scoperte tardivamente grazie a un caro amico e al suo tombolotto di anni due, ma perfectly fitting anche per molti dei nostri amministratori locali.

martedì 2 ottobre 2012

Fiorito

Richiamo ufficiale

Uno yodel austriaco riprodotto al contrario a velocità accelerata: ecco l'ingrediente principale del leggendario urlo di Tarzan nel mix creato dalle parti del 1932 per il film Tarzan l'uomo scimmia.
Io, per Nuvoletta Rossa, mi sono sbattuto altrattanto: e quindi, nella mia recensione tarzanella dedicata all'ultimo Oldie but Goldie di Magic Press, son riuscito a frullarci dentro Keynes, Umberto Eco, il Watergate e un po' di altra robetta. Prosit.

lunedì 1 ottobre 2012

Male, malissimo

Dopo una vita passata a disegnare per il quotidiano comunista, Vauro Senesi lascia. Prossima fermata, Il Fatto Quotidiano: un giornale che dal momento della sua uscita nelle edicole sta lavorando attivamente per celebrare i funerali del manifesto e spolpare il suo cadavere dei pochi, irriducibili lettori che gli restano.
Dal punto di vista umano, la mia stima per Vauro resta immutata. Il nostro tiene famiglia. E dovendo scegliere fra una navigazione incerta e perigliosa a bordo di una zattera Gericault-Style e una poltrona comoda sulla tolda di un brigantino che veleggia intorno alle 50.000 copie di venduto, be', è perfettamente logico che abbia scelto la seconda opzione. Certo, vederlo schierato con gli aspiranti saprofagi di via Valadier fa male, pardon, Male: ma qui bisognerebbe interrogarsi sui motivi esistenziali, umani e politici di questo inopinato cambio di casacca, e forse è meglio non approfondire.
Resta il fatto che la caccia al prossimo vignettista del manifesto è ufficialmente aperta. Chi volesse partecipare può contattare la segreteria del giornale scrivendo a dimafoni@ilmanifesto.it o telefonando allo 06 68 71 93 31. E in culo alla balena.