martedì 30 gennaio 2007

Amabili resti


Una ragazzina si ritrova fra le mani di un vicino che la stupra e la uccide. Il suo corpo resta a marcire in un campo a pochi passi da casa. La sua anima, invece, vola in un limbo ovattato che lei chiama “il mio cielo”. E, dal suo cielo, vedrà il mondo girare sotto di sé. Comincia così, a metà fra il “Il barone rampante” di Calvino e le suggestioni acide dei Porcupine Tree di “In Absentia” e “Deadwing“, The Lovely Bones di Alice Sebold. Un best seller anomalo, uscito in sordina nel 2002, e arrivato in pochi mesi in cima alle classifiche dei best-seller Usa. Io, che normalmente evito i best-seller come la peste, l’ho letto solo quando ho saputo che Peter Jackson ci sta girando un film. E ora che l’ho letto, aspetto il film con ansia. Certo, come tanti altri best-seller, Amabili Resti (editrice E/O, € 14,50) rientra al 100 per 100 nel genere “Guilty Pleasure”: difficile definire altrimenti un romanzo di formazione che frulla insieme romanzo gotico, Police Procedural, sit-com e scrittura terapeutica in uno stile tanto “normale” da risultare disarmante. Però, un pregio ce l’ha: una volta che lo apri, non lo molli più. E visto che sono 370 pagine, qualcosa vorrà pur dire.

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