Sì, è bastato.
Perché in questo serial è proprio l'effetto nostalgia a fare la differenza. L'avessero ambientato nella stessa time zone di Last Resort o Homeland, con tutti i satelliti gli sbarlusc i cellulari i Gps e gli altri ammennicoli del caso, sarebbe venuta una roba così, anche perché il Kgb post-Putin ha più problemi in Cecenia, Ossezia e Tagikistan che in Massachussets, e ammettiamolo, per noi quei posti lì restano culturalmente un tantino fuori mano.
Ma poi. Vuoi mettere una spia che viene dal freddo e passa da Mediaworld a comprarsi il nullificatore galattico con un poveraccio che solo per sintonizzare la radiolina con l'auricolare sulle frequenze della Madre Russia deve cuccarsi mezz'ora di rumore bianco?
E quindi un sacco di modernariato Anni ottanta, una atmosfera che tira un po' dalle parti di storie tese come Gorki Park, qualche complicazione sentimentale su modello Lina Wertmuller, una regia televisiva ma furbesca e solida.
Senza contare il cattivo, cioè l'amico doppiogiochista di Truman Show nonché il colonnello infame di Super8 nonché il dottor Jenner di The Walking Dead, cioè questo qui:
Salve, sono Noah Emmerich e in genere faccio lo stronzo |
1 commento:
E ' un plagio - diciamo le cose come stanno, non è una citazione - di Salentes, una miniserie diretta da Sergio Rubini e che , per ragioni non chiare, la RAI non ha ancora trasmesso. La storia di una coppia di spie russe nella Puglia degli anni settanta ( Dino Abbrescia e Silvo Orlando en travesti ) che si sono perfettamente integrate nel tessuto sociale di un Paese che sta digerendo le targhe alterne e canticchia le canzoni + solari dei Matia Bazar. Rubini si è ritagliato un ruolo di brigadiere rompicosi che tedia i due perchè sospetta, errando, che facciano altro oltre a pescare le cozze.
Interrogato dal solito Mollica sul perchè dell'assenza nel cast di vere donne, il regista ha risposto che è una colta citaz del tempo in cui si mettevano in scena le prime cose del Bardo con il Bardo tra gli attori. Vedremo, forse.
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