Ogni tanto, a guardare nello specchietto retrovisore della propria collezione di fumetti si notano dei dettagli interessanti.
Tipo che qualche giorno fa mi casca l'occhio sullo scaffale dei giurnalètt anni ottanta e mi accorgo di non avere niente dei valvolinici. Niente. Un po' di roba del prima, per es. Mattioli, ce l'ho. Un po' di roba del dopo, per es. Cyborg, che è un po' l'evoluzione naturale di quell'esperienza, ce l'ho. Ma dei valvolinici
themselves, niente. Lo zero assoluto. il vuoto.
Tiro indietro l'orologio di trent'anni, e ricordo il senso di questa voragine: gli è che in quei giorni, i valvolinos mi stavano un po' qua. Se la menavano quanto Paz Scòzzari Liberatore & soci, ma al il mio occhio astigmatico-pasdaràno di diciottenne non pareva producessero altrettante squisitezze. Surfavano l'onda elettro-glam degli Anni ottanta con compiacimento irritante: comics come tagli di Orea Malià, come sfilate di Vivienne Westwood, come dischi dei Propaganda, come mobili del gruppo Memphis. Stravolgevano le regole del fumetto d'avanguardia anche nel format: per colpa LORO,
Alter-Alter trasformossi in un accrocchio mezzo giornale mezzo poster che leggerlo senza farlo a brandelli e capendoci qualcosa era una bella impresa. Per fortuna. inseguito dai vaffanculi dei fruitori di quella memorabile stagione, l'esperimento sarebbe durato poco. Ma ormai il danno era fatto, e la mia bile montava come panna acidissima.
Dopodiché, dalle parti dei primi Anni 90, finalmente mi presentano Daniele Brolli, e scopro con un senso di vago stupore che se la tira molto, ma molto meno di quanto pensassi. Dopodiché, dalle parti dei primi Anni 90, Mattotti molla i fumetti, e diventa Mattotti. Dopodiché, per fortuna, anch'io a suon di bastonate finalmente cresco e smetto un po' della mia spocchietta.
Il buco resta, ma io, lentamente, dimentico.
Dopodiché, oggi, Coconino ti ristampa uno dei pièce de resistance dell'epoca,
Polsi Sottili. La nuovissima ediz. dell'opera di Carpinteri conta il fumetto prodotto a suo tempo, più una storia che non ricordo di aver mai letto, più una gustosa intro con tante foto Anni 80 in cui i valvolinici sembrano gente normale, proprio come noi. Rileggo, e finalmente comprendo l'ampiezza della mia giovanile pirlaggine e della voragine nella mia libreria: perché al netto dell'
esprit du temps, o forse proprio per quello, questa storia fra Orwell, mutanti Marvel, Futurismo e New Wave funziona. funziona come esercizio estetico. funziona come favola noir futuribile à la Alex Proyas prima maniera. Funziona come oggetto di arredamento. Funziona come narrazione di un'epoca che a suo tempo sembrava futile, leggerina, disimpegnata e invece aveva dentro un sacco di enzimi che, oggi, averceli.
L'unico limite di questa ricca, curatissima e giustamente cara edizione cartonata con rilegatura in tela e pelle umana di Coconino sta nell'assenza di bonus cartacei: a riguardarli oggi, i fumetti di Carpinteri, vien voglia di appenderli subito al muro. Quindi, direi che Coconino ci deve una litografia.
Firmata.
Per il resto, ventiquattro euro da spendere benissimo.