domenica 11 aprile 2010
A Londra! A Londra!
Due parole due: Storm e Thorgerson.
Lo Stanley Kubrick delle cover discografiche è un mio idolo personale da quando, ospite dello zietto rocchettaro in quel di Barbagia, Sardinia, scrutavo le copertone dei trentatré giri mentre sul piatto gracchiavano Genesis Zeppelin Pink Floyd e altre delizie. L'estate friniva nella penombra sudaticcia del meriggio, io aspettavo di gridare thalassa thalassa come nell'Anabasi e fra un Topolino e un Uomo Ragno, a tapparelle abbassate, giacevo languido sulla poltrona letto in similpelle ascoltando Animals piuttosto che The Lamb piuttosto che Physical Graffiti piuttosto che. Aaahhh.
A ogni cambio disco, l'occhio sbarbo ma già avido il giusto scorreva rapido sul cartone, fino alla fatidica frase Cover Art By Hipgnosis.
Bellissimo nome, chi saranno questi fini dicitori, pensavo, mirando Rael che dà la mano a se stesso in bianco e nero o i due businessman in giacca e cravatta di cui uno molto flambé o tutte le finestre di quel palazzone dove ci abitava quel gruppo che faceva casino ma però che tiro.
E inzomma: molti anni più tardi avrei scoperto che a fare quelle figate era stato Mr. Thorgerson, che ogni cover era il frutto di un percorso incasinato e molto cinematografico, che Storm non lavorava a preventivo, ma a valore estetico - "quanto pensi che valga questa copertona? Ecco, dammi quella cifra lì" - e tante altre cosette interessanti.
Al sodo: Storm Thorgerson è in mostra qui.
Con un pacco di foto, schizzi, bozzetti, giocattoli, idee, figate, tricchetracche e triccheballacche.
Dire che bisognerebbe farci un salto è poco.
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2 commenti:
Nulla come la leva per affratellare un Italia pre federale - ricordo un commilitone, di poco + vecchio di me, che stava sfruttando una agevolazione fiscale per chi apriva una società nel Mezzogiorno - invecchiato precocemente, due ciuffi di capelli dietro le orecchie ed i tratti cesellati lo facevano sembrare lo Enrico Ruggeri dei Decibel truccato da cattivo di Dune - in banca non lo prendevano sul serio, ma era tignoso e mise in piedi una micro intrapresa per il riciclo dei rifiuti a Benevento. Era già deluso dal numero inverecondo di aspiranti collaboratori che, due secondi dopo aver snocciolato curricula chilometrici, gli chiedevano quanto fosse la retribuzione ed i benefit.
Stavo per partire per la scuola di guerra ed il mio amico che, probabilmente, non aveva sentito le parole ''scuola di '', mi disse che avrebbe dato l'anima per trovare un candidato riciclatore che desiderasse essere pagato ''solo '' per quanto valeva. Probabilmente era alticco - eravamo alpini sebbene meneghini ed avevamo fatto di tutto per entrare nello spirito ( ! ) di corpo.
Civili tutti e due, ci siamo incontrati, qualche tempo dopo, sotto la Madonnina - tanto per dire - pittoreschi ed anonimi bipedi che solo Milano può cullare, Totò vestito come Liam Gallagher incontra Jack Nicholson truccato da Gufo disegnato da Joe Orlando che lo immaginò x Daredevil.
Le cose andavano bene per Jack - aveva assunto alcuni dei suoi compagni di bisboccia e continuava a reclutarne negli annuali raduni degli Alpini - pagava i suoi ragazzi in galloni di Nardini.Al termine di un quarter, per esorcizzare la faticaccia passata, Jack ed i suoi discepoli fotografavano composizioni dechirichiane di quanto non erano riusciti a ridurre in brodo primordiale e inviavano quelle immagini biscacche ad un corrispondente inglese del Gufo.
Per quello che ne so, Thorgerson non ha mai pagato royalties, ma non manca mai, a Natale, di spedire alla The Dark Side of the moonezza dell'ottima grappa al mirtillo. E tutti sono contenti.
qualche anno fa c'è stata una bella mostra a milano. piccolina ma bella.
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