mercoledì 8 settembre 2010

Village People




Sono solo io, o il costume del Cap cinematografico più che retrò è deliziosamente queer?


2 commenti:

Skull ha detto...

Certo l'espressione dell'attore non aiuta ^__^
Quello che mi rende perplesso, comunque, è il contrasto allucinante tra l'ambientazione anni '40 e i materiali modernissimi e sofisticati del costume: davvero un cazzotto in un occhio. Mah.

CREPASCOLO ha detto...

Mark Millar - dopo le riduzioni cinematografici dei suoi Wanted e KickAss - ha deciso di dirigere personalemente i film tratti dai suoi lavori. Quando ha proposto alla Marvel di lavorare a Captain America: the first avenger, i managers della Casa delle Idee gli hanno risposto picche, preoccupati dalla vena iconoclasta ed eversiva dell'ex giornalista militante ed hanno scelto altri.
Mark ha venduto la sua collezione di originali di Mick Anglo per finanziare un corto a low budget in cui recitano Ron Garney ( è il tizio che indossa la bandiera ) e la reddiviva Anne Heche nel ruolo di Nicolette Fury.
La trama in sintesi: manca poco a Pearl Harbour. Le edicole sono piene di zines e comics interventisti. Steve Rogers è uno scheletrico nerd ante litteram con personalità borderline che si cuce un costume che riproduce le fattezze di un eroe patriottico come quelli che ammira nelle strisce della National.
La terapista da cui è in cura, Nicolette '' Nicky '' Fury, una platinata Betty Boop che cura i suoi pazienti ipnotizzandoli con il suo caschetto platinato, lo segue notte e dì, intervendo quando il suo paziente rischia di essere malmenato da portuensi che aveva scambiato per spie o quando un pulotto vuole multarlo per aver parcheggiato la sua bici travestita da moto davanti ad un idrante.
Splendida la strizzatina d'occhio ai true believers nella sequenza in cui Cap Garney centra un barista con lo chassis di Pasolini- ritenuto un simpatizzante nazista - con una vaschetta di ketchup, trasformandolo in Red Skull.
Non vediamo l'ora di vederlo nelle sale. Se avrà successo, Mark girerà un seguito con la Heche che rimane intrappolata nella ghiacciaia della baita in cui passa i fine settimana ed è scongelata dalla Degeneres che, 50 anni dopo, stava cercando una location per la sua sit-com. Sperem.