mercoledì 28 dicembre 2011

Mi ricordo Cita

Il che fra l'altro mi riporta alla mente un pomeriggio estivo molto molto giovanile, nella penombra di una cucina nuorese, seduto sul pavimento freschetto di fronte a un televisore in bianco e nero, l'occhio torpido su Johnny Weissmuller che fa i puccini nella cascata sotto casa e io a sognare il mare così vicino eppure così lontano.
Il giornale precisa che Cita in realtà era maschio, si chiamava Jiggs e "amava le partite di football americano e ascoltare musica religiosa". Ennesima dimostrazione, casomai ce ne fosse bisogno, che Desmond Morris ha sempre ragione.
E posto che Cita è defunta di fresco, mi ricordo anche che se ne vanno sempre i migliori.

Update delle 11,44: Badtaste precisa che la notizia della morte di Cita è stata ampiamente esagerata.

martedì 27 dicembre 2011

Guardate che figate

È tornato.
Guardare le figure, imprescindibile guida agli illustratori italiani per l'infanzia fra ottocento e novecento scritta nel 1972 per Einaudi da Antonio Faeti è di nuovo in libreria.
La nuova edizione, pubblicata da Donzelli, aggiorna il tutto ai nostri tempi con una poderosa intro lapalissianamente titolata "Quaranta anni dopo".
Il resto è qualità purissima, apprezzata a suo tempo anche da Italo Calvino himself.
418 pagine, 32 euro. Approfittare, che secondo me prima della prossima ristampa toccherà aspettare altri quaranta anni minimo, visti i tempi che corrono.

E in tempi di Real Life Super Heroes...



Uno come Danny Trejo fa la sua porca figura.
Cazzo, io me lo trovassi di fronte così sui due piedi smetterei di delinquere all'istante.
Qui tutto sui Real Life Super Heroes.

Tales From an Adoption: una autentica autentica autentica

L'inizio della fine del percorso che precede l'adozione è un oceano di scartoffie.
Si comincia dal mandato, cioè dal permesso scritto che gli aspiranti papà e mamme danno all'ente adottivo che hanno scelto per la gestione del discorso all'estero.
Stringi stringi la morale è: ci fidiamo, fate voi.
Per dire all'ente ci fidiamo fate voi devi scrivere nome cognome codice fiscale data di nascita indirizzo di residenza su dieci moduli diversi. Prima di consegnarli, tocca fare autenticare le firme. Tecnicamente, sarebbe ciccia dell'Anagrafe. Almeno a dar retta al centralino del Tribunale dei minori e allo 020202, efficientissimo call center del Comune di Milano.
Così stamattina sul molto prestino, perché poi l'ufficio chiama, gita all'anagrafe. io e la Ele.
"Buongiorno, avremmo qui un modulo con delle firme da autenticare..."
"Faccia vedere."
"..."
"..."
"Mmmm. Sì. Però, veda, noi non facciamo questo genere di autentiche. Deve andare al tribunale dei minori."
"Veramente noi arriviamo proprio dal Tribunale dei Minori. Abbiamo chiamato anche il numero verde del Comune per sicurezza."
"Sì, be', allo zeroduezeroduezerodue raccontano sempre un sacco di favole."
"Ah, occhei, perfetto. E quindi?"
"E quindi non lo so. Aspetti, chiedo al mio superiore.


p
a
s
s
a
n
o

5

m
i
n
u
t
i


"Eccomi qui, scusate l'attesa. Sì, effettivamente il superiore mi conferma che qui al massimo possiamo rilaasciarvi una copia conforme, cioè una fotocopia del documento che certifichi l'autenticità delle firme."
"E par una autentica autentica?"
"Per una autentica autentica potete provare al Tribunale di Milano o da un notaio."

In tribunale, stanza 460, 5° piano, repeat at will. Cioè fino a qualche tempo fa l'ufficio autentiche autentiche c'era, poi l'hanno tolto quindi cazzi nostri, detto solo un po' più gentilmente di così da un'impiegata resistente e passiva come un citofono.

Alla fine con la Ele abbiamo fatto irruzione nello studio di un notaio che per soli 10" e 70 euri ci ha elargito una autentica autentica autentica. Che unita all'autentica autentica delle firme dei giudici del Tribunale di Milano ci conquisterà il diritto di fare un autentico autentico tuffo nell'oceano di scartoffie di cui sopra.

Update delle 23,23: mi casca l'occhio sulla autentica autentica del notaio. Incredibile ma vero: è riuscito a sbagliare il mio cognome, quindi temo sia tutto da rifare. Domani, perché adesso sto mangiandomi il cuscino del divano, e sono molto, molto lontano dalla mia forma olimpica.

(E come nella migliore tradizione, continua...)

domenica 25 dicembre 2011

Bocca chiusa

Un grande giornalista e grande partigiano ha deciso di passare un Natale bruttissimo.
O bellissimo, chissà: dopotutto, il dopo è solo una questione di punti di opinioni separate dai fatti.

giovedì 22 dicembre 2011

Pino Silvestro


A questo giro, un buon Natale Horror: Treevenge, un piccolo film che però dài in fondo fa anche pensare con il suo retrogusto di feroce critica sociale sui guasti del consumismo e relative fregnacce. Occhio che fa brutto veramente!
Io che ho un autentico finto abete di plasticaccia realizzato in qualche scantinato cinese da manovalanza sottopagata sono ecologico quindi vado tranquillissimo.
Se avete acquistato un pino organico so' cazzi vostri.
Poi non dite che non vi avevo avvertito.
Buon Natale a tutti!

Mi ricordo Reiser

Al secolo Jean-Marc Reiser, satiro fransé di gran talento di cui non so gli altri ma io personalmente ogni tanto sento una gran mancanza.

martedì 20 dicembre 2011

Il possibile Spider-Man di David Fincher e qualche trailer

Su Ain't it Cool c'è un bell'estratto da un'intervista a David Fincher, che durante la presentazione del suo remake di Uomini che odiano le donne ha parlato della piega che avrebbe preso Spider-Man se invece di Sam Raimi l'avesse diretto lui.

"A proposito di quello che avrei fatto con Spider-Man, avrei scelto una strada diversa rispetto a quello che ha scelto di fare o ha fatto Sam. Credo che alla fine sia toccato a lui perché lo intendeva come un classico super-eroe Marvel Comics. A me la genesi di Spider-Man non ha mai interessato. Non sarei mai riuscito a glissare su un tizio che si becca un morso da un ragno radioattivo rosso e blu. Era un bel problema. Una premessa che non sarei mai riuscito a prendere sul serio. Personalmente, sarei partito da Gwen Stacy e Goblin, e avrei ucciso Gwen Stacy.
Per i titoli del film avevo pensato a una sequenza intorno ai dieci minuti, praticamente un video musicale, un'opera, fatta per riassumere al pubblico in un colpo solo tutta la sottotrama su Peter Parker. Il morso del ragno radioattivo, la morte di Zio Ben, la perdita di Mary Jane, fino ad aprire il film con l'incontro fra Peter e Gwen Stacy. Un approccio molto diverso dalla solita storia sui teenager. Avrei incardinato il film sulla metamorfosi del personaggio da uomo qualunque a fenomeno da baraccone."


È sempre bello farsi le pippe mentali sui "se" e sui "ma". Ma anche farsi le pippe sui "chissà" e sui "vediamo" non è male: Dark Knight a parte, il 2012 cinematografico si preannuncia bello ricco e visionario il giusto. vedere, per credere, i trailer di M:I 3 - Protocollo fantasma, L'Hobbit: un viaggio inaspettato e, sì, magari anche dello Spider-Man di Marc Webb. Senza contare il Prometheus di Ridley Scott, che sembra un bel filmone di fantascienzona come non se ne vedevano più da un tot.
I vendicatori, invece, me lo perdo volentieri. Sono troppo stagionato per il Luna Park.

lunedì 19 dicembre 2011

Trionfa la giustizia proletaria!


"Come avete pensato di vivere così alla grande lasciando così poco per tutti noi?".
Ecco, ora mi tocca pure tenere per Bane.

Senza tabù

"Nessun tabù", dice la Marcegaglia ai sindacati tutti a proposito dell'imminente abolizione dell'Articolo 18.
E ci ha ragione: visto che more solito a prenderselo nel bocchettone devono essere i lavoratori, tanto vale che si dimostrino belli disinibiti.

Caro ammazzato

E ci siamo giocati anche Kim Jong Il.

giovedì 15 dicembre 2011

Riunione di redazione


Simon & Kirby tornano a far coppia nel grande studio celeste.

Ritorno a Belleville

Molto prima che Daniel Pennac si installasse armi e bagagli a Belleville con le sue risciaquature nel lavello di Queneau Perec e soci, la realtà degli immigrati francesi era già stata passata al tritacarne da Romain Gary. La vita davanti a sé è il ricordo acido, convulso e febbricitante di quella visita: un sorridente e disperato tour anni 70 ai piani bassi di un'umanità fatta di vecchi arabi ciechi, puttane, pugili, ex galeotti, sciamani, travestiti. La storia d'amore materno fra il piccolo Momò e l'anziana prostituta Madame Rosa usa il linguaggio bambino come un manganello: sono bastonate, ma salutari. Fra incubi che "sono sogni quando invecchiano", disperati che "si guadagnano la vita col culo" e sale doppiaggio dove si riesce "a far andare il mondo all'indietro", il romanzo rotola verso l'atroce, inevitabile, bellissimo finale. E una morale solo apparentemente consolatoria: "Non si può vivere senza nessuno da amare, ma non vi prometto niente". Da Neri Pozza a 11,50 euro.

Coff Coff

Non è ancora arrivato, ma sarà in libreria a partire dal gennaio 2012, questo Eternit - Dissolvenza in bianco, docufumetto realizzato da Gea Ferraris a partire dai testi firmati negli anni da Assunta Prato appunto sulla Eternit di Casale Monferrato. Una delle tante, troppe aziende che hanno fatto dell'Italia il Paese leader nella produzione dei morti sul lavoro, con 1.100 vittime fra aziende, fabbriche e cantieri solo nel 2011. In casi recenti come quelli della Thyssenkrupp, la fine è arrivata in fretta, in una palla di fuoco. A Casale, no: il nemico invisibile, l'amianto, ha pervaso l'aria stessa con le fibre sottili e venefiche utilizzate nella produzione del fibrocemento. 1.700 persone mandate all'altro mondo dal mesotelioma pleurico su 37.000 abitanti. 1.700 storie drammatiche, che Ferraris ha distillato in un crescendo di rabbia trattenuta interpretato da un pugno di maschere essenziali e convincenti. Una lettura dal ritmo sommesso e dal tratto pittorico, volutamente fuori moda, che al netto delle ingenuità tipica delle opere d'esordio ha un profumo simile a certe intuizioni dell'ultimo David Lloyd. E accanto all'inchiesta disegnata, una corposa documentazione, per commuoversi, indignarsi, ricordare. Da Ediesse a 15 euro.

martedì 13 dicembre 2011

Però, Peroni...


...potevi aspettare un altro po'.

Cose che mi dimostrano che sto invecchiando # 453024


Quando leggo questi lanci mi incazzo pesantemente. Sarò grave?

Tragico Fantozzi


A quanto pare, non è vero che se ne vanno sempre i migliori.

Mi ricordo Vujadin Boskov


Colui che disse:

"Rigore è quando arbitro fischia"

"Gullitt è come cervo che esce di foresta"

"Se vinciamo siamo vincitori, se perdiamo siamo perditori"

"Chi non tira in porta non segna"

"Squadra che vince scudetto è quella che ha fatto più punti"

"Lui è treno pendolino che esce di stazione"


Eccetera.

Vinse uno scudetto con la Samp nel 1991. Attualmente la sua unica panchina è quella dei giardinetti, purtroppo.

domenica 11 dicembre 2011

Ab-bat-tuto


La leggenda vuole che Bob Faso-tuto-mi Kane avesse incrociato Jerry Robinson per strada, fulnminato sulla via di Damasco dalle favolose decorazioni apposte dallo stesso Robinson con le sue belle manine sante sul proprio giubbotto da teddy boy ante litteram.
Vieni meco, che ci ho un giustiziere mascherato da tramandare ai posteri, avrebbe detto Bob.
Ci mancherebbe, arrivo, avrebbe risposto Jerry.
Com'è, come non è, Jerry era persona degna del massimo rispetto, non foss'altro che per aver creato graficamente il Joker. Perché sì, l'idea del pagliaccio cattivo era stata di Kane e Finger. Ma corre voce che il ghigno à la Conrad Veidt di Mr. Jay sia farina del sacco del Dottor Jerryl.
Onore al merito, dunque: e che la terra gli sia lieve, cavernosa, e frullante d'ali di pipistrello.

mercoledì 7 dicembre 2011

il fumo e l'arrosto


Mary Jane Says segna l'uscita di Nick D'Virgilio dagli Spock's Beard.
Niente dietrologie: Nick rullante è uscito dal gruppo per motivi squisitamente alimentari. Perché anche se sei un session man fra i più richiesti sul mercato e militi in una fra le migliori prog band in circolazione, tenere famiglia in tempi di crisi impone scelte pragmatiche.
Come quella di fare il batterista del Cirque du soleil.
O di debuttare come solo artist.
L'EP, piuttosto belloccio, è su iTunes a prezzo di realizzo: meno di tre euro. Un piccolo prezzo, per un bel tot di ottimo artigianato.

lunedì 5 dicembre 2011

Che danno che fanno!

Quasi repost da "Repubblica", ma ne vale la pena. Perché il portale Sh*t may Husband/Wife/Kids/Pets Ruined offre una divertente (terrificante) panoramica su quello che può succedere quando ti ritrovi in famiglia uno che ha a disposizione beni mobili e immobili di grande valore soprattutto affettivo ma non solo e un sacco di tempo libero. Di mio se ci avessi le foto potrei aggiungere alla galleria degli orrori un paio di Tod's nuove di pacca masticate a suo tempo dal mio cane (mai che scelgano le espadrillas, i bastardelli) o quella volta in cui la mia anima gemella ha tentato di uccidere la mia rarissimissima statuetta in resina di Tex Willer, costringendomi a riappiccicare con l'Attak la statuetta di cui sopra e il nostro matrimonio. Buuuhhh.

domenica 4 dicembre 2011

venerdì 2 dicembre 2011

Quel treno per Yomi

Biancore abbagliante sull'universo Otaku: Shingo Araki, character designer di un sacco di cartoni giappo, ha acquistato un biglietto di sola andata per il Kami-dame casalingo.
Sventolio di fazzoletti.
Sipario.

mercoledì 30 novembre 2011

Morgan Freeman

Servizietto Clienti

Nel marzo scorso ho deciso di farmi l'Home Pack.
La pubblicità vagheggiava emozioni digitali slurp slurp: decoder MySky accaddì a gratis, più Voce e Internet Fastweb a 100 mega.
Chiamo l'apposito call center. Il tempo di dire "Home Pack" e mi ritrovo alla porta un installatore che mi porta l'accrocchio nuovo, me lo collauda e mi risintonizza tutto l'amba aradam.
"E Fastweb?", chiedo.
"Ah, non so", ribatte il tipo. "Noi pensiamo a Sky, a Fastweb ci pensa Fastweb".
Va be', dico, aspettiamo.
Passa una settimana.
Passa un mese. Entro in modalità ossessivo-compulsiva. Chiamo il servizio clienti Sky, dove mi dicono di chiamare il servizio clienti Fastweb. Chiamo il servizio clienti Fastweb, e lì mi dicono di chiamare il servizio clienti Home Pack. Chiamo il servizio clienti Home Pack, e non mi dicono niente, perché c'è solo una segreteria telefonica che recita "il numero non è attivo".
Mi arrendo e mollo lì, pensando che finché sto con Tiscali sto in una botte di ferro e prima o poi da Fastweb dovranno pure farsi vivi.
Due mesi dopo, finalmente squilla il cellulare: "Signor Voglino? Sono il tènnico di Fastweb. Domani veniamo a installarle la fibra ottica".
Ehilà!
Il giorno dopo, si presenta il tènnico. Dice che ci vorranno dieci minuti, e ci impiega due ore. Mi sistema il modem wireless a quindici metri e quattro pareti dal mio Mac. "Non sarà un problema?", azzardo. Ma figurati: questi affari sono delle schegge, qui si viaggia a 100 mega signora mia e blablabla. Faccio uno speed test, e vedo che il Pc gira more solito. Non dico tipo modem a cinquantasei kappa, ma insomma, molto a sud dei 100 mega promessi. "Tranquillo, chiami il servizio clienti e vedrà che la sposteranno su un canale più veloce, questo è quello presettato e non è granché". Mmm. Provo con la Play, e quella effettivamente gira benino, quindi abbozzo.
Per chiudere il cerchio devo solo richiamare il tènnico casomai il telefono dovesse improvvisamente ammutolire perché vuol dire che hanno effettuato la migrazione da Tiscali e Fastweb e quindi dovrà attivarmi la linea.
"Ma alle scartoffie ci pensate voi?".
"Oh yes, bastano due firmette qui e qui e il codice di migrazione".
Firmo.
Arriva luglio. Aspetto la prima fattura Fastweb, che non arriva. Arriva, invece, l'ennesima fattura Tiscali. Chiamo Fastweb: "Non c'è problema, trattasi di normale rodaggio amministrativo, ora segnalo il tutto e siamo a posto". Chiamo Tiscali: "Non c'è problema, probabilmente il passaggio è ancora in corso. Ora segnalo il tutto e siamo a posto".
A fine agosto, al rientro dalle ferie, mi ritrovo all'attivo zero bollette Fastweb e un'altra bolletta Tiscali. Mi riattacco al telefono. Al call center di Fastweb mi ripetono che non c'è problema, che segnalano il tutto e siamo a posto. Al servizio clienti Tiscali invece, la signorina tal-dei-tali-come-posso-esserle-utile mi segnala che il problema c'è, eccome.
"Deve mandarci un fax con una fattura che attesti il passaggio a Home Pack".
"Ma io una fattura da mandarvi non ce l'ho. Non l'ho ancora ricevuta".
"Mi spiace, ma senza una fattura che attesti l'avvenuta migrazione l'ufficio amministrativo non consente di chiudere la pratica".
La signorina tal-dei-tali non è più frillosa, complice, quasi seduttiva come ai bei tempi. Ora è para para il computer Madre di Alien. Presente "La Nostromo si autodistruggerà fra cinque minuti"? Ecco.
Brivido. Ormai sono nel girone degli ex. Là sarà pianto e stridor di denti.
Richiamo Fastweb. Non c'è problema, posso scaricare la fattura dal sito di Sky e mandargli quella. Scarico e stampo la fattura e la faxo a Tiscali.
A ottobre, altra fattura Tiscali. Richiamo il servizio clienti, e dico che, ehm, veramente io avrei già provveduto a inviargli il fax con la fattura. Già che c'ero, gli ho rispedito il modem per raccomandata, e gli ho girato le ricevute.
"Ma sulla fattura Home Pack di Sky manca il numero di telefono", pignoleggia Madre.
Effettivamente.
"E quindi?".
"Quindi ci deve mandare una certificazione che attesti l'avvenuta migrazione al suo nuovo fornitore di servizi".
"La Nostromo si autodistruggerà fra cinque minuti...".
Richiamo il servizio clienti Fastweb masticando maledizioni sumere. Non c'è problema, mi mandano una mail con la certificazione. Controllo che riporti il mio numero di telefono, il mio indirizzo, il codice fiscale, lo stato civile, il peso, l'altezza il segno zodiacale l'ascendente e tutto il resto. Lo ficco nel fax e lo giro a Tiscali. Dopo circa un'oretta ricevo una mail che mi conferma che la mia pratica è in via di risoluzione. lacrime di sollievo misto gioia. Ce l'ho fatta.
Anzi, no.
Qualche giorno fa ricevo un'altra fattura da Tiscali.
Madre del Servizio Clienti mi comunica che la certificazione che gli ho faxato non è valida, perché la mail non è su carta intestata Fastweb.
Al servizio clienti Fastweb mi dicono che non c'è problema, che entro 15-20 giorni mi invieranno per posta ordinaria le fatture cartacee da faxare a Tiscali per dimostrare a Madre che
ho rotto il cordone ombelicale.
Ho spezzato le catene.
Ho completato il mio aspro percorso di separazione/individuazione.
Avrei voluto scaricare le Myfastfatture dalla Myfastpage per fare un po' prima, ma Myfastcentralinista dice che con i Clienti Home Pack il Cms non funziona. Però non c'è problema, stanno risolvendo.
Quando riceverò le fatture cartacee, le faxerò a Madre. Anche se temo che quando le riceverà si inventerà qualcos'altro, e alla fine mi toccherà recedere dal contratto pagando servizi di cui non ho usufruito e spendendo il triplo di quello che avrei dovuto spendere.
Non c'è problema, intendiamoci. Ma comincio ad avere il vago sospetto che l'Home Pack sia una solenne inchiappata.
Qui ufficiale tecnico Voglino Ripley. Passo e chiudo.

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martedì 29 novembre 2011

Il nuovo organigramma del PD


Magara!

Mi ricordo Federico Brugia

Quando l'ho conosciuto, una ventina d'anni fa o giù di lì, Federico Brugia non era Federico Brugia. Allora lo chiamavo semplicemente "Silvano".
Abitava in una casa favolosa di via Sebeto con mammà, favolosa stilista. rotto il ghiaccio a una festa molto Anni 80 sotto un bombardamento di Clash, Propaganda e Chaka Khan, ci piaciucchiammo subito. Da lì partì un treno di incredibili avventure in alta fedeltà: un sacco di notti passate a strimpellare tastiere e Technics milleddue fra canne e whisky, un sacco di giornate a riguardare e commentare i film di Kubrick Raimi o i Coen, un sacco di sogni a buon mercato di quelli che fai all'Università, quando il futuro è un'autostrada a quattro corsie. E un pezzullo da discoteca, registrato in uno studio di Grosseto chissà quando e rimasto in un cassetto perché anche nel meraviglioso mondo del pop una cosa non è fatta finché non è fatta. Poi, secondo natura, ognuno per la sua strada.
Che nel caso di Silvano - pardon: Federico - è rimasta quella del cinema, della moda, della fotografia. Mondi in cui continua a razzolare con stile, energia e personalità.
Da qualche parte, a casa mia, devo avere ancora delle foto mie fatte da lui in una notte d'inverno all'insegna della voglia di esserci e della fendimetrazina. Ero venuto parecchio bene, quindi mi sa che prima o poi dovrò farle incorniciare: sempre che non sia stato così fesso da buttarle in uno dei miei periodici repulisti esistenziali. Sperèm de no.

domenica 27 novembre 2011

Sarò Frank

Lo disse uno che di autoritarismo ne capiva, Hermann Goering: "La storia la scrivono i vincitori". Ci ho pensato leggendo l'editoriale di Alex Bottero sull'ultima bruttura di Frank Miller. Il Botterone sostiene che Holy Terror vada considerato come un'invettiva a fumetti, "uno sfogo non mediato di un americano che scrive e disegna meglio di me", e che sia stata boicottato da certa critica a prescindere per fighettismo di sinistra. Una tesi ottimamente argomentata attraverso l'esegesi puntuale del volume. Resta però un fatto che Bottero non prova nemmeno a contestare e che mina l'arringa alla radice: cioè gli omissis che Miller semina disinvoltamente nel fumetto, riducendolo a una manganellata mediatica buona solo per buzzurroni senza la minima capacità di interpretazione dei giornalini e del mondo che ci gira intorno.
Perché sì, si può essere filoamericani fino al midollo. Ma se si legge la lotta al terrorismo islamico dimenticando le centinaia di migliaia di morti ammazzati seminati dalle guerre umanitarie degli Stati Uniti in tutto il globo, il sostegno economico offerto a figuri come Osama Bin Laden durante gli anni 80, o l'endorsement di Washington a un regime autoritario come quello saudita si ottiene un risultato grottesco. Proprio come Miller, che ormai è l'ombra del vigoroso anarcofascista che in tempi ormai lontani partorì Il ritorno del Cavaliere Oscuro. E oggi, ridotto a mesta caricatura di se stesso, tenta di ricavarsi un posto a destra di Newt Gingrich e soci latrando contro ogni sinistrorso reale o presunto puttanate - pardon: invettive - fra John Wayne e Calderoli. Che la storia la scrivano i vincitori, va bene: Ma perlomeno, vivaddio, che ripassino un po' di congiuntivi, prima.

venerdì 25 novembre 2011

Mi ricordo "Raumpatrouille – Die phantastischen Abenteuer des Raumschiffes Orion"


Per gli amici, Le fantastiche avventure dell'astronave Orion 8. Come dire Star Trek più l'Ispettore Derrick. Però cazzo quanto erano toniche le navicelle a V dei cattivi.

giovedì 24 novembre 2011

Special Thanks

Si chiama Grazie ar cazzo, ed è un sito semplice ma robusto che a ogni clic partorisce ovvietà firmate dai più bei nomi della politica, dell'economia e della cultura italiana. Fa molto ridere, ma a denti stretti.
Dettaglio non trascurabile: fanno anche le magliette.

Videoburrito tutto casa e famiglia


Ma quanto sono fighi i coniugi Rodrigo y Gabriela Sanchez-Quintero (o Quintero-Sanchez)?
Olè!

mercoledì 23 novembre 2011

Tarattattattà

Incredibile ma vera l'arringa in difesa dell'Ordine dei Giornalai firmata da Barbara Palombelli su Il Foglio di oggi. Altro che arrampicarsi sugli specchi: pur di difendere la propria rendita di posizione, la Sig.ra Rutelli si produce in una performance da Cirque du Soleil. A lei l'invito a farsi un giro turistico ai piani bassi del mestiere, oltre all'impalpabile tessera dell'Albo: al contrario del tesserino, è gratis et amor dei, e ti rimane per tutta la vita.

martedì 22 novembre 2011

La rivolta del Boxer

Oggidì, dalla Primavera araba alla speculazione internazionale, l'Effetto Farfalla è puro esprit du temps. L'esordiente Niccolo Assirelli se n'è sniffato interi narghilè, abbinandovi la lettura di un Buzzati d'annata da Le notti difficili. ne è venuto fuori "Cave canem", romanzo a fumetti appena pubblicato da Edizioni BD (costo: 9 euri). Come in tutte le opere di esordio, pregi e difetti vanno a braccetto: sì, Assirelli è un disegnatore di grande personalità però no, non ha ancora la lucidità di uno storyteller di lungo corso; sì, l'aria sottile di alcune tavole mozza davvero il fiato, ma no, in diversi momenti non è facile seguire gli equilibrismi narrativi su cui regge il racconto; sì, certe sequenze sono lampi di classe cristallina, però no, non consiglierei queste 96 pagine a un lettore casuale, perché richiedono attenzione, concentrazione e una gran capacità di riempire gli spazi vuoti fra una vignetta e l'altra. Al sodo: un classico fumetto da meditazione. Fosse cinema, saremmo dalle parti dell'Inarritu di Babel o del Malick di The Tree of Life. Visto che è fumetto, vengono in mente certe sperimentazioni di Chies o Crepax, oltre al Maurissimo Rosenzweig, citato apertamente più sui crinali fra tratto realistico e estremizzazioni grottesche che nelle discese ardite e le risalite della trama. In ogni caso, una scelta ideale per i mature readers. E un segnale di vita intelligente da tener d'occhio: perché finito Cave Canem il morbido ma ambizioso Niccolò si è rimesso sotto. Qui i dettagli.

lunedì 21 novembre 2011

Uònder Uòman

Segreto di pulcinella: è appena arrivato in edicola il settimo numero di Lilith.
Più lieve e volutamente scanzonato di "cavalcando con il diavolo" e "il re delle scimmie", tutto ambientato nella Roma di Commodo, fra gladiatori, suburre, trame di palazzo e altre delizie vintage.
A parte qualche retropensiero gotico sui propri bioritmi, la Lilith cazzeggia nell'arena da par suo, spaccando culi romaneschi con il sorriso sulle labbra peggio che i tamarrissimi gladiatori di Spartacus - Sangue e sabbia.
Giunto a metà di "La signora dei giochi" pensi che Luca Enoch dovrebbe proprio dare un colpo di telefono a Dan DiDio.
"Hey Dan, mi fai fare la graphic novel definitivissima di Uònder Uòman?"
"Hey Luke, Ecco le chiavi, vai e torna vincitorrr."

Vincere facile

Son finiti i bei tempi in cui il buon vecchio Chuck serviva al pubblico zaffiri e smeraldi su vassoi d'argento. Esaurito lo stato di grazia di Fight Club, Survivor e Invisible Monsters, il nostro sembrava deciso a sprecare il proprio talento nella pedissequa imitazione di se stesso, fra esperimenti interessanti ma disomogenei (Cavie), lo-faccio-solo-per-la-grana (Gang Bang) e pastrocchi di maniera (Pigmeo). Comprensibilissime, quindi, le immancabili alzate di sopracciglio di fronte alla sua ultima fatica: la storia di una tredicenne malauguratamente morta e finita all'inferno.
Invece, sorpresa: Dannazione è divertente. Stupido, incoerente, non troppo ispirato, ma gustoso. A modo suo, Chuck ha deciso di darsi al fantasy. Ne è uscito un pastiche a metà fra Sucker Punch di Zack Snyder, Dante's Inferno e/o God of War e le strip mute di Tito Faraci e Silvia Ziche. Poi: la storia post-mortem di Madison Spencer è croccantina ma impalpabile come un'ostia sconsacrata, i personaggi di contorno sono par l'appunto di contorno, e in tutto il libro ci sono tanta domonologia d'accatto, la giusta dose di turbe inguinali è solo un paio di graffi degni del miglior Palahniuk. Però poteva andare molto peggio. Resta il ragionevole sospetto che ormai a Mister P. piaccia vincere facile: per uno che decantava le virtù della boxe a mani nude, non esattamente un lifetime achievement.

domenica 13 novembre 2011

Vroom Vroom

È proprio vero che superati i quaranta gli anni cominciano a correre di brutto.
Mi consolo pensando alla mia voglia di macinare chilometri. Ai tanti piccoli traguardi ancora da tagliare. E ai percorsi mozzafiato che intravedo da qui.
Tanti auguri a moi!

giovedì 10 novembre 2011

La castagna di Leo Pulp

Sabato 12 novembre dalle 16 in poi c'è un buon motivo per andare a Pozza di Maranello: una bella castagnata con il Cicca, il Bonfa e il Nizza, tutti riuniti alla fumetteria di via Vignola 153 per presentare l'edizione totale globale di Leo Pulp. Sganciando dieci eurelli ci si porta a casa un originale del bonfa e un cartoccio di caldarroste belle calde e fragranti e pure benefiche, visto che il ricavato va tutto all'AVAP di Maranello. Sganciando qualcosa in più, un Leo Pulp firmato dagli autori. Una buona scusa per portare la Ferrari a fare il tagliando, insomma.

mercoledì 9 novembre 2011

Aperitivo Makkox


Stasera alle diciotto punto zero zero, alla Fnac di Milano, via della Palla ang. via Torino, ricca presentazione dell'esiziale Post Coitum di Bao con Makkox himself. Sparring partner del nostro, quel simpatico pennellone di Luca Sofri. Più sul pezzo di così si muore.

The politics of ooo feeling good


Molto Anni 80, l'uscita di scena di Berlusconi. Come quei paninari che s'imbucavano alle feste per fare casino, ben conscio che tanto a pagare i danni saranno i condomini, finito il bunga bunga se ne va lasciandosi dietro solo le macerie. A noi restano la manovra lacrime e sangue prossima ventura imposta dalla UE, l'incertezza nei confronti del futuro e la ragionevole certezza che le cose non cambieranno mai. Perché sì, magari a questo giro il ducetto grottesco di Arcore ce lo leviamo dalle scatole sul serio. Ma prima di andarsene c'è il caso che infili qualche provvedimento ad personam nella legge di stabilità.
E soprattutto non c'è verso di cancellare dalla carta geografica tutti gli italiani che il giorno dopo piazzale Loreto giuravano e spergiuravano di non essere mai stati fascisti, poi socialisti o democristi, e ora abbandonano la nave che affonda, pronti a salire sul carro del prossimo buffone di lotta e soprattutto di governo.
It's the politics of dancing, bellezza.

martedì 8 novembre 2011

domenica 6 novembre 2011

Mi ricordo gli asini

Da ragazzino, in Sardegnaland, se ne vedeva di gente a dorso d'asino.
Sotto ogni casa c'era una piccola stalla. Non come adesso che ci hanno ricavato i box per la 500 abarth o i monolocali da affittare ai turisti.
Per far partire l'asino bisognava dirgli qualcosa tipo "Prrruuusssaaahhh". Mai capito cosa volesse dire. Però funzionava.
Avere la stalla sotto casa comportava un discreto afrore di letame e valanghe di mosche verdi metallizzate in giro ovunque. Ma qualche lato positivo c'era: tipo che quando non sapevi che cazzo fare andavi giù a dare le carote o il fieno al quadrupede.
Una volta ho visto uno che si era beccato un doppio calcio perforante dal burrito d'ordinanza. Praticamente l'asino gli aveva stampato i ferri sul torace. Un'impressione!
Mi ricordo anche le orrende cartoline di sughero tipo questa qui sopra. Non credo di aver mai avuto il coraggio di comprarne o spedirne una.

Hans Factor

Hans Zimmer cerca coristi per la colonna sonora di The Dark Knight Rises.
Essere intonati, avere una bella voce o andare a tempo non è strettamente necessario: per entrare nel coro basta cliccare qui, seguire le istruzioni e darci dentro. Poi, a sistemare ci pensa lui.
Alè!

venerdì 4 novembre 2011

"I ristoranti sono pieni"

Ma basta, miserabile cialtrone. Basta. Per favore. Sul serio. Davvero. Basta.
La foto di Monterosso è di Miriam Rossignoli.

Mani calde

Siamo dalle parti del Racconto di Natale di Auggie Wren di Paul Auster. Piccole storie non così normali di gente normale ma non così normale. Vite sparse intrecciate fra i tubi i sondini e i cateteri di un bambino sospeso fra la vita e la morte, ma comunque in grado di cambiare il piccolo mondo intorno a lui. L'esordiente Giovanna Zucca cammina sul filo sottile fra realtà e fantasia con un approccio solido, pragmatico, documentatissimo, senza troppi arzigogoli drammatici o sentimentali: ne esce un libro in taglia unica, morbido comodo e informale come un vecchio maglione. Un romanzo di formazione molto cristiano nell'accezione migliore del termine, tutto giocato sulla (ri)scoperta della quotidianità e degli affetti. Sentimentale? Di brutto. Eccessivo? Solo quando serve. Piacevole? Molto. Quando ce vo', ce vo'. Da Fazi a 16,50 euro.

giovedì 3 novembre 2011

Mi ricordo Sergio Brio

Secondo me, se lo ricordano in parecchi.

Hard discount

Difficile ritrovarsi sempre d'accordo con le sparate alzo zero di Fumetto d'autore. Un po' per l'antipatia a prescindere della premiata ditta Giorgio Messina & C. nei confronti di qualche autore di fumetti. E un po' per alcune prese di posizione dichiaratamente strumentali che puzzano un po' di "molti nemici, molto onore".
Altrettanto difficile, però, contestare quanto scritto oggi dal Botterone a proposito di traduzioni, perché ormai il rapporto domanda/offerta sfiora lo humour involontario. Una cosa, però. Saranno nati prima i lavori sciatti o i budget risibili? Ogni corsa al ribasso che si rispetti prevede una concorrenza serrata. E a farne le spese è soprattutto il gentile pubblico.