giovedì 2 agosto 2012

Doe di petto

C'è da volergli bene, a Bartoli & Recchioni, per quest'ultimo numero di John Doe. C'è da volergli bene per quello che hanno scritto. Per come lo hanno scritto. Per come sono riusciti a trasformare una veglia funebre in una fiesta. Per il fatto di aver coinvolto in quest'ultima avventura tanti ottimi disegnatori e anche qualche pessimo lettore.
Ritornerà, il nostro? La speranza è che non torni mai più. Che queste 98 pagine conservino la propria energia per molti anni a venire, che continuino a raccontare il mestiere del fumetto con tutti i suoi splendori e le sue miserie a chi non ne sa niente, che continuino a ispirare autori e platee in divenire.
Nella storia di John Doe, come in quella di altri fumetti, non è tutto oro quello che riluce. Non sono mancati i numeri fallati, quelli esili, quelli appesantiti da qualche incertezza nel disegno o da qualche lingua in bocca di troppo con i fan. Però, diamo a Cesare quel che è di Cesare: Senza un John Doe fra i piedi, la scena fumettistica italiana sarebbe un po' più povera. Basti pensare a tutti gli artisti che si sono imposti su quelle pagine, a tutti gli albi a fumetti usciti in edicola sulla scia del Golden Boy, o ai fumetti che verranno - non ultimo, il Longwei di Diego Cajelli & soci, attulmente in lavorazione nelle segrete stanze della Aurea: kung fu alla milanese, figurarsi. Qualche pensiero in più, qui.

1 commento:

Hellpesman ha detto...

"Che queste 98 pagine conservino la propria energia per molti anni a venire"

Mi piace questa frase racconta cos'è stato e cosa sarà John Doe: energia.

E' voglia di esplodere, è voglia di cambiare, è voglia di rivoluzionare.

Sarà per questo che in questi nove e più anni è stato per me un compagno fedele di viaggio, ed oggi che ci saluta mi sembra davvero di essere ad una fiesta al contrario dove tutti i parenti ed amici (noi lettori) ci riuniamo per celebrare un addio.

Nel mondo del fumetto ha segnato tanto, ma lasciami dire Andrea che anche per me ha segnato tanto da semplice lettore, sul mio blog ho raccontato proprio di questo.
Alla fine io, te e tanti altri stiamo brindando a nostro modo, sui nostri blog un bel farwell a John.