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Secondo numero della mini firmata da Rrobe e Matteo Cremona.
Come nel caso del primo episodio, luci e ombre si equivalgono.
Il personaggio in sé, in quanto reluctant hero stile Mister No, continua a piacermi assai.
La trovata di assegnare il ruolo del supercriminale a un ben noto figlio di puttana è indubbiamente un bel saggio di pensiero laterale. Almeno per un fumetto mainstream.
Il problema, semmai, è che a parte il figlio di puttana di cui sopra, di ciccia da mordere ce n'è pochina: e nonostante le sequenze d'azione, lo spiritaccio guascone e il ritmo indiavolato, si arriva all'ultima pagina con il sorriso sulle labbra e lo stomaco vuoto.
Che anche questo faccia parte del gioco? Può darsi.
Complimenti per la scelta del cattivo e l'agile manualetto antinfortuni firmato Recchioni-Venturi.
Nonplimenti, invece, per l'eccesso di paraculaggine.
Ah: la clonazione della tavola stile Escher di "Sin City" è teribbbbbbbile. Davvero.
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