giovedì 27 marzo 2014

Maledetti, vi amerò


Primavera progressiva. All'orizzonte si intravedono gli IQ di Peter Nicholls, con l'imminente The Road of Bones. Nel frattempo, out of the blue, ecco Demon dei norvegesi Gazpacho. Chi pensava che Jan Henrik Ohme e i suoi biondi vichinghi avessero in tasca l'ennesima manciata di caramelle sonore alle erbe dal gusto fruttato e dalla consistenza gommosa può mettersi il cuore in pace: tolto il singolo The Wizard of Altai Mountains - che però compensa la saccarina con un video found footage dalle insospettabili venature strizzaculo - Demon è un disco piuttosto dark. Riff piacioni pochi, e assai diluiti. Voci e chitarre distorte. Suoni scarni, essenziali, dissonanti, con sentori di gospel e musica Yiddish. E per chiudere in bellezza, una bella spalmata di mellotron, che quando ci vuole ci vuole. Il tutto, per ripercorrere in quattro movimenti il diario dell'inquilino di un appartamento di Praga infestato da - be', da qualcosa di brutto. Da un soggetto del genere, una band di metallari ci avrebbe tirato fuori uno di quei dischi che ti prendono a pizze in faccia. Chi conosce i Gazpacho, sa che con loro non si corre questo rischio. Il problema è quella sensazione che ti prende ascoltando e riascoltando il disco in solitudine: la sensazione di avere fra le scapole gli occhi di - be', di qualcosa di brutto. Ma son brividi d'amorrr, come cantava quel tale. Su iTunes e in Cd Kscope.

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