lunedì 24 agosto 2009

Ouch


Il nuovo album dei Porcupine Tree in uscita il prossimo 16 settembre si intitola "The Incident".
Il succo del discorso sta tutto nel titolo. Meglio: nella distanza siderale fra la generica definizione di Incidente e i possibili risvolti sentimentali/emotivi/psichici/etc. che l'Incidente medio si porta dietro.
Steve Wilson, anima della band, dice di aver trovato l'ispirazione per questo doppio Cd sulla scena di un car crash, scosso dalla consapevolezza che l'esistenza è fatta di imprevedibili spartiacque fra i nostri "prima" e i nostri "dopo".
E in effetti, di fronte al sangue e alle lamiere, l'idea che certi istanti ti cambino la vita ci sta tutta.
Detto questo, "The Incident" offre al pubblico esattamente quello che ci si aspetta da un disco dei Porcupine Tree: 55 minuti di rock psichedelico memore della lezione di gruppi come Beatles, King Crimson e Pink Floyd, intessuto di arpeggi e tentazioni goth metal, arrangiato e suonato con i controcazzi.
Rispetto a lavori come "In Absentia", "Deadwing" o "Fear of a Blank Planet", il suono è più vario, aspro e accidentato, e la forma canzone più articolata e complessa. Per cogliere il quadro generale occorre scarpinare un po' più che in passato. Ma quando si arriva lassù, l'aria sottile sprigionata dal quartetto toglie il fiato. E resta solo la bellezza di un panorama musicale che non si dimentica. Soprattutto nell'immancabile versione in standard 5.1.

Nessun commento: