che stress nella strasse |
Uno sceneggiatore con due cosi così, un disegnatore con due cosi così, un altro numero di "LeStorie" di quelli che fanno la differenza: di Friedichstrasse, sedicesima uscita della collana creator-friendly di Bonelli Editore non si può dire altro. Dopo "Il lato Oscuro della Luna", sempre disegnato da Matteo Mosca, e dopo "Nobody", l'ex writer di di "Valter Buio" conferma la sua ossessione per le tematiche edipiche e kubrickiane del conflitto fra generazioni e dell'eroe come macchina celibe par excellence. Un gran lavoro d'atmosfera, con echi di David Lloyd, Wenders e il più ovvio Florian Henckel Von Dommersmark di Le vite degli altri, e un incedere vischioso che incolla alla lettura dalla prima all'ultima pagina. Il finale un tantino tranchant e la scelta di scenari e atmosfere già battuto da Paolo Morales sul numero 6 della collana smorzano un tantino l'emozione della scoperta, insieme con la contrapposizione manichea fra i cattivissimi della DDR e il resto del mondo, che alla fin fine tante pippe ma non è che in fondo in fondo la caduta del muro abbia prodotto tutte 'ste magnifiche sorti e progressive, soprattutto a Berlino Est. Ma anche nei suoi limiti, questo noir uggioso, freddino e dolente Bilotta e di governo straripa di asciuttezza e sincerità: tanta roba, per tre euro e cinquanta.
2 commenti:
Valter, non Walter. Anch'io non capisco perchè. Forse temeva la deriva uolter. Nel Paese di Walter Chiari ? Mm
Wow. Weramente? Correggo.
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