mercoledì 30 giugno 2010

il diavolo veste Diana


Nuovo costume per Wonder Woman.
Fra il chiodo con le spallone le borchie e i leggings, l'effetto è quello di una groupie di Scialpi.
Grazie per aver partecipato, ma vuoi mettere il rigore estetico e formale di Paperinika.

martedì 29 giugno 2010

Enigmust


Domani.
Con il manifesto.
Vi portate a casa un sacco di roba divertente da leggere e scarabocchiare sotto l'ombrellone.
Essere sinistrorsi e magari un po' sinistrati non è condizione necessaria e sufficiente, ma aiuta.
Luca Enoch ci ha messo le sue vignette vintage degli intepidi avieri Cellini e Boccolone. Chi ricorda la prima guerra del Golfo e la seconda apprezzerà. Chi le ha rimosse, pure.
Vauro e Flaviano ci hanno messo un po' di cattiverie fatte in casa.
Diegozilla ci ha messo spirito di patata alla Gary Larson de noantri più i due esordienti Giuseppe Acquaviva e Daniele Di Nicuolo.
Cinque eurelli e passa la paura.
Ecco un assaggino, tanto per gradire. Il resto lo trovate in edicola.

Sono troppo vecchio per certe cose. Però...


...però le Superga in versione DC Comics me le comprerei al volo.

domenica 27 giugno 2010

sabato 26 giugno 2010

Mi ricordo il Ribex Tosse


E anche il Bactrim Tosse. Solo che il Bactrim era buono, mentre il Ribex faceva schifo al cazzo. È che allora, in fatto di farmaci, dovevo accontentarmi di quello che passava il pediatra.

venerdì 25 giugno 2010

Ombre nel Buio


Ci voleva coraggio per infilare gli Anni di piombo in un fumetto popolare.
Alessandro Bilotta e Ivan Vitolo ci hanno provato sul quarto numero di Valter Buio.
È andata bene? Poteva andar peggio.
Ma anche meglio.
La tesi di "I nostri debitori" scorre nel solco della antica provocazione pasoliniana secondo cui fra movimentisti e celerini, meglio stare dalla parte dei celerini, loro sì autentici figli del popolo e non rampolli borghesi col cashmirino tarlato ad arte e il culo al caldo. E fin qui, tutto bene.
L'asino comincia a zoppicare in un monologo finale che sembra preso di pacca dai più trucidi editoriali dei giornali berluscones: per i terroristi non ci può essere perdono, perché "hanno disposto della vita e della morte", e "dopo pene irrisorie" ora occupano "i principali luoghi di potere italiani", "direttori di testate giornalistiche, parlamentari, scrittori, opinionisti, stimati intellettuali". Già qui occorrerebbe distinguere il grano dal loglio. Perché è vero che non tutti i protagonisti di quella terribile stagione hanno onorato i propri debiti. Ma molti hanno pagato o stanno ancora pagando per i crimini commessi (e in alcuni casi, vedi Sofri e Fioravanti, probabilmente anche per quelli non commessi). In più, aver fatto parte di organizzazioni extraparlamentari come Lotta Continua o Potere Operaio non è esattamente come aver fatto parte di un gruppo di fuoco delle BR o di Terza Posizione.
Ma c'è dell'altro. Nella sua arringa, Alessandro ha rimosso tutte le responsabilità assunte dal governo durante gli Anni di piombo. D'accordo, il fumetto popolare non è e non può essere graphic journalism. Ma cancellare disinvoltamente dal quadro chi ha sfruttato cinicamente vittime e carnefici per mantenere e consolidare potere e status quo, anche in un quadro globale che in qualche modo lo imponeva, è un omissis che non rende onore al lodevole intento iniziale.
E i servizi deviati? E le stragi di stato? E i morti ammazzati strategici come Aldo Moro? In 96 pagine di fumetto a tesi, peraltro ben documentato, sarebbe bastato un accenno in un balloon. Invece, niente. Nada. Nix. Francamente, viene da chiedersi perché.

L'anima gemella


È piccoletta, intelligente e sprizza colpi di genio da tutti i pori.
È la Canon S90, la piccola compatta che in vista dell’estate ho pensato bene di affiancare alla mia fedele ma ingombrante Nikon D50.
Perché investire tonnellate di quattrini in un grandangolo per la vecchia reflex quando con un bel tot di soldini in meno puoi portarti a casa una belvetta che ha le dimensioni di una vecchia Minox e più o meno le performance di una SLR entry level nuova di zecca? È a questo che ho pensato prima di cacciar fuori la carta di credito.
Panoramica sui competitor: la “sorella maggiore” Canon G11 – ottimamente recensita qui da Diego Cajelli - sfoggia lo stesso processore e lo stesso ccd, con in più un utile display orientabile. In meno ha l’ottica, f 2/8 contro f/2, e le dimensioni, che sono compatte ma più cicce. Poi c’è la Panasonic LX3. Ottiche Leica (slurp) e minor rumorosità agli alti ISO, ma quelle son pippe da professionisti. Last But not Least, la Olympus PEN: foto della Madonna e ottiche della Madonna, per di più intercambiabili. Ma peso, altezza e profondità sono quasi quelle di una reflex, quindi nada.
Alla fine, quindi, S90 e via.
In quattro giorni che ci gioco, ho appena cominciato a capire cosa può riuscire a fare.
È come stare al luna park. Un luna park giappo da 10 megapixel, s’intende.
Fra i diecimila settaggi preimpostati della macchinetta c’è n’è uno che emula i colori desaturati delle foto Anni 70, uno che dà alle foto la stessa grana delle diapo e uno per fare le foto ai pesci negli acquari.
Se poi ti stufi, puoi lavorare comodamente in automatico, abbinando tempi e diaframmi con la ghiera intorno all’obiettivo e la rotellina sul retro del corpo macchina.
E questa è solo la punta dell’iceberg, considerando il manualone da centosettanta e rotte pagine che mamma Canon ti rifila nel CD allegato alla confezione.
Insomma, ‘sta S90 sembra proprio la compagna ideale per chi cerca un modo per fare belle foto senza sbattersi troppo.
E questo è quanto.

giovedì 24 giugno 2010

Diamo una nuova accezione al sostantivo "nullità"


Non che sia stata una sorpresa, intendiamoci.
Però l'Italia non la vedevo giocare così male dal Mondiale 2002, quello della Corea del Sud e dell'ineffabile Byron Moreno.
Non andiamo a casa perché Blatter ci odia, per sfiga pura e semplice o perché gli altri sono molto meglio di noi.
Andiamo a casa perché siamo una squadra spenta, maldestra e peggio assortita.
Una armata Brancaleone senza neanche l'attenuante del sorriso.
Non fa neanche troppo male: a pensare che figura avremmo fatto con Germania, Argentina o Brasile, brrrrividi.

mercoledì 23 giugno 2010

Stelle del cinema


Breve la vita felice di John Keats, somma poeta romantico schiattato di TBC a venticinque anni nel 1821. Jane Campion la racconta in un film piccolo, intimo, manierato nell'accezione migliore del termine. E illuminato da un paio di invenzioni visive di classe, oltre che da un cast ottimamente assortito, su cui giganteggiano Abbie Cornish e il "villain" Paul Schneider. Molti i punti in comune con Lezioni di piano: lo schema di gioco lei, lui, l'altro più bambina di contorno, l'ambientazione ottocentesca, le emozioni represse che esplodono solo sotto il finale.
Manca solo il vago retrogusto gotico del film con Holly Hunter, più apertamente estremo ed erotico. Ma dove non arriva la musica, qui ridotta a ornamento minimal-chic, arriva una scioglievolezza stile Lindor. E dopo i titoli di coda ci si ritrova comunque ben più appagati che da produzioni più ricche e leccate.
Da vedere assolutamente nel buio uterino di un cinema: sul piccolo schermo, un film così appassisce in fretta.

martedì 22 giugno 2010

Grand Theft Arcore


Nella foto tratta dalla preview dell'E3 2010, Bert Luskony, noto Narcortrafficante protagonista del nuovo videogame Rockstar.

Circondate l'edicola


Da oggi in edicola il primo degli otto numeri di Kriminal coprodotti da MBP, Magic e Mondadori per ringiallire i fasti del buon vecchio faccia-da-teschio. Due storie a botta, selezionate dal Bunker fra le 400 e rotti partorite dagli autori fra il 1964 e il 1974. Sette euri e novanta e passa la paura. Acquistare in massa, che sennò poi alla MBP se la prendono coi poveri alanfordissimi.

"Dieci milioni di padani pronti a battersi"


Sì, a freccette.

lunedì 21 giugno 2010

Vrooom


Se uno è pappa e ciccia con Fabio Moon e Gabriel Bà e si mette a far fumetti, io quei fumetti li compro a scatola chiusa.
Soprattutto se il clima è più o meno quello dei film di Robert Rodriguez.
È il caso, benappunto, di Mesmo Delivery. Un fumetto che Rafael Grampà ha immaginato fin da sbarbato rileggendo il cinema di Peckimpah, e che finalmente oggi arriva anche da noi nella bella edizione di Comma 22.
La storia parla di un camionista che deve consegnare un misterioso carico a non si sa bene chi. Imperativo categorico: non farsi domande sul misterioso carico medesimo. Il che sarebbe pure facile, se non fosse che durante il viaggio il misterioso carico di cui sopra comincia a far gola a un sacco di brutti ceffi. E da lì parte tutto.
56 pagine, dodici euro, uno stile che sa di bourbon, tatuaggi, AOR e similpelle, ma senza prendersi troppo sul serio.
Come opera prima, poteva andare molto peggio.

Pensieri oziosi (ma anche no)


Stamattina, facendo due conti in termini di vai e vieni sulla tratta Abbiategrasso-Lambrate, ho improvvisamente realizzato che passo la bellezza di ventun giorni l'anno infrattato sotto la linea verde della metro.
E senza neanche l'effetto Christopher Lambert in Subway.
Mi sa che devo trovarmi uno sceneggiatore decente.

giovedì 17 giugno 2010

Mi ricordo "Fire in the Twilight"



Una chicca misconosciuta dei Wang Chung, il duo più sottovalutato degli Anni 80 dopo Hall & Oates.
(Forse mi è saltata in mente perché oggi vesto molto mid-eighties: completo color senape e t-shirt blu night con mandala junghiano sul corazon).

¡Que viva Mexico!



Ci godo doppio.

mercoledì 16 giugno 2010

Ammazza, oh


Ormai i trailer dei videogame stanno diventando più divertenti di molti videogame. Assassins Creed, per dire: la storia intriga, ma il gameplay sempre quello è.
Discorso valido anche per il terzo episodio, prossimamente in uscita su tutte le console. Però bisogna ammettere che il trailer è un bel trompe l'oeil.

You can talk the talk. But can you walk the walk?


Si chiama Andrew Lincoln, e per ora non è nessuno.
Ma presto sarà qualcuno: perché questa è la prima immagine del Rick Grimes della versione Live Action di The Walking Dead.
Kirkman apprezza. E ci credo, con tutti i soldini che si becca di diritti.
Io pure, a prescindere. Se c'è giustizia a questo mondo, è già sui palinsesti SKY del prossimo inverno.
Che cazzo, stiamo parlando di Frank Darabont, mica pizza e fichi!

martedì 15 giugno 2010

Che palle


Mi ricordo cliccheclacche cliccheclacche cliccheclacche cliccheclacche cliccheclacche cliccheclacche cliccheclacche cliccheclacche cliccheclacche cliccheclacche cliccheclacche cliccheclacche cliccheclacche cliccheclacche cliccheclacche cliccheclacche cliccheclacche cliccheclacche cliccheclacche cliccheclacche cliccheclacche cliccheclacche cliccheclacche cliccheclacche cliccheclacche cliccheclacche cliccheclacche cliccheclacche cliccheclacche cliccheclacche
e cliccheclacche.

Quattro. All'ufficio stampa.


Diciamoci la verità: googlare "Hasta la victoria 4 Stefano Casini" e ritrovarsi fra le mani solo un par di recensioni fa un po' tristezza. La Edizioni Di, che ha creduto fino in fondo in questa tetralogia dedicata alla rivoluzione cubana, meriterebbe un monumento proprio per averci creduto. Ma a che serve pubblicare un bel fumetto, se poi non ti sbatti per promuoverlo?
In soldoni: quattro all'ufficio stampa delle Edizioni Di.
Un bell'otto più, invece, a Casini, che nell'ultimo volume di HLV stringe i fili di una storia a fumetti fatta come si facevano ai tempi di Corto Maltese o Comic Art tessendo nella trama la Storia con la "S" maiuscola. Si esce dal libro appagati, belli abbronzati, con la sensazione di essere tornati da una vacanza in un'altra epoca. E pazienza se a volte la guida che ci accompagnava è stata un po' pedante, un po' didascalica: si capisce benissimo che non di uno stranguglione di nozionismo si trattava, ma dell'ansia di trovare la quadra fra realtà e immaginazione, cronaca e fiction, documentazione e creatività.
Quello che resta sono la bella faccia dura di un reluctant hero che è lì bello pronto per altre avventure, le emozioni di un racconto corale che non fa niente per piacerti a tutti i costi, e lo stile essenziale di un ex disegnatore che esce a testa alta dalla sua prima prova come autore completo.
19 euri ben spesi.
Quando ci vuole, ci vuole.

Vu' vuzela?


Una sorpresa su misura per chi ha già un conto aperto con la trombetta ufficiale dei mondiali di calcio: una vuvuzelona gigante che sembra uscita dalla fantasia di Bill Finger, l'autore delle storie fifties di Batman a base di prop extralarge ma perfettamente funzionanti.
(E poi c'è chi si lamenta del Waka Waka), con tutto quel bendiddio della zia Shakira).

lunedì 14 giugno 2010

cazzinculo® incorporato


Forte del placet ultraliberista di sua tacchità Silvio terzo e dei suoi bravi, Sergio Marchionne si è presentato agli operai di Pomigliano d'Arco con un piano di riassetto aziendale che riporta i diritti dei lavoratori ai bei tempi delle solfatare siciliane. Pause di lavoro ridotte, turni di lavoro di 24 su sei giorni, e la bella novità del licenziamento per chi si azzarda a scioperare. Altrimenti, chiudiamo baracca e burattini e ce ne andiamo in Polonia, dove un operaio Fiat ti costa seicento euro mese.
Cisl e Uil hanno aderito entusiasticamente a una proposta che peserà soprattutto su quelli che hanno già il cazzinculo® incorporato pubblicizzato a suo tempo dal grande Paz: giovani e precari.
La Fiom-Cgl, per ora, tiene duro.
Ma la sinistra dov'è?

domenica 13 giugno 2010

Pozzetteide episodio 9: che cinema, i fumetti


In Questo e quello di Sergio Corbucci (1983), il Renato nazionale ci offre una interpretazione appena appena sopra le righe della vita media di un fumettista medio.
Guest star del caso: RanXerox e Lubna di Frigidér.

Dilemma postumo


Conoscendo un po' i tipi, quante possibilità ci saranno che gli Emmebippari citino gli autori di questa simpatica rimpatriata calibro A5 per plagio?

venerdì 11 giugno 2010

Come cani e gatti



C'è un pochino di Voglino nel nuovo spot presto in onda sulle reti nazionali per promuovere il turismo a 4 zampe motrici.
La produzione è di Gertie, la regia del leggendario Michel Fuzellier. La Graffiti ci ha messo la direzione creativa di Federico Fiecconi e l'alata prosa del sottoscritto.
Vedi che ogni tanto qualche lavoro divertente capita!

giovedì 10 giugno 2010

Male, grazie, e voi?


No, il titolo non ha niente a che vedere con la querelle legata all'omerico scazzo fra Flaviano Armentaro e Massimo Caviglia sul ritorno del Male. Querelle che peraltro infuria imperterrita, con pregevoli interventi di Gipi e tante altre voci importanti.
Ma al fatto che a forza di giocare a ping pong fra 18 gradi dell'ufficio e i 30 di Milano mi sono ribeccato mal di gola, febbre e altre delizie.
Quindi, ecciù a tutti.

mercoledì 9 giugno 2010

Les Grossman: The Movie


Ben Stiller ha detto che si farà.
Sono felice.

Vide 'o Mask quant'è bello


Ora che Doug Mahnke è diventato uno dei migliori stilisti di super-eroi in circolazione, e che decine di cinefumetti hanno cancellato dalle nostre retine l'obbrobrio dei film ispirati alle comiche dark della Dark Horse, possiamo tornare a considerare The Mask per quello che è sempre stato: un fumetto divertente. molto, molto stupido. Ma molto, molto divertente.
Ci aiutano nell'impresa quei mattacchioni di Comma 22, che hanno recuperato il personaggio presentato in Italia dalla Star Comics nel '92 su Hyperion dedicandogli un omnibus di 368 pagine.
Un bel malloppone di roba, ovverossia tutta la trilogia originale, a un ottimo rapporto qualità/prezzo: 25 euri.
Fet vo' sgiéux, o come cacchio si dice.

Al diavolo la costituzione


Vauro che rifà Geppo a modo suo: metafumetto e metà satira.
Pungente come i migliori forconi.

Schiacciapensieri


Addictive di bestia, questo Instant Fun: come tante applicazioni web, è assolutamente inutile, assolutamente geniale, assolutamente irrinunciabile. Pigiare per credere.

martedì 8 giugno 2010

Mi mandela Nelson


Si chiama Terre in vista la nuova rivista del manifesto, in edicola da ieri e per tutto il mese con il quotidiano a 5 euri. Non un semplice magazine di viaggi, ma un modo di raccontare il Paese tramite storie foto notizie e suggestioni che gran parte delle altre riviste non prendono neanche in considerazione.
È un esperimento, che in redazione tutti contano di riuscire a ripetere al più presto visitando altri luoghi. Non però come turisti: semmai, come esploratori, pronti a trasformare ogni viaggio in una piccola rivoluzione per gli occhi, il cervello e la coratella. Che il trekking cominci.

Alla caviglia, Ramon, alla caviglia


Com'era prevedibile, a Massimo Caviglia la provocazione di Flaviano non è piaciuta granché. E la risposta non si è fatta attendere. Continua (e finisce?) su Flaviano's e su Faccialibro.
Al netto dei veleni, c'è molto da leggere tra le righe.

Il segno di una resa invincibile


Che Flaviano Armentaro sia uno dei migliori autori di comics in circolazione è assodato.
Ma dopo questo post, io che già lo tenevo in gran conto l'ho piazzato nel mio personale walhalla.
Lo ammetto: dà un vago senso di vertigini vedere in giro persone che coltivano princìpi talmente saldi da inscenare un suicidio professionale alla Mishima per difenderli. Certe lezioni di vita mostrano la differenza fra chi ha le zanne e chi un po' meno -e fanno riflettere, una volta di più, sullo stato delle cose mondane.
(Ah, per la cronaca: un minimo di responsabilità, nell'incazzatura di Flaviano, sento di averla anch'io. Per il rispetto che gli porto, e per tutto quello che mi sta aiutando a fare in questi mesi, è giusto sottolinearlo).

lunedì 7 giugno 2010

Neanche il tempo per mingere. Però...


Però ci tengo a ringraziare Ale Giorgini per avermi inviato il primo premio del concorso "Scopri il concorso nascosto nel quale devi scoprire l'errore nascosto" di La mia vita disegnata peggio.
Va' che bel disegnino!

domenica 6 giugno 2010

Ma quanto è figo Neal Adams?




Ancora un'anteprima di Batman: Odyssey, dalla premiata ditta Frank Miller-Neal Adams. Uscita USA prevista per l'estate, in Italia non si sa. E, sì, Adams è ancora in grande spolvero.
Ma perché ho l'impressione che questo one-shot mi farà l'effetto tutto forma e niente sostanza del Joker di Azzarello e Bermejo?
Odio quando leggere un fumetto è come abboffarsi di nuvole di gamberi.

La deliranza non va in vacanza


Fino all'altra sera ero riuscito a zomparmi Alice in Wonderland di Tim Burton.
Massimo rispetto per il compagno Burton, ma ahilui, negli ultimi anni mi aveva deluso più e più volte, quindi Alice me l'ero saltato a pie' pari nonostante le proteste di Elena.
Che quando ha trovato Alice comodo comodo su SKY mi fa: a questo punto non possiamo non guardarlo.
Le prime due volte ho fatto finta di non sentire. Alla terza, obtorto colon, ho dovuto cedere.
Mal me ne incolse.
Ho scoperto di aver sbagliato tutto nel giorno gioiglorioso in cui Johnny Depp si è messo a ballare la deliranza.
A quel punto ho versato una lacrima pensando a Ed Wood, e ho giurato a me stesso che non guarderò mai più un film di Tim Burton. Neanche se ne andasse della mia stessa vita.
E con questo chiudiamo l'argomento "Film di Tim Burton". Punto e stop.
(Nel frattempo, sia ben chiaro, sto facendo anche altro, ma un po' perché sono incasinato, un po' per scaramanzia, un po' per pigrizia, rimando i dettagli a un'altra volta. Tanto lo so che la suspense non è di quelle che attanagliano).

sabato 5 giugno 2010

Mi ricordo "Odeon"


Di Brando Giordani ed Emilio Ravel.
Sottotitolo: Tutto quanto fa spettacolo.
Mi ricordo anche Avventura, ma la bellissima sigla con Salty Dog dei Procol Harum sul Tubo non l'ho mica trovata.

giovedì 3 giugno 2010

E per festeggiare...

Soffrittino


È arrivato Federico, il primo pupo disegnato proprio benissimo di Donald Soffritti.
Papà suo dice che è un soffrittino gustoso.
Per le congratulazioni di rito, prego accomodarsi nella apposita nursery.

mercoledì 2 giugno 2010

Però le alucce mi mancano


Concept ufficiale del costume cinematografico di! Capitan! America!
Ottima l'idea di scopiazzare indegnamente il character design di Nicieza & Maguire su Le avventure di Cap (1991).
Però non mi potete cassare le alette perché sono troppo cheesy.
Come se il resto del costume non lo fosse, eh.

In gestazione


Mi dicono dalla regia di stare tranquilli, che finalmente il cicciobombo cannoniere e la sua squadra hanno rinnovato il contratto coi Saldatori e quindi appena possibile si comincia a lavorare sul settimo volume di The Walking Dead.
Fra l'altro, sempre a proposito di Micheluzzi e cuzzi del genere: c'è chi ha storto il naso per la seconda nomination consecutiva a TWD perché il medesimo sarebbe un brutto fumetto. Va bene, i gusti sono gusti, ma come si fa a sostenere che la miglior saga zombie dopo il Simon Garth della Marvel sia una fetenzia?
Io, nel dubbio, fremo nell'attesa.