giovedì 28 luglio 2011

Broncio Baroncio

Prima di buttar giù qualche riga su Le ragazze dello studio di Munari (Black Velvet, 256 pagine, € 19) ci ho dovuto pensare bene.
E rileggermelo. Tre volte.
Non perché il prodottino di Baronciani sia una lettura particolarmente complessa: La storia viaggia sul doppio binario (mal)educazione sentimentale/citazionismo vintage. In più, qui i repêchage di Munari toccano sostanza ma anche forma del libro: un omaqgio che il Mmmaestro avrebbe sicuramente apprezzato.
Poteva scapparci il capolavoro, non fosse stato per due piccoli dettagli che contraddicono la premessa filosofica del malloppo: un profluvio distonico di cellulari telefoni portatili laptop ammennicoli tecnologici che sacrificano al qui ed ora le atmosfere nouvelle vague vagueggiate dal Baroncio con gran dispendio di reference e dettagli. E una totale assenza di ironia, peccato capitale in un romanzo grafico che si rifà alla lezione di Munari.
Perché, Baroncio, perché? Stavi andando così bene. Ora mi tocca relegarti nel girone dei fumetti carini. Da qui l'opportuna tag.

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