domenica 6 marzo 2011

Generazione zero negativo


Coi vampiri non si scherza. O meglio, magari sì: ma ci vuole mestiere. Perché a forza di variazioni sul tema, riabilitazioni ex post e ricicciature erotizzate altezza zerododici, i succhiasangue letterari a immagine del conte Dracula ci hanno rimesso quasi tutto l'appeal originario. Ci prova Jessica Abel, ottima autrice e infaticabile esploratrice degli incontri/scontri tra culture già sperimentata nell'imperdibile La Perdida: il libro si antitola Sangue Amaro (Black Velvet, € 16,50), è scritto benissimo con il music journalist Gabe Soria e disegnato ottimamente dal carneade inglese Warren Pleece, un Bryan Talbot altrettanto precisino ma con un talento grottesco più marcato.
Life Sucks, questo il titolo a orologeria del volume, ben tradotto da un ispirato Leonardo Rizzi, racconta il coming of age di un Nosfigatus qualsiasi. La vita di Dave, apprendista sanguisuga ventenne dalla fisicata inesistente e dai super-poteri in sonno, scorre fra le nottate di lavoro precario al minimarket, il cazzeggio con altri nerd vampiri e le lezioni di vita del suo signore e padrone: Radu, vampiro rumeno buzzico ma perfettamente integrato nel sistema americano. Tutto sotto controllo, finché nell'equazione non entrano lei e l'altro, cioè la darkettona latina Rosa e il vampiro ricco bello e stronzissimo Wes. E qui l'affare si ingrossa non poco. Un po' teen comedy, un po' romance, un po' dramma esistenziale e pochissimo horror, Sangue Amaro è chic ma non snob, facile ma non banale, sexy ma non volgare, furbetto ma non irritante, cerebrale ma non forzato. E con un finale che ribalta in toto le premesse iniziali, aggiungendo peso specifico a una lettura leggera nella forma, mai nella sostanza. Comprare.

1 commento:

CREPASCOLO ha detto...

Mio zio Rudy Radu per venti euros ti fa vedere la città dalla cesta di una Mogol-fiera che traina la Terra nel cosmo secondo la teoria che ad un'azione risponde qualcosa o qualcuno il che è rincuorante, in un tempo in cui squilla il coso, sollevi la cosa ed un disco ti invita a visitare una svendita di tappeti armeni. Te ne torni sgocciolante nella doccia e rifletti sul fatto che zio Rudy potrebbe permetterti di paracadutarti sopra la fumetteria del tuo cuore. Un Tomcruise accompagnato dai giardini di marzo al posto del jingle di Mission: Impossible. Il lucernario di Generation ComiX è sempre aperto: atterro dopo il crepuscolo ed esco con il sangue amaro. Non prima di aver lasciato sul banco, vicino al registratore di cassa in foggia di micro deposito di Paperone, il corrispettivo in dindi, claro.
Sono ''nel''pallone, quasi come all'esame di maturità quando mi è stato chiesto di parlare di embargo e credevo si trattasse di un socio del Grinta, e sto leggendo nel blog del sig Voglino - in sottofondo Emozioni - mentre attendo che il vento mi porti sopra il bersaglio. Amo il tratto di Pleece, la sua acidità, il suo cartooning e le occhiaie sotto gli occhi dei suoi personaggi, ma Radu non è precisino come Talbot e mi scodella in una rivendita clandestina di wok in via Bramante. Sembra il negozietto che vende i Gremlins, ma filtrato da Demme. Mi aspetto che da qualche angolo salti fuori un cannibale, quando inciampo nel dvd con la versione cinese del Dracula interpretato da Frank Langella. Aveva ragione Paul Bowles: il turista sa che tornerà a casa, il viaggiatore non sa che troverà. Più o meno.