Parole in contromano: personalmente non ero mai riuscito ad affezionarmi al suo Tex fitto fitto, polveroso e quasi caricaturale. Affezionato com'ero al segno essenziale di Letteri, Fusco o Ticci, nell'ovest davvero selvaggio e molto spaghetti-western di José Ortiz non mi ci trovavo. Però per raccontare il ranger con la camicia gialla bisogna essere proprio malati di disegno, e lui modestamente lo nacque: narrano le leggende che prima di cavalcare verso il tramonto abbia voluto concludere il suo ultimo duello con l'eroe. Che la polvere del Messico sia lieve a José Ortiz: qui lo ringraziamo per certe vecchie avventure di Ken Parker, per Burton & Cib, per quei sogni inquieti strappati alle pagine di riviste che appartengono all'epoca ormai lontana in cui gli uomini erano uomini, i cavalli cavalli, e i fumetti fumetti.
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