Non tutto quello che scrive e disegna l'ottimo Makkox in arte Marco D'Ambrosio fa sanguinare il Corazón. La questione sta tutta nel segno - meglio: nel rapporto fra il segno nonchalant ma sontuoso del nostro e il linguaggio rocco/barocco di cui vivono tutti i suoi personaggi. sullo scatto, la goduria è assicurata dalla composizione, dalla gestualità, dalla lucidità affilata delle battute e dei calembour. Sul lungo, invece, spesso si soffre un po', come durante certe abbuffate celebrative: tutto buonissimo, per carità, ma mica puoi strafogarti di insalata russa cannelloni e patè tutti i santissimi giorni.
Per fortuna, le satire pubblicate su il Post rientrano nella prima categoria. Dal punto di vista squisitamente visivo, come nella miglior tradizione di Feiffer Paz ecc., ogni vignetta è un piccolo capolavoro grafico da ammirare in ogni minimo dettaglio. Da un punto di vista letterario, il mix fra politichese sporcature regionali e autentica ferocia strappa l'applauso a ogni pie' sospinto: e prova un po' a non ridere di fronte ai passi di danza avant-indré di Fini, al Berlusconi off-screen che il 2 giugno pretende le "fregne tricolori", al Tremonti balneare che nega i soldi dei gelati ai compagnucci e agli altri protagonisti delle 256 pagine raccolte da Bao Publishing in "Post Coitum-Satire di un tardo impero".
Come autore di fumetti tout-court, non so. Ma come vignettista, oggi Makkox merita un posto a tavola fra i migliori autori satirici su piazza. E bene hanno fatto Vauro e Vincino ad arruolarlo sul redivivo il Male in edicola dal 7 ottobre: trattasi di un valore aggiunto non da poco.
domenica 9 ottobre 2011
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