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Wilda ci guarda |
Il principio è lo stesso del misconosciuto
Morti e Sepolti di Gary Sherman, o di fumetti come
Fragile di Stefano Raffaele: prendi uno zombie, gli infondi una coscienza, e stai a vedere quello che succede. A fare la differenza, però, non è tanto il cosa, ma il
come: e in questo senso, come al solito, in Bonelli hanno fatto le cose con cura certosina.
Lukas, la nuova miniserie horror in uscita proprio oggi in tutte le edicole, cammina su gambe solidissime: quelle di Michele Medda, che dopo Caravan si conferma un piccolo maestro nel disegno delle psicologie e nelle relazioni soprattutto emotive fra i personaggi; e quelle di Michele Benevento, "bravo disegnatore" di
Dampyr dal segno vagamente Casertano nonché coordinatore del team di artisti al lavoro sulle prime due stagioni del serial. La scommessa sta tutta nel manico, cioè nella struttura narrativa: come in varie recenti testate Bonelli, il gioco non sta nel godersi le avventure di un personaggio fatto e finito, ma nel lento, progressivo disvelamento di una storia segreta. Che comincia (metafumettisticamente?) con il ritorno alla vita di Lukas nel cimitero di una città immaginaria popolata da amanti della carne umana, umanità marginale e dolente à la Angelo Nero, sicari mafiosi e grassone cattive a metà fra George Grosz e Galep. Azione, melanconia, mistero, fragilità e i prodromi di inquietudini a venire: puro spirito dei tempi fatto fumetto.
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