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Ora, non che ai bei tempi della Milano da bere Francesco Alberoni intellettualmente parlando facesse faville. Un buon posto da prof di sociologia a Scienze Politiche l'aveva rimediato, questo sì. Ma lì, al massimo, si trattava di fare il brillantante con quattro pischelli/e che avevano ancora la boccuccia sporca di latinorum. Sul piano, come dire, teorico, invece, zut: mentre Eco Abruzzese Martinotti e altri fini dicitori scrivevano cose un sacco interessanti su un sacco di cose interessanti, lui snocciolava banalate terrificanti sull'amore. Ma proprio robe da rivalutare i bigliettini dei Baci Perugina, e di brutto. Il problema è che da allora (1979) Franceschiello non si è più fermato: prima un libro tradotto in tutto il mondo. Poi una rubrica sulla prima del Corrierone. Poi, talk show a manetta. Oggi, ormai ridotto alle photo-op con la Santanché, il nostro ha deciso di sparare le ultime cazzate (pardon: cartucce) svendendo il suo sapere a un produttore di mutande (pardon: intimo). Scelta ben pagata, e azzeccatissima: perché abbeverandosi direttamente alla fonte emerge, netto, il tipico sentore acidulo di urina dei vegliardi incontinenti.
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