giovedì 8 aprile 2010
Yes, we Gahan
Della serie per molti, ma non per tutti.
La Fantagraphics ha appena portato a casa una nomination agli Eisner Awards con Gahan Wilson - 50 Years of "Playboy" Cartoons, sontuosa raccolta in cofanetto delle vignette prodotte per la rivista dei segaioli molto per bene dal vignettista di Evanston, Illinois.
Centonove dollaroni e marmotte, signori miei. Però bisogna cacciarli. Perché i satiri come Mr. Wilson sono una razza in via di estinzione. E perché nessun editore italiano si prenderà la briga di tradurre ed editare impunemente un volume di questa caratura.
Chi non conosce Gahan Wilson, ignorante e bestia, vadi a farsi una cultura.
Chi lo conosce gradisce.
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3 commenti:
Non posso fare nomi, ma mi piacerebbe. Qualche anno fa lavoravo in qualità di ''uomo di idee '' ,nel senso che Tony Curtis attribuisce ai termini in Operazione Sottoveste,per un piccolo editore specializzato nel tradurre quei comics che è saggio fingere di conoscere in quelle feste dove Brecht è off e Fabri Fibra una nuova forma di catalizzatore per un dissenso non convogliabile. Ma sto divagando.
Proposi al mio capo di tradurre il William Wilson di Poe istoriato da uno sconosciuto Gahan Wilson - opera giovanile di cui anche la mamma di Gahan non andava fiera perchè Gahan aveva copia-incollato la Ligeia di Dino Battaglia su alcuni fotogramnmi di yellow submarine. L'effetto era quello di un Nixon di Feiffer che vive nell'universo di Brendan McCarthy.
Il boss mi disse che la cosa gli piaceva - sicuramente meno folle della storia di un coltivatore di orchidee di Peoria, Illinois, che uccide le marmotte mannare alla luce della luna, disegnato da Dave Gahan, lead singer dei Depeche Mode, stampato su mio input, non esattamente un best seller - ma quel '' Gahan '' era, secondo il suo sentire di italiano medio, ostico per il lettore e propose di cambiarlo in GRaham Wilson.
Nulla da eccepire, ribattei, in fondo abbiamo scelto Colombo per il Columbo di Peter Falk e Callaghan al posto del Callahan di Eastwood. Scrissi a Gahan che mi rispose immediatamente, dicendomi che aveva iniziato una furibonda battaglia legale con gli eredi di Battaglia ( appoggiati da Corrado Roi che alcuni sospettano essere un clone in cui il cartoonist veneziano ha trapianto cervello, manina e spugnetta a la Luthor anni novanta )e non poteva esporsi proprio nel paese del fumettaro gotico per eccellenza. Oltre tutto temeva di incappare anche nelle ire degli scarrafoni di Liverpool ancora alive ( Lennon e Mccartney erano già nel coro celeste, Harrison non ancora, Ringo stava facendo di tutto per arrivarci, ma Gahan W. aveva paura del clone di Paul che stava spendendo le sue royalties in divorzi ).
In sintesi ( quanto amo questi termini che non mi appartengono ) non arrivammo da nessuna parte, ma ho imparato che: 1) una rosa, anche con un altro nome, fiorirà sempre nel vivaio di qualcun altro 2) la clonazione è immorale.
Però, almeno, ti sei tolto lo sfizio degli Irsutissimi Freak Bros.
A dirla proprio tutta, sto pensando ad un rilancio di Bella e Bronco del compianto Gino D'Antonio - nel mio revamping, Bella è Tiramolla e Bronco un plagio non dichiarato della Granny Goodness di Kirby. Mi piacerebbe Alessandrini alle chine - nel suo Anastasia Brown e in una storia breve di Mystere ha infilato la ''sua '' Nonnina Bontà e credo che nuoti nelle mie stesse perversioni. Un western, naturalmente, ma molto vicino al Sachs & Violens di David/Perez.
Mi piace pensare che potrebbe essere pubblicizzato come il team up tra Angela Lansbury e Plastic Man. Mini-serie di tre numeri, come quella di Morrison per Kid Eternity. Nell'ultimo numero, scopriamo che Shelton, sotto l'influsso di quella che crede una droga sciamanica, ma è timo abruzzese, ''sogna '' la vicenda di Bella & Bronco. Si vota ad una catarsi che passa per la creazione dei Freak Bros, ma qualcosa filtra ed i suoi personaggi sono gommosi ed elastici come l'omino di caucciù di Rebuffi...
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