lunedì 24 maggio 2010
Oggi, l'uomo del domani
L'avevo detto qui: me, Topolicchio, mi è sempre stato cordialmente sullo stomaco. Troppo borghesuccio perbenuccio benpensantuccio spiuccio per i miei gusti. Bleah.
Fa eccezione, naturalmente, il topo di Floyd Gottfredson & soci. Un Mickey Mouse spigliato, alla mano, coraggioso ma fallibile, diversissimo dall'attuale e perciò must assoluto del momento in qualunque momento.
Lo dico soprattutto per chi finora non ha assaggiato neanche un numero di Gli anni d'oro di Topolino, l'ultima tentazione Disney del corrierone. Mai provato urrà? Mi permetto di insistere. In questo numero, per dirne una, arriva un gran bel pezzo di storia del fumetto: Eta Beta, l'uomo del domani. Acciuffatelo oggi, prima che si renda conto di essere capitato in un bruttissimo momento e se ne torni a casa: attende in edicola a nove e novantanove euri. Praticamente un nonnulla.
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4 commenti:
Sei molto ingiusto, però. E non lo dico per me (okay, non solo), ma per tutti quelli che hanno scritto e disegnato storie di quel Topolino, quello vero. L'unico che esiste. L'altro è un malinteso.
E parlo di Scarpa (dico, Scarpa!) e di Marconi, di Artibani e di Cavazzano, di Mezzavilla e di Ziche, di Casty e di Enna...
Poi le storie di Topolino, fatte oggi, possono piacere o meno... tuttavia ti chiedo di fidarti se ti dico che da anni la redazione e gli autori hanno chiuso, con il Topolino che non ti piace. Dubito che un soggetto con quel Topolino oggi sarebbe approvato.
Detto questo, correte in edicola a prendere Gli anni d'oro di Topolino. Fatelo subito.
Precisazione utilissima, Tito. E ci tengo a ribadire che la mia insofferenza nei confronti del sorcio non si estende ai maestri del fumetto che hai citato -prova ne sia che di "anni d'Oro", per dire, ho sempre detto tutto il bene possibile.
Sulla linea editoriale del "Topolino" di oggi non mi esprimo: forse sono fuori dal tempo, ma la rivista mi sembra troppo derivativa rispetto a forme di intrattenimento che oggi vanno per la maggiore, rete, videogames, franchise hollywoodiane e via discorrendo: di mio, resto comunque affezionato al periodo in cui erano i fumetti Disney a ispirare i cineasti, e non viceversa.
Un'ultima, doverosa annotazione: è vero che mi piace scherzare coi santi del fumetto.
Ma spero che si noti che non mi prendo mai troppo sul serio.
Va bene, quasi mai.
Allora amici come prima, e come sempre!
Ma stai scherzando? Ci mancherebbe, checcacchio.
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