giovedì 29 ottobre 2009

Reality Patton


Martedì 10 novembre alle 21 su History Channel, gran varietà bellico sul generale Patton.
Io Patton me lo figuravo come George C. Scott nel famoso film.
Uno tosto ma anche umano, severo ma giusto, tipo sergente Hartman di Full Metal Jacket.
Quando ho scoperto che aveva simpatie Hitleriane e bacchettava il suo bull terrier perché era troppo buono, mi era crollato un po' il mito. Però pensavo: vabbe', in fondo ha liberato l'italia dai nazi.
Ora, scrivendo una cosina su di lui, scopro che ha ordinato e coperto un paio di stragi delle quali non parla mai nessuno.
Se ne parla brevemente qui.
A pensarci, sarebbe un ottimo spunto per una storia ancora da scrivere. Al di là di ogni retorica.

Un kilo di Kirby


Ne aveva già parlato il diego nazionale qui, ma in certi casi repetita juvant: ci sono ancora poche ore per fiondarsi in edicola a comprare "Gli Eterni" di Kirby. Oltre trecentosessanta pagine di lisergìa a pallini a un prezzo assolutamente impareggiabboli.
Una chilata di buon fumetto Marvel come si faceva una volta a soli 9,99 euri.
Darsi una mossa è praticamente un dovere morale.

mercoledì 28 ottobre 2009

martedì 27 ottobre 2009

Lesson Number One


In economia lo chiamano "errore di composizione".
Funziona così: se uno fa una roba da solo, il sistema nel suo insieme non ne soffre.
Se invece la fanno in tanti, il sistema ne soffre eccome.
Esempi tipici: le auto. gli hamburger. le cartacce per terra.
O i kryptoniani.
Su Superman 29/33, Geoff Johns, Gary Frank e un tot di altri professoroni ci illustrano questo pilastro della macroeconomia a modo loro, con interessanti rimandi alla sociologia, alla politica e alla filosofia con la s, la p e la f maiuscole.
A un certo punto arriva Doomsday e tira una scarpa a George Bush.
Motivo in più per far la fila all'edicola.

lunedì 26 ottobre 2009

Il profumo del mostro selvatico


Fosse un disco, Nel paese delle creature selvagge, sarebbe "Nevermind" dei Nirvana.
Una produzione leccatissima ma scarna, senza il minimo orpello spettacolare, molto poco americana.
Solo basso, chitarra e batteria. Solo quiete e poi tempesta e poi quiete e poi tempesta e ancora quiete.
Con un sacco di cose gridate e un sacco di cose inespresse, e un'anima piccina picciò sporca di terra di moccio neve e foglie secche e lacrime che vaga di qua e di là.
Lo spettacolo, qui, non è sullo schermo, dove si gioca a chiudere ogni inquadratura su un primo piano strettissimo o a diluirla in ampie campiture gialle verdine marroncine blu o nere. Non nel flusso anticlimatico di un racconto che in originale sfiora le mille battute, e nella rilettura molto Carl Gustav Jung di Jonze ed Eggers spartisce fra i mostri selvaggi nomi funzioni e personalità. Né nel piccolo protagonista del film, che di fatto non recita, ma si fa benissimo i cazzi propri.
Lo spettacolo sta in quello che ti resta dentro dopo i titoli di coda. Una strana voglia di abbracci cioccolata calda e coperte rimboccate che continua a frullare a lungo nello stomaco, come un'eco lontana, come un rimpianto.
Chissà se ai piccoli piacerà.
A mamma e papà probabilmente sì.

domenica 25 ottobre 2009

Quella porca decina


Le dieci immagini più spettacolari scattate nello spazio.
Le dieci cover di dischi più censurate della storia.
I dieci consigli per evitare di spiaccicarsi in auto.
I dieci personaggi più potenti dei comic books.
Ma anche: le dieci registrazioni audio più brividose.
Le dieci zuppe più bizzarre.
Le dieci maledizioni più curiose.
E molto, molto altro ancora.
Listverse è un sito che non serve a niente, ma offre moltissimo: top ten di ogni genere, da scartare e siogliere in bocca come cioccolatini. Una volta che si comincia, smettere è difficilissimo: e dentro ogni classifica ci sono mille spunti per storie tutte da inventare.

venerdì 23 ottobre 2009

Crederete che una casa può volare


Ogni volta che esce un film della Pixar arrivo al cinema tipo: orsù, stupitemi.
A volte va bene, a volte meno.
Con Cars o gli Incredibili, per dire, meno. Molto meno.
Con Up, invece, è andata benissimo. Centro pieno sotto tutti i punti di vista. Sceneggiatura inox, con più ciccia in dieci minuti che in dieci film con ben altre ambizioni. Animazione da manuale. Regia guarda-mamma-senza-mani stile Monsters & Co. (non a caso, dello stesso autore).
E, attenzione: trattasi di un film per bambini grandi. Con una scrittura che razzola fra morte, vecchiaia, solitudine, marginalità, rimpianto, ossessione, e ti tira fuori lacrime, sorrisi e tuffi al corazòn a profusiòn.
Up è Gran Torino più Tommy più Harold & Maude più King Kong più The Aviator tutto insieme. Più qualcos'altro che ora non mi viene in mente.
E miseria boia se è un signor film.

giovedì 22 ottobre 2009

Assaggino?


Se non avete mai letto The Walking Dead, qui su Newsarama c'è tutto il primo numero. In inglese, of course.
Per l'italiano, c'è sempre mamma Saldapress.

(E no, non mi pagano per certe cose. Per come la vedo io, questa è pubblicità progresso).

mercoledì 21 ottobre 2009

Dr. Noooooo


Zai-Jien a Joseph Wiseman, il finto vero cattivissimo cinese di "agente 007 - Licenza di uccidere".
Spero che lassù gli abbiano già preparato una tutina tipo questa: farebbe un figurone, povero.

Che a volte è solo una questione di polso

Dick Tracy (1931)


Dick Truzzo (2009)


(Come dice Tito Faraci, la vita non è un fumetto, baby).

martedì 20 ottobre 2009

De Cameron


Tutto quello che avreste voluto sapere su Jim Cameron ma non avete mai osato chiedere, in questo gustoso e approfondito ritrattino firmato The New Yorker. Buon pro.

Snap. snap



Vic Mizzy.
Come schioccava le dita lui, non le schiocca nessuno.
D'altro canto, il verbo "schioccare" suona malissimo, quindi pace all'anima sua. Di Mizzy, dico.

lunedì 19 ottobre 2009

Akiva a chi?


Mi ero sempre chiesto che faccia potesse avere Akiva Goldsman.
Chi è Akiva Goldsman?
È quello che quando pronunci il suo nome tutti i fan di Batman si toccano energicamente i coglioni.
Quello che ha affossato la carriera cinematografica del Pipistrellone insieme a Jon Peters.
Quello che ha scritto Batman Forever e Batman & Robin. Brrr.
Quello qui sopra, insomma.
Al sodo: Akiva ha parlato di cinema e fumetti con il Los Angeles Times, e stranamente dice cose interessanti.

domenica 18 ottobre 2009

Non Tuska più


Una lacrimuccia per George Tuska. Una, ma non di più: dopotutto, nella vita, se l'è spassata alla grande. E ha tirato i 93 anni.
Non è da tutti, ammettiamolo.

Ridefiniamo il concetto di "Camp"


Poi c'è ancora chi mi chiede perché i cartoni di Bats non mi piacciano.

giovedì 15 ottobre 2009

Giornalaio superpiù


Di riffa e di raffa, quest'autunno compio ventun anni tondi tondi di onorata prostituzione intellettuale.
In ventun anni, qualche soddisfazione me la sono tolta. Penso alle testate su cui ho lavorato, ai comics che ho tradotto, ai viaggi che ho fatto, alle persone che ho incontrato. Va be', quasi tutte, dai.
Solo una cosa mi mancava: il tesserino.
Colpa del mio patologico odio per ogni tendenza all'intruppamento, certo.
Ma anche dell'istintiva antipatia che nutro per l'Ordine dei giornalisti. Una roba che fatta così esiste giusto in questo Paese, e che serve solo a mungere legioni di onesti scribacchini per comperare profumi e balocchi a pochissimi privilegiatissimi culissimi di pietra.
Sta di fatto che alla fine ci sono cascato anch'io. E finalmente, a più di cinque lustri dal mio primo pezzo pubblicato - la rece della mostra milanese di Tullio Pericoli con cui mi sono guadagnai il plauso di Pericoli himself, che a pensarci il quore mi fa ancora bi-bim ba-bam - finalmente festeggio con il mio bel tesserino.
Son soddisfazioni, eh.

mercoledì 14 ottobre 2009

È ufficiale: non serve a un cazzo


Lo ha detto Tim Berners-Lee, l'inventore di Internet e del linguaggio accatiemmelle: il doppio slash che segue l'http nelle url delle pagine web è perfettamente inutile.
"All'epoca mi era sembrata una buona idea" - ha precisato, maliziosetto, il Dio del web - "ma ripensandoci avrei potuto fare a meno di quelle due barrette".
Lodevole precisazione. Sir Tim. Mi resta solo un dubbio: perché le era sembrata una buona idea?

martedì 13 ottobre 2009

Famo 'sto sacrificio



Trailer di "I sacrificabili". The eighties rule!

Giorni da cani


Certi giorni, fra emicranie di stagione, scadenze e rotture varie, vita e lavoro mi fanno esattamente quest'effetto.
Ridiamoci sopra, va'.
Offre l'immenso Friz Freleng.

lunedì 12 ottobre 2009

Semplicemente Marillion


A parte il fatto che ormai Steve H sembra il fratello più basso di Renato Zero, Mark Kelly è senza capelly e Steven Rothery pare un avanzo dalla fam. Addams, i Marillion sono ancora sul pezzo.
Visto che i tempi dei dischi di platino sono lontani, attualmente i ragazzi di Aylesbury suonano il cazzo che gli pare, senza troppi problemi di marchetting. Ormai, non sono più costretti a somigliare ai Genesis. E dentro i loro pezzi echeggiano influenze che spaziano dal folk al blues al trip hop alla musica ambientale. Un impasto sonoro bello ricco, insomma.
Il loro ultimo disco ha un titolo che bisognerebbe sempre tener presente: Less is More.
Trattasi di una raccolta di pezzi recenti, presi e ottimamente riarrangiati in chiave acustica.
Un'ottima occasione per allacciare (riallacciare?) i contatti con una band che nel corso degli ultimi trent'anni ha saputo evolversi, coniugando il verbo del rock progressivo in una chiave personale, suggestiva e convincente.

domenica 11 ottobre 2009

Videoburrito bocciofilo



Los Paizaz de guanacevi: "Con todos menos con migo". Quando lo ska incontra la musica grupera e le sputa in faccia.

La Sardegna s'indigna

Questo è il posto dove vado a sciacquettarmi i piedini d'estate in una foto recente.



Questo è come diventa il posto dove vado a sciacquettarmi i piedini d'estate se passa il progetto di cui si parla qui.



Orsù, firmate la petizione on line. Aiutate il vostro Voglino preferito a continuare a sciacquettarsi i piedini in un posto decente. Non si sa mai che prima o poi vi inviti a sciacquettarvi i piedini anche voi.

To B. or not to B.


Meglio un Paese sputtanato o un puttanaio di Paese?
Questo è il problema.

Ce l'ho!


E me ne bullo.
Yak yak yak.

giovedì 8 ottobre 2009

Che alle volte l'originalità non è tutto


Quando ho saputo della nuova collana di collaterali dedicata ai Più grandi super-eroi della terra mi son detto: mah.
Vista la quantità di stampe ristampe edizioni definitive totali assolute di fumetti DC Comics uscite in questi anni, non è che si sentisse proprio tutto 'sto gran bisogno di una nuova edizione di Watchmen o Kingdom Come.
Poi ho visto che nel mucchio c'era anche La nuova frontiera di Darwyn Cooke.
E lì mi son detto: aspetta.
Se la memoria non mi inganna, questa è la prima edizione come Dio comanda della saga molto coming of age partorita da Cooke fra il 2003 e il 2004, e pubblicata a suo tempo da Play Press nel pratico format guardare e non toccare.
Niente di originale, per carità: il plot ricorda molto quello della misconosciuta Età dell'oro di James Robinson e Paul Smith, con il passaggio metafumettistico fra Golden e Silver Age. E i disegni frullano insieme la plasticità di Kirby, la sintesi del primo Mazzucchelli e la (finta) bonarietà dei Bat-Cartoon su cui Cooke stesso si è fatto le ossa.
Tutto già visto, insomma. Ma questo piccolo grande omaggio all'epoca d'oro del fumetto Usa è sostenuto da una sincerità disarmante e da una tecnica impressionante - valori aggiunti che fanno tanta differenza, in un prodotto dichiaratamente derivativo come La nuova frontiera.
In soldoni: chi non l'ha letto non se lo lasci scappare. Il primo volume è già in edicola, il secondo esce il 12 ottobre.

mercoledì 7 ottobre 2009

Un tot al chilo


- Buongiorno. Vorrei due etti di prosciutto crudo.
- Quattro etti di salame, ha detto? ecco qua. ci metto anche un assaggino di pancetta e due fette di mortadella sugli occhi. Fanno nove e novantanove, grazzzie, avanti il prossimo.

Tutti pazzi per Amy


Quattro volumi di racconti scritti fra il 1985 e il 2005, tradotti benissimo, raccolti in un unico tomo e preceduti da un coro di consensi addirittura imbarazzante: è con queste credenziali che arriva sugli scaffali Ragioni per vivere di Amy Hempel.
Dicono che chi ha amato libri come Cattedrali di Carver o Ballo di famiglia di Leavitt apprezzerà eccome.
Ora, non che io sia un patito del minimalismo.
Però qui secondo me vale la pena di farsi un nodo al fazzoletto.
Non fosse che in cover c'è un commento di Palahniuk sarebbe il massimo.

Dieci e lodo


Toccata e fuga del grande Vauro.

martedì 6 ottobre 2009

Al Fano e Rovina Power


La coppia più berla del mondo: smak, smak, pciù.

Partigiano Reggiano


Matteo Casali, di suo, ha molti pregi.
Primo, assomiglia vagamente a Bonvi. Stesso sguardino sornione e vagamente allucinato.
Secondo: sta nella parte giusta dell'Emilia. Quella che non se la tira.
Terzo: scrive very interesting comics, ed essendo un fiulètt ha ampi margini di crescita.
Quarto: va al bar con Ben Templesmith. Che è sempre un bell'andare.

Matteo Casali ha aperto un blog. Vale la pena di segnarselo.

Quadrix!


Wilson Vieira, sceneggiatore e disegnatore brasileiro, mi segnala l'uscita di una nuova rivista di quadrinhos: Gabriel Ba e Fabio Moon non sono soli, a quanto pare. E Quadrix è senz'altro una scoperta interessante -se non altro per Kwi-Uktena, un horror western a tinte fosche impreziosito dal segno «brutto, sporco e cattivo» di Fred Macedo.

Splice Girl


Dopo la bella scoperta di Paranormal Activity, un altro thriller low-budget derivativo ma maledettamente promettente: Splice.
Dirige Vincenzo Natali, il regista di "Cube".
Cast con le palle (strictu senso o metaforiche): Adrien Brody e Sarah Polley.
La storia parla di due che giocano a fare Dio e gli dice molto male.
Speriamo esca anche in Italia, prima o poi.

sabato 3 ottobre 2009

C'è poco da ridere


Brian Azzarello, oggidì, passa per uno sceneggiatore di quelli seri.
Vulgata comune: "È lo sceneggiatore di 100 Bullets". Detto con un tono stile "Mecojoni", manco stessimo parlando di La Gerusalemme Liberata o Madame Bovary.
Così, visto che ne ha imbroccata mezza, quando Azzarello si mette a scrivere Batman, tutti lì a trattenere il respiro.
Anche se di respiro ce n'è pochissimo.
Prendiamo Joker, l'ultimo exploit fumettistico dell'Arlecchino del crimine.
Sulle tavole di Lee Bermejo, niente da dire: una autentica festa per gli occhi.
Ma la sceneggiatura di mister 100 pallottole è roba da giro del mondo a calci nel culo.
Joker viene rilasciato da Arkham e comincia a fare il diavolo a quattro per riprendersi Gotham.
Mozzarello non si degna di farci sapere chi abbia avuto la geniale idea di rilasciarlo, e perché. O perché il Pipistrellone - nonostante i morti ammazzati che il Clown sparpaglia in giro, manco andasse a cottimo- aspetti le ultime tre pagine dell'albo per andare a raccattarlo.
Incongruenze a parte, la storia è un pateracchio di scene truculente e special guest raccattati alla cazzo dalla rogue gallery di Batman. Un platform plumbeo, gratuitamente truculento, pallosissimo, senza uno straccio di crescendo o di catarsi. Approfondimento psicologico, zero. Humour non pervenuto. Unica idea, il punto di vista: a raccontarci tutto è un complice dell'adorabile signor J, che alla fine della storia, uau, si pente di essersi fidato del Joker.
Insomma, il classico prodottino tutto forma e niente sostanza, che fa rimpiangere non dico chicche come The Killing Joke o Arkham Asylum, ma anche onesti divertissement come L'avvocato del diavolo o L'uomo che ride.
Tredici euro e marmotte buttati, direi.
Nel genere, molto meglio buttarsi sul primo volume dei Bat-Classici DC: c'è molta più ciccia da sgagnare, e avanzano anche i soldini per il gelato o la pizzetta. Visti i tempi, vale la pena di tenerlo presente.

giovedì 1 ottobre 2009

Chuck Amuck


Nuovo romanzo del buon vecchio zio Chuck.
E in effetti, lo zio Chuck sembra invecchiato per davvero. E anche male.
Dopo gli ultimi infortuni letterari, la speranza era che il nostro rimettesse il culo in carreggiata. E invece, pare di no: La recensione di Gabriele Romagnoli su "La Repubblica" di oggi la dice lunga. E sì, magari è vero che la critica ha il vizio di ciurlare nel manico. Però due indizi come "Cavie" e "Gang Bang" fanno una prova. Quindi, caro Chuck, questo giro salto un giro. Senza rancore, eh.