giovedì 23 luglio 2015

Corto circuito



È un film che arriva sugli schermi con una buona ventina d'anni di ritardo questo Pixels di Chris Columbus. Dalle parti di metà anni 90, l'effetto nostalgia per pellicole come Ghostbusters e videogame coin-op seminali come Pac-Man o Donkey Kong avrebbe senz'altro conquistato i cuori e le menti di tutti i figli del Boom. Ma arrivando nel 2015, per di più dopo un piccolo gioiello furbetto e citazionista come il disneyano Ralph Spaccatutto, il blockbuster a 8 Bit della Sony appare irrimediabilmente anacronistico sotto tutti i punti di vista che contano - scrittura, caratterizzazione dei personaggi, mix di azione e commedia, spirito globale. E dunque: film rigorosamente per ragazzini, che però per ragioni meramente anagrafiche i rutilanti eighties non li hanno visti nemmeno con il binocolo, E mentre loro stanno lì a chiedersi chi cacchio sono i mostrilli scalettati che vogliono distruggere il mondo e soprattutto perché mai dovrebbero preferirli a Call of Duty, i loro papà possono contorcersi sulle poltrone ricordando il peggio degli 80s: le performance attoriali di Bombolo e Cannavale, i doppi sensi delle commedie sexy, il product placement dei migliori film di Castellano & Pipolo. Unica luce nel buio, il trucchetto di far parlare gli alieni invasori sotto mentite spoglie videoludiche con gli spezzoni dei vecchi telefilm. Ma anche lì, il rischio corto circuito è elevatissimo: perché rendersi conto di faticare a riconoscere Hall senza Oates ti fa pensare di essere obsoleto. Come certo cinema.

1 commento:

CREPASCOLO ha detto...

Daryl Hall & John Oates sarehbero perfetti x un fumetto in b/n di Sclavi e Cavazzano che racconti la storia di due talent scouts per film birichini co signorine discinte che si ritrovano invischiati in vicende blandamente gialle alla Moonlighting negli anni del Grendel dei Pander Bros.