sabato 3 ottobre 2009
C'è poco da ridere
Brian Azzarello, oggidì, passa per uno sceneggiatore di quelli seri.
Vulgata comune: "È lo sceneggiatore di 100 Bullets". Detto con un tono stile "Mecojoni", manco stessimo parlando di La Gerusalemme Liberata o Madame Bovary.
Così, visto che ne ha imbroccata mezza, quando Azzarello si mette a scrivere Batman, tutti lì a trattenere il respiro.
Anche se di respiro ce n'è pochissimo.
Prendiamo Joker, l'ultimo exploit fumettistico dell'Arlecchino del crimine.
Sulle tavole di Lee Bermejo, niente da dire: una autentica festa per gli occhi.
Ma la sceneggiatura di mister 100 pallottole è roba da giro del mondo a calci nel culo.
Joker viene rilasciato da Arkham e comincia a fare il diavolo a quattro per riprendersi Gotham.
Mozzarello non si degna di farci sapere chi abbia avuto la geniale idea di rilasciarlo, e perché. O perché il Pipistrellone - nonostante i morti ammazzati che il Clown sparpaglia in giro, manco andasse a cottimo- aspetti le ultime tre pagine dell'albo per andare a raccattarlo.
Incongruenze a parte, la storia è un pateracchio di scene truculente e special guest raccattati alla cazzo dalla rogue gallery di Batman. Un platform plumbeo, gratuitamente truculento, pallosissimo, senza uno straccio di crescendo o di catarsi. Approfondimento psicologico, zero. Humour non pervenuto. Unica idea, il punto di vista: a raccontarci tutto è un complice dell'adorabile signor J, che alla fine della storia, uau, si pente di essersi fidato del Joker.
Insomma, il classico prodottino tutto forma e niente sostanza, che fa rimpiangere non dico chicche come The Killing Joke o Arkham Asylum, ma anche onesti divertissement come L'avvocato del diavolo o L'uomo che ride.
Tredici euro e marmotte buttati, direi.
Nel genere, molto meglio buttarsi sul primo volume dei Bat-Classici DC: c'è molta più ciccia da sgagnare, e avanzano anche i soldini per il gelato o la pizzetta. Visti i tempi, vale la pena di tenerlo presente.
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10 commenti:
D'accordo al 100%. E forse pure qualche marmotta in più.
CIC!
La prima volta che abbiamo chiesto a Brian Mottarello di sceneggiare la riduzione in comics di Madame Bovary, era ancora possibile acquistare una raccolta Eroi 2000 a 500 lire e leggere in un colpo solo le chiamate di Psyklop ( da un'idea di Harlan Hellison ) e Brian Child venne alla Torre Nera ( dal poema di Browning ), chiedendoci, come un bimbo che avera scritto alla Thor Box, se i lettori americani fossero più intelligenti di noi e, di conseguenza, potessero capire le trame delle storie dei Vendicatori. Ancora oggi non ci
è ben chiaro se la Visione aveva ragione quando ipotizzava che la squadra di ritorno dal mondo dello Squadrone Supremo poteva essere in transito da una terza dimensione, dove altri Vendicatori avevano accolto la squadra che l'androide stava aspettando, ma questa è un'altra storia. Brian già allora credeva nella narrazione decompressa, di cui aveva studiato i meccanismi nelle ineffabili comiche di Cip e Ciop, i fill-in di Topolino. Secondo il futuro autore dei 100 colpi, la storie dei due scoiattolini erano perfette, ma troppo rapide: era l'unico lettore del sistema solare che trovasse troppo veloce una storia di 5 pagine in cui due roditori contendono ad una ranocchia parlante una ghianda.
Qualche sera fa ci siamo ritrovati davanti ad una pinta di doppio malto, in uno di quei pub dove Constantine potrebbe giocare a burraco con il demonio, ed abbiamo parlato della sua attitudine di allungare il brodo, senza speziarlo. Brian era in buona perchè, per smentirci, ha scritto su di un biglietto della metro la trama del suo prossimo immortale graphic novel che ci sentiamo autorizzati a riportare: Jo KERmit è il batracico signore di uno stagno ripieno di rame, Chip e Chopper due ladruncoli, motorizzati, che sbarcano il lunario rivendendo il metallo che trovano in giro ad una certa Madama Butterfly, una ex poliziotta corrotta e virtuosa del coltello. KERmit è fidanzato da eoni con Dilemma BOVAry, una problematica mutante con antenati erbivori, forse lontanamente collegata all'Alto Evoluzionario. Chip e Chopper dragano lo stagno di Joe si imbattono nel solito mostro del lago a la Loch Ness al quale rubano la cuccia in rame che portano, rapidi come un dialogo di Chuck Dixon, a Madama Butterfly. Non sanno i tapini che il maltolto è radioattivo e che Jo li sta seguendo, armato come in un racconto di Chuck Dixon, in una carrozza trainata da Dilemma Bovary. Showdown in uno scenario da western a la Loveless, Dilemma e Butterfly si vedono, si percepiscono e si riconoscono come due mezze mele per poi galoppare verso il crepuscolo, come un Frank Castle in una storia del solito
Dixon. KERmit la prende con stile ed arrostisce Chip e Chopper a fuoco lento su di una pila di vecchi Hellblazer, mantenendo una media di due vocaboli per baloon anche quando Hard Times
( Azzarello/Corben ) comincia ad accartocciarsi. Mottarello ha previsto di cavarsela con una mini-serie di sei. Qualche tempo fa, sarebbe riuscito ad arrivare a dodici, ma sta cambiando. Se continua così, scriverà una nuova versione di From Hell sul segna punti della bocciofila. Peccato.
"Se continua così, scriverà una nuova versione di From Hell sul segna punti della bocciofila"
Applausi a Crepascolo!
Quest'uomo è il mio eroe!
Ma, visto l'acume con cui scrive, non mi stupirei se fosse una donna.
CIC!
meno male che si legge anche di stroncature del azzarello..io sono d'accordissimo
La Pimpa
Ci piacerebbe rispondere che siamo un trust di personalità bipolari in cura presso un terapeuta neo-ermenenutico radiato dall'albo, nel cui curriculum figurino collaborazioni con Mamma Ebe e Verdiglione, ma siamo un sol uomo, anche se la ns sposa trova in noi molti lati femminei, come la mancanza di sintesi.
Tranquillo: compensi con la logorrea. :-P
Che poi io non ho capito, dal punto di vista narrativo, a che cosa serva l'alternanza di stile che uso Bermejo in "Joker".
Boh? Forse la spiegazione più semplice cè he, arrivato a un certo punto, si era rotto le balle di tutto quello smatitare suo solito e voleva chiudere in fretta.
Qualcuno ha altre spiegazioni?
CIC!
Era il periodo in cui Lee viveva a Reggio Emilia con Jim Lee.
Lee Er Mejo sarebbe ancora nella terra della salama al sugo, ma il creatore dei Gatti Selvaggi mordeva il freno e voleva tornare nella cosa, la California, come direbbe Zorry Kid. Noi della ghenga abbiamo fatto di tutto per impedire il ritorno dei cartoonist negli States: Cammo Camuncoli ha proposto di scrivere e disegnare a sei mani una specie di '' il riposo del guerriero '' incontra '' baywatch ''che avrebbe dovuto chiamarsi ''BONE REST '', noi abbiamo proposto di chiedere al Sorridente di unirsi a loro in un terzetto di vocalist ( the lalala Lees ) che rivaleggiasse con il gruppo rock di Stephen King, ma è stato tutto inutile. Jim è tornato a casa ed Er Mejo si è messo a disegnare con l'entusiasmo con cui Bossi jr affronta una commissione d'esame. Peccato.
Scaricato :P
Però a me Broken City era piaciuta.
E aggiungerei che Dixon è sempre Dixon, cavoli.
Ce lo ricorderemo nelle preghiere del mattino
Dixon è come mangiare dalla nonna: al massimo, polpette e puré, però buonissimi.
Molto meglio della attuale cucina novella, con splendidi piatti da portata pieni di niente.
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