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Brian Azzarello, oggidì, passa per uno sceneggiatore di quelli seri.
Vulgata comune: "È lo sceneggiatore di
100 Bullets". Detto con un tono stile "Mecojoni", manco stessimo parlando di
La Gerusalemme Liberata o
Madame Bovary.
Così, visto che ne ha imbroccata mezza, quando Azzarello si mette a scrivere Batman, tutti lì a trattenere il respiro.
Anche se di respiro ce n'è pochissimo.
Prendiamo
Joker, l'ultimo exploit fumettistico dell'Arlecchino del crimine.
Sulle tavole di Lee Bermejo, niente da dire: una autentica festa per gli occhi.
Ma la sceneggiatura di mister 100 pallottole è roba da giro del mondo a calci nel culo.
Joker viene rilasciato da Arkham e comincia a fare il diavolo a quattro per riprendersi Gotham.
Mozzarello non si degna di farci sapere chi abbia avuto la geniale idea di rilasciarlo, e perché. O perché il Pipistrellone - nonostante i morti ammazzati che il Clown sparpaglia in giro, manco andasse a cottimo- aspetti le ultime tre pagine dell'albo per andare a raccattarlo.
Incongruenze a parte, la storia è un pateracchio di scene truculente e special guest raccattati alla cazzo dalla rogue gallery di Batman. Un platform plumbeo, gratuitamente truculento, pallosissimo, senza uno straccio di crescendo o di catarsi. Approfondimento psicologico, zero. Humour non pervenuto. Unica idea, il punto di vista: a raccontarci tutto è un complice dell'adorabile signor J, che alla fine della storia, uau, si pente di essersi fidato del Joker.
Insomma, il classico prodottino tutto forma e niente sostanza, che fa rimpiangere non dico chicche come
The Killing Joke o
Arkham Asylum, ma anche onesti divertissement come
L'avvocato del diavolo o
L'uomo che ride.
Tredici euro e marmotte buttati, direi.
Nel genere, molto meglio buttarsi sul primo volume dei Bat-Classici DC: c'è molta più ciccia da sgagnare, e avanzano anche i soldini per il gelato o la pizzetta. Visti i tempi, vale la pena di tenerlo presente.