venerdì 9 marzo 2012
Magari, Salgari
Due volumi Coconino nel giro di pochi giorni: non farà male tutto 'sto fumetto colto? Non se dopo la Ghermandi tocca allo Sweet Salgari di Paolo Bacilieri, storia romanzata ma mica poi tanto dello scrittore che non poteva mai staccare la penna dal foglio, pena la rovina. Citazioni da I misteri della giungla nera, lanci giornalistici d'epoca, epistole, aneddoti, dagherrotipi fin de siècle, citazioni da Al Capp a De Amicis: Bacilieri usa tutto questo e un bordello di ligne claire fra Crepax e Magnus per raccontare gli ultimi strazianti giorni di vita dell'unico grande autentico scrittore automatico che l'Italia abbia mai partorito. Pietà, zero: l'autore scava nella vita di Salgari con la precisione crudele di un entomologo, senza nascondere le distanze siderali fra il talento dell'uomo e i suoi limiti. Dove manca la pietà, però, subentra una Pietas che si traduce nella rotondità carezzevole del character design, nella minuzia della ricostruzione visiva, nell'approccio zen alla narrazione e al disegno, nel fulminante montaggio alternato iniziale fra descrizioni salgariane del Gange e scorci di una Torino che fu. Ce ne vorrebbero di fumetti d'autore così: signore e signori, Sweet Salgari è un piccolo capolavoro di 152 pagine, ampiamente annunciato dagli studi pubblicati dall'autore sul suo blog durante la lavorazione e disponibile in libreria alla miserabile cifra di diciassette e cinquanta euro. Chi non lo compra, peste lo colga. Gli altri si accomodino, che a questo giro ne vale davvero la pena. Epperò pronunciamolo giusto, il titolo, che lassù qualcuno ci guarda. E magari, da oggi, ci ama un po' di più.
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