domenica 27 marzo 2011

Pensierini sull'esordienza


Gianluca Maconi mi ha fatto giustamente notare che nel mio post su Electric Requiem gli ho dato dell'esordiente. Alle sue rimostranze, ho corretto il post, esplicitando che l'esordienza puntava al fumetto rock, non al fumetto tout-court. Però poi, ripensandoci, mi sono chiesto: ma sarà così sbagliato tacciare un giovane autore con un curriculum ancora stringato e uno stile "in fieri" di esordienza? Non parlo in particolare di Gianluca, che ha alle spalle un premio Micca e un'operina interessante come Il delitto Pasolini. Però credo che non ci sia nulla di particolarmente orrendo nel fare distinzioni fra autori esordienti, appunto, autori affermati, vecchie lenze e Maestri. Soprattutto perché si tratta di distinzioni puramente anagrafiche, che non implicano necessariamente giudizi di merito sugli interessati. Vero che il mestiere imporrebbe di distinguere fra esordienti, semiesordienti, promesse, brillanti realtà e vattelapesca. Ma vero anche che dentro ogni artista autenticamente maturo si nasconde un esordiente che non smette mai di crescere, di migliorarsi, di cercare nuove sintesi e nuove libidini. Più che una diminutio, quindi, l'esordienza può diventare un (utilissimo) stato mentale. Chissà: forse varrebbe la pena di tenerlo presente.

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