Glubblubblubb |
Se qualcuno si stesse chiedendo quale potesse essere l'Edward Mani di Forbice di questa generazione, be', qui abbiamo un signor candidato. A questo giro l'estetica freak è tutta al femminile, in quello schianto di Sally Hawkins, piccolo mostro di bravura e imprevisto sex appeal alle prese con l'amore per il diverso sia esso alieno, gaio o negro che si porta sulle spalle tutto il film con un'interpretazione da baciarle i piedi. E se l'antagonista di turno è un Michael Shannon ormai prigioniero del solito copione da questurino nazista, pazienza: a rimescolare le carte provvedono i personaggi secondari che affiancano la protagonista nella sua avventura, dal "mostro" (Doug Jones, e chi se no), al vicino imborghesito, alla collega di buon cuore.
Nelle mani di Del Toro, lo script universale scritto dallo stesso regista insieme con Vanessa Taylor fila via veloce e sicuro come una creatura in una laguna nera, ben sostenuto dalla fotografia sinth-pop di Dan Laustsen (John Wick) e dalla colonna sonora di Alexandre Desplat, strano, levigatissimo e inscalfibile oggetto cinematografico che frulla insieme birignao visivi in stile Amelie, Monster Movie Anni '50 e citazioni da Charlie Chaplin.
Non per i bambini o almeno non per tutti, si diceva. Ma tutti quelli abbastanza grandi da aver provato l'emozione di un sogno che si avvera quando ormai non ci speravi più, unghie nei braccioli e lucciconi sono una garanzia.