domenica 10 dicembre 2006
Occhio al Porno-Topo
Fra le publishing house che negli ultimi anni hanno fatto il loro ingresso sulla scena italiana, ce n’è una che meriterebbe l’Oscar per l’impegno e la cocciutaggine: la Free Books di Viterbo. La casa editrice fondata da Adriano Cerboni e diretta da Andrea Materia sta tentando faticosamente di ricavarsi un posto d’onore fra edicole e librerie con una serie di proposte degne di figurare nella mazzetta di qualsiasi amante del buon fumetto fatto in casa: C’è Wonder City, un curioso serial che combina efficacemente suggestioni disneyane, manga e super-eroistiche raccontando le gesta di un gruppo di ragazzini alle prese con una scuola per “ragazzi dotati” che ricorda molto gli X-Men di Stan Lee e Jack Kirby. C’è l’antologico “Brand New!”, il primo magazine dedicato al fumetto indipendente Made in Italy dai tempi di “Frigidaire”. C’è, soprattutto, una linea editoriale davvero libera da condizionamenti, e abbastanza schizofrenica da mettere gomito a gomito vecchie glorie del fumetto a stelle e strisce come Steve Canyon con dotte dissertazioni sull’underground più spinto.
Da tener presente, in questo senso, il bel volume firmato da Bob Levin, colonna del faro della critica Usa “the comics journal”. “Un pornotopolino fra i pirati”, appena planato nelle librerie specializzate alla rispettabile cifra di euro 25 è un libro da comprare assolutamente. La storia è quella della battaglia legale intrapresa verso la metà degli anni settanta dalla Disney contro Danny O’ Neill, un omonimo altrettanto cazzuto dello storico sceneggiatore di Batman, assurto agli onori delle cronache per una serie di comic book sporcaccioni e iconoclasti interpretati da Topolino, Pippo e altri pezzi da Novanta della “House of the Mouse”. Ma fra le 270 e rotte pagine di questo sapido mattoncino c’è molto altro: Levin racconta la storia degli albetti da 22 pagine con amore e precisione davvero maniacali, svelando al lettore i retroscena di tanti piccoli misteri che hanno sempre tormentato i feticisti degli albi originali, dal titolo del primo albo mai planato sugli scaffali, al formato “slim fit” così diverso da quello dei comics europei, all’abitudine di post-datare le uscite fra newsagent e librerie. Insomma, una vera e propria miniera d’oro di spunti e notizie sul fumetto Made in Usa.
Al momento, data la mole di albi e libri sul mio comodino, sono “appena” a pagina 78: ma mi riprometto di tornare sull’argomento al più presto qui e altrove non appena avrò concluso la lettura.
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2 commenti:
La ringrazio per Blog intiresny
necessita di verificare:)
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