venerdì 21 novembre 2014

Jet Pack





Pinguini scatenati. Carini e coccolosi, ma solo a occhio, perché - come da canone stabilito nella trilogia di Madagascar - il team formato da Skipper, Kowalski, Rico e Soldato è una squadra di elite ricalcata sulle iperboli di James Bond & Co.
Come in Gli IncredibiliCars 2 e Megamind, anche qui la storia scritta a sei mani da Michael Colton, John Aboud, Tom McGrath, Eric Darnell e Brandon Sawyer è una summa ad altezza bambini dei più triti clichè action con doppio livello di lettura incorporato: sederini famosi, gadget e 3D spinto per gli under, più qualche sottinteso appena più Mel Brooks per mamme e papà. Trama e secondary characters si dimenticano in fretta, eccezion fatta per il gustoso e tentacolare comparto cattivi. La sufficienza abbondante è garantita da una scrittura che accumula colpi di scena e sprazzi di nonsense non privi di un certo potenziale eversivo - valga, su tutte, la danza in costume tirolese che prelude al sottofinale. Senza dimenticare un comparto visivo di tutto rispetto. E un cast di doppiatori originali che comprende Chris Miller (Sì, il co-regista di The Lego Movie), Benedict Cumberbatch e John Malkovich.
Certo, le cose migliori del nuovo cinema animato restano ad anni luce di distanza. Ma il bestiario di Madagascar resta comunque una scusa credibile per portare i pupi al cinema e farsi due risate. Può andar bene anche così.

mercoledì 5 novembre 2014

Un, due, tre , stellar





Ora tutti diranno che il nuovo Nolan è scombiccherato, sovrabbondante come un maritozzo troppo farcito, derivativo, prevedibile. Che si prende un sacco di tempo per costruire una trama sommessa e intrigante e poi la spreca in un sottofinale action della peggior specie. Che coltiva ambizioni alte e crudeli, e poi svacca nel volemosebbene. Che il cast è troppo fighetto e i colpi di scena troppo telefonati. Sia come sia, "Interstellar" i soldi del biglietto li vale tutti. Perché con tutti i eccessi e tutti i suoi difetti resta comunque un film visivamente magnifico, il proseguimento naturale dei discorsi sul tempo, la memoria e la soggettività  già esplorati in "Memento" e "Inception". Un film esteticamente impeccabile, con un design mozzafiato in quanto ad ambienti e intelligenze artificiali. Un film di cui non si è intravisto già tutto on line. Un film che non si vergogna di citare classici della fantascienza utopistica come "2001", "Solaris" o "Silent Running" riscrivendole per la nuova generazione. E cosa ancor più rara, un film miliardario che parla anche agli spettatori sopra i quindici anni. Magari, senza la pulizia formale delle sue opere precedenti, ma con più sentimento. Da vedere al più presto, possibilmente sullo schermo più grosso del circondario. Per i ragionamenti e il replay value, meglio aspettare la seconda visione: la prima lascia un tantinello sbomballati.