venerdì 16 marzo 2012

Un, due, tre, stecca

Aspettando La banca della magliana, unico autentico calembour visivo del programma Tv che segna il ritorno di Sabina Guzzanti sul piccolo schermo dopo un esilio catodico di 9 anni, finisci a tirare quasi la mezza. Fra qualche piccola favilla di satira e le molte ombre di un programma visivamente troppo cioècazzocompagni, pesantino nel ritmo, sorprendentemente serio.
Si ride poco, con Un, due, tre, stella. Un po' perché evidentemente Sabina ci tiene a mostrarsi all'altezza del suo status da pasionaria, e riduce i fregolismi al minimo sindacale, giocandosi la carta lombrosiana di una Annunziata slapstick. E un po' perché il menu mescola troppo disinvoltamente l'alto e il basso, i Frassica (ottimo) e i Michael Moore (prevedibile), il cabaret e l'analisi economica. Di buono c'è la voglia di aprire a facce nuove tipo quella di Edoardo Ferrario, decisamente da tener d'occhio, e l'ambizione di informare con leggerezza, come dimostra l'intervento sulla crisi di Andrea Fumagalli. La speranza è che nelle prossime puntate la Guzzanta riesca ad aumentare il ritmo e ad alternare al rap un po' di punk di funky di rock. Il rischio, altrimenti, è che la palpebra cali prima del sipario: un peccato mortale, per una trasmissione comunque interessante.

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