venerdì 30 marzo 2012

Grama Padania

Dopo Il Barbarossa, un altro tonitruante spreco di (poco) talento targata Lega Lombarda: l'ineffabile super-eroico comic-book Capitan Padania. Fantascienza pura: non il personaggio in sé, che lasciamo perdere, ma il fatto che Bossi si esprima in italiano.
Il link per azionare lo scarico è questo qui.

Fortunatamente, a gratis.

giovedì 29 marzo 2012

Bandierina bianca

Quanto ci mancherà quest'uomo. Anzi, no.

Stallo alla messicana

La parte più divertente del mestiere di scrivere? Facile: documentarsi. Perché con la scusa che ti tocca farti una cultura, hai l'agio di rimetterti in pari con i libri che avevi messo lì in attesa di trovare il tempo per dar loro una botta. Il che ci porta a La ballata del re di denari, opera prima del messicano Yuri Herrera. Che esplora il Paese dei narcotrafficanti dall'interno degli abiti sgargianti di un cantante di corridos, le canzoni popolari con cui un tempo si cantavano le gesta di eroi come Villa e Zapata. E con cui oggi si celebrano le gesta dei narcos. Come ne La maschera della morte rossa di Poe, al centro della vicenda c'è il crollo di un regno: quello di un jefazo alla prese con i pretendenti al suo trono criminale. Centoventi pagine melanconiche, passionali però abbottonate come solo i messicani autentici sanno essere,tradotte splendidamente da un Cacucci in gran forma e squarciate da lampi di genio tutti da rubare. Per esempio, la metafora fulminante che Herrera appioppa al suo cantante, precisa precisa anche per chi vive di storie acchiappate al volo, proprio come quegli uomini di parole costretti a fare "giri su giri tra le chiacchiere altrui come un avvoltoio sui cadaveri, fino a trovare la traccia nel posto giusto". Da La Nuova Frontiera a 15 euro. E bravo Herrera.

mercoledì 28 marzo 2012

Zigo Stella: l'intervista

Visto che cosa fatta capo ha, mi ero dimenticato che sul tumblr di Maurizio è tornata a fiorire la bella intervista che io e il nostro avevamo cucinato insieme per un Alias di qualche mese fa. Un bel viaggetto vagamente lisergico dietro le quinte di uno dei migliori fumetti italiani degli ultimi anni, nonché un salto quantico dietro il tavolo da disegno dell'alter ego di Zigo (ma anche di Davide Golia, dell'orsetto Ghigo e di tanti altri eroi di carta moooolto trasversali). Rosenzviggo l'ha messa on line una settimana fa, e vale proprio la pena di (ri)leggerla. Si accomodino.

lunedì 26 marzo 2012

Adagio, col plagio

Furente polemicone sul social network più cliccato a proposito dei cattivoni che scopiazzano senza vergogna alcuna né riconoscimento di prebende le splash page altrui.
Stavolta, lo scettro dello scopiazzatore senza stile e senza ammmore tocca a Paolo Di Clemente, reo di aver ripreso para para la copertina dell'ultimo Nathan Never Gigante da una Bat-Cover di Jim Lee.
E in effetti, signori della corte, sì. Di Clemente ha scopiazzato. E visto che è pure recidivo, mal gliene incolga. Mentre scriviamo, probabilmente, il poveraccio starà firmando la lettera di dimissioni da la qualunque, e negli anni a venire sarà additato nelle pubbliche piazze come quel pirlantonio che scopiazzava da Jim Lee.
Neanche il tempo di gridare al plagio, ovviamente, e qualcuno tira fuori il cold case di Cronache del mondo emerso. E ci voleva, perché non ci deve essere pietà per chi scherza con i nerd. Dimenticando che il fumetto in quanto prodotto seriale vive di citazioni più o meno dichiarate. In particolare Nathan Never, derivativo di brutto fin dai primi numeri, con tutto quel suo rifarsi ai comic-book americani, senza dimenticare Gundam, H.R.Giger e compagnia cantante. Dimenticando le citazioni che hanno fatto la fortuna di best seller come Dylan Dog, che per inciso ci ha la faccia di Rupert Everett. Dimenticando che nel mondo del fumetto pop nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma.
Come nella copertina incriminata. Che per conto mio, al di là delle ovvie affinità con l'originale, va comunque per i cazzi suoi. Magari non proprio cazzi originalissimi, è vero, ma comunque suoi. Magra consolazione, per Di Clemente: ma nel ballatoio del fumetto italiano, non si sfugge alla giustizia. Lo tenesse presente, quando si ritroverà a spazzare i pavimenti all'Esselunga.

Sostiene perito

Atè logo, Antonio. Almeno due grossi grazie: per Notturno indiano e per Piccoli equivoci senza importanza.

sabato 24 marzo 2012

Buone Novel

Una nuova iniziativa manifesta si annuncia all'orizzonte.
Una iniziativa che sa di fumetti per lettori maturi.
A partire da sabato 24 marzo, per 12 settimane, la quarta di cover di Alias va in appalto a una squadra di giovani leoni del fumetto, decisi a fare la loro parte per portare acqua al nostro bistrattato ma assai rispettato mulino.
Ma c'è di più e di meglio: una volta pubblicati, infatti, i disegni degli autori andranno in vendita alle quotazioni di mercato per finanziare tanti begli abbonamentini al quotidiano comunista. Come recita il nuovo motto del manifesto, insomma, "Zitti No!". E visto che invece di falce e martello l'ottimo Riccardo Cecchetti disegnatore del Gigi Meroni di Becco Giallo ha messo in campo matite e chine sue e di un tot di altri artisti, anche stavolta un po' immaginazione al potere è garantita. Hasta las hitorietas siempre!

venerdì 23 marzo 2012

Titanico!

Un po' di Virus il mago della foresta morta, più un po' di Magnus Robot Fighter, più Guido Nolitta al suo meglio. E al posto della fettina d'arancia, il colore. È un beverone da trangugiare tutto d'un fiato il nuovo numero della collezione storica a colori di Zagor, la nuova chicca bonelliana in vendita opzionale ma necessaria con il quotidiano della sinistra un po' più a destra della sinistra. A soli sei euri e novanta in tutti i chioschi meno loschi. Acquistare a cuor leggero è l'imperativo assoluto categorico.

giovedì 22 marzo 2012

Giornata no

Avete presente quelle volte che gira tutto al contrario di come vorreste tranne forse la giuve che però insomma non è che poi alla fin fine ve ne venga in tasca niente?

Ecco.

martedì 20 marzo 2012

E tutto d'un tratto: Michonne

Chiusura col botto: apparizione fantasmatica della cacciatrice di zombie più iconica di sempre più dolly finale con vista carcere di minima sicurezza.
Questo, più l'annuncio del casting di David Morissey nel ruolo del governatore, fanno della terza serie di The Walking Dead l'evento Tv dell'autunno 2012.
Che, visto da qui, sembra lontanissimissimo.

E sempre a proposito di "Prometheus"



Viral Video #2: un fulminante spot Weyland Industries.

Il mistero si infittisce. Peccato tocchi aspettare metà fottuto settembre.

lunedì 19 marzo 2012

Promettheus bene


Però non si capisce com'è che in tutti i prequel delle space operas la strumentazione di bordo è più figosa che in film ambientati tipo due o tremila anni dopo.
In ogni caso, questa è la volta che torno a sborsare dei soldini per qualcosa che ha che vedere con Alien dai tempi di (urrrgh) Resurrection. Qualcosa vorrà pur dire.

sabato 17 marzo 2012

(Continua)


Un paio di foto gentilmente offerte dalla scrittora Rossella Rasulo per dire che sì, la Gang Bang alla Scighera è andata piuttosto bene. Tanto che stiamo ragionando sulla possibilità di ripetere il giochetto con altre serate tutto fumetto.
Nel frattempo, grazie grazie a Marina, Luca, Tito, Diego, Maurizio, Martina e più in generale a tutti quelli che hanno partecipato, sottoscritto, magnato e bevuto. È stato bello. Buon ultimo, ricordo al gentile pubblico che nel week-end ci sarebbe Cartoomics. Che facciamo, ci vediamo lì?

venerdì 16 marzo 2012

Un, due, tre, stecca

Aspettando La banca della magliana, unico autentico calembour visivo del programma Tv che segna il ritorno di Sabina Guzzanti sul piccolo schermo dopo un esilio catodico di 9 anni, finisci a tirare quasi la mezza. Fra qualche piccola favilla di satira e le molte ombre di un programma visivamente troppo cioècazzocompagni, pesantino nel ritmo, sorprendentemente serio.
Si ride poco, con Un, due, tre, stella. Un po' perché evidentemente Sabina ci tiene a mostrarsi all'altezza del suo status da pasionaria, e riduce i fregolismi al minimo sindacale, giocandosi la carta lombrosiana di una Annunziata slapstick. E un po' perché il menu mescola troppo disinvoltamente l'alto e il basso, i Frassica (ottimo) e i Michael Moore (prevedibile), il cabaret e l'analisi economica. Di buono c'è la voglia di aprire a facce nuove tipo quella di Edoardo Ferrario, decisamente da tener d'occhio, e l'ambizione di informare con leggerezza, come dimostra l'intervento sulla crisi di Andrea Fumagalli. La speranza è che nelle prossime puntate la Guzzanta riesca ad aumentare il ritmo e ad alternare al rap un po' di punk di funky di rock. Il rischio, altrimenti, è che la palpebra cali prima del sipario: un peccato mortale, per una trasmissione comunque interessante.

mercoledì 14 marzo 2012

Mi ricordo "Horror Express"

E pensando a Horror Express mi vengono in mente pure Sette storie per non dormire (soprattutto l'episodio col feticcio vudù), Belfagor, Terror e Oltretomba. Paura!

martedì 13 marzo 2012

Storie di fantasmi


Nuovo disco per i norvegesi Gazpacho. Esaurito un discreto filotto di concept album come da ragione sociale progressiva, per il nuovo March of Ghosts i ragazzi di Oslo hanno cucinato una raccolta di storie di fantasmi in musica. Dal punto di vista del paesaggio musicale, poche novità: lo stile Gazpacho si è cristallizzato in un impasto di sonorità melanconiche che ricordano gli allegri motivetti di Talk Talk, Radiohead, Marillion e compagnia cantante. La sorpresa sta tutta nei testi. Storie di fantasmi, dicevamo, fra criminali di guerra haitiani, commediografi inglesi in odore di tradimento, G.I. Joe della Seconda guerra mondiale. E c'è anche la storia affascinante e terrificante della Mary Celesteche tanto mi affascinò e terrificò da ragazzino. La concept art del video è di Antonio Seijas, uno interessante. Brrr.

lunedì 12 marzo 2012

Ma che periodo di Emmegipì

Troppa mariagrazia, signora morte: a questo punto, facciamo le Corno.
Un bacino, Emmegipì: ti amai molterrimo, e mi dispiace saperti così.

Eroi da guerra

Quattro euro spesi bene, quelli per "E", house organ molto sui generis di Emergency, rivistona da battaglia (!) con gli occhi ben aperti su un tot di mondi, non ultimo quello del fumetto d'inchiesta di Becco Giallo, ospite fisso dell magazine con tanti assaggini dei volumi in catalogo. In questo numero, mirini puntato sulla lobby italiana delle armi, un'intervista a Don Ciotti di "Libera" e un reportage fotografico sugli sport minori con commento di Gianni Mura. Ottimo e abbondante, come il rancio di mamma marines.

domenica 11 marzo 2012

Incazz. nero

No, è che a Moebius proprio non bisognava permettergli di volar via. Snif.

venerdì 9 marzo 2012

Magari, Salgari

Due volumi Coconino nel giro di pochi giorni: non farà male tutto 'sto fumetto colto? Non se dopo la Ghermandi tocca allo Sweet Salgari di Paolo Bacilieri, storia romanzata ma mica poi tanto dello scrittore che non poteva mai staccare la penna dal foglio, pena la rovina. Citazioni da I misteri della giungla nera, lanci giornalistici d'epoca, epistole, aneddoti, dagherrotipi fin de siècle, citazioni da Al Capp a De Amicis: Bacilieri usa tutto questo e un bordello di ligne claire fra Crepax e Magnus per raccontare gli ultimi strazianti giorni di vita dell'unico grande autentico scrittore automatico che l'Italia abbia mai partorito. Pietà, zero: l'autore scava nella vita di Salgari con la precisione crudele di un entomologo, senza nascondere le distanze siderali fra il talento dell'uomo e i suoi limiti. Dove manca la pietà, però, subentra una Pietas che si traduce nella rotondità carezzevole del character design, nella minuzia della ricostruzione visiva, nell'approccio zen alla narrazione e al disegno, nel fulminante montaggio alternato iniziale fra descrizioni salgariane del Gange e scorci di una Torino che fu. Ce ne vorrebbero di fumetti d'autore così: signore e signori, Sweet Salgari è un piccolo capolavoro di 152 pagine, ampiamente annunciato dagli studi pubblicati dall'autore sul suo blog durante la lavorazione e disponibile in libreria alla miserabile cifra di diciassette e cinquanta euro. Chi non lo compra, peste lo colga. Gli altri si accomodino, che a questo giro ne vale davvero la pena. Epperò pronunciamolo giusto, il titolo, che lassù qualcuno ci guarda. E magari, da oggi, ci ama un po' di più.

mercoledì 7 marzo 2012

Quella sera del Gang Bang alla Scighera!

Cosa si farebbe, pur di sostenere a leggere la causa ribelle del manifesto. Noi Gang Bangers de Milàn abbiamo pensato bene di organizzare per giovedì 15 marzo dalle 20,30 una serata di sottoscrizione al circolo Arci La Scighera di via Candiani 131, in Bovisa. Ci troveremo a grufolare in un ricco buffet, bere ottimo vino e parlare di fumetti, vita e altre figate, ma soprattutto a raccogliere qualche soldino per il quotidiano comunista. Ci saranno Luca Enoch, Tito Faraci, Diego Cajelli e tanti bei libri a fumetti targati edizioni BD. Si può (e si deve) prenotare fino al 13 marzo. È facile: basta mandare una mail a Martina (luna@inventati.org) o Maurizio (maotara@yahoo.it). Ammucchiamoci a mucchi!

Instant Karma

Maurizio Rosenzweig è una persona rara. Perché è un artista vero, con solide basi di disegno acquisite in una lunga militanza da visualizer e affinate nei recessi di un inconscio tortuoso e vorticante come un fiume sotterraneo. Maurizio Rosenzweig è uno dei pochi, pochissimi autori di fumetti italiani a coniugare uno stile originale e non, ripeto, non derivativo con una capacità affabulatoria e un autocontrollo da neurochirurgo, che a leggere i suoi fumetti ti chiedi ammirato come cazzo fa, soprattutto sapendo che improvvisa anche sul lungo. Maurizio Rosenzweig è trasparente anche nelle zone d'ombra, che pure ci sono, perché se non ne avesse sarebbe un prodotto di sintesi, e però tutto sommato ti piacciono pure quelle che intravedi. Maurizio Rosenzweig ha i piedi ben piantati nel terreno, ma i riccioli sparsi nella stratosfera. Maurizio Rosenzweig ha aperto un blog, pardon un Tumblr, dove pubblica tutto quello che gli passa per la testa. Tutti noi abbiamo un gran bisogno di più Maurizio Rosenzweig, nella vita. Tutti tranne uno che però non dico chi è.

lunedì 5 marzo 2012

Buona la prima

Più che da Martin Scorsese, Hugo Cabret sembra diretto da Joseph Tornatore. Un film buono, con buoni effetti speciali, un buonissimo montaggio, una buona fotografia. Buono l'inizio in classicissimo vertiginoso piano sequenza à la Casino, Buone le interpretazioni, buone le scenografie, buoni buoni i cani, forse un simbolo della fedeltà di Scorsese al cinema dei pionieri. Anche il 3D sembra buono, anche se io il film l'ho visto in 2D, perché nella sala in 3d non c'era un buco. E insomma, tutto buono.
L'unico problema, forse, sta proprio in questo: dopo tanta bontà, ti viene voglia di tornare a casa e metter su come minimo Faster, Pussycat! Kill! Kill!. Se sia un pregio o un difetto, non saprei. Però non ho visto da nessuna parte il cartello instant classic. Quindi, rubrichiamo alla voce "quella volta che Scorsese non ci aveva voglia" e via.

La morte nera

Siluri fotonici per Ralph McQuarrie, inarrivabile conceptual designer della prima trilogia di Star Wars, quella bella.
Che la Forza sia con lui. Sempre.

venerdì 2 marzo 2012

Piccole querce crescono

La Ghermandi mi piace un casino per un casino di motivi. Cito a casaccio:
1) La bella testina contorta, piena di idee rotondette sfuggenti nere nere come chicche di liquerizia purissima;
2) Lo stile unico et inimitabile, fosse ammmericana farebbe soldi a palate come character designer;
3) La formazione Paziente (nel senso proprio di Andrea Pazienza, che illo tempore, ebbro di fumi linusiani e valvolini, le insegnò i rudimenti dell'arte sequenziale);
4) La malcelata antipatia per il termine Graphic Novel grrr;
5) Ha collaborato con il manifesto;
&) Quando uno è figo, è figo, e tanto basta.
Ora la Ghermandi ha pubblicato un libro che parla di una disegnatrice di fumetti che vive in una città che sta su una collina che in cime c'è una vecchia quercia. Si sorride, ma come si può sorridere degli scheletrini di Josè Guadalupe Posada o delle caricature di George Grosz: vignette come quadratini di cioccolato fondente al 90 per cento, denso, amarissimo, con una nota di dolcezza giusto nella pietas che l'autrice prova nei confronti delle anime torturate che popolano i suoi sogni. E che disegni della madonna: roba da fare invidia al miglior Tim Burton.
Un libro necessario, a soli 16 euro per duecento e rotte pagine di roba. Pubblica Coconino. Santè.

Mi ricordo "Fumetto"

Disperato erotico stop

Alla fine su Wikipedia erano stati profetici.
Grazie di tutto, ma soprattutto di Com'è profondo il mare.

giovedì 1 marzo 2012

Mille e non più mille

Ciudad Juárez, lo zerbino del cortile di casa degli Stati Uniti. Qui, dall'inizio degli Anni 90, sono scomparse un migliaio di povere criste. Operaie delle maquiladoras create oltre il confine dalle aziende yankee per risparmiare sul costo del lavoro, migranti in attesa di un passaggio oltre la linea, o semplicemente donne capitate nel posto sbagliato nel momento sbagliato. Metà di loro sono state sequestrate, violate, uccise e abbandonate nel deserto. Metà sono scomparse nel nulla. Viva la vida degli autori di bandes dessinées Edmond Baudoin e Troubs (Coconino, 144 pagine, 17 euro) è la vischiosa e affascinante cronaca disegnata di questo feminicidio: un po' comic journalism, un po' cahier de voyages, un po' fumetto-fumetto. Intro firmata da Paco Ignacio Taibo II: solo quella vale l'acquisto. Buon narcocorrido a tutti.