Primavera progressiva. All'orizzonte si intravedono gli IQ di Peter Nicholls, con l'imminente The Road of Bones. Nel frattempo, out of the blue, ecco Demon dei norvegesi Gazpacho. Chi pensava che Jan Henrik Ohme e i suoi biondi vichinghi avessero in tasca l'ennesima manciata di caramelle sonore alle erbe dal gusto fruttato e dalla consistenza gommosa può mettersi il cuore in pace: tolto il singolo The Wizard of Altai Mountains - che però compensa la saccarina con un video found footage dalle insospettabili venature strizzaculo - Demon è un disco piuttosto dark. Riff piacioni pochi, e assai diluiti. Voci e chitarre distorte. Suoni scarni, essenziali, dissonanti, con sentori di gospel e musica Yiddish. E per chiudere in bellezza, una bella spalmata di mellotron, che quando ci vuole ci vuole. Il tutto, per ripercorrere in quattro movimenti il diario dell'inquilino di un appartamento di Praga infestato da - be', da qualcosa di brutto. Da un soggetto del genere, una band di metallari ci avrebbe tirato fuori uno di quei dischi che ti prendono a pizze in faccia. Chi conosce i Gazpacho, sa che con loro non si corre questo rischio. Il problema è quella sensazione che ti prende ascoltando e riascoltando il disco in solitudine: la sensazione di avere fra le scapole gli occhi di - be', di qualcosa di brutto. Ma son brividi d'amorrr, come cantava quel tale. Su iTunes e in Cd Kscope.
giovedì 27 marzo 2014
Maledetti, vi amerò
Primavera progressiva. All'orizzonte si intravedono gli IQ di Peter Nicholls, con l'imminente The Road of Bones. Nel frattempo, out of the blue, ecco Demon dei norvegesi Gazpacho. Chi pensava che Jan Henrik Ohme e i suoi biondi vichinghi avessero in tasca l'ennesima manciata di caramelle sonore alle erbe dal gusto fruttato e dalla consistenza gommosa può mettersi il cuore in pace: tolto il singolo The Wizard of Altai Mountains - che però compensa la saccarina con un video found footage dalle insospettabili venature strizzaculo - Demon è un disco piuttosto dark. Riff piacioni pochi, e assai diluiti. Voci e chitarre distorte. Suoni scarni, essenziali, dissonanti, con sentori di gospel e musica Yiddish. E per chiudere in bellezza, una bella spalmata di mellotron, che quando ci vuole ci vuole. Il tutto, per ripercorrere in quattro movimenti il diario dell'inquilino di un appartamento di Praga infestato da - be', da qualcosa di brutto. Da un soggetto del genere, una band di metallari ci avrebbe tirato fuori uno di quei dischi che ti prendono a pizze in faccia. Chi conosce i Gazpacho, sa che con loro non si corre questo rischio. Il problema è quella sensazione che ti prende ascoltando e riascoltando il disco in solitudine: la sensazione di avere fra le scapole gli occhi di - be', di qualcosa di brutto. Ma son brividi d'amorrr, come cantava quel tale. Su iTunes e in Cd Kscope.
mercoledì 26 marzo 2014
Ramarri di tutto il mondo unitevi
China dura la vince |
Apertura mentale, cultura non fumettistica, abnegazione feroce, talento, stile, umiltà: oggidì, sono rari gli artisti che riescano a profondere tante doti nel loro lavoro. Giuseppe Palumbo è uno dei personaggi a fumetti più riusciti della storia proprio perché nei suoi lavori ci trovi tutto questo, e molto altro ancora. Per rendersene conto, basta dare un'occhiata alle tavole esposte nella mostra Palumbo Versus ospitata fino al 19 aprile 2014 presso la galleria bolognese Camera con vista: produzioni per Comma22, commesse a fumetti per enti come Palazzo Strozzi di Firenze, App, videoarte e molto altro ancora. Un lavoraccio, che mostra la straordinaria evoluzione del sulfureo artista lucano esploso sul Frigidaire dei bei tempi che furono con Ramarro, supereroe bizzarro, e oggi capace di passare con nonchalance da produzioni popolari come Diabolik, alle cover dei gialli junior Mondadori, a opere più intimiste e sperimentali come Uno si distrae al bivio - La crudele scalmana di Rocco Scotellaro. Uno così, se non ci fosse bisognerebbe inventarlo. Per fortuna, ci ha già pensato mamma Palumbo.
martedì 25 marzo 2014
Rebhorn Again
James Rebhorn, l'idealtipo della perfetta stronzitudine |
- Signore...
- Scusa, Pietro, ma sono un po' incasinato. È ancora per quella storia del Boeing Malese?
- No, be', lì abbiamo risolto... sono tutti e trecento al check in.
- Oh, bene. E allora, qual è il problema? Altri preti pedofili? Pandemie zombie e relative problematiche teosofiche? I fumetti di Jenus?
- Niente di tanto drammatico, o immenso. Si tratta della recita parrocchiale di quest'anno. Ci occorrerebbe un volontario per la parte del giuda, ma non si fa avanti nessuno.
- Non preoccuparti. Ho giusto qui la pratica di un caratterista che potrebbe fare al caso nostro...
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Se ne vanno sempre i migliori
sabato 22 marzo 2014
Cuore di zombie
Wilda ci guarda |
mercoledì 19 marzo 2014
Scòzzari!
Il sorridente (altro che Stan Lee) |
"Devi pensare e realizzare ogni vignetta come se fosse l'ultima della tua vita prima di uscire per strada e essere travolto da un camion. È così che ci si deve comportare, se vuoi stare sul palco.
Scòzzari returns, grazie a Dio. In una spettacolosa intervista a puntate su fumettologica. Io lo adoro, quest'uomo con la faccia da Prodi e la testa da prode. Adoriamolo tutti.
venerdì 14 marzo 2014
La fine del mondo
E luce fu |
Le due Frida
Il perturbante |
mercoledì 12 marzo 2014
Orrori a colori
La mia preferita |
martedì 11 marzo 2014
Non morti
I lettori più occhiuti l'avranno notato: da gennaio 2014, la strip di Zeta come Zombie ha interrotto il suo percorso sulle pagine dell'edizione da edicola di The Walking Dead.
Un vero peccato, soprattutto per il sottoscritto e il Giorgini, orribilmente affezionati ai nostri pupazzetti di carta. A mitigare il dispiacere, la consapevolezza di esser costretti a mollare dai troppi impegni, con un sceneggiatore in perenne corvée cucina redazionale e un disegnatore che da qui alla fine dell'estate non avrà più un secondo libero.
Una decisione sofferta ma necessaria, insomma, condivisa in toto con Saldapress, cui ovviamente va tutta la nostra gratitudine per averci ospitato su una rivista tanto apprezzata come The Walking Dead. Ma non tutti i mali vengono per nuocere: come da vignetta qui sopra, quello di Zack e Zero è un arrivederci, non un addio. E la certezza è che presto torneranno a sparapanzarsi davanti alla Tv pronti a regalare al pubblico nuove perle di brufolosa demenza. Chi non muore si rilegge, insomma: a presto.
mercoledì 5 marzo 2014
Trecento, allora
E insomma, poi finisce che all'uscita del cinema ti viene da pensare a quel frocetto comunista di John Milius e sotto sotto ti fa un po' pena. Che qui il testosterone scorre a litri, a galloni, a secchiate, in fiotti tridimensionali che sprizzano un po' qua e un po' là e si spantegano sulle lenti degli occhiali Real 3D lasciandoti tutto madido di gloria.
Il secondo tempo del derby Panathinaikos-Checche questo offre. La differenza col prototipo è che qui i greci hanno i mantelli blu invece che rossi. Da segnalare al ventesimo del primo tempo il camao di Enomao, resuscitato honoris causa dallo "Spartacus" Tv come trainer della oriunda persiana Artemisia, e intorno al sessantesimo le tette della suddetta, una Eva Green la cui terza abbondante vale abbondantemente il prezzo del biglietto. Murro dirige con un piglio così nietzschiano che sui titoli di coda ti viene voglia di invadere uno stato sovrano. È un film che piacerà un sacco a chi non ha mai visto un film o un paio di tette, non necessariamente in quest'ordine. E comunque, remember. morire in piedi è cool, ma secondo noi gobbetti anche vivere in ginocchio ha il suo perché. Soprattutto in Italia.
martedì 4 marzo 2014
Col senno di Poe
Aaahhh, ecco come fa |
Un po' di Edgar Allan, edifici senzienti e corvacci compresi. Molto Accapì Lovecraft, con il sottosuolo come habitat naturale di poliponi in agguato fin dall'epoca giurassica. Molta, moltissima atmosfera, a dimostrare che anche a settantaquattro anni compiuti Richard Corben non ha ancora perso la manina fatata giunonica e muscolare ammirata in pezzi di bravura dell'era Milano LIbri come "Den" o "Rolf" (a proposito: ma ristamparli, no?). E se la sceneggiatura di Strnad più che un insieme organico sembra un patchwork di scenette concepite più per l'effetto shock che per un affresco di ampio respiro, pace: il bel brossurato Magic Press ottimamente tradotto da Stefano Formiconi in un italiano debitamente aulico resta comunque una gustosa e stimolante alternativa rispetto agli zombi i vampiri e i mutanti che affollano i menu di edicole e librerie. Ce ne vorrebbero di più, di fumetti così: a dodici euro in tutte le librerie della contea.
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