Un poeta, se può, copierà una buona cosa. Lo ha scritto Ben Johnson, il drammaturgo elisabettiano, non il centometrista dopato che si è fatto rubare il portafoglio da uno scugnizzo all'aereoporto e non riusciva a raggiungerlo, ma questa è un'altra storia. Il signor Voglino ed io ( classe 1968 ) siamo della stessa generazione e credo che i nostri immaginari personali si tocchino, da qualche, parte, come il paraurti delle seicento, vicino al Colosseo, se il parcheggiatore abusivo è un personaggio di Paolo Panelli in qualche film dove recitano Sordi e Mastroianni doppiato da Sordi. Siamo cresciuti credendo che Kabir Bedi fosse + figo di Celi e solo da pre-adolescenti abbiamo capito che quell'Adolfo ( e solo quello ) era stato, nella vita, molto più cool di quel cappellone esportatore di musical indiani che nemmeno Milligan e Mc Carthy reggerebbero. Abbiamo osato un succedaneo di baffi mentre il mondo passava dal cubo di Rubik al brit pop ed il nostro gruppo di super eroi preferito era the human league con il cantante pittato come una sciantosa ( vent'anni prima di Jack Sparrow ! ). E' quindi logico che, se leggiamo qualcosa come La clinica delle menti perdute, il nostro neurone analogico corra prima alla casa degli uomini perduti di Sclavi/Casertano, poi a The Church of the Poison Mind dei Culture Club, pop song liberamente tratto dal romanzo La lega degli Uomini Spaventati di Rex Stout. A mio modesto avviso, ''il Morto '' non è un plagio - io ho avuto modo di leggere il soggetto ( lo sceneggiatore si serve della copisteria in cui bazzico anch'io: mi tiene lontano dalle sale da biliardo come disse Daredevil ai F.F. )e mi permetto di sintetizzarlo perchè sia chiaro che non si tratta di un lavoro da tavolo luminoso, ma una brillante variazione sul tema: Boy George da bimbo ( cioè Baby George ) vive per strada e si arrangia rubacchiando. Nel retrobottega del bar di Montagnani si gioca a biliardo - il piccolo sottrae a Bernard Blier quello che crede un portafoglio. Al sicuro in un vicolo lo apre e scopre che è il bloc notes della Morte - legge i nomi dei prossimi'' clienti''. Il primo è il batterista dei Culture Club sosia di Tony Curtis. Baby lo chiama a casa e gli dice di non andare a Samarcanda. Tony Clone risponde che Santoro e Vecchioni non lo hanno mai invitato. Il secondo nome è Louis De Funes - Baby lo chiama a casa, ma gli risponde, furibondo, Carl Barks: il ceatore di Uncle Scrooge sta cercando da anni di mettere le sue manine di in-betweener sul Paperino francese che tanti gag ha rubato alla Disney, ma il mangiarane è a caccia di Fantomas da qualche parte tra Parigi e Palookaville. Il terzo nome è quello di Emilio Largo che non risponde al telefono. Baby G. corre al suo indirizzo, ad una velocità mai raggiunta da Johnson o da Shakespeare, e si ferma davanti a quello che resta di una pensione ( allora era raggiungible, oggi lavoreremo fino a Blier ed oltre . Bussa, nessuno risponde, entra ed attraversa un lungo oscuro corridoio. Apre una porta che lo introduce ad una stanza ovale. Al centro un tavolo rettangolare coperto da un panno verde coperto di carte. Seduto al tavolo, il grande Adolfo gioca a solitario ( il Celi in una stanza ). Baby George gli spiega che c'è posta per lui, ma il largo Largo ribatte che ''quella'' dovrà aspettare ( il Celi può attendere ). Epifania a la Joyce per Baby George che comincia a rispettare l'ottavo comandamento, ma comincia a violare il secondo, fondando la Chiesa della Mente Avvelenata. Cattivo.
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Un poeta, se può, copierà una buona cosa. Lo ha scritto Ben Johnson, il drammaturgo elisabettiano, non il centometrista dopato che si è fatto rubare il portafoglio da uno scugnizzo all'aereoporto e non riusciva a raggiungerlo, ma questa è un'altra storia.
Il signor Voglino ed io ( classe 1968 ) siamo della stessa generazione e credo che i nostri immaginari personali si tocchino, da qualche, parte, come il paraurti delle seicento, vicino al Colosseo, se il parcheggiatore abusivo è un personaggio di Paolo Panelli in qualche film dove recitano Sordi e Mastroianni doppiato da Sordi.
Siamo cresciuti credendo che Kabir Bedi fosse + figo di Celi e solo da pre-adolescenti abbiamo capito che quell'Adolfo ( e solo quello ) era stato, nella vita, molto più cool di quel cappellone esportatore di musical indiani che nemmeno Milligan e Mc Carthy reggerebbero. Abbiamo osato un succedaneo di baffi mentre il mondo passava dal cubo di Rubik al brit pop ed il nostro gruppo di super eroi preferito era the human league con il cantante pittato come una sciantosa ( vent'anni prima di Jack Sparrow ! ). E' quindi logico che, se leggiamo qualcosa come La clinica delle menti perdute, il nostro neurone analogico corra prima alla casa degli uomini perduti di Sclavi/Casertano, poi a The Church of the Poison Mind dei Culture Club,
pop song liberamente tratto dal romanzo La lega degli Uomini Spaventati di Rex Stout.
A mio modesto avviso, ''il Morto '' non è un plagio - io ho avuto modo di leggere il soggetto ( lo sceneggiatore si serve della copisteria in cui bazzico anch'io: mi tiene lontano dalle sale da biliardo come disse Daredevil ai F.F. )e mi permetto di sintetizzarlo perchè sia chiaro che non si tratta di un lavoro da tavolo luminoso, ma una brillante variazione sul tema: Boy George da bimbo ( cioè Baby George ) vive per strada e si arrangia rubacchiando. Nel retrobottega del bar di Montagnani si gioca a biliardo - il piccolo sottrae a Bernard Blier quello che crede un portafoglio. Al sicuro in un vicolo lo apre e scopre che è il bloc notes della Morte - legge i nomi dei prossimi'' clienti''. Il primo è il batterista dei Culture Club sosia di Tony Curtis. Baby lo chiama a casa e gli dice di non andare a Samarcanda. Tony Clone risponde che Santoro e Vecchioni non lo hanno mai invitato. Il secondo nome è Louis De Funes - Baby lo chiama a casa, ma gli risponde, furibondo, Carl Barks: il ceatore di Uncle Scrooge sta cercando da anni di mettere le sue manine di in-betweener sul Paperino francese che tanti gag ha rubato alla Disney, ma il mangiarane è a caccia di Fantomas da qualche parte tra Parigi e Palookaville. Il terzo nome è quello di Emilio Largo che non risponde al telefono. Baby G. corre al suo indirizzo, ad una velocità mai raggiunta da Johnson o da Shakespeare, e si ferma davanti a quello che resta di una pensione ( allora era raggiungible, oggi lavoreremo fino a Blier ed oltre . Bussa, nessuno risponde, entra ed attraversa un lungo oscuro corridoio. Apre una porta che lo introduce ad una stanza ovale. Al centro un tavolo rettangolare coperto da un panno verde coperto di carte. Seduto al tavolo, il grande Adolfo gioca a solitario ( il Celi in una stanza ). Baby George gli spiega che c'è posta per lui, ma il largo Largo ribatte che ''quella'' dovrà aspettare ( il Celi può attendere ).
Epifania a la Joyce per Baby George che comincia a rispettare l'ottavo comandamento, ma comincia a violare il secondo, fondando la Chiesa della Mente Avvelenata. Cattivo.
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