lunedì 4 ottobre 2010
Sapersi vendere
Non che voglia lamentarmi, eh.
In poco più di una settimana, il mio cercasi disegnatore per importante progetto indie ha raccolto un centinaio di proposte. Matitisti implumi ma agguerriti, ingegneri con il pallino del fumetto, ottimi illustratori, qualche immancabile “vorrei ma non posso”. Ora il polverone si sta diradando, e i più meglio del mazzo si stanno dando da fare per presentarsi in pompa magna alla selezione finale con il direttore editoriale del progetto.
Lieto fine, dunque? Sì. Però.
Nel folto gruppone dei partecipanti, non sono mancati quelli che per la fretta di arrivare, l’inesperienza o la mancanza di savoir faire si sono praticamente suicidati in sala d’attesa. Il minimo che possa fare è ringraziarli per averci provato comunque, e provare a riassumere in un vademecum che potrei intitolare 10 cose da non dire mai prima di mostrare i tuoi lavori a qualcuno le 10 cose da non dire mai, appunto, e i motivi per cui non bisogna dirle. Mai.
Ecco i disegni. Quando cominciamo?
Quando capirete che tentare di ficcare la lingua in bocca a un poveraccio al primo appuntamento non fa miracoli, sempre che non alleghiate ai vs. capolavori il numero di Charlize Scarlett o Shakira. Se poi il materiale allegato non è di nostro assoluto gradimento, sventura su di voi. Probabilità di finire nel cestino a prescindere: 35% in una giornata di assoluto buonumore.
Ho presentato i miei lavori a 10.000 editori senza cavarne niente. Voi siete la mia ultima chance di entrare nel magico mondo dei fumetti.
Nella vita, un minimo di amor proprio è fondamentale. Non averne nemmeno un briciolo è un guaio. Soprattutto con referenze tanto mortificanti. E no, se finora vi ha detto male, nessuno verserà lacrime sulla vs. lapide: al massimo, scorrerà le vs. opere con diffidenza, perché gli avete suggerito un sottile ma persistente pregiudizio negativo. Probabilità di finire nel cestino: 50%.
Sono il miglior professionista sulla piazza, ma nessuno se n’è accorto. Provvedete voi.
Nella vita, un minimo di amor proprio è fondamentale. Ma il troppo stroppia. Soprattutto se la qualità delle proposte non corrisponde affatto alle dichiarazioni di cui sopra. L’intraprendenza e l’entusiasmo sono il sale della vita, ma prima di cliccare sul tasto “allega”, meglio riguardare i vs. disegni con la manopola del senso critico su “max”. Probabilità di finire nel cestino: 50%.
Vi allego delle tavole, ma premetto che non mi piacciono.
Se non piacciono a voi, che le avete sognate, realizzate, imballate e spedite, quante possibilità ci sono che piacciano a noi? Si torna a quanto detto sopra sul sottile ma persistente pregiudizio negativo. Che però, in questo caso, è sottile e persistente quanto una Slugger del '57 su per il retto. Probabilità di finire nel cestino: 75%.
Vi allego delle tavole, ma è roba vecchia, io non disegno più così.
È bello che un artista sappia rinnovarsi, come la fenice dalle sue ceneri. Ma qui l’idea è quella di capire come disegnate oggi, non cinque anni fa: perché noi si vive con il nostro tempo, con la performance, come diceva la pubblicità. Il rischio che la vs. mail finisca direttamente nel cestino del ns. mac, ahinoi, schizza intorno all’80%. Ricordarsi di allegare sempre materiale recente è il minimo. A meno che sul vs. profilo Faccialibro non campeggi una vs. foto da bebé.
Le mie cose le trovate su... (qui nome del vostro social network preferito).
A proposito di Faccialibro & C.: non è detto che chi vi chiede di visionare i vostri disegni sia un patito di questo o altro social network, e nemmeno che abbia mezz’ora da perdere per aprire un account e dare un’occhiata ai vs. lavori. Se non avete le energie per girare a chi di dovere un paio di tavole via e-mail, cosa accadrà quando le scadenze vi strizzeranno le busecche? Non lo sapremo mai. Nel vostro destino c’è il nostro cestino. Nel 100% spaccato dei casi.
Prima di mandarvi delle cose, vorrei maggiori dettagli sul lavoro.
Non è che uno scriva gli annunci così come gli gira. Se si resta sulle generali, è per rispetto verso una policy che, giusta o sbagliata, quella è. Le possibilità che riusciate a strappare ulteriori dettagli a chi di dovere equivalgono a quelle che chi di dovere vi ricontatti per strapparvi qualche disegnino: zero tondo tondo. Volete partecipare? Vi dovete fidare. Non è detto che in quest’ambiente siano tutti squali. Noi, per lo meno, non lo siamo.
Prima di mandarvi delle cose, vorrei sapere se sono pagato.
Che il lavoro si paghi, è scontato: se così non fosse, l’avremmo specificato chiaramente nell’annuncio. Ma visto che insistete a non fidarvi, zero anche a voi.
Faccio cose diverse, ma ve le mando lo stesso.
Anche Magnus, quando si è buttato su Tex, faceva cose diverse. Però ‘sticazzi: era Magnus. Se al posto di Magnus, a casa Bonelli, si fosse presentata la buonanima di Peyo, probabilmente “La valle del terrore” non sarebbe mai uscito. Data una richiesta stilistica qualunque, un minimo di elasticità ci sta: ma se chi di dovere punta a uno stile realistico, offrirgli porcellini rosa o saggi di street art non è una buona poltica.
Vi mando delle cose, però non ci ho tempo.
Neanche io. Quindi, non sto nemmeno ad aprirle. Ci sentiamo quando c'è tempo.
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4 commenti:
Benvenuto nel mio mondo.
Ah, che tempi, signora mia. :asd:
io sono cestinato almeno di un buon 150%.
comunque grazie Andrea, questo post ci voleva proprio..
la prossima volta manderò nome cognome e tavole allegate!!!
ciao
Ahaha… favolose…:)
Spesso le scuole di fumetto non insegnano a proporre i propri lavori e questi sono i risultati…
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