sabato 27 luglio 2013

Vacanza!


Anche i combattenti più tenaci meritano una vacanza.
No, aspetta, rifaccio: io merito una vacanza. Fra 2012 e 2013 mi sono sbattuto come pochi. Sul lavoro, con la necessità di far fronte a una crisi che sembra aver eletto gli scribacchini a capri espiatori di tutti i privilegi odiosi. Di cui, per inciso, il sottoscritto non ha mai goduto. In famiglia, con una new entry che sta piacevolmente sconvolgendo otto anni di tranquilla vita di coppia. Nel poco, pochissimo tempo libero che resta fra una pettinata a un cartone animato, una marchetta pubblicitaria e una corvé cucina. Il che, ovviamente, ci porta anche a questo blog. Anche lui pronto per una bella vacanza, anche perché dove sto andando non c'è uno straccio di connessione internet. E diciamolo: va bene anche così.
Ci rivediamo a settembre? Sarebbe bello. Soprattutto, sarebbe bello ripartire con slancio, come Adam West sulla sua tavola da surf. Nel frattempo: libri, qualcosa su Los Zetas, qualcosa sull'Area 51, quattro romanzi sudamericani. Un costume nuovo da fare sbiadire sotto il sole e la salsedine della Sardegna. Qualche foglio di carta e una penna su cui appuntarmi le idee che stanno sobbollendo nella mia scatola cranica. Salsiccia, vino fresco, pecorino e un po' di altra ciccia. Auguro la stessa cosa anche ai miei quattro follower. E gli altri, 'fanculower. Ci ritroviamo fra un mese.

mercoledì 24 luglio 2013

Signor nessuno


Il mare come promessa e come condanna. Come metafora visiva dell'imprevedibilità della vita. Il mare come deus ex machina e come topos letterario. C'è tanta salsedine nel secondo LeStorie di Alessandro Bilotta, Nobody: quella dei classici di Conrad e dei romanzi d'appendice di Salgari. Quella delle lacrime di un "figlio del mare" perseguitato da creature mitiche emerse dalla profondità dell'inconscio, perso dietro una missione che evoca suggestioni letterarie fra l'Odissea, Il cuore di tenebra e Giro di vite di Henry James. Grasso che cola, esaltato dalle suggestioni xilografiche del disegnatore Pietro Vitrano; un incubo gotico alla marinara per ritrovarsi nerissimi anche sotto l'ombrellone più ampio del Mar dei Soncassi. Un vascello che scarroccia solo nelle citazioni cinematografiche (Il Settimo sigillo, Inception...) piccole increspature dissonanti rispetto al respiro sommesso del profondo blues di Bilotta e Vetrano. Certo, la simpatia per le cause perse aiuta molto: ma spesso, le storie più belle sono quelle tese. Tre euri e cinquanta da spendere senza pensarci su.

martedì 23 luglio 2013

Mi ricordo Don Martin



Il più genuinamente Mad degli artisti di Mad, l'autore della fenomenale Saga dei gorilla e di altre pirlate surreali à la Monty Python scritte e disegnate con sublime idiozia. Celeberrimo negli Stati Uniti, qui da noi è sempre stato un carneade tranne che nei favolosi seventies, quando Mr. Bunker lo pompò a tutto volume su Eureka. Ora è modernariato di lusso da recuperare nelle librerie dell'usato: saltano in mente almeno un paio di Eureka Pocket che a mente fredda suonano ancora di brutto, tipo quello dove Fester e Karbunkle fanno gli spaghetti col mocio lavapavimenti.

giovedì 18 luglio 2013

Dannati Forever


Ultimo giro di spadate nelle gengive per Spartacus-La guerra dei dannati, degna conclusione della saga messa in pista nel 2010 dalla premiata ditta Raimi-Cohen-Tapert. Da allora, ne è passato di sangue sotto i ponti. Ma piuttosto che replicare all'infinito lo schema narrativo del fuori-uno-avanti-un-altro, con boss romani di fine livello sempre più megalomani e potenti regolarmente castigati dal truce trace prima dei supplementari, stavolta Steven De Knight ha deciso di far saltare il banco con un po' di Storia con la esse maiuscola, quella che noi del liceo classico ricordiamo a grandi linee. Quindi: Crasso e Cesare a tirar mattina all'after hour di Gneo Pompeo, e gli spartachisti variamente impiattati - chi allo spiedo, chi alla brace, chi con contorno di crudité. Si salva solo uno sparuto drappello di donne, apolidi e ricchioni, vittoria altamente consolatoria nonché l'unica per i rispettivi gender da allora a oggi (Kalderoli docet, purtroppo. e sì che ne è passato di tempo). Ne valeva la pena? Ostia, sì. Scrittura zarra ma solidissima, con pochissimi episodi di raccordo e tanta bella ciccetta epica, anche al netto degli eccessi della versione uncensored. Una certa aderenza alla realtà storica, con qualche sapida zampata realpolitik. Attori sopra il sei politico, come gli effetti e le scenografie digitali. La pizza alla romana, così croccante, sottile e ben condita, regge anche alla distanza delle quattro stagioni, e il cofanetto spartachista è già nella mia wish list. Sfortunatamente, con Spartacuccio nostro la Starz si è giocata il jolly: ci resta solo il Da Vinci demente di David S. Goyer, uno che sta alla buona fiction come la Lega Nord al pensiero astratto. D'altronde, è arcinoto: gladio contro fioretto, non c'è storia. Ora non resta che Il trono di spade, sigh.

mercoledì 17 luglio 2013

Mi ricordo "Indagine"



"Indagine" è un'opera assoluta. Una di quelle creazioni che
una volta assimilate restano dentro, creano uno spartiacque fra un prima e un dopo, ti riformattano il cervello. Dal capolavoro noir anzi satirico anzi erotico anzi drammatico di Petri sono passati più di quarant'anni, ma è un film attualissimo, uno spettacolo che rivediamo ogni giorno nelle facce dei nostri politici, nelle scelte dei nostri governanti, nell'arroganza proterva di tutti i potenti. Che fanno quello che cazzo gli pare per la certezza di un unico diritto: quello all'impunità. Da vedere, ancora e ancora e ancora, finché non fa male. Cioè, sul presto.

lunedì 15 luglio 2013

Decolla


I personaggi fighi non muoiono mai, restano sempre belli freschi come il giorno che li abbiamo conoosciuti. Come le voci di chi li ha doppiati: Ferruccio Amendole, per dire, che a vederlo in faccia sembrava più Droopy che Stallone, anche se Stallone sembra un po' Droopy. O Pino Locchi,  con quella faccetta à la Buster Keaton e quel vocione che sentirlo dire "Mi chiamo Bond, James Bond" era una roba da sturbo. O Tonino Accolla, quello che ha dato voce per esempio ad Axel Foley, Mike Wazowsky, Ace Ventura e un sacco di personaggi parecchio sbarellati. Ora Tonino Accolla è definitivamente decollato verso il grande coro celeste, sospinto a razzo dal solito male incurabile che lo chiamiamo così per rispetto ma dovremmo chiamarlo male inculabile tanto è selettivo e infame nelle scelte. Ma i personaggi fighi non muoiono mai. Tenerlo presente, sempre.

giovedì 11 luglio 2013

È facile cucinare in galera, se sai come farlo



Di libri imprescindibili, Stampa Alternativa ne ha sempre stampati a mazzi - da certi, ehm, pamphlet botanici di nicchia, a Millelire come Chi è 'sta cicciona? Mia madre - Perbacco, bella donna, con i migliori botta e risposta del cinema italiano, fino alle prime riscoperte jacovitte di qualche lustro fa. È una tradizione che si rinnova con la chicca Cucinare in massima sicurezza, il cook book che spiega come godersi la vita anche sotto il regime cenerentolo del 41 Bis. Fra manici di scopa che diventano mattarelli, vecchie Tv usate per far lievitare la pasta per la pizza e caffettiere pronte a tramutarsi in ferri da stiro, pestacarne e mortai per il pesto fatto in casa c'è di che farsi girare il Papillon. Un libro inutile, per chi sta fuori dal gabbio? Forse. O forse no, visto che la sopravvivenza sta diventando il leitmotiv di questi tempi grami. A undici euro e novanta in tutte le librerie del regno.

martedì 9 luglio 2013

Pacificamente Rimbambirsi


Ricordo da sbarbo: la prima, indelebile sequenza di Guerre stellari in cui, a ribadire la prospettiva forzata del rullo iniziale. L'incrociatore stellare dell'impero passa sullo schermo.
E passa sullo schermo.
E passa sullo schermo. 
Senza finire mai. 
Una scena riciclatissima, da Alien a Balle Spaziali a Independence Day, creata in una sorta di stato di grazia, e mai superata in fatto di mere dimensioni. Una sensazione di grandezza soverchiante che torna a bussare alla porta sul retro del cervello praticamente in ogni scena di Pacific Rim.

Il nuovo film di Del Toro sta al cinema spettacolare di ultima generazione come appunto Star Wars a, per dire, Luna Zero Due. Concetti universali distillati in pochi topos archetipici. Testosterone a ettolitri. E su tutto, una messa in scena abbastanza colossale, retorica e magniloquente da schiacciare sotto i piedoni tutti i blockbuster fantastici usciti negli ultimi dieci anni.
Si dirà: nonostante le dimensioni, non è grande cinema. E in effetti, i problemi sono gli stessi di tanti film recenti ad alto budget, dalla caratterizzazione monodimensionale dei personaggi, allo humour da terza media fino alla scelta cinica di un sincretismo visivo che vive di dejà vu da Matrix a Top Gun a Godzilla a Transformers. Ma Pacific Rim compensa i suoi difetti con pochi, essenziali pregi: una iniezione di tamarria macho che neanche in Point Break e Ufficiale e Gentiluomo messi insieme, un inizio e un finale da vertigine psichedelica, un impatto visivo kirbyano su misura per il formato Imax 3D, un cast perfettamente in parte. 
Puro luna park visivo, insomma, mesmerizzante, furbissimo, fatto per pompare a mille le vendite di pop corn e pupazzetti, costruito per mandare in sollucchero i ragazzini ma senza maltrattare troppo i papà. Un giocattolone spettacolare che traghetta Del Toro in serie A senza scalfire la seduttività quasi cormaniana della sua cifra registica da B-movie. E un grosso, grossissimo ostacolo per tutti i pretendenti al trono di Re del botteghino 2013.
Per i suoi detrattori, una bella scatola infiocchettata vuota, un film che di colossale ha solo la stupidità: ma tanto per cominciare, i fustigatori di costumi in servizio effettivo permanente dovrebbero schivare come la peste i film che parlano di risse futuribili fra robottoni e dinosauri. In fondo, nei multiplex l'offerta è vasta. Almeno quanto il panzone di un Kaiju. 

venerdì 5 luglio 2013

Cinquanta sfumature di cazzo

Ricerchina veloce veloce su Amazon con la parola "pene" (nel senso di "dolori"). Nel mucchio, saltano fuori:


Il cerchietto "non penso ad altro",


Il simpatico pene gonfiabile,


L'ilare costume per Canevale e/o Halloween,


Le imperdibili cannucce,


Lo scazzolino da denti,


Le deliziose caramelle, e un sacco di altra roba che dirvi non so.

A quel punto, incuriosito, provo a digitare nel campo di ricerca la parola "Vagina".

Sono saltati fuori solo un sacco di libri.

mercoledì 3 luglio 2013

Storia abbreviata del fumetto americano



Matt Madden. Chi era costui? Marito felice della grandissima Jessica Abel, autore di fumetti lui mème, saggista e insegnante di arte bimba. A queste qualifiche va aggiunta quella last-minute di umorista esiziale: provare per credere l'esemplare e un tantino agrodolce Storia del fumetto americano in sei vignette. Segnalata da Marvelous Matt Fraction.

Mi ricordo la Telerent



Stava in via Torino angolo il buco dove c'è il cinema Eliseo.
Stiamo parlando dell'antenaro di Sky, quando però La Tv via cavo non esisteva. Cioè tu andavi lì a noleggiare il televisore. Poche migliaia di lirette al mese, e potevi portarti a casa un televisore a colori quando i televisori a colori erano roba da siuri.
I miei, che di spendere tanti soldi per un televisore neanche a parlarne, ci cascarono subito. Fummo clienti puntuali, fedeli, assidui. Ci godemmo Cochi e Renato, Novantesimo Minuto, Sette storie per non dormire, Belfagor, La casa rossa, Avventura, gli speciali su via Fani e Vermicino, i mondiali di Calcio del 1978 e del 1982, Superclassifica Show e un sacco di altra roba che in questi anni ho scientificamente rimosso. Chiuse baracca quando i televisori a colori diventarono popular, se non ricordo male dalle parti di metà Anni 80. Ora al suo posto c'è un outlet di orrende scarpe cinesi a poco prezzo. Ma io, dentro quelle vetrine, continuo a vederci la tv dei ragazzi.