mercoledì 30 novembre 2011

Morgan Freeman

Servizietto Clienti

Nel marzo scorso ho deciso di farmi l'Home Pack.
La pubblicità vagheggiava emozioni digitali slurp slurp: decoder MySky accaddì a gratis, più Voce e Internet Fastweb a 100 mega.
Chiamo l'apposito call center. Il tempo di dire "Home Pack" e mi ritrovo alla porta un installatore che mi porta l'accrocchio nuovo, me lo collauda e mi risintonizza tutto l'amba aradam.
"E Fastweb?", chiedo.
"Ah, non so", ribatte il tipo. "Noi pensiamo a Sky, a Fastweb ci pensa Fastweb".
Va be', dico, aspettiamo.
Passa una settimana.
Passa un mese. Entro in modalità ossessivo-compulsiva. Chiamo il servizio clienti Sky, dove mi dicono di chiamare il servizio clienti Fastweb. Chiamo il servizio clienti Fastweb, e lì mi dicono di chiamare il servizio clienti Home Pack. Chiamo il servizio clienti Home Pack, e non mi dicono niente, perché c'è solo una segreteria telefonica che recita "il numero non è attivo".
Mi arrendo e mollo lì, pensando che finché sto con Tiscali sto in una botte di ferro e prima o poi da Fastweb dovranno pure farsi vivi.
Due mesi dopo, finalmente squilla il cellulare: "Signor Voglino? Sono il tènnico di Fastweb. Domani veniamo a installarle la fibra ottica".
Ehilà!
Il giorno dopo, si presenta il tènnico. Dice che ci vorranno dieci minuti, e ci impiega due ore. Mi sistema il modem wireless a quindici metri e quattro pareti dal mio Mac. "Non sarà un problema?", azzardo. Ma figurati: questi affari sono delle schegge, qui si viaggia a 100 mega signora mia e blablabla. Faccio uno speed test, e vedo che il Pc gira more solito. Non dico tipo modem a cinquantasei kappa, ma insomma, molto a sud dei 100 mega promessi. "Tranquillo, chiami il servizio clienti e vedrà che la sposteranno su un canale più veloce, questo è quello presettato e non è granché". Mmm. Provo con la Play, e quella effettivamente gira benino, quindi abbozzo.
Per chiudere il cerchio devo solo richiamare il tènnico casomai il telefono dovesse improvvisamente ammutolire perché vuol dire che hanno effettuato la migrazione da Tiscali e Fastweb e quindi dovrà attivarmi la linea.
"Ma alle scartoffie ci pensate voi?".
"Oh yes, bastano due firmette qui e qui e il codice di migrazione".
Firmo.
Arriva luglio. Aspetto la prima fattura Fastweb, che non arriva. Arriva, invece, l'ennesima fattura Tiscali. Chiamo Fastweb: "Non c'è problema, trattasi di normale rodaggio amministrativo, ora segnalo il tutto e siamo a posto". Chiamo Tiscali: "Non c'è problema, probabilmente il passaggio è ancora in corso. Ora segnalo il tutto e siamo a posto".
A fine agosto, al rientro dalle ferie, mi ritrovo all'attivo zero bollette Fastweb e un'altra bolletta Tiscali. Mi riattacco al telefono. Al call center di Fastweb mi ripetono che non c'è problema, che segnalano il tutto e siamo a posto. Al servizio clienti Tiscali invece, la signorina tal-dei-tali-come-posso-esserle-utile mi segnala che il problema c'è, eccome.
"Deve mandarci un fax con una fattura che attesti il passaggio a Home Pack".
"Ma io una fattura da mandarvi non ce l'ho. Non l'ho ancora ricevuta".
"Mi spiace, ma senza una fattura che attesti l'avvenuta migrazione l'ufficio amministrativo non consente di chiudere la pratica".
La signorina tal-dei-tali non è più frillosa, complice, quasi seduttiva come ai bei tempi. Ora è para para il computer Madre di Alien. Presente "La Nostromo si autodistruggerà fra cinque minuti"? Ecco.
Brivido. Ormai sono nel girone degli ex. Là sarà pianto e stridor di denti.
Richiamo Fastweb. Non c'è problema, posso scaricare la fattura dal sito di Sky e mandargli quella. Scarico e stampo la fattura e la faxo a Tiscali.
A ottobre, altra fattura Tiscali. Richiamo il servizio clienti, e dico che, ehm, veramente io avrei già provveduto a inviargli il fax con la fattura. Già che c'ero, gli ho rispedito il modem per raccomandata, e gli ho girato le ricevute.
"Ma sulla fattura Home Pack di Sky manca il numero di telefono", pignoleggia Madre.
Effettivamente.
"E quindi?".
"Quindi ci deve mandare una certificazione che attesti l'avvenuta migrazione al suo nuovo fornitore di servizi".
"La Nostromo si autodistruggerà fra cinque minuti...".
Richiamo il servizio clienti Fastweb masticando maledizioni sumere. Non c'è problema, mi mandano una mail con la certificazione. Controllo che riporti il mio numero di telefono, il mio indirizzo, il codice fiscale, lo stato civile, il peso, l'altezza il segno zodiacale l'ascendente e tutto il resto. Lo ficco nel fax e lo giro a Tiscali. Dopo circa un'oretta ricevo una mail che mi conferma che la mia pratica è in via di risoluzione. lacrime di sollievo misto gioia. Ce l'ho fatta.
Anzi, no.
Qualche giorno fa ricevo un'altra fattura da Tiscali.
Madre del Servizio Clienti mi comunica che la certificazione che gli ho faxato non è valida, perché la mail non è su carta intestata Fastweb.
Al servizio clienti Fastweb mi dicono che non c'è problema, che entro 15-20 giorni mi invieranno per posta ordinaria le fatture cartacee da faxare a Tiscali per dimostrare a Madre che
ho rotto il cordone ombelicale.
Ho spezzato le catene.
Ho completato il mio aspro percorso di separazione/individuazione.
Avrei voluto scaricare le Myfastfatture dalla Myfastpage per fare un po' prima, ma Myfastcentralinista dice che con i Clienti Home Pack il Cms non funziona. Però non c'è problema, stanno risolvendo.
Quando riceverò le fatture cartacee, le faxerò a Madre. Anche se temo che quando le riceverà si inventerà qualcos'altro, e alla fine mi toccherà recedere dal contratto pagando servizi di cui non ho usufruito e spendendo il triplo di quello che avrei dovuto spendere.
Non c'è problema, intendiamoci. Ma comincio ad avere il vago sospetto che l'Home Pack sia una solenne inchiappata.
Qui ufficiale tecnico Voglino Ripley. Passo e chiudo.

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martedì 29 novembre 2011

Il nuovo organigramma del PD


Magara!

Mi ricordo Federico Brugia

Quando l'ho conosciuto, una ventina d'anni fa o giù di lì, Federico Brugia non era Federico Brugia. Allora lo chiamavo semplicemente "Silvano".
Abitava in una casa favolosa di via Sebeto con mammà, favolosa stilista. rotto il ghiaccio a una festa molto Anni 80 sotto un bombardamento di Clash, Propaganda e Chaka Khan, ci piaciucchiammo subito. Da lì partì un treno di incredibili avventure in alta fedeltà: un sacco di notti passate a strimpellare tastiere e Technics milleddue fra canne e whisky, un sacco di giornate a riguardare e commentare i film di Kubrick Raimi o i Coen, un sacco di sogni a buon mercato di quelli che fai all'Università, quando il futuro è un'autostrada a quattro corsie. E un pezzullo da discoteca, registrato in uno studio di Grosseto chissà quando e rimasto in un cassetto perché anche nel meraviglioso mondo del pop una cosa non è fatta finché non è fatta. Poi, secondo natura, ognuno per la sua strada.
Che nel caso di Silvano - pardon: Federico - è rimasta quella del cinema, della moda, della fotografia. Mondi in cui continua a razzolare con stile, energia e personalità.
Da qualche parte, a casa mia, devo avere ancora delle foto mie fatte da lui in una notte d'inverno all'insegna della voglia di esserci e della fendimetrazina. Ero venuto parecchio bene, quindi mi sa che prima o poi dovrò farle incorniciare: sempre che non sia stato così fesso da buttarle in uno dei miei periodici repulisti esistenziali. Sperèm de no.

domenica 27 novembre 2011

Sarò Frank

Lo disse uno che di autoritarismo ne capiva, Hermann Goering: "La storia la scrivono i vincitori". Ci ho pensato leggendo l'editoriale di Alex Bottero sull'ultima bruttura di Frank Miller. Il Botterone sostiene che Holy Terror vada considerato come un'invettiva a fumetti, "uno sfogo non mediato di un americano che scrive e disegna meglio di me", e che sia stata boicottato da certa critica a prescindere per fighettismo di sinistra. Una tesi ottimamente argomentata attraverso l'esegesi puntuale del volume. Resta però un fatto che Bottero non prova nemmeno a contestare e che mina l'arringa alla radice: cioè gli omissis che Miller semina disinvoltamente nel fumetto, riducendolo a una manganellata mediatica buona solo per buzzurroni senza la minima capacità di interpretazione dei giornalini e del mondo che ci gira intorno.
Perché sì, si può essere filoamericani fino al midollo. Ma se si legge la lotta al terrorismo islamico dimenticando le centinaia di migliaia di morti ammazzati seminati dalle guerre umanitarie degli Stati Uniti in tutto il globo, il sostegno economico offerto a figuri come Osama Bin Laden durante gli anni 80, o l'endorsement di Washington a un regime autoritario come quello saudita si ottiene un risultato grottesco. Proprio come Miller, che ormai è l'ombra del vigoroso anarcofascista che in tempi ormai lontani partorì Il ritorno del Cavaliere Oscuro. E oggi, ridotto a mesta caricatura di se stesso, tenta di ricavarsi un posto a destra di Newt Gingrich e soci latrando contro ogni sinistrorso reale o presunto puttanate - pardon: invettive - fra John Wayne e Calderoli. Che la storia la scrivano i vincitori, va bene: Ma perlomeno, vivaddio, che ripassino un po' di congiuntivi, prima.

venerdì 25 novembre 2011

Mi ricordo "Raumpatrouille – Die phantastischen Abenteuer des Raumschiffes Orion"


Per gli amici, Le fantastiche avventure dell'astronave Orion 8. Come dire Star Trek più l'Ispettore Derrick. Però cazzo quanto erano toniche le navicelle a V dei cattivi.

giovedì 24 novembre 2011

Special Thanks

Si chiama Grazie ar cazzo, ed è un sito semplice ma robusto che a ogni clic partorisce ovvietà firmate dai più bei nomi della politica, dell'economia e della cultura italiana. Fa molto ridere, ma a denti stretti.
Dettaglio non trascurabile: fanno anche le magliette.

Videoburrito tutto casa e famiglia


Ma quanto sono fighi i coniugi Rodrigo y Gabriela Sanchez-Quintero (o Quintero-Sanchez)?
Olè!

mercoledì 23 novembre 2011

Tarattattattà

Incredibile ma vera l'arringa in difesa dell'Ordine dei Giornalai firmata da Barbara Palombelli su Il Foglio di oggi. Altro che arrampicarsi sugli specchi: pur di difendere la propria rendita di posizione, la Sig.ra Rutelli si produce in una performance da Cirque du Soleil. A lei l'invito a farsi un giro turistico ai piani bassi del mestiere, oltre all'impalpabile tessera dell'Albo: al contrario del tesserino, è gratis et amor dei, e ti rimane per tutta la vita.

martedì 22 novembre 2011

La rivolta del Boxer

Oggidì, dalla Primavera araba alla speculazione internazionale, l'Effetto Farfalla è puro esprit du temps. L'esordiente Niccolo Assirelli se n'è sniffato interi narghilè, abbinandovi la lettura di un Buzzati d'annata da Le notti difficili. ne è venuto fuori "Cave canem", romanzo a fumetti appena pubblicato da Edizioni BD (costo: 9 euri). Come in tutte le opere di esordio, pregi e difetti vanno a braccetto: sì, Assirelli è un disegnatore di grande personalità però no, non ha ancora la lucidità di uno storyteller di lungo corso; sì, l'aria sottile di alcune tavole mozza davvero il fiato, ma no, in diversi momenti non è facile seguire gli equilibrismi narrativi su cui regge il racconto; sì, certe sequenze sono lampi di classe cristallina, però no, non consiglierei queste 96 pagine a un lettore casuale, perché richiedono attenzione, concentrazione e una gran capacità di riempire gli spazi vuoti fra una vignetta e l'altra. Al sodo: un classico fumetto da meditazione. Fosse cinema, saremmo dalle parti dell'Inarritu di Babel o del Malick di The Tree of Life. Visto che è fumetto, vengono in mente certe sperimentazioni di Chies o Crepax, oltre al Maurissimo Rosenzweig, citato apertamente più sui crinali fra tratto realistico e estremizzazioni grottesche che nelle discese ardite e le risalite della trama. In ogni caso, una scelta ideale per i mature readers. E un segnale di vita intelligente da tener d'occhio: perché finito Cave Canem il morbido ma ambizioso Niccolò si è rimesso sotto. Qui i dettagli.

lunedì 21 novembre 2011

Uònder Uòman

Segreto di pulcinella: è appena arrivato in edicola il settimo numero di Lilith.
Più lieve e volutamente scanzonato di "cavalcando con il diavolo" e "il re delle scimmie", tutto ambientato nella Roma di Commodo, fra gladiatori, suburre, trame di palazzo e altre delizie vintage.
A parte qualche retropensiero gotico sui propri bioritmi, la Lilith cazzeggia nell'arena da par suo, spaccando culi romaneschi con il sorriso sulle labbra peggio che i tamarrissimi gladiatori di Spartacus - Sangue e sabbia.
Giunto a metà di "La signora dei giochi" pensi che Luca Enoch dovrebbe proprio dare un colpo di telefono a Dan DiDio.
"Hey Dan, mi fai fare la graphic novel definitivissima di Uònder Uòman?"
"Hey Luke, Ecco le chiavi, vai e torna vincitorrr."

Vincere facile

Son finiti i bei tempi in cui il buon vecchio Chuck serviva al pubblico zaffiri e smeraldi su vassoi d'argento. Esaurito lo stato di grazia di Fight Club, Survivor e Invisible Monsters, il nostro sembrava deciso a sprecare il proprio talento nella pedissequa imitazione di se stesso, fra esperimenti interessanti ma disomogenei (Cavie), lo-faccio-solo-per-la-grana (Gang Bang) e pastrocchi di maniera (Pigmeo). Comprensibilissime, quindi, le immancabili alzate di sopracciglio di fronte alla sua ultima fatica: la storia di una tredicenne malauguratamente morta e finita all'inferno.
Invece, sorpresa: Dannazione è divertente. Stupido, incoerente, non troppo ispirato, ma gustoso. A modo suo, Chuck ha deciso di darsi al fantasy. Ne è uscito un pastiche a metà fra Sucker Punch di Zack Snyder, Dante's Inferno e/o God of War e le strip mute di Tito Faraci e Silvia Ziche. Poi: la storia post-mortem di Madison Spencer è croccantina ma impalpabile come un'ostia sconsacrata, i personaggi di contorno sono par l'appunto di contorno, e in tutto il libro ci sono tanta domonologia d'accatto, la giusta dose di turbe inguinali è solo un paio di graffi degni del miglior Palahniuk. Però poteva andare molto peggio. Resta il ragionevole sospetto che ormai a Mister P. piaccia vincere facile: per uno che decantava le virtù della boxe a mani nude, non esattamente un lifetime achievement.

domenica 13 novembre 2011

Vroom Vroom

È proprio vero che superati i quaranta gli anni cominciano a correre di brutto.
Mi consolo pensando alla mia voglia di macinare chilometri. Ai tanti piccoli traguardi ancora da tagliare. E ai percorsi mozzafiato che intravedo da qui.
Tanti auguri a moi!

giovedì 10 novembre 2011

La castagna di Leo Pulp

Sabato 12 novembre dalle 16 in poi c'è un buon motivo per andare a Pozza di Maranello: una bella castagnata con il Cicca, il Bonfa e il Nizza, tutti riuniti alla fumetteria di via Vignola 153 per presentare l'edizione totale globale di Leo Pulp. Sganciando dieci eurelli ci si porta a casa un originale del bonfa e un cartoccio di caldarroste belle calde e fragranti e pure benefiche, visto che il ricavato va tutto all'AVAP di Maranello. Sganciando qualcosa in più, un Leo Pulp firmato dagli autori. Una buona scusa per portare la Ferrari a fare il tagliando, insomma.

mercoledì 9 novembre 2011

Aperitivo Makkox


Stasera alle diciotto punto zero zero, alla Fnac di Milano, via della Palla ang. via Torino, ricca presentazione dell'esiziale Post Coitum di Bao con Makkox himself. Sparring partner del nostro, quel simpatico pennellone di Luca Sofri. Più sul pezzo di così si muore.

The politics of ooo feeling good


Molto Anni 80, l'uscita di scena di Berlusconi. Come quei paninari che s'imbucavano alle feste per fare casino, ben conscio che tanto a pagare i danni saranno i condomini, finito il bunga bunga se ne va lasciandosi dietro solo le macerie. A noi restano la manovra lacrime e sangue prossima ventura imposta dalla UE, l'incertezza nei confronti del futuro e la ragionevole certezza che le cose non cambieranno mai. Perché sì, magari a questo giro il ducetto grottesco di Arcore ce lo leviamo dalle scatole sul serio. Ma prima di andarsene c'è il caso che infili qualche provvedimento ad personam nella legge di stabilità.
E soprattutto non c'è verso di cancellare dalla carta geografica tutti gli italiani che il giorno dopo piazzale Loreto giuravano e spergiuravano di non essere mai stati fascisti, poi socialisti o democristi, e ora abbandonano la nave che affonda, pronti a salire sul carro del prossimo buffone di lotta e soprattutto di governo.
It's the politics of dancing, bellezza.

martedì 8 novembre 2011

domenica 6 novembre 2011

Mi ricordo gli asini

Da ragazzino, in Sardegnaland, se ne vedeva di gente a dorso d'asino.
Sotto ogni casa c'era una piccola stalla. Non come adesso che ci hanno ricavato i box per la 500 abarth o i monolocali da affittare ai turisti.
Per far partire l'asino bisognava dirgli qualcosa tipo "Prrruuusssaaahhh". Mai capito cosa volesse dire. Però funzionava.
Avere la stalla sotto casa comportava un discreto afrore di letame e valanghe di mosche verdi metallizzate in giro ovunque. Ma qualche lato positivo c'era: tipo che quando non sapevi che cazzo fare andavi giù a dare le carote o il fieno al quadrupede.
Una volta ho visto uno che si era beccato un doppio calcio perforante dal burrito d'ordinanza. Praticamente l'asino gli aveva stampato i ferri sul torace. Un'impressione!
Mi ricordo anche le orrende cartoline di sughero tipo questa qui sopra. Non credo di aver mai avuto il coraggio di comprarne o spedirne una.

Hans Factor

Hans Zimmer cerca coristi per la colonna sonora di The Dark Knight Rises.
Essere intonati, avere una bella voce o andare a tempo non è strettamente necessario: per entrare nel coro basta cliccare qui, seguire le istruzioni e darci dentro. Poi, a sistemare ci pensa lui.
Alè!

venerdì 4 novembre 2011

"I ristoranti sono pieni"

Ma basta, miserabile cialtrone. Basta. Per favore. Sul serio. Davvero. Basta.
La foto di Monterosso è di Miriam Rossignoli.

Mani calde

Siamo dalle parti del Racconto di Natale di Auggie Wren di Paul Auster. Piccole storie non così normali di gente normale ma non così normale. Vite sparse intrecciate fra i tubi i sondini e i cateteri di un bambino sospeso fra la vita e la morte, ma comunque in grado di cambiare il piccolo mondo intorno a lui. L'esordiente Giovanna Zucca cammina sul filo sottile fra realtà e fantasia con un approccio solido, pragmatico, documentatissimo, senza troppi arzigogoli drammatici o sentimentali: ne esce un libro in taglia unica, morbido comodo e informale come un vecchio maglione. Un romanzo di formazione molto cristiano nell'accezione migliore del termine, tutto giocato sulla (ri)scoperta della quotidianità e degli affetti. Sentimentale? Di brutto. Eccessivo? Solo quando serve. Piacevole? Molto. Quando ce vo', ce vo'. Da Fazi a 16,50 euro.

giovedì 3 novembre 2011

Mi ricordo Sergio Brio

Secondo me, se lo ricordano in parecchi.

Hard discount

Difficile ritrovarsi sempre d'accordo con le sparate alzo zero di Fumetto d'autore. Un po' per l'antipatia a prescindere della premiata ditta Giorgio Messina & C. nei confronti di qualche autore di fumetti. E un po' per alcune prese di posizione dichiaratamente strumentali che puzzano un po' di "molti nemici, molto onore".
Altrettanto difficile, però, contestare quanto scritto oggi dal Botterone a proposito di traduzioni, perché ormai il rapporto domanda/offerta sfiora lo humour involontario. Una cosa, però. Saranno nati prima i lavori sciatti o i budget risibili? Ogni corsa al ribasso che si rispetti prevede una concorrenza serrata. E a farne le spese è soprattutto il gentile pubblico.

martedì 1 novembre 2011

Non dice più


Nel bunga bunga del Gang Bang fra bozze, ciano, Lucca etc. mi sono perso la brutta notizia della stagione: la chiusura di Harry dice. Salutiamo con una piva lunga così uno dei blog fumettistici più interessanti su piazza. Perché no, non si tratta di un trucchetto per épater les bourgeois o di una stufita temporanea: Harry dice chiude sul serio, e for good. Qui il post che spiega il senso delle cose. Teniamoci ben stretto il fantasma elettronico di Harry: per fortuna, al contrario degli stati d'animo, le buone idee non vanno a male. Arrivederci (saltuariamente) su Lo spazio bianco. E buona vita.

Atenzione atenzione

Sulla bontà dei prodotti non mi sbilancio.
È il proofreading che lascia un po' a desiderare.