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Mike Allred è un autore da prendere o lasciare. Impossibile restare tiepidi di fronte ai suoi viaggioni dal respiro lisergico e volutamente vintage: o lo si ama perdutamente, o lo si odia a morte. Questo valeva per Madman, la sua personalissima rilettura del mito postmoderno degli eroi in calzamaglia. E vale a maggior ragione per Red Rocket 7, un'epopea che sembra uscita dalle pagine di Frigidaire inizio anni 80, e che arriva sugli scaffali nella bella edizione di Bao Publishing. Sotto la cover quadrotta da quarantacinque giri c'è una saga cosmica a quarantotto piste che mixa le ansie cosmogoniche del Kirby intorno ai primi Anni 70 con la storia del Rock dai Beatles agli Oasis, l'estetica streamline del retrofuturismo con il pupazzettismo alieno di Lucas e Palumbo, le "stranezze spaziali" di David Bowie con l'on the road estremo di Chuck Palahniuk. Una mappazza, però divertente salutare e spericolata come un giro sull'ottovolante, una sorta di esperienza sensoriale che lascia storditi e goduti, e ha tutti i numeri per piacere anche a chi normalmente non legge i fumetti. Diciassette euro da cacciare a cuor leggero. E pazienza se nella sterminata galleria rock disegnata da Allred il prog viene liquidato in una vignetta coi Jethro Tull, e per Zappa non c'è neanche quella: come dicevo più su, i gusti son gusti.
Dieci, cento, mille volte meglio dell'accozzaglia di strisce sui Quattro di Liverpool appena pubblicata dalla Skira (quello sì un oggetto di arredamento senza benza né coerenza): nel dubbio, non c'è partita.