giovedì 27 marzo 2014

Maledetti, vi amerò


Primavera progressiva. All'orizzonte si intravedono gli IQ di Peter Nicholls, con l'imminente The Road of Bones. Nel frattempo, out of the blue, ecco Demon dei norvegesi Gazpacho. Chi pensava che Jan Henrik Ohme e i suoi biondi vichinghi avessero in tasca l'ennesima manciata di caramelle sonore alle erbe dal gusto fruttato e dalla consistenza gommosa può mettersi il cuore in pace: tolto il singolo The Wizard of Altai Mountains - che però compensa la saccarina con un video found footage dalle insospettabili venature strizzaculo - Demon è un disco piuttosto dark. Riff piacioni pochi, e assai diluiti. Voci e chitarre distorte. Suoni scarni, essenziali, dissonanti, con sentori di gospel e musica Yiddish. E per chiudere in bellezza, una bella spalmata di mellotron, che quando ci vuole ci vuole. Il tutto, per ripercorrere in quattro movimenti il diario dell'inquilino di un appartamento di Praga infestato da - be', da qualcosa di brutto. Da un soggetto del genere, una band di metallari ci avrebbe tirato fuori uno di quei dischi che ti prendono a pizze in faccia. Chi conosce i Gazpacho, sa che con loro non si corre questo rischio. Il problema è quella sensazione che ti prende ascoltando e riascoltando il disco in solitudine: la sensazione di avere fra le scapole gli occhi di - be', di qualcosa di brutto. Ma son brividi d'amorrr, come cantava quel tale. Su iTunes e in Cd Kscope.

mercoledì 26 marzo 2014

Ramarri di tutto il mondo unitevi

China dura la vince
Apertura mentale, cultura non fumettistica, abnegazione feroce, talento, stile, umiltà: oggidì, sono rari gli artisti che riescano a profondere tante doti nel loro lavoro. Giuseppe Palumbo è uno dei personaggi a fumetti più riusciti della storia proprio perché nei suoi lavori ci trovi tutto questo, e molto altro ancora. Per rendersene conto, basta dare un'occhiata alle tavole esposte nella mostra Palumbo Versus ospitata fino al 19 aprile 2014 presso la galleria bolognese Camera con vista: produzioni per Comma22, commesse a fumetti per enti come Palazzo Strozzi di Firenze, App, videoarte e molto altro ancora. Un lavoraccio, che mostra la straordinaria evoluzione del sulfureo artista lucano esploso sul Frigidaire dei bei tempi che furono con Ramarro, supereroe bizzarro, e oggi capace di passare con nonchalance da produzioni popolari come Diabolik, alle cover dei gialli junior Mondadori, a opere più intimiste e sperimentali come Uno si distrae al bivio - La crudele scalmana di Rocco Scotellaro.  Uno così, se non ci fosse bisognerebbe inventarlo. Per fortuna, ci ha già pensato mamma Palumbo.

martedì 25 marzo 2014

Rebhorn Again

James Rebhorn, l'idealtipo della perfetta stronzitudine

- Signore...
- Scusa, Pietro, ma sono un po' incasinato. È ancora per quella storia del Boeing Malese?
- No, be', lì abbiamo risolto... sono tutti e trecento al check in.
- Oh, bene. E allora, qual è il problema? Altri preti pedofili? Pandemie zombie e relative problematiche teosofiche? I fumetti di Jenus?
- Niente di tanto drammatico, o immenso. Si tratta della recita parrocchiale di quest'anno. Ci occorrerebbe un volontario per la parte del giuda, ma non si fa avanti nessuno.
- Non preoccuparti. Ho giusto qui la pratica di un caratterista che potrebbe fare al caso nostro...

sabato 22 marzo 2014

Cuore di zombie


Wilda ci guarda
Il principio è lo stesso del misconosciuto Morti e Sepolti di Gary Sherman, o di fumetti come Fragile di Stefano Raffaele: prendi uno zombie, gli infondi una coscienza, e stai a vedere quello che succede. A fare la differenza, però, non è tanto il cosa, ma il come: e in questo senso, come al solito, in Bonelli hanno fatto le cose con cura certosina. Lukas, la nuova miniserie horror in uscita proprio oggi in tutte le edicole, cammina su gambe solidissime: quelle di Michele Medda, che dopo Caravan si conferma un piccolo maestro nel disegno delle psicologie e nelle relazioni soprattutto emotive fra i personaggi; e quelle di Michele Benevento, "bravo disegnatore" di Dampyr dal segno vagamente Casertano nonché coordinatore del team di artisti al lavoro sulle prime due stagioni del serial. La scommessa sta tutta nel manico, cioè nella struttura narrativa: come in varie recenti testate Bonelli, il gioco non sta nel godersi le avventure di un personaggio fatto e finito, ma nel lento, progressivo disvelamento di una storia segreta. Che comincia (metafumettisticamente?) con il ritorno alla vita di Lukas nel cimitero di una città immaginaria popolata da amanti della carne umana, umanità marginale e dolente à la Angelo Nero, sicari mafiosi e grassone cattive a metà fra George Grosz e Galep. Azione, melanconia, mistero, fragilità e i prodromi di inquietudini a venire: puro spirito dei tempi fatto fumetto.

mercoledì 19 marzo 2014

Scòzzari!

Il sorridente (altro che Stan Lee)
Quando parla LUI, giovani, chiappe strette, occhi vispi e mani stese in avanti ad aspettare salutari bacchettate tipo:

"Devi pensare e realizzare ogni vignetta come se fosse l'ultima della tua vita prima di uscire per strada e essere travolto da un camion. È così che ci si deve comportare, se vuoi stare sul palco.

Scòzzari returns, grazie a Dio. In una spettacolosa intervista a puntate su fumettologica. Io lo adoro, quest'uomo con la faccia da Prodi e la testa da prode. Adoriamolo tutti.

venerdì 14 marzo 2014

La fine del mondo

E luce fu
Pagare il biglietto per una corsa in tram, e ritrovarsi seduti su uno shuttle in fase di decollo, con l'accelerazione a 3G che ti schiaccia sul sedile, il rombo dei bruciatori che scuote le vertebre come una pila di tazzine da caffè e lo stomaco che si strizza in preda all'emozione. Per chi segue i fumetti super-eroistici, è una eventualità diventata ormai piuttosto rara. Rara, ma non impossibile: lo dimostra questa uscita 23 di Lanterna Verde, che conclude con una battaglia fine di mondo la lunga cavalcata dello sceneggiatore Geoff Johns nel mondo dei Cavalieri di Smeraldo. 116 pagine che condensano in un crescendo epico davvero magistrale la sfida fra i Corpi delle Lanterne di ogni colore sparse ai quattro angoli della galassia e la venefica Prima lanterna Volthoom. Per una volta, la continuity resta sullo sfondo. In compenso, la retorica tutta americana della catarsi (super) eroica permea ogni centimetro della pagina stampata, ogni vignetta, ogni eroe pronto all'estremo sacrificio, ogni lampo di luce, ogni muscolo guizzante, ogni stilla di sangue alieno disegnata benissimo da un Doug Mahnke in forma strepitosa, fino a un gran finale elegiaco che proietta il lettore verso il migliore dei futuri possibili - lo scioglimento in positivo di tutti i "what if", di tutti gli snodi narrativi, di tutte le questioni lasciate in sospeso. Il genere di spettacolo, insomma, che ti lascia spossato, ma con un gran sorriso sulle labbra. Se il mondo fosse un posto civile, sarebbe già esaurito. Ma per fortuna di neofiti, scettici e Marvel Junkies, è ancora in tutte le edicole. Da RW/Lion a 5,95 euro. Pochissimo, per un bel regalo.

Le due Frida

Il perturbante
Una è a Roma, dal 20 marzo al 30 agosto. L'altra, a Genova, dal 20 settembre al 15 febbraio del 2015. Ognuna delle due mostre dedicate a Frida Kahlo racconta un lato dell'artista: quella alle Scuderie del Quirinale, il rapporto turbolento con artisti messicani come Orozco o Siqueiras o quello frizzante con i surrealisti; quella a Palazzo Ducale, la storia d'amore picaresca e tormentata con Rivera, marito fedifrago, pigmalione e punto di riferimento irrinunciabile per una vita troppo densa, avventurosa e complicata per i confini di un corpo fisico gracile e torturato. E quindi: dipinti insostenibili come La maschera o Unos quantos piquetitos, foto bellissime realizzate nella quiete labirintica della Casa Azul di Coyoacan da Nickolas Murray, storie à la Ballard di corpi oltraggiati o assassinii politici. Il tutto, illuminato dai colori acidi allegri e violenti del Messico. Nutrimento spirituale al gusto lime più mais più chile de arbol, per crescere più fusti e robusti che mai.

mercoledì 12 marzo 2014

Orrori a colori

La mia preferita
Doverosa postilla al triste annuncio di ieri: da oggi e fino alla prossima occasione, Zack e Zero attendono il gentile pubblico sul sito ufficiale Saldapress con tutte le strisce della serie in inedita versione technicolor. Perché chiudere va bene, ma chiudere con un sorriso è meglio.  Siggghhh.

martedì 11 marzo 2014

Non morti


I lettori più occhiuti l'avranno notato: da gennaio 2014, la strip di Zeta come Zombie ha interrotto il suo percorso sulle pagine dell'edizione da edicola di The Walking Dead.
Un vero peccato, soprattutto per il sottoscritto e il Giorgini, orribilmente affezionati ai nostri pupazzetti di carta. A mitigare il dispiacere, la consapevolezza di esser costretti a mollare dai troppi impegni, con un sceneggiatore in perenne corvée cucina redazionale e un disegnatore che da qui alla fine dell'estate non avrà più un secondo libero.
Una decisione sofferta ma necessaria, insomma, condivisa in toto con Saldapress, cui ovviamente va tutta la nostra gratitudine per averci ospitato su una rivista tanto apprezzata come The Walking Dead. Ma non tutti i mali vengono per nuocere: come da vignetta qui sopra, quello di Zack e Zero è un arrivederci, non un addio. E la certezza è che presto torneranno a sparapanzarsi davanti alla Tv pronti a regalare al pubblico nuove perle di brufolosa demenza. Chi non muore si rilegge, insomma: a presto.

mercoledì 5 marzo 2014

Trecento, allora


Se veniamo di lì vi facciamo un coso così

E insomma, poi finisce che all'uscita del cinema ti viene da pensare a quel frocetto comunista di John Milius e sotto sotto ti fa un po' pena. Che qui il testosterone scorre a litri, a galloni, a secchiate, in fiotti tridimensionali che sprizzano un po' qua e un po' là e si spantegano sulle lenti degli occhiali Real 3D lasciandoti tutto madido di gloria.
Il secondo tempo del derby Panathinaikos-Checche questo offre. La differenza col prototipo è che qui i greci hanno i mantelli blu invece che rossi. Da segnalare al ventesimo del primo tempo il camao di Enomao, resuscitato honoris causa dallo "Spartacus" Tv come trainer della oriunda persiana Artemisia, e intorno al sessantesimo le tette della suddetta, una Eva Green la cui terza abbondante vale abbondantemente il prezzo del biglietto. Murro dirige con un piglio così nietzschiano che sui titoli di coda ti viene voglia di invadere uno stato sovrano. È un film che piacerà un sacco a chi non ha mai visto un film o un paio di tette, non necessariamente in quest'ordine. E comunque, remember. morire in piedi è cool, ma secondo noi gobbetti anche vivere in ginocchio ha il suo perché. Soprattutto in Italia.

martedì 4 marzo 2014

Col senno di Poe

Aaahhh, ecco come fa

Un po' di Edgar Allan, edifici senzienti e corvacci compresi. Molto Accapì Lovecraft, con il sottosuolo come habitat naturale di poliponi in agguato fin dall'epoca giurassica. Molta, moltissima atmosfera, a dimostrare che anche a settantaquattro anni compiuti Richard Corben non ha ancora perso la manina fatata giunonica e muscolare ammirata in pezzi di bravura dell'era Milano LIbri come "Den" o "Rolf" (a proposito: ma ristamparli, no?). E se la sceneggiatura di Strnad più che un insieme organico sembra un patchwork di scenette concepite più per l'effetto shock che per un affresco di ampio respiro, pace: il bel brossurato Magic Press ottimamente tradotto da Stefano Formiconi in un italiano debitamente aulico resta comunque una gustosa e stimolante alternativa rispetto agli zombi i vampiri e i mutanti che affollano i menu di edicole e librerie. Ce ne vorrebbero di più, di fumetti così: a dodici euro in tutte le librerie della contea.