mercoledì 22 dicembre 2010

Che Natale sarà?


Sarà un Natale particolare. Un Natale che anticipa un inizio anno di lotta e di governo. Un Natale a luci e lucine basse, perché fuori c'è il coprifuoco, e si ha quasi paura a star sereni. Sarà un Natale meno mondano del solito, e magari questo è un bene. Sarà un Natale di buoni propositi da spalmare sull'anno che viene come la maionese sulle tartine, e chissà: magari, con tanto impegno e un po' di culo, potrebbe anche scapparci una bella magnata. Sarà un Natale molto stanziale, in cui però si viaggerà molto con la testa. Sarà un Natale di silenzi, letture, pisoli, chiacchiere, libri, carezze, giocattoli, buon vino, scrittura, sogni, pudore. Sarà un Natale come tutti gli altri, diverso da tutti gli altri. Sarà Natale, ancora e sempre.
Buone Feste a tutti.

5 commenti:

CREPASCOLO ha detto...

Buone Feste

Unknown ha detto...

Alla faccia, sciupone.

CREPASCOLO ha detto...

Sintesi è il mio secondo nome. Lo sarebbe, se dipendesse da me. I miei non credevano nella capacità del Perugia di strappare lo Scudetto al Milan, nella possibilità di Luc Merenda di esser preso sul serio dalla critica seria e nella necessità di un nome di scorta. Uno dei momenti peggiori della giornata, al tempo delle elementari, era l'appello: una teoria di Andrea Maria, Giovanni Paolo e Anna Palmira. Filippo Adalberto Geroboamo era alto come un guerriero nero - tanti cm in più per contenere tutta quella roba- ed è stato lì che ho cominciato a crepascolare: il mio Elementare Watusso ! infilato nel solito temino intitolato ''I Miei Compagni di Classe '' mi fruttò una visita ad uno di quei signori che assomigliano a Brian Cox, anche quando hanno l'età per rispondere all'appello di una maestra, e che ti chiedono se ti senti solo e se ti senti osservato. Io risposi che se qualcuno ti guarda non puoi sentirti solo e questo mi portò da una signora che ricordava la Luisa che cominciava presto e di solito non puliva il water. Non fu una cosa veloce, però. Seconda Luisa, ero la personificazione del Motto Bardato secondo cui il Tempo è fuor di sesto. Solo che a me stava bene. Non parlavo con i teschi, a meno che non mi rivolgessero la parola e non intendevo fare una strage di cortigiani. I miei genitori la presero bene e decisero che ero troppo aereo per reggere la realtà prima. Corsero ai ripari bruciando la mia collezione di fumetti di Bill Mantlo - la pira era visibile anche da piazza Duomo ed io abitavo in porta Vittoria - e sostituendola con i primi fotoromanzi di Rossano Brazzi.
Non li avevano letti e non sapevano che, se è accettabile e concepibile che un cyborg alieno passi il tempo schiaffando nel limbo le sorelle freak di Platinette, non è assolutamente verosimile che due gemelle, una buona e l'altra meno, si battano all'arma bianca per il cuore di un torero vedovo che cerca di lenire le sue ferite in quel di Ravello. Praticamente Route 666, ma senza il lay out professionale di Moline. Qualcosa come Mad Men su carta realizzato da un Butch Guice ingessato. Non so se rendo.
Sintesi. Sono io.
Buone Feste.

Unknown ha detto...

Ooo, così cominciamo a esserci.
A Bill Mantlo pensavo proprio stamattina: curioso.

CREPASCOLO ha detto...

La vera magia è nelle parole. Mantlo ha creato un personaggio che si chiama Cappa. Non so.
Mi è spiaciuto leggere dell'incidente. Un avvocato che batte tutti i records di sceneggiuture per mese. Mesi prima di Dixon e Nicieza. Anni prima di Bendis. Pura passione. Della generazione dei Gruenwald. Spero che non arrivi a mischiare le sue ceneri con quelle di albi in uscita come aveva chiesto ed ottenuto Gru. Quando sarà il momento di Liefeld ( il + tardi possibile, Rob, siamo praticamente coetanei ! ) immagino che ci saranno variant ashes ed un ologramma della tombstone in regalo con il numero ennesimo di Sanguenonpiùcosìgiovane.
Sto sviluppando un tocco morbonecrofilo - prima o poi aprirò un blog e lo costellerò di necrologi - ma posso ritornare alla vita attraverso il massimo della sua espressione: il fantafumetto.
Una nuova mini di Cloak and Dagger realizzata dal papà di Badrock.
Dagger non balbetta ed ha sostituito la zeppa con un tacco tredici ( cameo di Gen13, se riesce a far pace con Lee ) come in una versione Priscilla nella Desertstorm con un Chapel transgender . Dagger è una perticona con le zampe di Bambi montate sotto la parucca di Tina Turner. Nel remake, sono due fuggiaschi di uno snuff set travestito da reality sottoposti ad esperimenti da un clone cattivo e scappato da una ucronia futura di Superpatriot. Insieme metafora della deriva embedded dell'infotaiment USA e slugfest a tutta splash page. Venti copertine alternative - le splashes che compongono la storia - a chiudere venti pagine bianche. Onomatopee fosforescenti. Bellissimo.