martedì 30 giugno 2009
Ah, la Crisi
Situazione curiosa, quella in cui versa attualmente il mercato del fumetto Usa. In confronto al piattume degli anni 90, c’è molta più varietà. Però. sfiga vuole che le proposte interessanti portino la firma di editori indipendenti come Image, First Second o IDW. Dalle major, solo “eventi”. Con tante virgolette, perché l’inflazione pesa anche sulla valuta dell’immaginario, e lo stupor mundi è ridotto al lumicino.
Finché tocca alla Marvel, passi. La Casa delle idee, sui colpi di teatro, ci ha sempre marciato. Spesso, sfuttando al meglio le infinite potenzialità di un pantheon che ha il male di vivere nel suo Dna. Gli eroi della DC, in questo senso, patiscono l’handicap di un vissuto troppo classico, troppo carico di storia e di gloria. E infatti, in versione “lacrime e sangue” non hanno mai convinto. Peggio che mai quando la publishing house presieduta da Paul Levitz ha tentato di inseguire la Marvel sul piano dei crossover fine di mondo.
Il che ci porta a “Crisi Finale”, l’evento che ha rimodellato l’Universo DC per sempre. O meglio: per sempre, finché le vendite di Superman, Batman & C. non torneranno a calare, creando le premesse per nuovi cataclismi.
Come da copione, a guardare il numero 1, la montagna ha partorito il topolino. E già che c’era, ha fatto strame della dottrina ufficiale, tritando in un polpettone grossolano e indigesto eroi e mitologie che fin qui avevano dimostrato una tenuta narrativa più che discreta. Prendiamo Martian Manhunter, il segugio di Marte: nato nel 1955, in decenni di battaglie era riuscito a conquistarsi un posto d’onore nel cuore dei lettori grazie al lavoro di ottimi autori come J.M. De Matteis, Mark Badger, Joe Kelly e Grant Morrison. Il suo ruolo in “Crisi Finale” doveva essere l’innesco di tutta la vicenda. Ma lo stesso Morrison e il disegnatore G.J. Jones hanno liquidano il fattaccio in due vignette due. Il resto è puro Who’s Who of the DC Universe. Di un plot intelleggibile, neanche l’ombra.
Dice: ma non si può giudicare una miniserie di sette volumi dal primo.
Ehhh.
Ma se io dichiarassi al mondo di voler dare alle stampe il crossover definitivo dell’universo DC, punterei a una partenza col botto, non a una roba stile quanti-personaggi-ci-stanno-in-una-cabina-telefonica. L’idea del “director’s cut”, poi, peggiora ulteriormente le cose: oltre al danno di 32 pagine di vuoto, c’è la beffa delle 16 che seguono. Il commentario a due voci in cui Morrison e Jones fanno lingua in bocca su quanto siamo bravi e quanto siamo belli, e la sceneggiatura originale del primo volume.
Un po’ pochino, per quattro euri e novantacinque.
A questo punto, masochismo per masochismo, tanto vale ordinare l’hardcover originale: trenta dollari, e passa la paura.
E in una soluzione unica, anche la Crisi sembra più sopportabile.
Sempre che.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
7 commenti:
io l'ho letta tutta, e trovo che, per quanto non riuscitissima, sia una spanna sopra tutte le altre crisi dal 1985 in avanti.
Pero' dire che le "crisi" e i "niente sarà più come prima" sono inutili equivale un po' a dire che il fumetto americano (supereroi) non ci piace. Posizione rispettabilissima, per carità ma il fumetto americano E'FATTO di queste cose.
Che il fumetto americano in generale abbia sempre campato di colpi di teatro, l'ho ammesso in apertura. Ma l'eventite acuta è diventata un problema solo negli ultimi anni, da quando la DC ha cominciato a sfidare la Marvel sul suo stesso terreno dopo aver coraggiosamente tentato strade alternative come quelle intraprese a suo tempo da Jenette Kahn.
Anch'io ho concluso FC, e personalmente la trovo infinitamente più indigesta di "infinite Crisis". Forse perché considero Johns ben più in palla di Morrison, ormai pronto per il carrello dei bolliti...
bé non mi pare. Ricordo ai tempi della Play Press (cioé quando seguivo con regolarità il Dc Universe) Millenium, Invasione, Ora Zero, Genesi, Final Night, Underworld Unleashes, al ritmo di più o meno uno all'anno. Tutti indigeribili.
Su Morrison, ti rendi conto che le tue affermazioni possono causarti una fatwa ? :)
E poi un'ultima cosa : Martian Manhunter meglio morto che vestito a quel modo
Sì, ricordo.
Però ricordo anche tonnellate di belle graphic novel, la Vertigo, 100 bullets, gli "Elseworlds", "Le Leggende del Cavaliere Oscuro" e altre trovate che il buon DiDio se le sogna la notte.
Il Morrison attuale mi sembra solo una pallida ombra di quello davvero inarrivabile di "Gothic": per lui e per Frank Miller, personalmente, proporrei l'eutanasia.
"Cazzo, c'è un refuso! In questa splash page muore Batman!! Chi è il coglione che ha passato questa boiata??!!"
"Merda! E vabbè, recuperiamo con l'ultima pagina..."
Ti dirò, tuttavia, che ho sopportato molto meglio la Final che la Infinite.
Solo che, avendo già contribuito alla causa per la Infinite, difficilmente mi acchiapperò la Final.
Forse in TP o in HC, al limite.
Lontani i tempi in cui Ralph Dibny si scioglieva letteralmente in lacrime perchè gli avevano seccato la moglie...
è vero, fortissima quella scena (Identity l'ho letto da poco)
Eh, Meltzer mica se ne stava lì a pettinar le bambole.
Posta un commento